Sipario

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Non più il legno
pregno di vita, pianto e sudore
ci farà da sentiero.
Anch'io gli appartenni come a null'altro
e vago a cuor svestito e cerco
la posta ch'era in gioco e mai raccolsi.

Non più cederemo
corpo e voce in affitto,
spiriti prostituiti
a diletto e commozione
pur si tennero immacolati
da peccato e sozzura.

Non più parole
sospese a mezz'aria
sgraneremo a memoria
appiccicate ai gesti
di chi si donò attento e tese
l'orecchio ad applausi e sospiri.

Di polvere il proscenio
muto s'addormenta,
un colpo di tosse l'obolo affranto
a chi rende al silenzio i sorrisi
deformi.
Ora è buio.
Ora dormi.

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