Sentiero senza ritorno

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Tifone's pov
"No... non è possibile..."
Sentii una coda appoggiarsi sulle mie spalle.

" Tifone..."
" No... "
" Mi occuperò io di te..."

Mi voltai di scatto:" No! La mia famiglia sono loro! Devono tornare indietro!"
" Lo sai che non è possibile..."
Singhiozzi eruppero dalla mia gola:" P-Perché... io..."
Feci uno sforzo per riprendere il controllo:" Non ho bisogno di nessuno."
Mi accucciai accanto ai corpi dei gatti che amavo di più nella mia vita. Nonostante tenessi gli occhi chiusi sentivo gli sguardi dei miei compagni di clan. Sentivo la loro pietà. Affondai il naso nel pelo di mia madre, rannicchiata. Improvvisamente sentii un colpo violento alla testa e mi ritrovai scaraventata a terra con un gemito, mentre una fitta mi attraversava la testa. Mio padre torreggiava su di me e mi ruggì contro:" Perché? Perché sei dovuta sopravvivere tu?! Perché non lei?!"

Iniziai a tremare. MantodiLava si mise davanti a me, ruggendo:" È tua figlia!"

Lui sibilò cinque parole, e mai sentii parole più intrise di veleno:" No, non lo è mai stata."

Il silenzio accolse quelle parole. Io mi alzai e ruggii, la mia voce da cucciola rotta dal pianto:" Va bene! H-ho capito..."
Corsi via, sotto l'acqua, uscendo dal campo.

Correvo. Correvo. Non sapevo dove stavo andando, ogni tanto inciampavo o scivolavo, cadendo di muso. Il mio pelo fradicio, appiccicato al mio corpo, mi faceva inciampare. Alla fine sentii la zampa posteriore rimanere incastrata contro una radice e caddi soffiando. Pioveva sempre più forte, sentivo i miei deboli muscoli da cucciola bruciare. Chiusi gli occhi, tremando forte dal freddo. Improvvisamente sentii dei passi alle mie spalle. Ero troppo stanca per girarmi, e la zampina che mi era rimasta incastrata mi faceva male. Poi sentii una dolce leccata sulla testa.
" Oh piccola Tifone..."
MantodiLava. Ancora lei. Alzai la voce, debole:" Lasciami in pace... n-nessuno mi vuole bene..."
Mi sentii sollevare per la collottola, troppo debole e infreddolita per reagire:" Non è vero..."
Sentii che iniziava a correre, il suo passo zoppicante. Io tenevo gli occhi chiusi, scossa da tremiti violenti. Ero al campo. Potevo sentire sussurri dai guerrieri mentre la sciamana mi portava nella sua tana. Mi sentii adagiare in un giaciglio morbido e provai a protestare, ma la gatta grigia aveva già iniziato ad asciugarmi il pelo leccandolo vigorosamente. Nonostante non volessi aiuto sentii delle fusa salirmi in gola mentre un calore piacevole mi avvolgeva. Lei sorrise e mi strinse a sé:" Tu non sei sola... "
Alzai il musetto, lo sguardo triste:" Perché papà diceva di non essere mio padre? Lo è giusto? I-Io e i miei fratelli..."
La gatta sembrò esitare poi mi appoggiò il muso sulla testa:" Certo che è tuo padre... era solo addolorato. Dormi... resterò accanto a te."
Rassicurata dalle parole della gatta, mi accoccolai vicino alla sua pancia, come facevo con la mia mamma. Mugolai:" B-Buonanotte..."
Poi mi lasciai andare al sonno.

Un possente gatto grigiastro era seduto di fronte a me. Lo fissai, spaventata:" T-Tu chi sei?"
" Io sono VolodiCenere."
Lo guardai attentamente. Era strano, odorava di sangue, erbe e fumo. Lui sorrise:" Io ero sciamano del Clan del Tuono tante stagioni fa."
Mi guardai intorno, una foresta scura mi circondava:" Questo è il Clan della Stella?! S-Sono morta?!"
Lui scosse la testa:" Stai sognando. E questo non è il Clan della Stella. Noi non assassiniamo cuccioli indifesi come quelli dall'altra parte."
Ero sconvolta:" Che stai dicendo?!"
Lui mosse la coda:" Ora devo andare. Ma non dimenticare che il Clan della Stella può fare di tutto per arrivare ai suoi scopi. La tua vita fino ad adesso ne è la prova."
Un istante.
Se ne era andato.
Tutto svanì.

Angolo autrice: ciao guerrieri! Cosa ne pensate? Chi è VolodiCenere? E a cosa si riferisce? Lo scoprirete presto, ma intanto se volete fate delle ipotesi.

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