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Felice con te.

Nives

Ritornare a Denver con la consapevolezza di non essere più sola mi ha reso felicissima. L'appartamento non é il massimo, molto più piccolo di quello di Chicago: due camere da letto e un bagno in cui ci si entra a stento in due. L'elemento che apprezzo più di tutto, oltre al terrazzo, è la cucina: arieggiata e luminosa. Ho appreso anche che vivere accanto ai ragazzi avrebbe determinato la loro compagnia ogni sera, non mi dispiace poi così tanto se devo essere sincera. Ho l'ulteriore consapevolezza che l'uomo di cui sono innamorata riesca a passare tutte le notti nel mio letto senza dover fuggire tutte le mattine.
«Tua madre è qui» la voce profonda di Chris riesce a farmi tornare alla realtà. Drew ha invitato tutti quelli che conosco, proprio tutti. Dorian è seduto sul divano con Daisy sulle gambe, si abbracciano e giocano come se fossero alle loro prime armi. Sophie, la ragazza di Chris, non ha smesso un solo secondo di conversare con la mia migliore amica. Quest'ultima ha deciso di trasferirsi definitivamente insieme al suo ragazzo nello stesso momento in cui ho impacchettato anche le sue cose. Siamo tutti felici adesso, nessuno ha più bisogno di cercarsi dentro. Mia madre attraversa il portico con un vassoio di dolcetti nelle mani: guarda in giro con fare curioso. Elle avvicina con un sorriso sdentato.
È dolcissima.
«Eccola la mia bambina preferita!» Blake.
Anche oggi è bellissimo da togliere il fiato. L'espressione seria non appena incrocia lo sguardo di mia madre, forse di fermezza, del resto corrisponde al suo carattere: serio, deciso e testardo. I capelli sono tirati indietro da un'enorme quantità di gel, non indossa gli occhiali. La t-shirt mette in mostra tutti i tatuaggi sulle braccia, nasconde quelli sul petto. Maledette braccia muscolose, maledetto.
«B. mi sei mancato» la mia sorellina gli getta le braccia intorno al collo per essere presa, lui non contraddice il suo volere. Stampa dei baci appiccicosi sulle guance, ride mostrando le fossette. Non ho ancora accennato nulla a mia madre riguardo la nostra relazione, volevo aspettare il momento giusto.
«Chi vuole dei biscotti appena sfornati?» il mio fidanzato mi lancia uno sguardo complice, sparendo in cucina con Elle.
Devo cogliere l'occasione.
«Mamma» richiamo l'attenzione della donna facendole segno di seguirmi. Lascia il vassoio nelle mani di Drew, guardandolo male.
«Non mangiarli tutti» lo minaccia, puntandogli il dito contro.
Il terrazzo è l'unico posto in cui possiamo parlare tranquillamente senza essere interrotte, si accomoda sulla poltroncina in vimini. Faccio la stessa cosa, ho da dirle tante cose ma le parole mi muoiono in gola. Sono ansiosa, agitata e riduttivo. Non dovrei aver paura del giudizio degli altri, ma una piccola parte di me sa benissimo che le loro opinioni contrastanti mi rimarranno impresse sulla pelle per sempre.
«Io e Blake stiamo insieme» esplodo, la sincerità prima di tutto. In alcune situazioni sono molto impulsiva, nonostante rimugini spesso sui quei pensieri lineari che si trovano nella mia mente. Sono consapevole che chiunque cerca di comprendermi si ritrova ogni volta perso tra un mucchio di fogli scarabocchiati da un lato solo. Blake mi ha capito sin dal primo momento, non ringrazierò mai abbastanza il destino per averci fatto incontrare.
«Blake è un bravo ragazzo Nives. Sono molto felice che tu abbia finalmente incontrato una persona che sappia ascoltarti e che sappia farti ridere. Meritate entrambi tanta felicità» parla con sincerità. Non conosce la storia del ragazzo, ma chiunque ha notato quel velo di malinconia a ricoprirgli l'iride.
«Ho rivisto Hunter» azzardo a dire, il viso si corruccia.
«Non c'entra nulla con la mia storia attuale, volevo solo dirtelo. Ricordi quel bambino con i capelli biondi con cui passavo estati intere?» chiedo con una leggera nota di sarcasmo. Forse po' merito di quest'ultimo se ho scoperto di essere innamorata di Blake, se non avesse appoggiato le sue labbra sulle mie a quest'ora sarei persa in qualche posto alla ricerca dell'uomo perfetto per me.
