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Avvertendo il lievissimo rumore dello scattare di una serratura provenire dalla porta, compresi nell'immediato chi avesse deciso, seppur inconsapevolmente, di interrompere il dialogo tra me e Sebastian.

Il minuto profilo di mia madre si affacciΓ² sull'uscio, poi lei stessa entrΓ², trascinando distrattamente per il braccio un Tom piuttosto tranquillo, dietro di sΓ©.

Appena la tiranna del particolare duo si voltΓ² verso la nostra direzione, individuandoci attraverso la porta della cucina, che avevamo lasciato spalancata, arricciΓ² le labbra in un sorriso consapevole.

Β«Oh!Β» borbottΓ² pacatamente, mettendo piede all'interno della stanza dalle pareti giallognole, il suo sguardo cadde sul piatto vuoto ancora sporco, abbandonato sul tavolo Β«Almeno Rose ricorda ancora le buone maniere e non ti lascia morire di fame, SebastianΒ» schioccΓ², lanciandomi un'occhiata furba.

Β«La tua dolcezza colpisce come al solito, mammaΒ» sbuffai, rigirando una ciocca rossa fra le dita Β«ma sappi che sono molto educata con SebastianΒ» avvertii un lieve calore affluire alle guance, sotto lo sguardo del ragazzo, ma non smisi di osservare mia madre con la dovuta convinzione.

Lei sorrise, arricciando le labbra vermiglie Β«Non stento a crederloΒ» ribattΓ© delicatamente, a quel punto Tom inarcΓ² un sopracciglio castano, schiarendosi la voce.

I suoi occhi ambrati si posarono sulla figura di mia madre, come sempre liquidi di gentilezza Β«Non per rischiare di mettere il dito fra madre e figliaΒ» scherzΓ², in un curvare di labbra Β«Ma Kate, non volevi parlare con loro di qualcosa?Β».

Le pupille della donna si sgranarono, si morse le labbra «Sì, hai ragione» realizzò, infine, soffiando via dal viso una ciocca di capelli castani «Ha a che fare con la Virginia».

Avvertii i nervi guizzare sotto la pelle, Sebastian, al mio fianco, la fissΓ² fra ciuffi corvini e lunghe ciglia. Mi chiesi quali pensieri celassero quelle ermetiche sfere di spuma.

Β«Qualcosa non va?Β» chiesi, perplessa, sfiorando con le dita i miei sottili fili di rame Β«La casa non Γ¨ piΓΉ disponibile o qualcosa del genere?Β».

Sarebbe stata una soluzione troppo semplice, mi avrebbe tolta d'impaccio con una sola frase, eliminando il desiderio e la tentazione in un frullare di ciglia.

Il problema era che covavo nel cuore la volontΓ  di fuggire via e ciΓ² lasciava sulla mia lingua un sapore agrodolce, di abbandono di responsabilitΓ  e allontanamento da amici importanti.

Mia madre si inumidì le labbra «No, affatto» affermò rapidamemte, sorpresa dalla mia negatività «Volevo solo farvi sapere che vi accompagneremo io e Tom in macchina, la mattina direttamente successiva all'ultimo giorno di scuola».

In un breve mormorio borbottai il mio assenso, frammenti di speranze spezzati fra dita bianche e occhi salmastri colmi di preoccupazione.

Β«Ma che vi succede?Β» DomandΓ² esitante mia madre, probabilmente prendendo atto del poco entusiasmo che aleggiava nella stanza Β«E' successo qualcosa?Β».

Feci per boccheggiare qualcosa, ma non uscì neanche il più flebile sussurro. Sebastian, invece, aprì la bocca in un sorriso agrodolce, denti perlacei fra labbra rosee.

«E' per il telegiornale, Zia Kate» fornì rapidamente, con un cenno del capo ed espressione gentile «Ovvio che tu non l'abbia visto, dato che eri a lavoro».

Lei assottigliΓ² gli occhi, posando sul parquet una busta della spesa di sottile plastica bianca, frugΓ² nella tasca dei jeans di stoffa, estraendone il cellulare. Premette con bianchi polpastrelli sui tasti, la fronte corrugata, probabilmente scavando fra le ultime notizie.

Compresi immediatamente il momento in cui visualizzΓ² sotto i suoi occhi probabilmente la stessa immagine dell'accaduto. La sua mano pallida vibrΓ², contraendosi, attorno all'apparecchio elettronico. Le sue labbra rosee, lucide di cosmetico, si schiusero in un lieve verso di sorpresa.

Tom si affacciΓ² sopra la spalla di lei Β«Ecco perchΓ© il supermercato era semivutoΒ» considerΓ² con occhi contriti e battere di ciglia, un'espressione turbata sul volto, guardandomi Β«Poveri ragazzi. Sembra un crimine efferato, non li conoscevate, vero?Β».

Avvertii il respiro di Sebastian arricciarsi nell'aria e compresi che non gradiva molto trattare di quell'argomento Β«NoΒ» borbottai, scuotendo la testa in uno svolazzare di riccioli rossi Β«Ma Γ¨ veramente tristeΒ».

L'uomo annuì, convenendo. Strappò con una stretta gentile il cellulare dalle mani di mia madre, che era rimasta ferma, le pupille che guizzavano sullo schermo frenetiche, quasi furiosamente.

