Capitolo Sette

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AYLA

"Pronta?" Riley mi aspetta come ogni mattina davanti il suo vialetto e insieme ci dirigiamo a scuola.

"Non vedo l'ora!" sono davvero su di giri oggi, andremo in città a visitare il Millennium Museum e il centro operativo del Venus. In tutti questi mesi non ho avuto tempo di frequentare la città quindi sono piuttosto entusiasta. Arrivati nel cortile saluto Dalai e aspettiamo che il professor Foster faccia l'appello per poi salire nell'autobus.

Quando fa il nome di Rayden mi giro, è alle mie spalle e fa un semplice cenno. Evita il mio sguardo come ha fatto nelle ultime settimane. È così strano a volte. Pensavo che la sua stronzaggine e il suo atteggiamento da 'me ne frego di tutto e di tutti' fosse solo una corazza. Credevo di aver conosciuto il vero Rayden quella notte. Ma mi sono sbagliata ovviamente.
Cominciamo a salire e il professor Foster mi ferma facendo andare avanti gli altri.

"Signorina Walker, posso parlarle un momento?" ci spostiamo di lato.
"Vede... Ho notato un leggero calo nella mia materia. Ha iniziato bene l'anno non vorrei che proprio adesso si lasciasse andare."

Sento di esser diventata rossa.
"Certo che no, farò del mio meglio per recuperare." Stringo i lacci dello zainetto con il porta pranzo.

"Ne sono sicuro. Però se dovesse aver difficoltà le posso consigliare del tutoraggio. Basta chiedere alla consulente. Va bene?" Infilza gli occhiali sulla base del naso, il completo marrone con le toppe ai gomiti lo rende più vecchio di quanto non sia. Salgo dopo di lui e noto che tutti i posti sono stati presi.
Dalai mi guarda con senso di colpa accanto a Riley. Immagino di dovermi sedere accanto al professore, magari mi fa una lezione di recupero proprio oggi che potevo saltarle.

Tolgo lo zaino dalle spalle e mi siedo. Il professore alza lo sguardo su di me e dietro iniziano diversi schiamazzi, non siamo nemmeno partiti. Non so come farà a gestire un gruppo di più di quaranta persone. Si alza e guarda nel retro.

"Watson! Sempre lei! Ora viene qui e si siede al posto della signorina Walker."

"Cosa? Oh, no prof glielo giuro farò il bravo."

Il modo in cui Joseph prega il professore mi fa sorridere. Ma quello mi muore sulle labbra quando si rivolge a me.

"Vada dietro, lasci il posto al signor Watson per favore."

Ma porca... Mi alzo desiderando di restare lì piuttosto. Percorro il corridoio stretto colpendo qualche sedile mente Joseph mi passa di fianco e mi sussurra 'buona fortuna'. Deglutisco e quando arrivo all'ultima fila mi schiarisco la gola.

"Mi fai passare?" Rayden ovviamente ha le cuffie e fa finta di non sentirmi. Credo. E non mi guarda. Come se fossi invisibile. Coglione. Gli tocco la spalla per chiamarlo. Finalmente alza gli occhi su di me, li fa passare su tutto il mio corpo facendomi sentire a disagio e poi li riabbassa sul telefono. Guardo il mio jeans bianco e il maglioncino sottile azzurro che porto credendo di avere qualcosa che non va. È colpa sua, mi fa sentire così... Fuori posto. Avevo capito che i vestiti più attillati mi piacevano e allora?

Non mi degna più di uno sguardo e continua a smanettare su quel dannato telefono con le gambe divaricate, senza lasciarmi spazio in cui passare. All'improvviso l'autobus inizia a muoversi e io perdo l'equilibrio in avanti finendogli addosso. Gli poggio le mani sulle spalle in modo tale da non spalmarmi su di lui del tutto. Le nostre facce sono a pochi centimetri e questo riporta a galla dei ricordi... Che vorrei assolutamente dimenticare.

