𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝒱𝐼𝐼 - 𝒾𝓃𝓈𝓅𝒾𝑒𝑔𝒶𝒷𝒾𝓁𝑒

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E negli occhi tuoi scintilla
La luce delle stelle

Francesco Renga

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«Ester?!» La sua è una domanda mista ad affermazione. In volto si palesa tutta la sorpresa nel trovarmi qui.

«Vi conoscete?» Interviene subito mia sorella.
«Piacere, Naomi. La sorella» aggiunge porgendo la mano al ragazzo.

«Emanuele, piacere mio.»

«Che ci fai tu qui?» Domando quasi scocciata nonostante non ho un reale motivo per esserlo.

«L'accompagnatore; il mio migliore amico é uno scrittore come te.»

«Io non...» prima che io possa concludere la frase mia sorella Naomi interviene in mio soccorso.

«Lei è un'autrice sotto copertura, non divulgare troppo l'informazione.» La vena simpatica di mia sorella riesce sempre a smorzare le situazioni. Emanuele sembra apprezzare.

«Terrò il segreto. E comunque mi è piaciuta la tua storia, scrivi molto bene.» Sta volta torna a guardare nella mia direzione e mi concede un sorriso caldo.

La cosa mi imbarazza più del dovuto.

«Grazie» mi limito a dire, iniziando a distruggermi le pellicine con le unghie.

«Oh guarda, c'è il ragazzo che cercavamo» mia sorella indica alle mia spalle la figura di colui che mi ha scelta tra tanti, e subito mi volto per trovarlo tra la folla.

Viene verso di noi non appena incrocia il mio sguardo.

«Eccola, la stavo cercando» esordisce non appena la distanza diminuisce.

«Eccomi, mi ha trovata» lo incalzo, tentando con tutta me stessa di nascondere l'ansia che dentro mi divora.

«Questo è il mio numero, mi piacerebbe scambiare due chiacchiere con più calma e in un contesto più riservato» l'uomo mi porge un bigliettino da visita professionale, su cui sopra c'è stampato il nome di una casa editrice. «Mi contatti lunedì prossimo intorno alle 12:30, così ci mettiamo d'accordo sul dove e quando. Le va bene?»

Rimango paralizzata. Non riesco a connettere e realizzare quanto sta succedendo. Se questo è un sogno voglio svegliarmi al più presto. Comincio persino a pizzicarmi involontariamente il braccio per testare se ciò che le mie orecchie odono e i miei occhi vedono è reale o meno.

Il dolore lo sento, perciò dovrei essere sveglia.

«Va benissimo, mia sorella è molto emozionata ma è onorata della sua proposta.»

Ed eccola lì, ancora una volta mia sorella che mi salva.

«L'onore sarà nostro; in questi giorni si prepari altri scritti, se ne ha, così da visionarli insieme al nostro incontro. Intanto vi auguro buon proseguimento, a presto» porge la sua mano verso di me e io la stringo.

«Grazie» é tutto ciò che riesco a dire.

Non appena l'uomo si allontana da noi io torno finalmente a respirare e mi volto subito verso Naomi.
«Non riesco a crederci» le confesso.

«Inizia a farlo allora, perché è tutto vero.»

«Sono molto felice per te, Ester» la voce di Emanuele giunge dalla mia destra e mi ricorda che in quella conversazione non siamo in due.

«Grazie» commento sbrigativa.

«Non mi avete ancora detto come vi siete conosciuti però» interroga mia sorella. «Non ho mai sentito parlare di te» aggiunge incuriosita.

«Ci siamo presentati sta mattina, al solito bar in cui faccio colazione prima di andare dalla dottoressa Pepe. Lui lavora lì» rispondo, senza divulgare troppo.

In questo momento di tutto mi importa meno che di questo sconosciuto.

«Ho sempre detto che questi incontri con là Pepe prima o poi sarebbero serviti a qualcosa» dice Naomi alludendo a sa solo lei cosa.

Emanuele si limita a sorriderle in maniera neutra e cordiale, senza reagire all' insinuazione fatta da mia sorella.

