44 ~ La vice

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VioladelPensiero's P.O.V

"SussurrodiTulipano, OrmadiTasso, ZannaRovente, SpiritoFiammeggiante e ZampaBruciata, voi andrete in pattuglia di caccia, mentre PassodiLince, BaffoFragile, GocciadiResina, CuorediRuggine e ZampaImpollinata andranno a pattugliare i confini. Ricordate: se vedete guerrieri del Clan del Tuono avvicinarsi troppo ai confini, non fatevi scrupoli ad attaccarli e, se necessario, a ucciderli".

Sorrido soddisfatta, osservando i guerrieri da me nominati annuire e allontanarsi veloci. Non pensavo che essere vice potesse essere così semplice e quasi... divertente.

"Ottimo lavoro, vice" esclama StelladelSilenzio, affiancandomi. Il suo pelo nero mi sfiora, provocandomi un fremito di piacere.

Soffoco in gola fusa che spingono per uscire: finalmente ho l'occasione di dimostrare quanto valgo, e farò in modo che i miei sentimenti non diventino armi micidiali.

"Sto solo facendo il mio dovere" affermo, cercando di apparire seria e spingendo in fuori il petto con orgoglio.

"E brava la mia VioladelPensiero! Sapevo di aver preso una giusta decisione nel nominarti vice" replica il leader, sfiorandomi il mento con la coda e sollevandolo.

Mi osserva per qualche istante, i miei occhi azzurri si riflettono nei suoi bicolori. Deglutisco con affanno, non sapendo come comportarmi. "Sei anche molto carina, te l'ho mai detto?" mormora infine, con una voce seducente e vellutata.

Arrossisco pesantemente. "C-così mi lusinghi, mio leader..." sussurro, imbarazzata.

"È quello che penso. Se non fossi ancora terribilmente in lutto per la mia adorata LunaNebulosa, ti chiederei subito di diventare la mia compagna. In fondo, di gatte così carine ce ne sono poche nella foresta" biascica StelladelSilenzio, mellifluo.

Lo fisso, allibita ed estasiata allo stesso tempo.

"LunaNebulosa sarà stata anche bella, molto bella, ma era debole. Tu sei forte: sei l'unica sopravvissuta della pattuglia. Vedi di essere una vice migliore di lei, anche se non sarà difficile" dice ancora, per poi strusciarsi contro di me e dirigersi verso la tana del leader, dove lo attendono ArtiglioCremisi e FioreScreziato.

Un ghigno mi solca il muso. Lo sapevo. L'avevo sempre saputo. Lui aveva sempre voluto me come vice! Altro che quella debole codarda di LunaNebulosa!

Osservo StelladelSilenzio sedersi accanto ai due guerrieri e cominciare a parlare. Poi stiro i muscoli e muovo qualche passo verso la foresta.

Ogni tanto mi volto a guardare il mio leader divenire sempre più lontano.
Il suo corpo è così sinuoso, allettante. Il suo manto è così liscio, così nero, sembra ricoperto di uno sprazzo di universo. Lui per me è come una notte buia che tiene ben nascoste le stelle. Queste sembrano chiamarmi in un sussurro: "Vieni a cercarci, VioladelPensiero, avanti". La loro voce è ipnotica, avvolgente, un canto a cui non posso sottrarmi.

Continuo a fissarlo, lo divoro con gli occhi. Il mio spirito si infiamma: io troverò il suo cuore. Scaverò dentro di lui, lo prenderò con me e non lo lascerò più andare. Il buio della sua anima non mi fermerà. Lui sarà mio.

"VioladelPensiero?"

Un'irritante voce interrompe le mie riflessioni. Oh, quanto darei per non sentirla mai più! Sbuffo sonoramente e sposto lo sguardo celeste sulla gatta che mi ha chiamato: CantodiUsignolo, la sorella della mia nemesi.

Due occhiaie le incorniciano gli occhi mesti, ancora addolorati per la perdita appena subita. Sembra aver pianto tutta la notte, questo debole coniglio, fragile come sua sorella, inutile e irritante come un moscerino.

"Che vuoi, CantodiUsignolo? E, comunque, ora devi chiamarmi 'signora vice del Clan'" borbotto altezzosa, alzando vezzosamente il mento e godendomi l'irritazione sul muso della mia interlocutrice.

"Scusa tanto, signora vice del clan. Potrei parlarle in privato?" sbuffa la guerriera ruotando gli occhi.

