• Prologo •

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Tanti anni orsono, le sirene e gli umani convivevano in pace, questo più che altro perchè gli ultimi erano convinti che le prime fossero delle sottospecie di divinità. Per questo motivo, le due razze non interagivano troppo tra di loro, fino a quando un re umano s'invaghì di una sirena dai lunghi capelli rosa. Tuttavia, per sfortuna del giovane re, la donna era già promessa ad un tritone. Il nome della sirena era Hikari Kei, all'epoca una semplice sirena quindicenne, mentre quello del re era Gorou Kitamura, un uomo tra i trentacinque ed i quarant'anni. Gorou, quando la famiglia della sirena rifiutò il matrimonio, prese la cosa davvero sul personale, dichiarando, dopo qualche giorno, guerra al popolo delle sirene. Naturalmente, mentì sulla causa del conflitto, utilizzando il 'volere degli dei' come scusa. Passò circa un anno e gli umani ebbero la meglio grazie a strategie geniali. Le sirene sopravvissute decisero di nascondersi negli abissi, facendo credere agli umani di averle sterminate. In particolare, un gruppo formato da una cinquantina di sirene e tritoni, si stanziò nella Fossa delle Marianne, guidato da quattro giovani reali. I loro nomi erano Hideo Suzuki, Haru Chie, Hikari Kei ed Akihiro Ayashi, tutti appartenenti a specie diverse, che all'epoca non avevano ancora un nome. I quattro, nonostante fossero tra i sedici ed i diciott'anni, vennero riconosciuti come governatori e fondatori della Colonia delle Marianne. Gli anni passarono e la piccola città divenne sempre più grande. Le sirene ed i tritoni vivevano allegramente, non essendo infastiditi dagli umani. Tuttavia, al palazzo di Hideo, Haru, Hikari ed Akihiro, la tensione si poteva tagliare con un coltello. Questo perchè i litigi tra i due tritoni erano davvero frequenti, essendo l'uno l'opposto dell'altro. Hideo era molto popolare, allegro, solare ed, in particolare, amato dal popolo. Akihiro, dal canto suo, era introverso, solitario, inquietante e, secondo il popolo, spietato. Era, insomma, la pecora nera del gruppo, nonostante Hikari cercasse sempre di aiutarlo. Quella donna era l'unica che riuscisse a capirlo davvero ed Akihiro faceva sempre affidamento su di lei. Però, quando i due avevano trentasei e trentasette anni, Hikari venne a mancare prematuramente, uccisa da uno squalo. Inutile dire che il mondo di Akihiro crollò, prese ad isolarsi sempre di più, finendo per chiudersi nella sua piccola biblioteca ventidue ore su ventiquattro. Venne eretta una statua in onore di Hikari, dato che era morta per proteggere una piccola sirena e suo nonno. Sempre in sua memoria, alla sua specie venne dato un nome derivato dal suo: nacque, così, la razza degli Hikei. Lo stesso successe diversi anni dopo con Hideo, che diede il nome alla razza degli Hizuki, ed Haru, che lo diede a quella degli Hachi. Solamente la razza di Akihiro non aveva un nome e, per convenienza, le venne dato quello di Akayashi. Molti criticarono quella scelta, ritenendo che Akihiro non meritasse un onore del genere. Hideo ed Hachi, infatti, avevano fatto molto per il loro popolo, impegnandosi ogni singolo giorno per assicurare una vita tranquilla al loro popolo. Akihiro, invece, continuò ad isolarsi, esercitandosi nelle sue arti maghiche. Passarono gli anni ed i tre regnanti presero ad invecchiare, fino a quando il figlio di Haru ed Hideo non divenne re. Il tritone morì di vecchiaia dopo pochi mesi, mentre l'ora della moglie arrivò dopo un paio d'anni. Akihiro era stato quasi dimenticato, con lui c'era solo sua figlia, la quale lo abbandonò in seguito al suo matrimonio con un ricco principe asiatico. Rimasto solo, Akihiro prese a coltivare un grandissimo odio verso ciascun essere vivente.
Verso gli esseri umani, che con una stupida guerra gli avevano portato via la sua famiglia.
Verso gli animali, che gli avevano portato via sua moglie.
Verso il popolo, che si era dimenticato di lui, lasciandolo a marcire in un'angusta stanzina.
Verso sua figlia, che l'aveva abbandonato non appena ne aveva avuto la possibilità.
E perfino verso sua moglie, che se n'era andata troppo presto per salvare degli stupidi ingrati.

Una leggenda narra che, in punto di morte, Akihiro abbia lanciato una maledizione sulla città. Sembrava, infatti, essere capace di lanciare sortilegi, abilità peculiare di una razza estintasi all'epoca della guerra. Ancora oggi alcune sirene e tritoni temono di subire la tremenda punizione del re Akihiro, anche se tutto si tratta di un semplice racconto inventato per noia....no?


Eccomi, dopo anni, con il prologo ùwú
L'ho dovuto riscrivere da zero per un piccolo problema che ho avuto con Wattpad, ma questa versione mi piace molto di più, quindi sono comunque soddisfatta~
Questi personaggi immaginateli come volete, dato che non verranno più nominati della storia, essendo morti e stramorti (La guerra è stata combattuta verso la fine del 1600 ed Akihiro è morto verso il 1714 e si, una di queste due date sarà molto importante per la storia~)
Ok, non ho altro da dire....ci si legge tra qualche giorno! ^^

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