Altri mille addii
mi incideranno gli occhi,
lagune e pontili
grondanti al crepuscolo
dell'ultimo nostro incontro,
e parole come cianfrusaglie
su cui inciampare.

Mille cumuli di macerie
a seppellire strade.
Latitanze, dimenticanze,
tanfo di pipistrelli
e promesse ammuffite,
prima di sedermi
e pensare

"È qui che resterò"
in una soffitta e il suo lembo di cielo
e le mie armonie da elencare a memoria.

Odore di libri cacao vino bianco una piazza lontana e un contrabbasso acacie in fiore teatri partenze le fusa di un gatto e vecchi spartiti

dicembre di castagne e un marzo giallo
di narcisi

e un momento di pelle rotondo e assoluto
quel tanto che basta
da eclissare gli orrori,
quel poco che avanza
da poter finalmente
dormire.

Mille i risvegli
nelle domeniche pigre
a dire è questo il suono,
il vagito del mondo,
quando ogni cosa, ogni cuore, ogni nome
è là dove dovrebbe essere,
dove dovrebbe esistere.
Ed esiste
e sussurra
"Rimani".