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2003 – Kagoshima/Okinawa

«Yoshida, hai le mani piccole come quelle di una ragazza!» cinguetta affabile Harada osservando il piccolo palmo proteso verso di lei.

«È vero!» conferma Aoki, passando la punta dell'indice sulle venature dell'epidermide. «E che pelle morbida...»

Rui osserva la scena con malcelato fastidio. Sul sedile davanti a lui, le due ragazze più carine della sua classe stanno spudoratamente flirtando con Kei, ignorando del tutto lui. L'amico gli lancia occhiate divertite, facendogli pesare ancora di più la sua superiorità e mandandolo in bestia.

Cerca di distrarsi guardando fuori dal finestrino, ma il chiacchiericcio davanti a lui lo distrae. «Non è fantastico viaggiare in treno?» chiede cercando di attirare l'attenzione.

Aoki gli rivolge un'occhiata seccata. «Non lo so, Kimura...» borbotta sistemandosi un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.

«Io penso che viaggiare in treno sia divertente.» interviene Kei. «Ma la cosa più bella è guardare Rui che si entusiasma ad ammirare il paesaggio!» ride.

«È vero Kimura si esalta proprio come un bambino piccolo...» commenta Harada.

«Perché, voi non siete emozionate?» ribatte lui, irritato.

«Non prendetelo in giro.» le rimprovera Kei. «Rui è un bambino molto spontaneo.»

«Fin troppo.» ridacchia Aoki. «Tu sei sempre così composto, invece, Yoshida...»

Rui poggia i gomiti sulle ginocchia e affonda il mento nei palmi delle mani. «Kei ha sempre quell'espressione di cera.» borbotta con la bocca atteggiata al broncio. «Non sai mai quello che gli passa per la testa.»

L'altro ride. «Che crudele da parte tua, Rui... Dopo tutti gli anni che abbiamo passato insieme...»

«Ora che ci penso, voi siete amici d'infanzia, non è così?» domanda Aoki.

«Proprio così.» conferma Kei. «Abitiamo nello stesso quartiere, anche le nostre famiglie sono piuttosto unite.»

«Come ti invidio, Kimura...» geme Harada. «Anche io vorrei avere Yoshida come vicino di casa.»

«Non è poi questo granché avere un tizio che viene a buttarti giù dal letto tutte le mattine...» sbuffa Rui.

«Lo vai davvero a svegliare, Yoshida?» chiede Aoki.

«Certo.» sorride Kei. «E ogni tanto mi scontro anche con le sue reazioni fisiologiche...»

Le due bambine lo fissano perplesse, ma Rui balza in piedi, afferrando l'amico per il bavero. «Non ti azzardare...!»

L'altro scoppia a ridere, alimentando ancora di più la curiosità delle due compagne.

«Di cosa parla, Kimura? Su, diccelo...»

In preda al più totale imbarazzo, Rui si rimette a sedere e riprende a fissare fuori dal finestrino. «Lasciatemi in pace.» borbotta.

Aoki mette in broncio. «Come vuoi.»

«Come se ci importasse qualcosa di parlare con te.» aggiunge Harada.

Lui lancia un'occhiata colma di rabbia verso Kei, mimando con le labbra un 'grazie tante' e facendolo ridere di nuovo. «Dai, lasciatelo in pace.» lo difende l'altro.

Le due continuano a cinguettare intorno al bambino, ricoprendolo di attenzioni. Rui sa benissimo che l'unico motivo per cui hanno insistito tanto per stare con loro in carrozza è Kei, e la popolarità dell'amico lo manda su tutte le furie.

Ad un certo punto, Harada prende a rovistare nel suo zaino e ne tira fuori una macchina fotografica. A Rui basta solo un sguardo per rendersi conto che si tratta di una macchina di poco valore e dalle prestazioni mediocri, ma preferisce tenerlo per sé.

«Yoshida, ti piacciono le fotografie?» chiede la ragazza a Kei.

Quello si stringe nelle spalle. «Così così, non sono un appassionato.»

Lei appare delusa. «Che peccato.»

«Rui è un esperto di fotografia.» continua il bambino indicando l'amico seduto di fronte a loro.

Aoki si sporge verso di lui. «Non sapevo che avessi questo hobby, Kimura.»

«Beh, faccio parte del club di fotografia...» esclama lui orgoglioso. Contento di avere finalmente tutta l'attenzione su di sé, mette su un sorriso smagliante. «Se volete posso farvi vedere qualche scatto.»

«Che cosa fotografi di solito?» domanda Harada.

«Per lo più paesaggi.»

«Oh.» dice con un'espressione annoiata. «Ascolta, scatteresti una foto per me?»

«Sicuro!» esclama lui. «Cosa vuoi fotografare?»

Lei si appende al braccio di Kei. «Yoshida, ti faresti una foto con me?»

«Aspetta Harada, anche io voglio una foto con Yoshida!» strilla Aoki afferrandolo per l'altro braccio.

«Possiamo farci una foto tutti insieme, che ne dite?» propone lui.

«Perché no. Ti dispiace, Kimura?»

«Eh?» fa lui confuso.

«Scatti la foto?»

«Oh.»

La sua espressione delusa fa scoppiare Kei a ridere e quell'allegria viene immortalata nella foto. Rui restituisce la macchina fotografica con un grugnito. «Che sete!» esclama rimettendosi a sedere.

«Anche io berrei qualcosa...» dice Aoki.

Gli occhi di Rui si illuminano. Si rimette in piedi e si para dinanzi alla bambina con un sorriso che va da un orecchio all'altro. «Ah, fantastico Aoki, allora che...»

«Vorrei tanto un'aranciata.» gli dice lei con un sorriso. «Me la prenderesti intanto che vai?»

Lui rimane congelato lì per qualche momento, poi cercadi riprendersi. «Oh, certo.» Si volta e lascia lacarrozza a testa bassa, accompagnato dalla risata che Kei non è proprioriuscito a trattenere. 

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