Capitolo Tredici

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RAYDEN


"Siiiiiiiiì, ce l'abbiamo fatta ad arrivare alla fine, cazzo. Giuro, non ce la facevo più."

Joseph sta parlando della fine della scuola. È contento e non posso biasimarlo. Basta lezioni, ore di allenamento forzato, niente più compiti. Ora si può godere l'intera estate tra mare, feste in spiaggia e dormire fino a tardi.

Da una parte lo invidio. Anche io fino a un mese fa non aspettavo altro, poi le cose sono cambiate dopo l'incontro al Centro Operativo del Venus. Nessuno lo sa, a parte i miei genitori, o almeno io ne ho parlato con mio padre il quale ha riferito a mia madre quello che sta per accadere.

Domani sera c'è il ballo di fine anno.
E dopo domani mattina non sarò più qui. Non l'ho detto nemmeno a Riley perché... Lo avrebbe detto ad Ayla. Non ho avuto il coraggio di dirglielo, ogni volta mi guarda con quei suoi occhioni blu giganti e io non ce la faccio. Però una cosa posso farla. Domani le farò passare la più bella serata di tutta la sua vita. Almeno questo glielo devo, dopo mi odierà.

Purtroppo non avrebbe capito la mia scelta, è una cosa che riguarda solo e soltanto me ed è il modo più facile per raggiungere il mio scopo. Ovvero smascherare i segreti di questa stupida società fittizia. E poi potrò tornare.

"Domani partecipiamo a quello stupido ballo scolastico. E poi baldoria per tutta l'estate! Sono così eccitato, amico mio!"

Saltella sul posto mentre mi avvolge il collo con il braccio. Non posso non dirgli nulla. È il mio migliore amico e sa di non dover fare domande.

"Jos... Ti devo dire una cosa."

Sono maledettamente serio. Tanto che se avesse potuto si sarebbe fermato a mezz'aria. Invece mi guarda con le sopracciglia aggrottate, dopo aver spento tutto il suo entusiasmo.

"Cazzo. Mi stai facendo preoccupare. Non starai mica morendo?!"

Evito di sbuffare e alzare gli occhi al cielo.

"No, non sto morendo. Per ora. Ecco... Non ci sarò questa estate. Devo partire per un programma di recupero reclute. Come informatico."

Si stacca da me, qualche dreads gli ricade sulla fronte e le labbra carnose sono arricciate, segno che sta riflettendo.

"Che palle, estate saltata. Quindi ci rivediamo a settembre? Per l'inizio della scuola? È un sacco di tempo, come devo fare senza di te? Avevo già organizzato i nostri pomeriggi e le nostre serate..."

Non avrei mai pensato di dirlo, ma... Che cazzo, non volevo spezzare il cuore al mio migliore amico.

"Mi dispiace, Jos. Credimi. Ma non tornerò nemmeno per settembre."

"Cosa? Stai scherzando?"

Giuro, sembra un cucciolo abbandonato in questo momento.

"No... Se passo il corso andrò alla Accademia Speciale."

Non so perché, ma mi sento infinitamente distrutto dopo avergli dato questa notizia. Come potrei darla anche ad Ayla? Lei non capirebbe, mi direbbe di non andare, di starle vicino. Ma io devo andare. Lo faccio anche per lei, oltre che per me. Per il futuro.

"Roba seria... Ok. Insomma, se è quello che vuoi fare. Chi sono io per fermarti. Ma come funziona, hai fatto domanda tu?"

Riprendiamo a camminare tra le centinaia di studenti che escono sorridenti da scuola e si dirigono all'esterno del cancello. Intravedo mio fratello con Ayla e Dalai chiacchierare tra loro, spensierati.
Per fortuna direi, il mese trascorso non è stato facile per quella piccola pulce con il padre. Non che mi interessi particolarmente la salute di quel ladro di mogli...
Ma è suo padre e l'ho vista soffrire tantissimo.

"In realtà sono stati loro a contattarmi. La sede centrale del Venus. Ricordi quel giorno che sono mancato da scuola il mese scorso? Ero andato in città per fare un colloquio. Mi hanno chiesto se volessi partecipare a questo corso estivo per capire se ne sono all'altezza, in quel caso frequenteró la loro accademia."

Vedo Ayla lanciare qualche occhiata alle sue spalle, dove sa che sono, e sorride. È splendida. Mi mancherà anche il suo apparecchio ai denti. Appena arrivata evitava di sorridere, si vedeva che non si sentiva a suo agio. Non ha mai capito il potenziale del suo sorriso, così potente, così disarmante. Lo amo.

Cazzo, che sto pensando?

"Va bene amico. Allora godiamoci questo tempo che ci rimane. A proposito... Quando parti?"

Mi schiarisco la gola.
"Dopo domani mattina."