I suoi occhi verdi, solitamente intrecciati di gioia, erano vacui e mi chiesi se anche lei stesse immaginando le persone a cui teneva, forse la sua stessa figlia, in quel parcheggio, in ombre perpetue, squarci di sangue, pelle gessata, lacrime e urla. Mani aggrappate a sportelli e appigli, alla ricerca di speranza di vita, sporche di vermiglio.

Distolta l'attenzione, non si preoccupΓ² di recuperare il cellulare, fra le mani callose di Tom. Piuttosto sembrava favorire la lontananza da esso. SoffiΓ² un respiro nell'aria a spalle basse e sorrise in quella che risultΓ² una smorfia.

Β«Mangi con noi?Β» chiese a Sebastian, scacciando via i pensieri in un movimento del capo, spostΓ² un ciuffo dietro l'orecchio.

Il ragazzo, con un ricciolo di labbra e una scrollata di spalle rigide, occhi argentei liquidi, annuì debolmente, chiaramente non desiderando turbarla maggiormente.

Lei espirΓ², arricciando ansia nell'aria. La vidi tastare nuovamente la tasca e compresi che era un gesto automatico, alla ricerca del suo vecchio pacchetto di sigarette Dunhill. Era insolito solamente poichΓ©, quando io avevo compiuto undici anni, lei aveva smesso di fumare, con solamente una ricaduta alla morte dei genitori di Sebastian che era avvenuta in un frangente giΓ  delicato, contemporaneo alla lenta dipartita di mia nonna.

«Perfetto!» Esclamò poi, battendo le mani ansiosanente e fuggì verso i fornelli, quasi inciampando nella gamba di una sedia, sottili fili castani a incorniciare guance pallide.

I miei occhi azzurrini si proiettarono su Tom che stava spostando il peso da un piede all'altro, passando una mano sulla rada barba brizzolata, ciuffi castani sulla fronte e iridi preoccupate.

Probabilmente comprendendo il mare di interrogativi a fior di labbra che sia io che Sebastian potevamo consevare, ci fece cenno di spostarci in salone, con una contrazione di dita e di bocca.

Lo seguimmo silenziosamente e, una volta fuori dalla stanza con le pareti gialle, in sottofondo lo sfrigolio di padelle e il tintinnio di piatti da lavare soffuso, lui sospirΓ².

Β«Ieri hai saputo che andavamo allo stesso liceo, no?Β» mi interrogΓ² retoricamente e io annuii, mentre Sebastian inarcava un sopracciglio scuro, le braccia incrociate sul petto Β«Bene, mia condotta poco lodevole a parte...Β» passΓ² dita ansiose fra capelli mossi Β«Ci fu un incidente durante l'ultimo anno, se incidente lo vogliamo definireΒ».

Storsi la bocca, con la mente in subbuglio e l'ansia avviluppata nel petto, soffiando sospiri carichi di silenziosa preghiera e studiando, con la coda dell'occhio, il volto stoico di Sebastian.

Lo schiocco della mascella stretta, la contrazione dei suoi muscoli e la furia cieca negli occhi, squarci di luna. Le ciglia obbreggiavano gli zigomi e le sue pupille erano sgranate, selvagge.

Β«Io potrei averne approfittato per spingere Kate verso di me, azione non molto positivaΒ» i suoi denti bianchi affondarono nelle labbra screpolate, l'imbarazzo a renderlo goffo Β«Fare cose come fumare, solo la mia marca preferita di sigaretteΒ».

Respinsi quella nuova consapevolezza, poichΓ© pareva che, nonostante la retta via che mia madre adorava perseguire con innocenti iridi di prato e rugiada, quel vizio, o forse quell'affetto, fossero rimasti intrecciati alla sua anima. Il che era intrigante, ma non fondamentale in quel momento. Un'informazione da ingerire e masticare, tritare tra i denti e conservare per periodi piΓΉ quieti.

Osservai Tom con occhi verdi-azzurri carichi di curiositΓ  malcelata e sollecitazione convinta Β«Una sua amica Γ¨ mortaΒ» lo disse torvo, ma con il rimpianto negli occhi, la chiarezza che a quel tempo per lui l'idea non era stata marcata o importante Β«Da quello che ho letto ora, nello stesso modo di quei ragazzi. L'assassino non Γ¨ stato mai presoΒ».

Schiusi le labbra, pronta per biascicare qualche incoerenza, ma la voce di mia madre squarciΓ² l'aria attutita, sotto lo scrosciare dell'acqua del rubinetto.

Β«Tom!Β» urlΓ² dalla cucina, la tonalitΓ  piΓΉ tranquilla Β«Portami la busta che ho lasciato per terraΒ» con un'ultima occhiata ai nostri volti perplessi, l'uomo fece come gli era stato detto. Un lento battito di ciglia ed era scivolato via.

Mi voltai verso Sebastian, le dita strette attorno all'orlo della mia maglietta bianca. Aveva le labbra piegate e canini fin troppo lunghi rischiavano di affacciarsi, in un leggero gorglio, gli colpii delicatemente il braccio.

Lui mi fissΓ² intensamente, avviluppando sospiri nel petto. RespirΓ² pesantemente, con un passo indietro e l'aria dolorante, calmando la bestia in catene sotto la sua pelle bianca, ombre negli occhi.

Non avevo idea di cosa avrei dovuto fare con quell'informazione del passato che schioccava domande come colpi di frusta su pelle esposta.

Passai le dita sulle tempie, con il preludio di un mal di testa, brividi sotto la pelle e capelli che solleticavano il collo, sudore freddo sulla fronte.

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