Ridacchio tra me e me, nascondendo tra i baffi un sorrisetto di scherno. "Molto meglio, ma prova a riformulare così la domanda: 'Signora vice del Clan, mi concederebbe l'onore di un colloquio in privato?'"

"Dacci un taglio, VioladelPensiero..." borbotta infastidita, scuotendo la coda chiazzata di nero.

La osservo agitando i baffi, deliziata. "Dai, CantodiUsignolo, ci sei quasi! Non è così difficile rivolgersi a me con il rispetto dovuto alla vice del Clan della Tenebra!"

La felina screziata soffia, ma non smette di fissarmi. Oh, ma cosa vuole da me?

Controvoglia, mi dirigo verso di lei, trascinando le zampe ancora affaticate per via della corsa sfiancante di questa notte. Mi siedo, picchiettando il terreno con la punta della coda. "Ebbene? Cosa desideri?" chiedo, sbadigliando.

Ora che la vedo da vicino, sembra quasi... arrabbiata. Le sue pupille non sono che spilli, immersi in avvolgenti iridi di un pallido azzurro.

"Perché mi guardi così?" chiedo, fingendomi stupita di fronte alla sua espressione seria.

Scuote la testa e chiude gli occhi, sospirando. Quando li riapre, mugugna: "Smettila di fare la finta tonta, VioladelPensiero. Conosci benissimo la motivazione della mia irritazione".

"Questo è quello che credi, CantodiUsignolo... Ma ti consiglierei comunque di fornire una spiegazione valida a questo tuo atteggiamento sconveniente, così da non ritrovarmi costretta a contattare il nostro beneamato leader" sentenzio, sussiegosa.

La gatta fa finta di nulla, sbattendo le palpebre con estrema lentezza. "Non mi sembra il momento di trattarmi con questa sufficienza. Ti devo ricordare cos'è successo la scorsa notte?"

Un lampo di tristezza le illumina il volto, facendo risaltare ulteriormente le profonde occhiaie.

"D'accordo. Parla" sbuffo, annoiata.

"Sai, ho parlato con mia figlia" comincia CantodiUsignolo.

"Tua figlia chi?"

"Mia figlia ZampadiCotone. Hai presente? Una gattina bianca dagli occhi verdi. Com'è che queste cose ti sfuggono, signora vice del Clan?"

Ringhio, astiosa. "Continua, se non vuoi andartene con un orecchio in meno".

La guerriera pezzata non sembra paventare la mia ira, riprendendo a parlare come se non l'avessi interrotta. "Bene. ZampadiCotone mi ha comunicato che sono settimane che la sua mentore non la addestra, lasciandola sola al campo affinché badi agli anziani. Le sue abilità, mi ha comunicato, si limitano a quelle di un'apprendista di nove lune. E lei ne ha dodici!"

"Oh, ma ciò è inaccettabile! Chi è questa gatta così maleducata?"

"Sei tu!" esclama, allibita.

Ridacchio: oh, è così divertente prendersi gioco dei propri sudditi! Forse si aspettava che mi offendessi, ma, in realtà, mi fa solo sbellicare. Quella zavorra di ZampadiCotone mi è servita solo per avere la possibilità di diventare vice: a che mi serve perdere tempo con un'apprendista quando posso sfruttarlo per affinare le mie tecniche di combattimento?

"Beh, se non l'ho addestrata a dovere ci sarà stato un motivo..." dico, senza ostentare un minimo di desolazione.

"Sì, che dovevi andartene a bighellonare per la foresta, facendo i fatti tuoi e ignorando le necessità del Clan. Vorrei proprio capire come lo sfrutti tutto questo tempo, dato che torni al campo senza l'ombra di una preda! Mi chiedo come abbia fatto StelladelSilenzio a scegliere te come vice..."

"Fai attenzione a come parli, micetta. La minaccia che ti ho rivolto è ancora valida. Quindi, se tieni alle tue orecchie, non mancarmi più di rispetto in questo modo".

"Io dovrei portare rispetto a te, che da tre lune non addestri ZampadiCotone? A te che neanche sapevi che la tua apprendista fosse mia figlia?"

"E allora? Non posso mica conoscere tutte le parentele all'interno del Clan!"

"E invece dovresti! Sei la vice del Clan!"

"Esatto, lo sono".

Il sorriso sul mio muso si allarga, portandomi a ripensare al momento in cui StelladelSilenzio pronunciò le fatidiche parole.