Si porta una mano al petto e stringe la maglia in modo drammatico, quasi accasciandosi a terra.

"Che dolore al cuore. Porca puttana, amico. Mi mancherai da far schifo!"

Mi mancherà anche lui. Perché diavolo mi sono messo in testa questo obiettivo? Non potevo stare come tutti ad aspettare il mio destino già segnato?
No, Rayden. Complicati la vita in ogni modo possibile.

Qiando raggiungo casa, Riley si sta provando il suo abito per il ballo. Completo blu scuro, camicia bianca e un papillon coordinato. Si muove come se stesse ballando con qualcuno,  abbracciando l'aria.

"Perfetto. Farò faville!"

Quasi scoppio a ridere. Quasi.
Mia madre sbuca dalla cucina con in mano un porta abiti, abbassa la cerniera mostrandomi il completo nero.

"Questo è per te. Era di tuo padre, l'ha indossato al nostro ballo scolastico. Ho pensato che ti sarebbe andato bene, avete la stessa corporatura."

Mi sorride gentile, nonostante le profonde occhiaie e la coda bassa scompigliata, è sempre stata una bella donna. Il collo lungo ed esile, la pelle bianca candida, occhi verdi che ne io ne mio fratello abbiamo ereditato.
È stata la sua bellezza a catturare l'attenzione del padre di Ayla? Sicuramente.

"Ti va di provarlo? Anche se non credo ci sia bisogno di aggiustare niente."

La vedo come cerca di rimanere attiva e partecipe alle nostre vite. Quando papà non c'è la sera, la sento piangere nella sua stanza, credo che l'infarto del signor Walker l'abbia scossa molto, poverina.

Sì. Sono ironico.

"Vado a cambiarmi."

***

Doccia: fatta.
Profumo: messo, forse è troppo forte, ma è un'occasione speciale.
Capelli: spettinati, non voglio dare l'idea di essermi sistemato troppo, anche se ci ho messo quasi tre quarti d'ora a renderli così.
Completo: mi va perfetto, ci ho abbinato una camicia nera per avere un look total black. Ok, perché sto parlando così?
Corsage: scelto personalmente.

Anche Riley è pronto. Alla fine abbiamo optato davvero per una limousine, non eccessivamente lunga, giusto per starci tutti e sei.
E, ovviamente, prendiamo Ayla per prima.
La aspettiamo entrambi fuori, nel vialetto. È una serata piacevolmente calda, con una leggera brezza che accarezza la pelle, il rumore delle foglie che si muovono, si sente addirittura il profumo dell'estate.

Riapro gli occhi e questi vedono la cosa più bella che abbiano mai catturato.
Onde bionde e morbide le cadono sulle spalle scoperte. Delle ciocche raccolte sulla testa le fanno risaltare il viso pulito, bello come non mai.
Lucidalabbra rosa, ombretto velato, ciglia folte e guance rosate naturali.
Semplicemente lei.
Per fortuna riesco a mettere a fuoco anche il suo vestito.
Lungo fino alle caviglie impreziosite da dei tacchi comodi, ma d'effetto.
Il corpetto a cuore le abbraccia il seno e la vita facendoli esaltare al massimo, la gonna scende morbida sui fianchi e, oh mio dio... Non arriverò vivo a fine serata.
Uno spacco profondo nel lato sinistro le fa allungare la gamba liscia.
È bianco, perlato, tendente all'argento.

Come si ferma un cuore? O come si rianima? Cristo.

Deglutisco a vuoto, perché la salivazione è a zero.

"Ciao."
"Ciao, pulce." La voce mi esce roca, pesante. Mi schiarisco la gola.
"Questo è per te."

Allunga il braccio e le infilo il corsage al polso, dove mi soffermo più del dovuto accarezzandole la pelle, che rabbrividisce sotto il mio tocco.

"Fiori di luce blu. Hai detto che potevo prendere qualsiasi fiore, così ho scelto questo. È quello che si abbina di più ai tuoi occhi."

Le sue guance di colorano di un rosso più intenso, segno di averla messa in imbarazzo.
Quanto cazzo è bella?

"Stai... Stai molto bene." Dice studiandomi, senza fretta e soffermamfosi al colletto della camicia, che ho lasciato volutamente aperto di un paio di bottoni. Fanculo le cravatte. E i papillon.

"Sali in macchina prima che ti baci qui, in mezzo alla strada."

Lo sussurro in modo tale che mi senta solo lei. Sfodero il mio solito sorriso da furbetto e le apro la portiera.

"Wow. Ayla sei... Wow. Wow."
Per caso un gatto ha morso la lingua di mio fratello?

"L'hai già detto." Ayla ride ed è un suono così bello.

Quando la limousine parte, si gira verso di me e a bassa voce mi parla all'orecchio.

"È in quel modo che dovevi reagire... Invece non mi hai fatto nemmeno un complimento."