Ho la gola secca e non riesco a muovermi. Più che altro perché mi tiene ferma per i fianchi. Bei riflessi.

"C'è posto anche sulle mie gambe se vuoi, Ayla." Un compagno di squadra di Rayden alla sua sinistra batte la mano sulla coscia guardandomi, un certo Luke se non mi sbaglio, anche se non gli avevo mai rivolto la parola. Cerco di allontanarmi, ma le mani di Rayden mi tengono bloccata. Fino a quando non mi alza e mi fa sedere alla sua destra, senza smettere di lanciare occhiate di fuoco al suo compagno si squadra.

È talmente grosso che mi nasconde dagli altri praticamente.
Il viaggio prosegue tranquillo, io guardo fuori dal finestrino ricordando il giorno in cui sono arrivata. Rayden continua a stare al telefono e noto che nel suo zaino c'è anche un computer. Ma a che gli serve?

Quando arriviamo al Millennium Museum raggiungo subito i miei amici per stare con loro. Non potevano scegliere un miglior edificio di questo. Un edificio storico dai mattoni rossi e alto almeno venti metri. L'interno era suddiviso in varie stanze e in ognuna di essere c'erano diverse teche con all'interno oggetti e libri e sui muri dei quadri che rappresentavano la storia di quell'epoca. Ogni stanza ne rifletteva una. Immergendoci così in un viaggio temporale che ci portava fino ad oggi e come ci eravamo arrivati.
Decenni fa un parlamentare, di nome William Edgerise, cercò di avanzare nella politica con il suo ideale di vita. Ovvero quello che c'è adesso. E così nacque Edgerise, la prima città fondata su quell'ideale.

Finita la visita guidata ci fermiamo in un parco per pranzare.

"E quello cos'è?" Dal strabuzza gli occhi quando apro il mio porta pranzo. All'interno ho messo un risotto ai funghi, ricetta della mamma. Ho voluto provare qualcosa. In più ho portato dei cupcakes red velvet con la crema alla vaniglia anche per i miei due migliori amici.

"Spero vi piacciano" sorrido.

"Sei. La. Migliore." E si avverano sui dolci ancor prima di mangiare il loro pranzo. Dalle loro bocche escono dei mugolii di piacere, lo prendo come un complimento. Mentre prendo il cucchiaio in acciaio che mi sono portata, una mano comprare nel mio campo visivo e prende il mio cupcake. Alzo lo sguardo per capire chi è il ladro e mi ritrovo Rayden che addenta il mio pezzo.

"Quello è mio!"

Mastica un paio di volte e ingoia.
"Riprenditelo."

Avvampo all'istante al ricordo di quello che è successo l'ultima volta.
E poi... Sul serio? Mi evita per settimane e questa è la prima cosa che gli viene in mente di fare?

"Sei proprio uno stronzo."

Dal e Riley restano a bocca aperta e sono sicura di sapere il perché. Primo: non dico mai parolacce, MAI. Secondo: non sanno che ho tutta questa confidenza con il gemello cattivo. E non devono saperlo. Quindi io e la mia boccaccia potevamo starcene zitte, maledizione a me. Con la coda dell'occhio noto Rayden fare un minuscolo sorriso, così piccolo che credo di essermelo immaginato, e poi se ne va lasciando il pirottino rotondo con qualche briciola e raggiungendo Joseph che gioca con il telefono.
Nel frattempo il professor Foster con un cipiglio in fronte va da quest'ultimo e allunga la mano destra.
Joseph tentenna con lo sguardo tra il telefono e il professore e nota la sua mano. Poi sorride, gli da il cinque e fa una stretta di mano strana con uno schiocco finale delle dita.

"Bella prof."

Io e i miei amici cerchiamo di trattenere le risate proprio come sta facendo Rayden in questo momento mordendosi le labbra. Il professore prima rimane confuso poi si acciglia.

"Mi dia il telefono, è troppo distratto e siamo qui per imparare, non stiamo semplicemente saltando le lezioni." Riposiziona meglio gli occhiali sul naso. "Forza la pausa è finita, raccogliete le vostre cose."