"VioladelPensiero sarà la nuova vice del Clan della Tenebra!"

Le stelle mi fissavano con i loro lucenti occhi, veritiere testimoni della grandissima gioia che prese il mio cuore al percepire il suono melodioso di quelle parole. Esse erano le sole che potevano leggermi l'anima, andare oltre i miei occhi muti e penetrare il mio cuore come pugnali. Il ghigno che avevo sul muso non era sufficiente neanche a riassumere il mio stato d'animo.

Provai, invano, a plasmare il mio volto per celare la mia soddisfazione e affiancai il mio leader. Inspirai profondamente, accogliendo l'essenza fragrante della vittoria. Il profumo di StelladelSilenzio mi inebriò i sensi: sapeva di notte e di muschio, un aroma selvaggio, rinfrescante, rigenerante.

Lasciai vagare l'attenzione sui gatti del Clan. Non riuscii a evitare che un bagliore sadico si accendesse nelle mie pupille.

Sciocchi. Erano solo dei patetici sciocchi. Tutto il Clan della Tenebra non era altro che una combriccola di deboli coniglietti tremolanti. Ingannarli era stato così semplice... forse anche troppo. Rammolliti, non sapevo in che altro modo definirli.

Mi guardavano, mi acclamavano, sorridendo ed esultando. Nei loro cuori era però forte il timore, era pressante l'agitazione. Il battito dei loro cuori era potente nelle mie orecchie, soffocava le loro grida, esplodeva in un canto frenetico, senza fine.

Da dove veniva tutta quella paura? Dicevano di volere la guerra, ma il loro non era altro che terrore.

Non che me ne facessi un cruccio, anzi. Quei musi terrorizzati mi davano un senso di soddisfazione immenso. Mi sentivo... estasiata. Ora sì che ero completa, ora sì che avevo trovato il tassello che mancava nel gioco della mia vita!

"Ehm..."

Il mio glorioso ricordo si frantuma davanti a me come uno specchio, scoprendo la figura esile di CantodiUsignolo, che sta cominciando a spazientirsi.

"Scusate se interrompo le vostre riflessioni, signora vice del Clan, ma desidero che il problema che vi ho esposto venga risolto immediatamente! Quindi, vedete di addestrare a dovere mia figlia o assegnatele un altro mentore!"

"Vedo che, almeno, hai imparato a darmi del 'voi'. È già un gran passo in avanti" esclamo, ignorando il crescente fastidio che impregna la richiesta della mia interlocutrice.

"Senti un po'. Ora mi hai stufata, con questo tuo sarcasmo. Come vice, devi prestare attenzione alle richieste dei tuoi compagni e sforzarti di esaudirle. LunaNebulosa almeno ci provava, anche se non riusciva sempre nel suo intento! Lei, a differenza tua, sapeva ascoltare! Lei era una vera vice, tu no!" soffia con voce rotta, sguainando gli artigli.

Mi alzo sulle zampe, infuriata per via delle sue ultime parole. "Ritira subito quello che hai detto, feccia!"

Imprimo nel mio tono tutta la ferocia che sono capace di dimostrare, al fine di intimorirla. Un ruggito gutturale, profondo e potente è il risultato. Una minaccia di morte è racchiusa in una sola, istintiva, sentita esclamazione. Non mi pento delle mie parole eccessive, non provo vergogna per l'appellativo che ho rivolto alla gatta screziata: è quello che merita per l'insulto che mi ha rivolto, è la punizione per avermi paragonato a quello scarto putrido di LunaNebulosa.

La guerriera indietreggia, ma non cede al timore. La mia voce non sembra scalfirla, come se sul pelo indossasse la solida corazza di una tartaruga. I muscoli tesi sono ben visibili sotto il pelo gonfio per la rabbia.

"Ah, io sarei feccia?" grida, furente "E allora tu cosa saresti, impostora?"

I miagolii mi si bloccano in gola, formando un indistricabile nodo. Il ghigno che avevo sul muso si dissolve, sostituito da una smorfia di panico. "Come... come mi hai chiamata?" mormoro, provando a mascherare il balbettio.

Gli occhi di CantodiUsignolo urlano parole concitate, rapide e potenti. Mi scagliano contro muti improperi, silenziose maledizioni.

"Credevi che la tua 'toccante' recita sarebbe stata in grado di ingannarmi? Non farmi ridere! Io so che hai mentito! Io so che Fogliad'Acanto ha ragione!"

