♧ Capitolo 30 ♧

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“Martine… e Jamie...”
La ragazza annuì, rivolgendo alla creatura un gran sorriso, mentre Jamie era ancora piuttosto inquietato da quello strano essere. Aveva smesso di muoversi, ma sembrava quasi li seguisse con lo sguardo. Con i suoi grandi, inespressivi e vuoti occhi neri? Almeno al ragazzo, pareva di sì. Sentiva gli occhi della creatura posati su di loro, ma Martine non sembrava affatto disturbata. Si era avvicinata ancora di più a quella cosa, incurante del possibile pericolo.
“Sì, esatto!”
Aveva esclamato l’healer, felice, arrivando quasi a toccare la ‘cella’ in cui era rinchiuso lo strano essere.
“Martine...”
Mormorò Jamie, avvicinandosi all’amica, che però lo ignorò del tutto.
“Non aver paura… Jamie. Non sono io la cattiva qui...” Parlò ancora una volta la creatura, ed il creator aggrottò le sopracciglia. Come poteva pretendere di ispirare fiducia, quella lì?! “Sono stati gli umani… a rinchiudervi qui… e a farmi questo… dovresti temere loro...”
Continuò, per poi rimanere in silenzio, osservando i due. Martine annuì, guardandosi attorno.
“Lo immaginavo… quindi, tu...”
La ragazza sussurrò, lasciando la frase in sospeso, mentre Jamie trattenne il respiro. Nonostante tutto, aveva ancora paura che quella creatura potesse arrabbiarsi per delle parole sbagliate od un loro movimento brusco… quindi preferiva non rilassarsi troppo.
“Anch’io ero come voi… anche se non ricordo nulla di quei momenti, quindi non ne sono certa. Potrei confondere i ricordi delle vege-people dentro di me… con i miei...” La voce dell’essere parve quasi spezzarsi, e Martine appoggiò la mano sul vetro della teca cilindrica, che risultò al tatto incredibilmente fredda. Sembrava anche vibrare appena, ma la ragazza si fermò semplicemente ad osservare la creatura, mentre Jamie guardava l’healer, perplesso ed ancora un po’ spaventato. Martine fece per dire qualcosa, ma un sussulto la bloccò “... dovete andarvene...”
Mormorò all’improvviso la creatura, e l’healer allontanò lentamente la mano dalla ‘teca’, inclinando la testa. Jamie la prese subito per un polso, tirandola un po’ a sè.
“Sì, ha ragione, dovremmo proprio andare-”
Il ragazzino aveva subito colto la palla al balzo, cercando di scappare da quell’inquietante stanza, ma Martine non sembrava affatto intenzionata ad andarsene.
“Eh? Di già? E perchè?”
Domandò, allontanandosi leggermente per poter guardare meglio la creatura, quando un rumore attirò la sua attenzione. Le due vege-people si voltarono verso la porta della peculiare stanza, che parve iniziare ad aprirsi. I ragazzi si scambiarono uno sguardo, quando sentirono uno scoppio alle proprie spalle.

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“Non mi servono più, portateli pure nella cella comune...”
Drew gesticolò, togliendosi i guanti macchiati di sangue verde. Camille l’osservava con un occhio socchiuso, ancora intontita per via del narcotico che le era stato iniettato. Sentiva un dolore non indifferente all’altezza del proprio Fiore e, mentre riacquistava conoscenza, intuì che l’uomo doveva aver fatto qualcosa all’organo. Era ancora troppo stanca e debole, provò ad alzarsi dalla sedia su cui era stata sistemata ma non riuscì a fare nemmeno quello, nonostante le cinghie in pelle che l’avevano tenuta ferma fossero state allentate. Uno scienziato le si avvicinò, osservandola per un attimo per poi voltarsi verso il proprio superiore.
“Sembra essere ancora mezza addormentata...”
Commentò, e Drew guardò la magical con aria di sufficienza, stringendosi nelle spalle.
“D’accordo, allora aspettate ancora qualche minuto”
Rispose, gettando i propri guanti e lavandosi comunque le mani. Intanto, nella stanza accanto erano stati portati Leper, Lèna e Vadim, che si erano già svegliati del tutto. A sorvegliarli c’erano un paio di scienziati, nonostante le vege-people fossero stanche e chiuse in una piccola cella, in attesa di essere nuovamente trasferite. Leper era il più lucido e teneva sotto controllo le guardie, mentre Lèna si preoccupava di controllare Vadim, ancora un po’ stordito nonostante il ragazzo sostenesse di stare bene.
“Vadim, resta seduto...”
Gli aveva detto lei, ma l’healer voleva rimanere in piedi.
“Questa cella sarà sicuramente lurida… col cavolo-”
Fu la risposta del più alto, che si stava sostenendo con un braccio ad una parete. La creator lo guardava incerta e con un leggero broncio sul volto, ma rimase in silenzio, incrociando le braccia al petto: non c’era comunque molto che potesse fare. Certo, se avesse potuto le sarebbe piaciuto far saltare in aria tutte quelle tremende gabbie: non le sopportava proprio più! Dopo qualche minuto, anche Camille venne portata in quella stanza, ed i due scienziati di guarda si avvicinarono alla piccola cella.
“Ew, non toccarmi…-”
Si lamentò Vadim quando uno dei due fece per prendergli il braccio, mentre Leper scosse la testa e l’healer rabbrividì: chissà cosa gli avevano fatto mentre era incosciente…! Si sentiva decisamente sporco ed era anche un po’ deluso: le chiazze di sangue sul colletto della camicia non erano passate inosservate, quindi significava che si erano finalmente divertiti un po’ proprio quando non aveva sentito nulla! Sbuffò irritato, cercando di distrarsi e preoccuparsi di altro… come ad esempio il destino che lo aspettava. Dove l’avrebbero portato adesso? Sperava fosse in un luogo dotato di doccia, almeno. Quando gli scienziati ammanettarono Leper e Lèna, l’healer sospettò che li volessero portare nell’ennesima cella… però forse li avrebbero lasciati finalmente in pace. Leper fece lo stesso pensiero, sperando di tornare insieme agli altri in modo da assicurarsi che stessero tutti bene.

