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La promessa.

Nives

Il vento gelido entra dalla fessura del finestrino, rabbrivisco ogni volta che sfiora la parte scoperta del viso. Tengo stretto il PC come se da un momento all'altro tutto ciò che è scritto potesse essermi strappato via. Il quadernetto azzurro è poggiato delicatamente sulle ginocchia coperte. Fisso Blake per qualche minuto senza destare alcun sospetto: le labbra carnose serrate formano una linea sottile e decisa, gli occhi grigi puntati sull'asfalto bagnato. Goccioline leggere cadono lentamente. Sembra scosso, nonostante abbia finto di non aver vissuto nulla e di non aver desiderato di avere le sue labbra sulle mie.
Blake riesce a rendermi vulnerabile anche solo guardandomi.
Controllo il cellulare, leggo vagamente tutte le email che mi hanno inviato in questi giorni e tutti i messaggi di auguri a cui non ho ancora risposto.
Il mittente non ha lasciato tracce, sono sicura che sia scritta per me.

'Non conosci l'amore mai ti ha sfiorata, hai la pelle così limpida che mille baci lascerei su di essa.
Sei una rosa tanto bella quanto fragile vai curata e poi amata: ma chi non osa afferrarti per timore delle spine non dovrebbe desiderare una cosa così rara'

Fisso il ragazzo al mio fianco, troppo preso dai suoi pensieri per accorgersi di quello che è appena successo. Il cuore batte all'impazzata nella gabbia toracica.
Il silenzio intorno a noi sembra cessare nel momento in cui allungo la mano per accendere l'autoradio.
Strip That Down by Liam Payne risuona in tutto l'abitacolo.
Muovo la testa a ritmo di musica, Blake tiene la mano sinistra sul volente mentre con quella destra afferra una sigaretta dal pacchetto ancora intatto. L'espressione di chi non vuole più scherzare. Afferra l'accendino dal cruscotto e me lo porge.
«Potresti accendermela per favore?» annuisco scocciata e la tengo saldamente.

But only you can dance with me
So put your hands on my body
And swing that round for me, baby yeah
You know, I love it when the music's loud
But c'mon, strip that down for me yeah, yeah, yeah, yeah
Ih, strip that down, girl
Love when you hit the ground, girl

Punto il dito canticchiando la canzone, non accenna nemmeno un sorriso.

Porto molto lentamente la sigaretta alla bocca, copre la fiamma con l'aiuto delle mani. Gli porgo l'arma con cui potrebbe uccidere i polmoni e la porta direttamente alle labbra.
«Non dovresti fumare così tanto» espongo.
«Se non erro anche tu fumi, quindi perché mi stai dicendo qualcosa che dovrebbe essere rivolto soprattutto a te stessa?» il tono derisorio con cui si rivolge a me mi induce a restare in silenzio.
«Fumo solo quando sono nervosa e stressata, non penso che il fumo possa aiutarmi a superare i problemi» espongo. Sono convinta di ciò che penso: il fumo non mi aiuterà a risolvere i problemi, non aiuterà tutte quelle persone che si rifugiano in esso.
«Ti sei mai innamorato?» la domanda fuoriesce spontanea, Blake al mio fianco vacilla per qualche secondo guardando la strada davanti a sé.
Tutto di lui mi induce a voler sapere di più sulla sua persona: dal modo in cui mi fissa quando sono distratta, al suo essere così evasivo nelle situazioni scomode.
«Si chiamava Julienne ed è stata la mia prima ragazza» le parole colpiscono il viso come acqua fredda.
Perché mi aspettavo una risposta negativa?
Un ragazzo come lui avrà avuto tante ragazze ai piedi, così tante da non ricordare nemmeno i loro volti. I suoi occhi brillano al solo pronunciare il suo nome, le mani stringono forte il volante e capiscono con mio grande rammarico che sia ancora innamorato.
Non può negare gli occhi parlano per primi.
«Sei ancora innamorato» la mia non è una domanda ma un'affermazione, l'accoglie con grande stupore.
«No, non sono più innamorato. Il primo amore è quello che pensi possa durare per sempre, ma poi ti accorgi che è solo una finzione» dice.
Sono incantata.
Il suo pensiero è impresso sulla pelle.
«Tu credi nell'amore e nel destino?».
«Penso che ognuno di noi abbia il proprio destino scritto da qualche parte e che due persone possano essere legate da qualcosa, conosci la leggenda del filo rosso?» chiedo, nega con la testa e sorride.
«Si tratta di una leggenda giapponese: narra che ogni uomo e ogni donna sono legati da un filo rosso che unisce indissolubilmente due anime gemelle destinate a combaciarsi. Essendo un filo molto lungo molto spesso si aggroviglia creando intrecci che possono creare difficoltà alle due anime: ma ogni nodo che verrà districato servirà solo rafforzarli».
Uno strano luccichio nelle iridi, un sorriso a trentadue denti gli caratterizza il viso ornato da due fossette ai lati della bocca. Il suo sguardo mi fa sentire terribilmente a disagio, ma non smetto un solo secondo di ricambiare. Appoggia una mano sul cambio ed io senza nemmeno pensarci, indosso una sfrontatezza che non mi appartiene, appoggio le mie dita sulle sue. I suoi anelli a contatto con la pelle sono freddi. La sua mano è due volte più grande, le dita sono lunghe ed affusolate ricoperte di tatuaggi, sono molto più pallida rispetto a lui.
Il contrasto mi piace.
Non è intenzionato a stringerla.
Riporto il braccio sulle ginocchia stando attenta a non rovinare gli appunti. Mi accoccolo verso destra sul sedile e punto lo sguardo su alcune case che passano veloci davanti agli occhi. Perché non vuole essere toccato da me? Ho forse sbagliato qualcosa? Sono stata troppo affrettata?
Mille domande.
In uno scatto intreccia le mani.
Mille brividi.
Attraversano la schiena, una mandria di elefanti invade lo stomaco.
«Ti respingerò tante volte perché sono uno stronzo. Non lasciarla, non lasciarmi» sussurra e lascia un bacio sul dorso.
Non ti lascio Blake, non ti lascio.
Non so ancora, non so ancora quanto tempo passerà prima di risentirmi di nuovo in gabbia, ma ti prometto che non ti lascerò andare.
Non ti lascerò scappare da me.
Promesso.

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