Ma io non ho nemmeno mangiato! Sbuffando metto tutto dentro lo zaino e seguo gli altri in direzione del centro operativo del Venus che si trova a dieci minuti di camminata dal Millennium Museum.
L'edificio è un imponente palazzo di circa cinquanta piani, ogni lato è tappezzato da finestre che riflettono la luce del pomeriggio. Wow, penso tra me e me. Entriamo attraverso una porta girevole, l'interno è bianco in contrasto con il pavimento nero lucido, gente con una uniforme blu cammina in tutte le direzioni, schermi piatti mandano in onda le pubblicità del Venus. Una donna dai capelli biondissimi, quasi bianchi, e lisci si avvicina a noi. Porta un tailleur nero abbinate alle décolleté. Deve avere sui quarant'anni, ma con la pelle tirata non li dimostra.

"Benvenuti alla Venus Corporations. Mi chiamo Mahilde Ferguson e sono la responsabile che oggi vi porterà in visita. Prego seguitemi."

Mi fa quasi paura.
Ci porta in diversi corridoi in diversi piani dove ci mostra altrettante stanze e ci spiega cosa viene fatto all'interno. In alcune vi sono dei psicologi, in altre dei dottori di ricerca. Vengono fatti dei test fisici, psichici e anche sulla nostra salute. Questo è il posto che decreta con chi vivremo in nostro futuro. Ho i brividi in tutto il corpo.

"Ed eccoci qua, il cuore del Venus."

Letteralmente. Porca vacca. Un gigantesco cuore in metallo da cui provengono vari fili è attraversato da delle venature che si illuminano al tempo di un battito cardiaco. Attorno diversi addetti lavorano ai computer concentrati.

"Possiamo anche definirlo il cervello in realtà. È a tutti gli effetti un computer che analizza tutti i dati che prendiamo e così assegna a ognuno di noi i nostri partner. Proprio come farà con voi tra cinque anni."

Ci viene mostrato un video sotto forma di ologramma dove spiega passo passo in cosa consiste la procedura. Si viene registrati, si fanno le analisi del sangue, dei test fisici, dei colloqui con gli psicologi e poi si partecipa alla Cerimonia del Legame.
Lo trovo quasi... Inquietante.

Alzo la mano timidamente.

"Sì?"

"Ecco... E se si sbaglia?"
Tutti intorno a me iniziano a ridacchiare. La signora fa un mezzo sorriso.

"Il Venus non si sbaglia. È stato progettato proprio per fare questo lavoro e lo fa al meglio ormai da decenni."

"Pff."
Mi giro e vedo Rayden alzare gli occhi al cielo mentre la signora continua con le spiegazioni rivolta a tutti quanti.

"Che c'è? Non ci credi?" gli chiedo sottovoce.
"E tu?"
Io? Non lo so. Ci voglio credere suppongo. Mi giro di nuovo e vedo Riley seguire con attenzione da bravo alunno quale è. Abbiamo tutto in comune. E il Venus lo rileverà sicuramente quindi ci ripongo tutte le speranze. Io sarò assegnata a lui e lui sarà assegnato a me.

Quando mi volto per rispondere a Rayden noto che si sta allontanando dietro un muro, sembra che non voglia farsi vedere.
Ma dove sta andando?
Lascio andare avanti il gruppo e con cautela mi dirigo nella direzione di Rayden. Giro l'angolo ma non lo vedo da nessuna parte.

"Rayden?" sussurro sperando che mi senta lui e nessun altro. Non voglio finire nei guai per colpa sua.
"Rayden? Sei qui?"
Sento un rumore più avanti. È lui? O qualche addetto? Se mi beccano chissà che mi fanno! Accidenti a lui!

Sto per tornare indietro quando sento una specie di fruscio, come qualcosa che si apre. Una mano mi chiude la bocca e un'altra mi afferra il braccio.
E vengo trascinata indietro. Nel buio.

Ma che cavolo?

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