Il Cappellaio Matto

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Oltrepasso la piccola porticina ed entro nello studio più strano mai visto prima. Una scrivania al centro di una foresta. Solo il cappellaio matto può ideare un ufficio del genere.
Sulla scrivania sono presenti diversi servizi da tè e pile di libri di ogni colore.

«Vuoi una tazza di tè?» mi chiede una voce acuta ma allo stesso tempo morbida «Bere un po' di tè è sempre un buon modo per iniziare una conversazione».

Mi trovo davanti il Cappellaio Matto che saltella allegramente verso la tazza di tè. Lo immaginavo più alto e invece è molto più basso di me (e l'altezza non è certo uno dei miei pregi).

I suoi capelli sono rossi, ma non un rosso normale. Credo sia un rosso che non appartenga nemmeno alla scala cromatica, un rosso da Paese delle Meraviglie.

I suoi occhi cambiano colore in base allo stato d'animo e alla luce.

«Credo proprio che sto impazzendo».

«Impazzire? Siamo tutti matti Gabrielle! Credi forse di non essere uno dei tutti?».

Non credo di capire bene ciò che dice, così sorseggio un po' di tè e continuo ad osservare ciò che mi circonda.

Gli alberi della "foresta" indossano dei cappelli.. Cosa? Dei cappelli? Gli alberi?

«Lui è Lord Dominic».

«Lui?» chiedo confusa.

«L'albero che stai guardando! Non vedi? Ha un cilindro in testa! È un lord!».

«Oh... Certo» rispondo come se fosse la cosa più ovvia. Quindi ognuno di questi alberi ha un nome e una personalità in base al cappello che il Cappellaio ha deciso di fargli "indossare".

«Cosa ti porta nel mio bellissimo ufficio?» che modestia, penso.

«Stavo girovagando per la libreria e ho notato quella strana porta» .

«Strana per te che non sei come me. Spiegami che senso ha avere una porta grande quando me ne basta una piccola. E poi piccola per chi? Io in alcuni posti sono addirittura un gigante».

Mentre gioca con le sue bretelle di mille colori e sorseggia ancora del tè si innervosisce e i suoi occhi diventano rossi. «Hai intenzione di guardarmi con quella espressione schifata per tutto il tempo? Se sei venuta qua per non fare nulla oltre a fare questo, potevi anche non venire perché io ho da fare tante cose a differenza tua che non sai cosa fare».

Non ho idea di cosa abbia detto. Mi ha solo confusa.

«E cosa dovrei fare?» chiedo titubante.

«Il mondo è pieno di cose da fare. Chi trova il mio ufficio di solito fa domande».

«E che domanda dovrei farle?».

«Se non lo sai tu non posso certo saperlo io oppure credi che so tutto solo perché sono proprietario della libreria? Avere una cosa non significa conoscerla».

Il mio cervello sta scoppiando. Devo trovare una domanda da fargli ma non ho nessuna idea.

«Signor Cappellaio come faccio a visitare quei luoghi di cui mi ha parlato, in cui lei sembra un gigante?».

«Semplice no? Legga un libro».

«E che ci faccio con un libro?».

«I libri ti portano in mille luoghi diversi a vivere diverse avventure con diversi amici. Ti rendono diversa».

«Ma io non voglio essere diversa».

«Allora hai fatto la domanda sbagliata».

«Ma io voglio fare davvero quei viaggi!».

«Allora esci fuori da questo ufficio e prendi un libro dalla libreria e non venirmi più a disturbare fino a quando non torni dal tuo viaggio».

Praticamente mi sta dicendo di non tornare più visto che non intraprenderò mai quel viaggio.

Giro nuovamente per gli scaffali notando libri mai visti prima, scritti da autori sconosciuti. Un libro verde pistacchio attira la mia attenzione e lo prendo.

"Basta un po' di tè per scoprire il mondo: dal paese dei Printiconi alla grande barbaglia grillese" di Tea Teani

Printiconi? Barbaglia Grillese? Neanche il Cappellaio parla così. Però come si dice? È il libro a scegliere il lettore e quindi lo prendo e non appena inizio a leggere capisco cosa intendeva il Cappellaio.. mi sono ritrovata catapultata in luoghi mai visti e mai studiati prima ma questa è un'altra storia che magari un giorno vi racconterò.

Sta di fatto che quando sono tornata in libreria sono andata di corsa nell'ufficio del Cappellaio e ho detto: «Sono tornata!».

«Perchè, sei andata via? Sei stata qui solo pochi minuti fa».

«No, sono stata via tanto tempo! Ho girato i posti più indescrivibili!».

«Raccontami tutto».

E così inizio a parlare per ore, sorseggiando il fantastico tè del Cappellaio Matto che poi tanto matto non è..

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