La porta della cella si aprì, e Margot fu la prima al alzare il capo, incontrando subito gli occhi verdi di Leper. Entrambi s’illuminarono in volto, scambiandosi uno sguardo sollevato. Rosie sorrise alle altre vege-people, ed Ambre fece lo stesso, anche se le loro condizioni non erano delle migliori. Infatti, Jules aggrottò subito le sopracciglia e quando gli scienziati si allontanarono fu il primo ad avvicinarsi ai quattro.
“Che vi hanno fatto? Siete feriti?”
Domandò, seguito subito da Margot. Leper, vedendo che stavano tutti bene, abbozzò un sorrisetto, scuotendo la testa.
“Non proprio… hanno condotto qualche esperimento su di noi, un po’ come quelli al Laurier Rose”
Spiegò velocemente il magical, mentre Lèna e Vadim annuirono, con il secondo che pareva piuttosto contrariato. Camille, intanto, si era andata a sedere su una brandina: avevano iniziato a farle male sia la testa che il fiore ed Ambre le si era avvicinata insieme a Flora e Rosie.
“Non è nulla di che…-”
Mormorò la quattr’occhi, mentre le altre la guardarono piuttosto preoccupate.
“Ne sei sicura? Non dovremmo… chiamare qualcuno, magari?”
Propose Rosie, ed alla sua proposta Flora storse un po’ il naso. Chiedere aiuto a quelli scienziati… come se gli fosse importato della loro salute!
“Non ce n’è bisogno, credimi..”
Sospirò la magical dal fiore blu, mentre Hai-kuì e Pierre osservavano da lontano. Florence stava facendo lo stesso dal proprio angolino. Credeva che non avrebbe mai più rivisto Leper, Lèna, Vadim e quell’altra ragazza, di cui le sfuggiva il nome, e invece eccoli lì. Intatti, forse un po’ doloranti, ma nel complesso vivi. Forse, un po’ di speranza c’era ancora. O forse, sarebbero appassiti lì dentro. Certo, la presenza di Pierre e gli altri era un buon segno… ma chi le garantiva che quegli umani non li avrebbero uccisi o catturati tutti? Senza i loro poteri non potevano fare nulla e lei era tra le vege people più a rischio, non avendo nemmeno un potere od un arma con cui difendersi, essendo una semplice healer. Con un sospiro, abbassò il capo e rimase in silenzio, rivolgendo uno sguardo di sfuggita a Lèna.

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“Mi raccomando, non possiamo farci scoprire, altrimenti sarebbe la fine”
La squadra di Étienne si stava preparando ad entrare in azione, anche se la formazione aveva subito qualche leggero cambiamento. Ad infiltrarsi sarebbero stati solo Étienne, Cyril e Thomas per fare una semplice recognizione, travestiti da scienziati. I travestimenti erano stati già preparati da Madeline nel caso fossero stati necessari, insieme a dei cerotti ‘copri Fiore Vitale’ ultimati da Bete e Rupert per l’occasione. Ce n’erano di diverse grandezze e colori in modo da potersi adattare al meglio a qualsiasi carnagione e quindi confondersi con la pelle della vege-people interessata senza problemi. Andava applicato direttamente sul Fiore che veniva poi ‘appiattito’ dal cerotto, che però lo lasciava comunque respirare.
“Wow, è davvero comodo...”
Aveva commentato Étienne dopo aver indossato il cerotto e Cyril, nonostante fosse un po’ scettico, si vide costretto a concordare col ragazzo. Thomas si posizionò tra i due, scuro in volto. Non gli piaceva dover giocare di nuovo a fare lo scienziato cattivo… ma se tutto fosse andato bene, quella sarebbe stata la sua ultima recita.

🌼»𝔽𝕝𝕒𝕞𝕖'𝕤 ℂ𝕠𝕣𝕟𝕖𝕣«🌼
Ciau I'm back :DDD
Ho preparato una scaletta per aggiornare e già la stavo sMinChIanDo che ieri avrei dovuto aggiornare e tipo OpS-
Also buona notizia: da mercoledì inizierò ad aggiornare anche le altre storie! uvu~
In questi due giorni cercherò di portarmi avanti con tutti i capitoli e magari intanto vedo di sistemare e scrivere delle coSuCcE per la nuova storia ihihih 👀
Poi se dal 17 (?) in poi muoio è perché matematica mi ha messo il debito e mi sono ammazzata 😙✌ detto questo, vI sAlUtO ✨✨

🌼»𝔽𝕝𝕒𝕞𝕖«🌼

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