«Il figlio del Colonnello McKay?» annuisco freneticamente.
«È un pugile professionista adesso, lo sapevi? Ci siamo incontrati per caso» sembra stupita.
«Finalmente suo padre ha smesso di dettare ordini» dice, ridacchiando.
La figura asciutta di Starr si presenta davanti a noi: i capelli sono legati in una coda alta, che le dona particolarmente, gli occhi brillano alla vista dei pasticcini al cocco. La maglietta con lo scollo a barca lascia poco all'immaginazione, i jeans sono strappati in alcuni punti. La solita bellezza ispanica: è divina.
«Favorite?» non è una domanda di cortesia, l'ha porta solamente per risultare educata agli occhi della donna al mio fianco. Rifiutiamo entrambe, alzandoci. Ho desiderato a lungo che mio padre riuscisse ad essere presente in un giorno così importante, ma il lavoro ha sempre avuto un valore aggiunto. Non ha nessuna colpa, essere un colonnello comporta un grande potere e delle maggiori responsabilità. La donna torna all'interno dell'appartamento seguita a ruota dalla ragazza, mentre resto a fissare il cielo limpido. Estraggo una cicca dal pacchetto, dovrei smettere di fare del male ai miei polmoni ma è un'abitudine ormai comprarne uno a settimana. Aspiro la guardando il fumo dissolversi nell'aria.
«Pensavo avessi smesso» sobbalzo.
«Smettila di spaventarmi» sgancio un pugnetto sulla sua spalla, sorridendo come una stupida.
«Sei tu che pensi troppo» il tocco del suo dito sulla tempia produce una serie di brividi lungo la schiena, mille puntini visibili sul braccio. Ruba la sigaretta dalle mie dita. Dopo quattro mesi mi fa sempre lo stesso effetto: il cuore batte forte, gli occhi colmi di lui.
«Pensavo a quanto sarebbe stata monotona la mia vita se fossi rimasta a Chicago»
«Ma adesso sei qui» circonda il mio collo con il braccio destro, mentre con il sinistro continua ad assumere la dose di nicotina giornaliera. Odora di biscotti alla vaniglia, escludo il dolce profumo del bagnoschiuma all'olio di argan che ho comprato alcuni giorni fa.
«Ragazzi Drew ha qualcosa d'importante da comunicare, tornate subito dentro!» Daisy richiama la nostra attenzione, sparendo subito dopo dietro l'enorme portafinestra. Mi ripassa la cicca con un sorriso a trentadue denti, aspiro l'ultimo tiro della Marlboro per poi gettarlo nel posacenere di vetro. Gioco automaticamente con il ciondolo al collo, un fiocco di neve: piccolo, bianco con alcune rifiniture d'argento. Il mio regalo di compleanno da parte di Chris, l'ho ringraziato così tante molte per essersi scomodato che, alla fine mi ha tappato la bocca.
Disperato.
«Sai stavo pensando che non abbiamo mai avuto un vero è proprio appuntamento» Blake riporta la mia attenzione su di lui, spostando il suo viso nell'incavo del collo. Ci lascia una scia di baci salendo verso il mento.
«Hai ragione, dovremmo...non lo so. Andare al cinema?» dico, deglutendo con fatica.
«Si, va bene fiocco di neve» mi stampa un bacio sul naso, lasciando la presa su di me. Mi sento vuota adesso, senza di lui a tenermi. Lo seguo, gli ospiti sono seduti sul divano con alcuni piattini tra le mani: Daisy ha distribuito la torta preparata da lei stessa.
«Zitti tutti!» esclama Drew.
Sale sulla sedia come se dovesse fare un lungo discorso, muove la mano per salutare. Scoppiano tutti in una risata collettiva, compresa me.
«Devo dirvi una cosa molto importante» prende una pausa per poi ricominciare «Parteciperò ai mondiali di box il prossimo Venerdì» esulta come un bambino in un negozio di caramelle.
Silenzio, nessuno osa fiatare. Tutto s'interrompe nello stesso momento in cui i singhiozzi di Starr riecheggiano nell'intera stanza. Ho le guance rigate dalle lacrime, gli occhi lucidi di Daisy al mio fianco fanno capire un po' tutto. Sono fiera di averlo di nuovo al mio fianco, Drew è l'unico essere maschile più vicino ad un fratello per me. Merita tutto ciò che desidera, spero vivamente che la vita gli riservi sempre delle opportunità come questa.
Siamo tutti felici adesso, nessuno escluso.
Bisogna solo riuscire a ricominciare da zero.

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