59 ~ Tempesta

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SognodiCalendula's P.O.V

La tempesta infuria ormai da troppo tempo sul clan. Il Tuono non riesce a infrangere la Tenebra, ed è costretto a ritirarsi in un angolo, a mantenersi silente, mentre la notte lo sottomette senza difficoltà.

Come un piccolo raggio di luce, che invano cerca di donare ristoro ai combattenti sfiancati, che tenta di restituire la vita a chi è sul punto di lasciarla andare, mi affanno tra i corpi di questi guerrieri coraggiosi, che ancora non si sono arresi all'imminente fine.

I miei occhi sfarfallano per la stanchezza, la rabbia, il rancore.

Rancore verso un nemico che non dovrebbe essere qui, che non siamo stati capaci di fermare.

Rancore verso due leader, che non avrebbero mai dovuto dare inizio a questa inutile guerra.

Rancore verso di me, che non sto facendo abbastanza.
Che non ho fatto abbastanza.

Strizzo le palpebre e ricaccio indietro le lacrime. Una sciamana non può piangere, non può cedere al dolore ogni volta che un'anima scivola via dalle fragili membra martoriate.

Li sto perdendo. A uno a uno.

Le ferite sono troppo gravi. Li portano via troppo in fretta, prima che io possa fare qualcosa.

Prima AlbaFiorita, poi l'anziana GemmadiVite, e ora mi ritrovo davanti le pupille cave di SolediGhiaccio.

AladiPioggia non so quanto possa resistere ancora, così come PetaloOndulato. Sono tra i guerrieri più forti, ma saranno capaci di vincere un duello contro la morte?

FiorediGrandine, perché non sei qui? Perché te ne sei andata così presto?

Ho bisogno di te, dei tuoi consigli, della tua forza.

Eppure, ho perso anche te.

Ho perso te, come ora sto perdendo loro.

"SognodiCalendula!"

Una voce stentata mi chiama. Non la riconosco, è soffocata da qualcosa, e inoltre la mia mente è troppo ricolma di pensieri per poter trasformare suoni sfocati in parole di senso compiuto.

Mi giro e lo sconforto mi pugnala il cuore. FogliaBrinata attraversa la soglia schermata dai rampicanti con qualcosa stretto tra le mascelle.

Qualcosa di vaporoso, di bianco, di soffice. Qualcosa di sfumato d'argento e vermiglio. Sembra un cumulo di pelo candido, ma so bene cos'è.

Anzi, chi è.

FonteChiara.

Corro verso mia madre, il panico pulsante nelle vene. "Santo Clan della Stella, FonteChiara! Che le è successo?"

La gatta screziata adagia la guerriera svenuta a terra, per poi boccheggiare: "È... è stato uno sconosciuto... Non odorava di Clan della Tenebra, sembrava un solitario. Ero lontana, incastrata tra i nemici. Quando l'ho raggiunta, l'ho trovata così".

Esamino la felina priva di sensi, preoccupata. Osservo la profonda ferita sul collo e sento le speranze scivolare via. "È grave, è molto grave. Che cosa posso fare?" penso.

Inizio ad agitarmi e affannarmi, ripercorrendo con la mente tutti gli insegnamenti di FiorediGrandine, tutte le erbe contenute nelle scorte. Ma nulla. "No, no, no... Non posso permettere che muoia! Clan della Stella, aiuto!"

Supplico gli antenati per un consiglio, cerco nei fasci di tenebre che mi circondano un sussurro amichevole, che risponda ai miei dubbi.

Poi, quel mormorio arriva: "Tranquilla, SognodiCalendula. Occupati degli altri feriti. Ora lei dormirà, dormirà profondamente, per un lungo tempo. Non ti preoccupare: starà bene, la aiuteremo noi a risvegliarsi".

È FiorediGrandine. La riconosco per la sua voce dolce, vellutata, simile al canto della brezza.

Per quanto, da una parte, la sua risposta mi calmi, dall'altra la preoccupazione continua a pizzicarmi come una spina.

Non poter fare nulla per FonteChiara mi fa sentire debole, impreparata, incompetente.

Abbasso lo sguardo sulla felina candida e appoggio la zampa sulla sua fronte. "Ti risveglierai. Te lo prometto" bisbiglio con un piccolo sorriso, come se potesse sentirmi.

Mi rivolgo poi a FogliaBrinata, che mi guarda come in attesa di comandi: "Mamma, riusciresti ad aiutarmi a sistemare FonteChiara su quel giaciglio di muschio laggiù?" Indico con la coda la stessa soffice coltre verde su cui ho tentato di far coricare ZampadiCielo.