Deglutisco a fatica il mio timore, guardando la guerriera aumentare sempre più il tono, gridare al mondo l'accusa che sarebbe in grado di condannarmi. Per un momento vacillo tra il terrore e l'ira, poi appiattisco le orecchie e inarco la schiena, soffiando: "Come osi insinuare che io, l'onesta VioladelPensiero, abbia mentito spudoratamente? Con quale ardore muovi tali supposizioni incresciose nei miei confronti?"

"Siamo ancora fermi qui? A queste scenette patetiche, a questo fasullo linguaggio forbito? Sono sicura che neanche tu capisca una singola parola di quello che dici!" sputa CantodiUsignolo. "Mi disgusti. Tu non sei la vice del Clan della Tenebra. Non lo sarai mai".

"Smettila di dire queste cose! Basta!" esclamo, assottigliando le pupille.

"Oh, ora stai diventando vulnerabile, Violetta? Ora non ti credi più tanto superiore, eh? Hai paura che io riveli al Clan la verità, non è vero? Temi che io possa svelare a StelladelSilenzio il segreto di Fogliad'Acanto" ringhia la gatta pezzata.

Mi immobilizzo. "No... Tu... tu non puoi..."

"Ti sbagli, Violetta. Io posso" mormora lei in tono minaccioso.

Vorrei attingere nuovamente al mio sarcasmo, lamentarmi per quel fastidioso nomignolo con cui si è rivolta a me, ma non ci riesco. La consapevolezza di essere in pericolo mi paralizza. Una domanda avventata, rischiosa, lascia spontaneamente le mie labbra: "Tu come fai a essere a conoscenza del segreto di Fogliad'Acanto?"

"Sono sua sorella, sciocca! Credevi che l'unica mia parente nel Clan fosse LunaNebulosa?" soffia. Con il pelo gonfio sembra grande almeno il doppio rispetto a quanto lo è di solito. Incute quasi paura.

"Ehm..."

Le zampe mi tremano. La vista mi si offusca. Nessuna risposta si palesa nella nebbia che mi avvolge. La confusione mi attanaglia la mente in una stretta poderosa, impedendomi di ragionare lucidamente. Credevo di essere l'unica, a parte quella reietta di AladiGufo, a sapere del potere di Fogliad'Acanto. E ora scopro che non è così, che lo sciamano non è figlio unico, che ha rivelato la sua più grande peculiarità alla sorella.

"Sai almeno chi è il mio compagno?"

L'interrogatorio prosegue. Come potrò uscirne fuori indenne?

"Ehm... Z-zannaRovente?" balbetto, sperando di aver indovinato la risposta.

"No! È BaffoFragile! ZannaRovente è il compagno di DesiderioArdente!"

"Basta con questo interrogatorio! Ti avevo solo fatto una domanda!" sbotto con occhi strabuzzanti.

"E io ti ho risposto: Fogliad'Acanto è mio fratello. Ma, più che altro, come fai tu a essere a conoscenza del suo segreto?" rimbrotta la felina maculata.

Non ho intenzione di rispondere a questa domanda. So che non esiterebbe a spifferare tutto al Clan se le rivelassi che ho origliato una conversazione riservata dello sciamano con la sua amata apprendista.

"Ah, certo che non rispondi... Mi sa che andrò a fare una chiacchierata con mio fratello. Magari ha bisogno di aiuto con la ricerca delle erbe. Sai, anche lui è rimasto sconvolto per la morte di LunaNebulosa, quindi ti consiglierei almeno di scusarti con lui, visto che anche tu conosci il suo potere ed è colpa tua se è stato umiliato pubblicamente" sussurra infine, facendo per voltarsi e riprendere la strada verso il campo.

Mentre osservo la lunga coda screziata della felina ondeggiare al ritmo dei suoi passi, qualcosa scatta nella mia mente: questa gatta sa troppo, troppo per poter tornare al campo, troppo per continuare a vivere! Non sarà questa cervello di topo a mandarmi in rovina! Deve morire!

La crudeltà mi trafigge il petto, colorando di rosso i miei occhi azzurri. La porzione ragionevole della mia anima pare essersi nascosta, impaurita dal prevalere di quella irrazionale. Sibilando come una vipera, scatto in direzione della guerriera. Per atterrarla uso una delle tecniche che ho affinato nel corso dei miei allenamenti: spicco un balzo per poi fare un avvitamento e perfezionare la mia traiettoria, raggiungendo il corpo sotto di me e sbilanciandolo con la forza delle zampe anteriori. Il tutto avviene in meno di due secondi.