Il soffio delle sue parole riscaldano il mio collo facendomi vibrare ogni muscolo. No, non ci arrivo a fine serata.

"Preferivi che facevo lo scemo? Credimi, pulce. Non vuoi sapere davvero quello che mi passa per la testa. Te lo dirò quando saremo soli. Io e te."

Le stringo la coscia, lasciata scoperta dallo spacco. Amo questo vestito. Amo come le sta addosso. Anche se sono sicuro che io le starei meglio.

Riley è del tutto ignaro della nostra conversazione, preso com'è da dire all'autista che giro fare.
Passiamo da Joseph che si presenta con un completo verde prato, cazzo Dalai lo ucciderà.
E lei è la prossima, quindi ne approfitto per degli che gli ho voluto davvero bene.
Mi guarda stranito, ma quando Dal si affaccia sembra quasi svenire, lo sta fulminando solo con lo sguardo e per poco non gli strappa il vestito di dosso.
Sbraita che era meglio se era venuto nudo al ballo.

In fine è il turno di Genevieve che si accoccola vicino a Riley, è strano vederli così insime. Mio fratello paonazzo non spiccica parola, al contrario di lei che non smette di blaterare su quanto ci ha messo a prepararsi e quanto le sia costato il parrucchiere e l'estetista.

Potrebbe sborsare tutti i soldi di questo mondo, ma niente potrebbe farla diventare bella quanto Ayla.

Come diavolo farò a partire domani?

Quando arriviamo a scuola, precisamente davanti la palestra grande, troviamo già un sacco di studenti che si accingono a entrare. Il portone principale è spalancato e una tenda nera divide l'interno dall'esterno. Si sente la musica insieme al rumoreggiare delle persone. Entriamo in un luogo che non sembra per niente la palestra scolastica, devo dire che hanno fatto un ottimo lavoro. Palloncini bianchi, blu, neri e oro abbelliscono le pareti insieme ad altre tende che scendono drappeggiate, creando zone più in ombra rispetto ad altre. Luci soffuse vengono sparate dal piccolo palco installato per l'occasione, dove una band del posto suona.
Da un lato troviamo anche i tavoli con roba da bere e da mangiare ed è proprio lì che ci diragiamo per prima cosa.

Prendo un po' della bevanda analcolica rossastra sia per me che per la mia accompagnatrice. Sembra piacerle, io lo trovo disgustosamente dolce.

Nella frazione di un secondo, qualcuno le va addosso, facendola barcollare, un po' della bevanda cade a terra, fortunatamente il vestito sembra intatto. Mi volto verso il tizio di spalle che, sorpresa, è Luke.

Lo faccio girare verso di me, lo afferro per il colletto e lo avvicino al mio viso.

"Fa attenzione. E chiedi scusa."

"Scu- cazzo. Complimenti Ayla."
Gli lancio un'occhiata di fuoco.
"E scusa. Non l'ho fatto apposta."

"Non importa..."
Lo lascio andare, contro voglia perché in realtà avrei voluto tirargli un pugno su quella faccia di cazzo.

La mano di Ayla si aggrappa al mio bicipite per poi salire sul petto.
"Hai intenzione di fare così tutta la sera? Per un secondo ho pensato che ti uscisse il fumo dalle orecchie. Rilassati."

"Se mi tocchi così non mi rilasso, ti avverto."

Ritira la mano in fretta e altrettanto in fretta gliela riprendo.

"Ti va di ballare?"

Sgrana gli occhi come se non si aspettasse quella domanda. Siamo ad un ballo, cosa dovremmo fare?
Alla fine fa cenno di sì con la testa, la porto al centro della pista dove molti altri studenti come noi stanno già ballando. Appoggia le mani sulle mie spalle e io sui suoi fianchi. Mi trattengo dal stringerle.

"Sei bellissima."

Punta quei lapislazzuli lucenti nei miei occhi. Ci muoviamo insieme, ma un modo automatico.

"Grazie."
"E sono geloso. Che gli altri possano guardarti."
"Sei in vena di confessioni stasera." Sorride.
Purtroppo non abbastanza in vena.
"Ti bacerei qui, difronte a tutti."

La vedo agitarsi sotto le mie mani, il petto che si alza più velocemente ed è rossa fino al collo.

"Non lo fare."
"Non lo farò."

Il ritmo della musica cambia, si fa più ritmica e ora non mi sento più a mio agio. Nemmeno Ayla, tant'è che si stacca da me.
In quel momento Joseph e Dalai ci passano vicino, scatenati più che mai, a quanto pare alla ragazza è passata la rabbia.

"Amico stasera ci dobbiamo divertireeeee. Che poi non ti vedo più!"

Ci lasciano da soli in completo stilenzio, la sento irrigidirsi al mio fianco.

"Cosa?"

Cazzo.

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