34. Andrew: l'amore

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Non sapevo neanche io come avessi fatto a trattenermi. Avrei solamente desiderato far soffrire quelle persone così come loro avevano fatto soffrire per tanto tempo Liam.

A fermarmi era stata la sua espressione. Finalmente serena. Non l'avevo mai visto così tranquillo, neanche quando eravamo noi due, soli. Aveva sempre avuto quel pensiero fisso della sua famiglia, della sofferenza che gli facevano patire.

E invece, in quel momento, era sereno. Non potevo turbarlo. Non sarebbe stato giusto.

Repressi la mia rabbia, il mio bisogno di vendetta.

«Andiamo» mi costrinsi a mormorare. «Ti porto a mangiare fuori».

***

Passammo a prendere da mangiare in un fast food prima di dirigerci in periferia. Avevo intenzione di portarlo sulla collina, sulla stessa collina in cui l'avevo ferito, respinto, spezzato.

Mi sembrava il posto giusto per confessargli ciò che volevo dire.

Spensi la macchina, mi sedetti sul cofano. La collina era abbastanza lontana dalle luci e dall'inquinamento della città da permettere la vista delle stelle e della luna. Rimasi in silenzio per un po', mangiando e accarezzando la mano di Liam, fino a che mi decisi.

«Ricordi l'ultima volta che siamo stati qui?» esordii.

Domanda stupida, scontata e insensibile, ma non mi era venuto in mente di meglio.

Liam sorrise debolmente, arrossì e abbassó lo sguardo.

«Sono stato uno stronzo senza sentimenti, solo perché non volevo ammettere la verità. Tu mi hai migliorato la vita, hai migliorato me, mi hai dato il coraggio di dire la verità, di mostrare chi sono davvero» presi un respiro. «Questa collina... la vedo un po' come il nostro inizio. E l'esordio del nuovo me. Quindi volevo che qui, proprio qui... Iniziasse un nuovo capitolo».

Mi fermai nuovamente, stavo perdendo coraggio ad ogni parola che pronunciavo.  Ci stavo girando troppo intorno, cazzo.

Ce la potevo fare. Dovevo solo calmare i battiti del mio cuore inferocito.

«Andrew? Che vuoi dirmi?» Liam mi riscosse dai miei pensieri, impaziente.

Lo guardai. Sorrisi. «Ti amo».

Quelle parole rimasero sospese tra noi, come una magia impossibile da spezzare.

Liam rimase in silenzio, deglutì, si voltò dall'altra parte. Il mio cuore venne stretto da una morsa, e se lui non prova i miei stessi sentimenti?

Quegli attimi mi sembrarono i più lunghi della mia intera vita. Immobile, a fissare il vuoto, a darmi dello stupido. Era troppo presto, era troppo.

«Scusa... non volevo. Dimentica... dimentica ciò che ho detto» borbottai.

Per tutta risposta, Liam si voltò. «Ti amo anch'io, Andrew».

Tutta la tensione si sciolse, Liam si aggrappò a me, io iniziai a baciarlo.

«Scusa se non ho risposto subito... Billy è intervenuta» mormorò, prima di riappropriarsi delle mie labbra.

Sorrisi per fargli capire che era tutto okay, lo abbracciai, lo strinsi.

«Ti amo così tanto, Liam...» sospirai quando ci separammo, senza fiato.

«Ah sì? Cosa ami di me?» ridacchiò lui.

«Quando mi correggi nei verbi, con il tuo fare saputello» cominciai ad elencare. «Il tuo stupido sorriso, che mi manda a puttane il cervello. Le tue labbra, sanno di buono... la tua timidezza, dietro il quale celi una persona splendida. Ma soprattutto...» mi interruppi, lo presi per i fianchi e lo feci posizionare su di me, così da averlo davanti e poterlo coccolare. «Amo essere l'unico a conoscerti al cento per cento, sapere che sei un tesoro prezioso ancora di più di quanto ti reputi già normalmente. Adoro custodirti come un segreto, una pietra fragile ma inestimabile».

Liam era rosso come un peperone. Così tanto che non feci fatica ad accorgermene, nonostante la scarsa luce.

«Vuoi sapere cosa amo io di te?» sussurrò accarezzandomi la guancia.

«Non aspettavo altro».

«Amo quando fai il duro, celando la parte fragile di te, perché so di essere fra i pochi in grado di decifrarti. Amo che tu sia cambiato grazie a me, per me. Amo la tua fierezza per ciò in cui sei bravo, amo il tuo volermi proteggere sempre, a qualunque costo. Adoro essere l'unico che non ti infastidisce quando ti tocca i capelli, sapere che nonostante tutte le ragazze con cui sei stato, nessuna ha avuto la possibilità di amarti, comprenderti, averti per davvero... ma soprattutto, adoro fare questo...» e mi scompiglió i capelli senza pietà, «...Senza ricevere neanche un'occhiataccia, perché sono abbastanza per te e il resto non conta» prese un respiro. «Grazie di amarmi, Andrew. Non so neanche se te l'ho già detto. Grazie, perché sei stata la prima persona a tenere a me, la prima ad amarmi incondizionatamente. Avrebbero dovuto farlo i miei genitori, ma non ne sono stati capaci. Tu mi hai insegnato ad amare. Tu... tu sei stato tutto. Tu sei tutto. E non ti ringrazierò mai abbastanza per questo».

Gli asciugai le lacrime scivolate lungo le guance. «Non ringraziarmi... non farlo, Liam. Sei tu ad avermi insegnato ad amare. Ad accettare me stesso. Io mi sono limitato a darti ciò che meriti. L'amore che ti sarebbe sempre spettato. Sto cercando di non farti pesare la mancanza d'affetto della tua famiglia, riempendotene io stesso...»

Non mi permise di concludere, ricominciò a baciarmi, un gesto di estremo bisogno.

Non furono necessarie parole. A noi bastavano gli sguardi, gli atteggiamenti, le carezze, gli abbracci. A noi era sempre bastato quello per comprenderci.

Angolino autrice

Attenzione! Capitolo molto dolce e smielato. Ma insomma, ogni tanto ci vuole.

Finalmente Andrew ha avuto il coraggio di dirlo! Di dire che AMA Liam!

Un altro traguardo raggiunto per questi due ragazzi. Quanto sono dolci😍

Aggiorno lunedì! ❤️

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