Mia madre annuisce e afferra la guerriera per la collottola, trasportandola. La solleviamo delicatamente e la appoggiamo sull'erba profumata. La osservo qualche secondo: i tagli le solcano tutto il corpo, grondanti di sangue. È fortunata a essere ancora viva, e mi auguro che io possa mantenere la promessa che le ho fatto, che FiorediGrandine tenga fede alle sue parole.

Abbiamo già perso troppe vite. Se dovesse morire anche lei, sarebbe la fine per il Clan del Tuono.

Verrebbe la nuova alba che CantodiAllodola mi ha profetizzato.

L'alba del silenzio.
L'alba delle tenebre.

Rivolgo un cenno a FogliaBrinata per ringraziarla, ma, prima che possa congedarsi, esclamo: "Aspetta!".

La screziata chiara mi rivolge nuovamente l'attenzione. "Sì, tesoro, dimmi" dice con la sua voce dolce.

"Che cos'è successo là fuori? Cos'era quel silenzio improvviso, interrottosi poco dopo? Chi era quello sconosciuto che ha ridotto così FonteChiara?" domando tutto d'un fiato.

Mia madre pare pensarci un attimo, poi risponde: "Cara, te l'ho già detto. Non so chi fosse quel tale. Qualcosa in lui, però, lo rendeva simile a uno spettro d'ombra, crudele, spietato. Forse le sue dimensioni mastodontiche, forse quell'aura che sembrava emanare, forse quegli occhi di puma... Nessuno è stato in grado di opporsi a lui, di fermarlo. Quel silenzio altro non era che una paura muta, comune a tutti noi, del Tuono o della Tenebra. Come se quel felino bruno fosse una minaccia comune, ben peggiore delle nostre insulse lotte tra clan".

Deglutisce e riprende fiato, senza che i miei occhi traboccanti di curiosità si stacchino dai suoi. "Io cercavo di comprendere cosa stava accadendo, quando vidi un altro sconosciuto, un gatto bianco e grigio, scaraventare a terra l'avversario. Sembrava l'unico a non avere paura di lui, forse perché lui stesso faceva spavento, con quelle ferite aperte e quegli occhi privi di pupilla. Hanno parlato, ma non ho compreso le loro parole. Hanno lottato, e ho visto il bruno sanguinare. Pareva intimidito, tanto che è indietreggiato, ha lanciato un grido e si è fatto seguire da tutti i gatti del suo gruppo. Sono spariti in pochi secondi, e così ha fatto l'altro, svanendo così come era apparso. 

"Di lì a qualche istante, ho visto comparire ZampadiCielo. Boccheggiava, ma aveva un'espressione trionfante. Dietro di lui incedeva StelladiCascata. Ha portato qui il Clan del Fiume, rinnovando le nostre speranze, riportando alla vita noi, che ormai giacevamo nel baratro. Così la lotta è ripresa, e il rombo del tuono è stato capace, ancora una volta, di infrangere l'ombra" termina.

Un barlume di luce si fa largo nella notte che si allarga nel mio spirito. Abbiamo una possibilità. Dobbiamo sfruttarla. Vorrei chiederle altro, carpire nuove informazioni, ma qualcosa, anzi qualcuno, me lo impedisce.

Un lampo improvviso che buca i rampicanti.

Un manto bianco e nero, striato di ferite.

Due occhi di ossidiana, atterriti.

NotteSelvaggia.

"Fratello, che ti succede?" domando, preoccupata nel vederlo a tal punto trafelato. 

"L'hanno portato via. L'ho cercato ovunque, ma non l'ho trovato. Quegli sconosciuti, sono stati loro" ansima, tremando per lo sforzo e la tensione. "L'hanno portato via" ripete.

Subito non capisco. Di chi parla?

Poi, lo vedo. Il riflesso nelle sue pupille. Quello di un corpicino marrone puntinato di bianco che viene trascinato via tra mugolii e deboli gemiti. 

Il riflesso di ciò che è accaduto.

"No..." penso, sperando di sbagliarmi. 

Poi, giunge la conferma.

"Hanno rapito ZampadiCerbiatto."

~·~·~

Ecco un nuovo capitolo! Spero vi sia piaciuto. Ormai mancano solo più un capitolo e l'epilogo. Come finirà la vicenda? Ce la faranno gli alleati a sottomettere il Clan della Tenebra? Alla prossima!

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