y a t o r i.

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//Hiyori\\

Stavo tornando a casa, stanca, dopo una lunga giornata di scuola. Il sole del Giappone brillava come sempre e mi portai una mano sulla fronte per guardare avanti senza farmi male agli occhi.

Ma non ci riuscivo e, puntualmente, il mio sguardo ricadeva sull'asfalto, senza neanche aver fatto caso alla figura dai capelli neri in tuta, seduto sotto un lampione vicino ad un cestino della spazzatura a ponderare.

<Ciao Yato!> lo chiamai cordiale, mascherando il fatto di non averlo notato subito.

Lui si girò di scatto dalla mia parte e sul suo viso comparve un sorriso a trentadue denti e corse ad abbracciarmi.

<HIYORI-CHAN!>

Io ricambiai l'abbraccio dolcemente, inspirando il suo dolce profumo.
Quanto amo suo profumo...

Quando si staccò sembrò avere uno sguardo strano, come se mi stesse nascondendo qualcosa.

Alzando il mio capo per guardarlo negli occhi, gli chiesi in tono severo: <Cosa stai nascondendo?>

Lui giochicchiò con le dita, mentre portava lo sguardo altrove, sapendo che se avesse continuato a tenere i suoi occhi azzurri fissi nei miei non avrebbe resistito e avrebbe chiesto immediatamente scusa, anche se credeva con certezza di stare nel giusto.

Mi mostrò euforico un gattino portafortuna, in plastica (o almeno per come mi sembrava), dai contorni degli occhi, dei lineamenti del muso e delle zampette dorati che facevano contrasto con il nero del pelo. Il gatto aveva la zampa alzata, un portafortuna molto comune in questo paese, e la campanella colorata con della vernice rosso scuro.

<Ho appena comprato questo gattino bellissimo!>

<Quanto costava?> chiesi un po' titubante, aspettandomi una cifra più o meno bassa, almeno per quella volta.
(Macché, quello con le cifre non ci sa proprio fare. Per lui diecimila yen sono semplici caramelle).

<Ehm... 33.280 yen... (circa 250 €)> mi rispose con un sorrisetto innocente, portando il gatto dietro la schiena, come se nascondendolo non mi sarei arrabbiata con lui.

Al contrario delle sue aspettative, a quel punto persi il controllo.

<HAI SPESO COSI' TANTO PER UN COSO CHE NON FUNZIONA E NON SERVE A NIENTE?! ASPETTA CHE LO VENGA A SAPERE YUKINE!>. 
Gridai, non curando del fatto che fossi in mezzo alla strada.
Ma poi, dove li aveva presi? Magari li avessi avuti io tutti quei soldi!

Lui si difese mettendo il suo solito broncio - che in un'altra occasione mi avrebbe fatta sghignazzare - e le braccia conserte.

<SÌ CHE FUNZIONA! E poi Yukine non lo saprà mai, se tu non gli dici niente...> anniccò uno sguardo complice, ma io lo fulminai.
<CERTO CHE GLIELO DIRÒ! TANTO LO VERREBBE  A SAPERE COMUNQUE!>

Yato mi guardò con degli occhioni da dolce cucciolone e mi pregò a braccia giunte e il capo piegato.

Alla fine cedetti. Per quanto potesse essere... beh... Yato... rimaneva pur sempre... Yato.

<Io non gli dirò niente, però tu non comprerai più questi cosi inutili>.

Lui si avvicinò <Giusto, la prossima volta utilizzerò i soldi per mantenere la mia promessa...> si avvicinò ancora di più <...renderti la persona più felice al mondo.>

Io arrossii per l'improvvisa vicinanza con Yato e lui alla vista delle mie guance rosee sorrise, io cercai di allontanarmi un po', ma finii con le spalle al muro. Lui si avvicinò per crearmi ancora più imbarazzo.

Ormai c'erano solo pochi centimetri a separarci.

Lui si avvicinò per darmi un bacio sulle labbra, ma poi mi diede un bacino sulla guancia e scoppiò a ridere notando le mie guance color porpora.

Io rimasi incantata a guardare il suo viso perfetto, nonostante stesse ridendo di me.

Lui poi esclamò <Vedo che ti diverti anche tu, Hiyori-chan!>

<YATO! PERVERTITO!> gridai imbarazzata.

Quel giochetto non mi divertiva, anzi non mi divertiva affatto!

<Io sarei pervertito?> rise di gusto <Ma dove!>

<SEMPRE! OGNI VOLTA CHE MI ABBASSO PER RACCOGLIERE QUALCOSA, TU MI FISSI!>

<Perchè voglio... darti una mano>

<Seh... non ci credi nemmeno tu.>

Lui si avvicinò pericolosamente a me <Beh, vogliamo testare quanto sono pervertito?>
Sul suo volto comparve un ghigno malizioso, forse voleva veramente fare sul serio.
Io indietreggiai, ma mi ritrovai di nuovo con la schiena al muro. 