"Ma cosa..." mugola CantodiUsignolo, colta di sorpresa, trovandosi improvvisamente ribaltata con il ventre all'aria, vulnerabile. Oh, quanta gioia mi dà la sua espressione terrorizzata!

"Volevi vedere cosa andavo a fare durante quelle che sarebbero dovute essere sessioni di allenamento con quella zavorra di tua figlia?"

Mi guardo per un momento gli artigli taglienti, ghignando. Sento la felina tremare sotto di me.

"Beh, te ne do una dimostrazione!"

È questione di attimi. Non le lascio neanche il tempo di gridare, né la possibilità di dimenarsi. La mia zampa cala lesta sul suo delicato collo, lasciandovi un taglio netto, preciso.

Un gemito agonizzante sfugge dalla bocca della mia avversaria, che ora ansima nella disperata ricerca delle ultime, preziose, boccate d'aria. Pochi secondi e sarà morta, e con lei morirà la verità.

"Che te ne pare, sciocca? Sei ancora convinta che andassi a bighellonare?" esclamo, spietata. Mi do una leccata alla zampa imbrattata di sangue, sopportando a malapena il suo nauseante sapore ferroso.

"P-p-perché?" mormora CantodiUsignolo. Una lacrima vermiglia le riga il muso sfumato, andandosi a depositare a terra come una goccia di pioggia.

"Mi dispiace, CantodiUsignolo - o forse no - ma sapevi troppo. Non potevo permetterti di spifferare tutto a StelladelSilenzio. Ma tranquilla: sono sicura che il Clan della Stella sia pronto ad accogliere il tuo spirito. Salutami LunaNebulosa: sarà sicuramente felice di vederti" miagolo con un sorriso fintamente rassicurante, mentre la luce negli occhi della guerriera comincia a spegnersi.

"C-col mio s-sangue hai f-fi-firmato la tua c-condanna" sussurra infine, in uno sforzo sfibrante. Poi, smette di lottare per la vita, concedendosi al nero oblio.

"Oh, ma che paura! Sono condannata!" esclamo, in un impeto di follia. "Intanto pensa alla tua sorte. Della mia mi occupo io".

Faccio per riprendere il mio cammino, ma poi mi fermo. Fisso per qualche istante gli occhi vitrei della gatta deceduta, come se potessero ancora ricambiare il mio sguardo.

"Oh, quasi dimenticavo. Questa sera stessa ci sarà la cerimonia di nomina di tua figlia. È proprio ora che diventi una guerriera. Ho pensato al nome PiumadiCotone, che ne pensi?"

Non ottengo risposta, se non un sussurro da parte delle foglie mosse dal vento.

"Lo so, è davvero un bel nome. Molto adeguato. Comunque, ora ti porto con me. Sarà stato tutto un incidente: non sarò stata io a privarti della vita, ma un mostro. Nessuno scoprirà mai cosa è successo realmente, neppure il tuo caro Fogliad'Acanto. Anzi, se quello sciamano non farà attenzione a ciò che dirà, farà la stessa fine delle sue sorelle" dico, afferrando il corpo della gatta per la collottola e cercando di non lasciare a terra tracce di sangue.

Dopo un po', raggiungo il Sentiero del Tuono. Il fetore dell'alito dei mostri copre ogni altro odore, anche quello della morte. Non ho neanche bisogno di sfruttare il profumo coprente delle felci per mascherare il mio delitto: sarà il fumo a cancellare ogni sentore che mi avrebbe potuto tradire.

"Beh, addio. Io me ne torno a 'bighellonare'" dico, voltando le spalle al cadavere della mia vittima e allontanandomi.

All'improvviso, qualcosa cambia dentro di me. La gioia folle che prima si era impossessata di me viene rapidamente sostituita dall'amara consapevolezza: ho appena ucciso una mia compagna di clan. Sono un'assassina. L'acqua del fiume laverà anche via il sangue dalle mie zampe, ma so che il peccato rimarrà per sempre come una macchia indelebile sulla mia anima.

Scaccio via il pensiero e imbocco la mia strada, rassegnandomi ad accettare, con un sospiro, quello che sono diventata.

~•~•~

Ecco un nuovo capitolo. Che ne pensate di VioladelPensiero? StelladelSilenzio scoprirà la verità? Alla prossima!

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