Oleg lo sconfitto

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Finalmente Francesco Pupo vide cosa era rimasto di Oleg e sorrise. Non c'era nessuna battaglia da combattere, il suo nemico era già sconfitto. Certo, avrebbe potuto comunque ucciderlo e uccidere tutti i soldati della regina Anna che erano lì con lui, ma questo non avrebbe cambiato la situazione. L'orso pazzo era un relitto che andava alla deriva in una guerra in cui non poteva più combattere.

"Perché dovrebbero aiutarti, Oleg Romanov" gli chiese, con il tono dell'inquisitore, quello che allarga i lembi della tua anima per esporla.

"Perché io sono l'erede della casata di Russia e il suo generale"

"Ma i serpenti non fanno parte della casata di Russia, Oleg, i serpenti non hanno nulla a che fare con voi"

Il russo alzò un braccio, i soldati che erano con lui imbracciarono i fucili e li puntarono contro il prete. Il cavaliere teutonico si limitò a leccarsi le labbra.

"Non sono dalla parte di nessuno di noi, Oleg. Ogni tanto ci danno qualcosa per tenerci al loro fianco, ma il loro piano finale è sterminarci tutti. Hanno usato tutti coloro con cui sono entrati in contatto, hanno consumato chiunque potevano consumare. Per quale altra ragione spargere una carestia sull'Europa?"

Oleg avanzò ancora, allungò la mano e artigliò Francesco Pupo alla gola. Lo sollevò, quasi, si trattenne solo per poter dare al prete abbastanza aria per parlare. "Come fai a conoscerli così bene tu?"

"Ho passato tutta la vita a studiare il male, Oleg. E il male non è semplicemente volere qualcosa per sé. Il male è non avere alcuna considerazione per quello che si ha davanti. Il male è distruggere per indifferenza. Quelle creature diaboliche a cui Dio ha negato di camminare sulla terra ci odiano perché ci ritengono inferiori, perché noi siamo un parassita che infesta il loro giardino"

"Rasputin diceva..."

Con rabbia Francesco artigliò il braccio di Oleg con la sua mano ossuta, piantandogli le dita nella carne. L'altra mano nascondeva ancora il pugnale, il suo occhi aveva già rilevato che avrebbe potuto colpire mortalmente l'erede di Russia, ma aveva paura della reazione degli uomini dietro di lui. Il nome del monaco, però, gli aveva fatto perdere le staffe. "Non nominare l'empio eretico che ha deformato la sua fede e la ha inchinata all'ignoto per paura! L'inganno che ha subito Rasputin è più vasto dell'inganno che voi stessi avete subito da lui! Egli ha rigettato la Fede e la sua stessa umanità, in nome di una scienza che non capisce e che non capirà mai e che rappresenta la negazione di tutto quello in cui crediamo. Ne sia dimostrazione lo scempio che ha fatto della tua povera sorella!"

"La mia povera sorella che tu hai ucciso!"

"La povera sorella che lui ha usato! Usati! Tutti voi Romanov siete stati usati. Come giocattoli! Come cuccioli! Grotteschi ornamenti di un potere malvagio e empio!"

"Io non posso più permetterti di vivere, prete!"

In quel momento Francesco capì che non poteva permette oltre a Oleg di fargli del male, il suo pugnale scattò. Aveva un solo tentativo, ma arrivò a segno, la lama balenò davanti alla gola dell'erede dello zar, la recise, ne uscì un largo fiotto di sangue.

La morte per sgozzamento, Francesco sapeva, è veloce. Il grosso uomo crollò sulle ginocchia mentre perdeva presa sulla sua gola. Non reagì in nessun modo, il suo cervello perse energia prima di qualsiasi reazione. L'ultimo degli eredi di Russia era spento, in una cava sconosciuta, nell'oscurità, cercando aiuto da una razza mostruosa.

Francesco Pupo si trovò a fissare quello che restava del suo esercito puntargli contro il fucile.

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