Ormai le nostre labbra erano vicinissime.

C'erano solo pochi millimetri a separarci.

Il suo profumo...

Lui mi lasciò un bacio a stampo sulle labbra e diventò un peperone, io invece, arrossii più di prima e cercai di allontanarmi.

<S-scusa Hiyori, non so cosa mi sia preso...> si allontanò anche lui.

<Fa niente, forse io avrei dovuto fermarti.>

<Mi sarei dovuto fermare io...> abbassò la testa per l'imbarazzo.

<Io non mi sarei dovuta lasciar trasportare...> risposi.

<È stato solo un bacio, nulla di che...> e se ne andò, lasciandomi lì da sola.

<Solo un bacio...> mormorai.

Ma... che diamine, Yato!

Me ne andai, anche io.

_______

Tornata a casa, corsi in camera mia e mi distesi sul letto, ripensando a quel momento.

Ed ogni diavolo di volta che ci pensavo ribollivo di imbarazzo.

Volevo veramente sotterrarmi nel pavimento.

Le labbra di Yato sulle mie...

Emisi un urletto, affondando la faccia nel cuscino.

Quando sembrai calmarmi, presi dei profondi respiri e mi guardai attorno, notando un foglietto che fino a quel momento era passato inosservato.

"Per Hiyori-chan".

La scrittura era elegante e precisa e la riconobbi subito.

"Hiyori... prima quando ti ho baciata, non mi sentivo più in me. Mi sentivo strano... ho sentito dei brividi lungo la schiena... e l'unica cosa che volevo fare era baciarti di nuovo. So che adesso ti allontanerai da me per sempre e sono consapevole che questa mia stupidaggine mi ha fatto perdere la mia migliore amica. Ma devo dirtelo. Anche se sei umana e io sono un Dio, non posso fare a meno di te, della tua risata, del tuo sorriso, del tuo carattere, dei tuoi occhi, di tutto. Soprattutto del modo in cui mi tratti. Perciò... ecco... tu mi piaci."

Sorrisi. Me lo immaginai a scrivere la lettera senza trovare le parole adatte e andando in crisi.

Ma se io sono appena tornata a casa, quando Yato ha potuto scrivermela?

Poi capii le sue intenzioni, e decisi di rispondergli.

<Yato... io non mi allontanerei mai da te, sei il mio migliore amico e sento anch'io una scossa che mi attraversa la schiena quando ti sto vicino, penso solo e soltanto a te, ai tuoi occhi, al tuo sorriso, al tuo viso, a tutto di te insomma. Perchè tu sei il mio tutto e anche tu mi piaci.>

La figura con la tuta nera comparve da dietro l'anta aperta dell'armadio, con uno sguardo carino, innocente e incredulo.

<Allora noi...> 

<...stiamo insieme?> conclusi per lui.

Yato rispose <Ma così facendo... rovineremo ciò che abbiamo costruito fin'ora.>

<No, ci basterà non distruggerlo> 

Rimase in silenzio, a pensare.

<Però... quando arriverà il momento dovrò dirti addio... sai a cosa mi riferisco, gli umani non sono eterni> gli scende una lacrima sulla guancia.

...non piangere...

<Shhhh, non ci pensare, fino a che quel momento non arriverà, possiamo stare insieme e fare tesoro dei nostri momenti passati.>

I suoi occhi sono pieni di lacrime <M-ma io non voglio che quel momento arrivi...>

...non piangere...

<E non arriverà così presto se non ci pensi spesso>

...Yato, non piangere...

<H-hiyori...> si avvicinò al mio viso, facendo sfregare i nostri nasi.

...sento le sue lacrime scorrermi sulle guance...

<Y-yato...> azzerai la vicinanza tra noi e feci ricongiungere le nostre labbra una seconda volta nel giro di mezz'ora.

Lui mi cinse la vita con le braccia, continuando quel bacio ancora casto. Gli passai una mano sulla nuca, alzandomi in punta di piedi.

Si staccò poggiando la sua fronte sulla mia, facendo incrociare i nostri occhi.

Azzurro e rosa si mischiarono, creando una tonalità viola chiaro, impossibile da ricreare con i colori normali. 

Io ero ancora in punta di piedi e cercai di far sfiorare i nostri nasi.

...capito, Yato? Non devi piangere...

Mi staccai e mi sedetti sul letto, più incredula di prima.

E, quando mi girai dalla sua parte, Yato era sparito.

<C-ciao...> gli dissi, anche se non avrebbe potuto sentirmi e mi misi sotto le coperte.

...vedo che adesso hai smesso di piangere... Yato...

I miei ultimi pensieri, prima di addormentarmi.

