Cadenza: Be alright

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Era passato tantissimo tempo da quando si erano osservati così intensamente, ma quel 3 agosto 1782 era stato subito tutto diverso.

Uno davanti all'altro, Salieri non aveva il coraggio di alzare lo sguardo, eppure quel gesto era stato naturale quando aveva sentito quella figura minuta respirare forte. Era stato solo allora che aveva visto i grandi occhi marroni di Mozart, ora tristi e gonfi di lacrime, nascondere il segreto di un mondo intero. Vederlo così lo aveva colpito dentro, lo aveva lacerato e spinto ad avvicinarsi per dargli il conforto che il più giovane gli aveva donato tutte quelle notti in cui i suoi demoni erano usciti e avevano tentato di ucciderlo per l'ennesima volta.

Però era tutto finito, Antonio ne aveva avuto la certezza quando Wolfgang aveva ritratto la gelida mano dalla sua più calda; per la prima volta in anni di conoscenza, di rapporto celato, il salisburghese aveva rifiutato il suo affetto, come aveva fatto troppe volte all'inizio anche lui, e si era allontanato senza guardarlo.

-Ho fatto uno stupido errore - Mozart tremava come se un vento gelido gli fosse entrato nelle ossa

-Antonio - anche con la voce rotta, il suono del suo nome sulle sue labbra era perfetto - Ho sbagliato tutto... ho rovinato tutto - continuò tra le lacrime, che lentamente stavano lasciando grossi solchi sul suo viso sempre felice.

Salieri era sbiancato tutto d'un tratto, aveva provato la paura vera. Nonostante ciò, si era spinto verso di lui e gli aveva preso tra le grandi mani il viso: coincidevano perfettamente, erano un perfetto puzzle dimenticato.

- Wolfgang... - le lacrime minacciavano di scendere in una cascata scura, sbiadendo quel viso pallido. Sapeva perfettamente di cosa stesse parlando il minore, l'indomani il suo amante proibito si sarebbe sposato e lui lo avrebbe perso per sempre, ma l'italiano non voleva ammetterlo neanche a sé stesso, sperava ancora che ci fosse una possibilità per loro due, anche se il peso delle parole del minore gli faceva capire che quella speranza era solo nella sua testa.

- Ma io ti amo ancora! - aveva gridato Mozart tra le incontrollabili lacrime.

Nessuno dei due voleva più trattenersi in quella sofferenza inutile: Antonio si era fiondato avidamente sulle labbra dell'uomo davanti a lui, le aveva prese tra le sue, lasciate, rincatenate, morse e ne aveva disegnato delicatamente il contorno con la lingua, sentendolo tremare sotto il suo tocco. Mozart si stringeva sempre più forte a lui, si aggrappava alla sua fine giacca di raso nero come se avesse paura di annegare nel suo stesso oceano di lacrime e Antonio fosse la sua ancora di salvezza in quel mare oscuro.

- Anch'io ti amo, Wolfgang- sospirò l'italiano tra un bacio e l'altro- ma non possia...- l'austriaco lo interruppe con un bacio lungi dall'essere casto. Le lingue danzavano da una bocca all'altra, le strette si facevano sempre più disperate.

- Ancora stanotte- propose Mozart guardandolo dritto negli occhi.

Antonio, senza neanche pensarci, lo sollevò con tutta la forza che aveva in corpo, mentre l'altro posizionava le sue gambe intorno al busto del maggiore per non perdere la presa su quel corpo per lui così perfetto. Continuavano a baciarsi con foga, desiderio, bisogno, stringendosi con una forza tale da rimettere insieme tutti i pezzi delle loro anime spaccate.

Salirono le scale senza difficoltà e Salieri, con un calcio, spalancò la porta della sua camera, posando poi Mozart sul letto e sovrastandolo con il suo corpo.

Lentamente i baci avevano perso velocità e avevano cominciato a spostarsi sul collo, sul petto appena scoperto, su ogni centimetro di pelle lasciato libero, marchiando a fuoco ogni angolo.

Le mani vagavano per la schiena, avide come non mai. Presto le camicie erano scomparse e, attimo dopo attimo, anche tutti gli altri indumenti, lasciando spazio ai sospiri sommessi e al calore di due corpi uniti finalmente in una melodia eterea. Se solo quella notte non fosse finita mai, se solo avessero potuto vivere per sempre in quel letto, loro due, soli e svestiti da qualunque obbligo.

Ma la mattina arrivò, trovandoli ancora fusi in un abbraccio infinito, insieme sotto le coperte, che sancivano un legame più importante di quello che si sarebbe celebrato da lì a poche ore.

Wolfgang si era svegliato, disturbato dalla leggera luce del sole che faceva capolino dalla finestra lasciata aperta nella giornata estiva, e si era girato verso l'uomo al suo fianco. Era bellissimo, le sottili ciocche scure che ricadevano sugli occhi ancora chiusi, il respiro regolare e il viso ancora leggermente arrossato. Il salisburghese si alzò in fretta, doveva lasciare quella stanza prima che fosse tardi per qualunque cosa sensata. Si rivestì, guardò per un'ultima volta la persona che più aveva amato nella sua vita, maledicendo sé stesso per tutto il male che gli stava facendo, e si allontanò, lasciando il suo profumo di rosmarino per tutta la stanza.

Antonio si svegliò nudo nel calore estivo, e si trovò subito solo, con il profumo di rosmarino della persona che più aveva amato addosso e nell'aria l'odore del suo benamato caffè italiano. Pianse, pianse come non aveva mai fatto in vita sua e si sentì svuotato da ogni significato, da ogni forza, tanto che rimase tutto il giorno in quel letto ancora umido, sapendo che il suo amante proibito aveva trovato un posto tra altre due braccia.

Passarono le ore e con loro la sensazione di tradimento, sostituita da un'indifferenza tale che non gli aveva neanche fatto sentire i colpi duri alla porta di legno e i passi svelti e lievi sul pavimento di marmo.

Poi due braccia intorno a lui e delle parole sussurrate all'orecchio: -Costanze ha capito la situazione guardandomi solo negli occhi. Ci siamo dovuti sposare per forza, per evitare uno scandalo nella corte. Quella donna mi ama veramente tanto, ed è per questo che mi ha sollevato da ogni obbligo con lei, se non sembrare una coppia felice nelle uscite ufficiali. Ma nel privato...- Mozart aveva girato il viso stravolto dell'italiano verso il suo-...possiamo essere qualunque cosa.

Fu così che anche quella notte le lucciole furono testimoni del loro amore.




Hey! Siamo arrivati alla fine di questo tour d force della depressione e per questo ho deciso di farvi una sorpresina con una storia What if  Salieri avesse fatto un meno il duro e avesse deciso di darla vita a quel piccolo (rompipalle) di Mozart.

Fatemi sapere cosa ne pensate dei commenti!

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