Terra nemica

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Spezzare la tensione con l'effetto sorpresa. Fare quello che loro non si aspetterebbero mai. I tuoi nemici non si aspetterebbero mai che tu uscissi allo scoperto e ti lanciassi contro di loro frontalmente, sono convinti che i loro fucili servano a qualcosa.

Tutti i tunguska avevano trovato un qualche tipo di copertura dopo aver assaggiato quello di cui era capace Coniglio quindi la loro linea di fuoco si era spezzata. Il più vicino a lei era praticamente solo, tutti gli altri avevano la linea di tiro ostacolata. Abbassò Daikatana sulle gambe e accelerò, puntandolo direttamente. Quando quello cominciò a sparare era già troppo tardi e il suo mirino era sballato. Prima che lo aggiustasse il colpo di spada si era già portato via il suo fucile, con tutto il braccio fino all'attaccatura della spalla.

Lì sentì sciamare intorno a lei da tutte le direzioni, volevano accerchiarla. Uno fece la manovra in modo imprudente, Artemisia mise a segno il suo terzo centro, gli altri però erano pronti a metterla nel sacco. Indietreggiò in velocità, una cosa che era possibile solo al fluido meccanismo di Daikatana. Nel farlo si trovò accanto a un'altra macchina nemica, vibrò un colpo di spada a prendere tutto il suo petto. Molti piloti di ORL compivano quella manovra avventatamente, la lama gli rimaneva incastrata nel corpo dell'avversario e dovevano lasciarla indietro per liberarsi, ma lei no, ogni minima flessione del suo polso aveva un corrispettivo nel braccio meccanico e lei sapeva quali flessioni erano giuste. Volteggiò intorno alla sua seconda vittima mettendola tra lei e i suoi avversari, la spada guizzante ancora saldamente in suo possesso. I proiettili piovvero su di lei disordinatamente, quelli che la colpirono non poterono niente, la maggior parte andò a schiantarsi sull'edificio dietro cui trovò nuovamente riparo.

"Gli altri stanno arrivando, generale." la avvertì Artemisia. All'orizzonte distinse le tre nubi di polvere che rappresentavano gli ORL di supporto. La partita era cominciata 10 contro 2, adesso era 5 contro 5. Sogghignò all'idea delle altre cinque macchine che stava per portare via al nemico.

La squadra di Tunguska tornò improvvisamente a lavorare coordinata. I cinque mezzi sopravvissuti lasciarono le loro posizioni all'unisono, allontanandosi da lei, tornando a costituire una formazione e vomitando fuoco di copertura nella sua direzione. La cosa non le piacque, le sembrava una ritirata troppo repentina, troppo frettolosa. Poteva anche avergli fatto paura, ma che senso aveva abbandonare così precipitosamente il campo di battaglia alle prime difficoltà?

"Francine." le giunse però la voce di Valerius dall'ottoniera. Era la solita voce monotona, ma Francine sapeva distinguerne le sfumature, la cadenza delle pause, gli accenti. "Valerius."

"E' stato identificato l'esercito russo. Sta venendo da sud. Sono centinaia di mezzi."

Lei si irrigidì. Non avevano previsto che Rasputin potesse avere una strategia, in realtà nemmeno sapevano che strategie si potevano inventare per catturare un'aeronave. La sua mente andò subito ai problemi immediati.

"Squadra ORL, radunatevi da me. Non inseguite." ordinò.

"Bagatto sta decollando." Le disse invece Valerius. E c'era, lei la intuiva, quella vibrazione che faceva capire che la sua coscienza stesse soffrendo. Che sotto strati e strati di razionalità, sotto la cosa giusta da fare, la cosa razionalmente giusta da fare, lui sapesse che stava facendo qualcosa di crudele.

"Ci state lasciando qui." concluse lei per lui.

"Non abbiamo tempo per farvi tornare."

L'esercito da sud. L'aeronave. Il territorio sconosciuto russo. Non doveva pensare a quello che stava succedendo in quel momento, doveva pensare a quello che sarebbe successo nei prossimi minuti. A quello che avrebbe ordinato. "Ce la caveremo." decretò.

"Troveremo modo di ricongiungerci." promise lui. Ed era una promessa di Valerius Demoire, non una promessa vacua per scaricarsi la coscienza, ma qualcosa che con le sue incredibili doti avrebbe fatto accadere.

I tunguska dell'avanguardia non erano più visibili e non erano più un problema. Compiuta la loro missione pensavano a salvarsi la pelle. Pensò a una direttrice che gli avrebbe dato del vantaggio. Gli eserciti marciano lenti e quello russo aveva un grosso obiettivo. Non sarebbero arrivati subito a cercarli. "Squadra." ordinò. "Seguitemi."

E loro la seguirono, anche se non sapevano che erano rimasti soli, perché anche se soli erano comunque sotto l'ala di Francine Valery Santaroche, la Spada Immacolata di Francia.



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