//Yato\\

La mattina seguente...

Appena sveglio il mio primo pensiero fu "Hiyori sta bene?"

Poi mi diedi del paranoico: l'ho lasciata in camera sua, cosa diamine sarebbe potuto succedere?

Quando scesi le scale per andare a fare colazione, notai che non c'era il solito chiacchiericcio e mi insospettii un po'. Poi una volta arrivato in cucina notai un biglietto.

Io, Daikoku e Yukine siamo andati a fare una passeggiata e abbiamo preferito non svegliarti. La colazione è già in tavola. 

Koufoku :3

Io mi girai verso la tavola e vidi che effettivamente la colazione c'era, così iniziai a mangiare, prendendo il giornale e iniziando a leggerlo. 

Per poco non sputai il caffe che stavo bevendo.

In prima pagina c'era un articolo che diceva:

RAGAZZA MUORE INVESTITA NEL TENTATIVO DI SALVARE UNA BAMBINA 

Una ragazza di nome Iki Hiyori stava andando a scuola, quando nota una bambina che ha attraversato le strisce pedonali senza notare una macchina che stava arrivando a tutta velocità. La ragazza se ne accorge, e di corsa spinge la bambina di lato, riuscendo a salvarla. Purtroppo però la macchina non ha frenato in tempo e la ragazza è stata investita in pieno, morendo sul colpo. Il guidatore dell' auto dice: <Io non avevo notato la bambina, ed ero anche un po' ubriaco, e non sono riuscito a frenare in tempo. Pagherò io tutte le spese per il funerale>. I genitori della ragazza dicono: <Hiyori è sempre stata così, avrebbe perso la vita per salvarne un'altra. Noi siamo molto tristi per questa perdita, ma almeno sappiamo che lei è morta cercando di salvare una bambina.> E questo è quanto, il funerale della ragazza sarà privato.

Il mio cuore perse un battito.

I miei occhi si riempirono di lacrime. 

Yato, non piangere...

La sentivo parlarmi.

Qualcosa dentro di me, si spezzò.

Non aveva senso vivere ora che la mia anima gemella era morta, proprio ora che le avevo confessato quanto l'amassi e quanto non potessi più fare a meno di lei.

Lo sapevo, gli umani non sono eterni...

Presi una decisione.

Con le lacrime agli occhi mi diressi verso un santuario che conoscevo bene.

Fin troppo bene.

Bussai.

Kazuma mi aprì la porta.

Appena mi vide sgranò gli occhi e io gli dissi <Devo vedere Bishamon>. Lui rispose <O-ok...aspetta qui, arriverà tra poco.>

Io annuì e aspettai.

Dopo dieci minuti arrivò.

<Cosa vuoi?> chiese bruscamente la donna dall'aspetto provocante, mentre i lunghi capelli svolazzavano al vento.

<Devi uccidermi> dissi seriamente, reprimendo le ultime lacrime.

Lei sgranò gli occhi e chiese allibita <Perchè? Yato, è uno scherzo forse?>

<Non ti servono spiegazioni. Uccidimi e basta.>

<No... Yato, non posso. Non posso ucciderti senza neanche avere una ragione valida.>

<Hiyori è morta.>
Non ressi, stavo piangendo, stavo disperando, volevo Hiyori, solo Hiyori avrebbe potuto consolarmi in quel momento, solo lei.

Lei annuì e mi capì. Capì cosa stavo provando e capì che era una ragione valida, lo capiva dalle mie lacrime e da come ero incapace a fermarle.

<Non qui. Vieni con me.>

Io feci un cenno di assenso e la seguii.

°°°

Mi trovai in un parco abbandonato. Subito lei mi chiese <Sei sicuro? Non potresti tornare più indietro... Yukine ci starebbe malissimo e...>

<Non dire nulla a Yukine. Di che è stato un suicidio, di che ho trovato il modo per farlo, e soprattutto accoglielo come tuo strumento divino.>  

Almeno lui, doveva essere felice.  

Lei annuii  <Lo farò. Preparati... farà un po' male ma...>

Io mi misi fermo davanti a lei, con le braccia aperte, pronto a farmi uccidere.

"Addio Yukine. Addio Koufoku. Addio Daikoku. Addio mondo."

Bishamon si avvicina. 

<Yato, perdonami. Ti voglio bene... grazie per quello che hai fatto per me e per i miei strumenti divini... mi mancherai...>

"Sono pronto a morire."

Lei chiama la sua spada.

"Dopo questo sarà finita."

La avvicina al mio petto.

"Finalmente morirò."

Una lama mi trafigge il petto.

L'ultima cosa che vidi furono gli occhi viola di Bishamon, da cui sgorgavano lacrime salate.

<Arigato.>

Grazie.

Scritto con Ereri_Shipper_394❤❤

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