Contemporaneamente, alle sue spalle giunge una quarta persona: un ragazzo alto, dai capelli color miele lunghi fino alle spalle, la carnagione chiara e gli occhi ambrati.

«Ho finito qui, ce ne andiamo?» Il ragazzo interviene nella conversazione senza prestare la minima attenzione a me e Naomi. Si limita a rivolgersi a Emanuele, che dal suo canto pare dispiaciuto.

«Davide... loro sono Ester e sua sorella Naomi» poi aggiunge «Ester, Naomi... lui è Davide.»

Mia sorella porge subito la mano al nuovo arrivato e si presenta, mentre io mi limito ad osservarlo. Ha gli occhi di un colore particolarissimo, non ne ho mai visti di simili: sono di un marrone tendente al giallo, con delle sfumature evidenti di verde al loro interno. Sono luce pura.

La cosa che più mi colpisce è la trasparenza delle sue emozioni; sono un libro aperto. Sono espressivi. Rimango subito folgorata da quell'incontro.
Tanto che rimango quasi delusa dal suo poco entusiasmo nel presentarsi a me e Naomi.

«Piacere» risponde con tono scocciato stringendomi la mano.

I suoi occhi non si poggiano nemmeno per sbaglio su di me. Sono sfuggenti, lontani. Per la prima volta in tutta la mia vita vorrei essere guardata, ma non succede. Ho sempre voluto passare inosservata prima di oggi, perché non ho mai desiderato l'attenzione di nessuno se non quella di mia madre. Ma ora, qui, davanti a questo ragazzo così criptico, desidero essere vista.

É inspiegabile.

«Credo che sia giunto il momento di salutarci. É stato un piacere incontrarti Ester, a presto» la voce calda di Emanuele risuona quasi lontana.

Io e mia sorella ci limitano a ricambiare il saluto e a guardare i due ragazzi dileguarsi tra la folla.
Dopodiché usciamo dalla biblioteca e respiriamo un po' di aria fresca. Nonostante siamo a metà ottobre le temperature sono ancora alte e stare all'aperto è piacevole. Così, poi, tra una chiacchiera e l'altra, facciamo ritorno a casa.

Per tutto il tragitto commentiamo l'evento, gli autori e le loro storie, l'opportunità inaspettata che mi si è presentata.

«É solo grazie a te» dico a mia sorella, mostrandole finalmente la mia reale gratitudine. Se non fosse per lei che mi ha convinta a venire oggi non sarebbe successo tutto questo.

«Io ti ho solo spronata a venire, ma la storia l'hai scritta tu. Il talento non è mio.»

Continuiamo a chiacchierare e, tra una cosa e l'altra, arriviamo a casa che sono le 19 inoltrate.
Prepariamo una cena veloce, ci aiutiamo a lavare i piatti e sistemare la sala, dopodiché Naomi si concede a un bagno caldo mentre io mi metto a letto.

Non appena resto sola, la prima cosa che faccio é prendere il telefono e salvare il numero di Antonio, così da avere già in rubrica il contatto e chiamarlo lunedì per organizzare il nostro incontro.
Subito dopo mi presto a una piccola ricerca su Google in merito alla casa editrice per cui lavora: la A&E Company.

É un'azienda nata nei primi anni 90 a Berlino. Ad oggi conta più di venti sedi in tutta Europa, di cui quattro sono solo in Italia. In fondo alla pagina trovo persino la sezione candidature per collaborare insieme a loro. Sarei tentata a provarci, ma mi limito a pensare che il mio futuro con l'azienda potrebbe essere destinato ad altro.

Mentre scorro la landing page del sito, però, una notifica balza al mio occhio: Instagram - D@vid_ ha chiesto di seguirti.

E subito mi viene in mente Davide, il migliore amico di Emanuele.

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Eccoci arrivati al settimo capitolo!

Ed ecco una new entry all'interno della storia.
Che ne pensate di Davide? E della reazione di Ester? Che ruolo avrà secondo voi nella trama? Fatemi sapere le vostre impressioni.
E, come sempre, se vi va lasciate una ⭐️

Grazie del vostro supporto.
Ci vediamo nel prossimo capitolo!

Baci ❤️

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