❦︎𝐒𝐇𝐎𝐔𝐉𝐈. Iᴜᴅɪᴄɪᴜᴍ Iᴄᴀʀᴜs

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Eccomi qua, finalmente, con Shouji. Il personaggio era di una role di cinque mesi fa e io ho pubblicato la scheda... ora.
Perfetto. Bando alle ciance, non scrivo schede da un po' anche se non ho mai smesso di ruolare, quindi spero di non essermi eccessivamente arrugginita. Poi Shouji è di suo un'anima buona, almeno in parte...e io non sono un'anima buona. Sto facendo troppi oc dolci e gentili ultimamente, devo riprendere terreno. In ogni caso, spero che questo ragazzo possa piacerti, spero di non avere troppe difficoltà a ruolarlo o che non sia troppo stereotipato o che so io. E per la prima volta in vita mia ho scritto un personaggio forte e non mezza pippa che non sa fare quasi nulla, devo abituarmi. Tengo tanto a questo bambino ma dato che ci sarà una selezione degli oc, se c'è qualcosa che non va menami pure e forte, anche perché non so se certe parti possano andare bene, della storia soprattutto. Ho tantissimi dubbi su quel punto ma non ho detto nulla perché non volevo "rovinare la sorpresa"(?). Sì non sto bene I know, ma spero che ti piaccia. Cioè, la storia di Shouji è letteralmente la stessa di quella che avevo progettato all'inizio, solo che la Role è morta subito quindi non l'ho introdotta, però ho aggiunto dei collegamenti che non so se possano essere approvati. Mi scuso in anticipo per gli errori di battitura e scherzi del correttore.

Detto ciò, buona lettura^^. Dangershindoulover

𝐎𝐂 [𝐑𝐨𝐥𝐞𝐩𝐥𝐚𝐲] 𝐟𝐨𝐫: ITSxMExBITCH

𝐒𝐭𝐨𝐫𝐲: Sekainosōzō {BNHA Roleplay}
𝐖𝐨𝐫𝐝𝐬 𝐂𝐨𝐮𝐧𝐭: 10.307


❝▔▔▔▔▔▔▔▔▔▔⋆͙̈𝓘𝑐𝑎𝑟𝑢𝑠⋆͙̈▔▔▔▔▔▔▔▔▔▔❞


"𝑾𝑎𝑛𝑛𝑎 𝑠𝑒𝑒 𝑆ℎ𝑜𝑢𝑗𝑖'𝑠 𝑏𝑖𝑜?"

[graphic idea by TAMVMO]

❝▔▔▔▔▔▔▔▔▔▔⋆͙̈𝓘𝑐𝑎𝑟𝑢𝑠⋆͙̈▔▔▔▔▔▔▔▔▔▔❞

{⸙𝑵𝑂𝑀𝐸
╰➣𝗦𝗁𝗈𝗎𝗃𝗂° ⁱˡ ᶠⁱᵍˡⁱᵒ ᶜʰᵉ ᵛᵒˡᵃ

Shouji è un nome maschile di origini giapponesi, il cui significato è sia profondo che triste, almeno nel caso del ragazzo. Significa infatti "Secondo figlio che vola". Ciò si rifà in parte al Quirk di Ji-ji, "Icarus", che gli permette di volare libero nell'aria come il personaggio mitologico, ma si tratta del secondo figlio; non si tratta di riferimenti particolari: semplicemente il ragazzo è il primo dei figli dell'Hero con delle ali. Shouji divenne quindi il secondo figlio, ma ciò non gli pesò in alcun modo, non sente il suo nome come un tentativo di ricordare il fratello tramite lui. Semplicemente, lui è il secondo genito, punto e fine. Non aveva la tendenza al ragionar profondo del padre, lui è molto più oggettivo. Il suo nome gli piace, rispecchia sia ciò che lui è sia il suo Quirk, quindi non avrebbe motivo di lamentarsi, se non fosse per il ridondante suono che questo ha con il suo cognome. Entrambi infatti terminano per "ji", particolare che gli ha riservato un terribile soprannome riservatogli da men che meno di Yuriko, e presto Ji-ji divenne talmente tanto usato da parere quasi il suo Nome da Hero. A lui essere chiamato con quell'aggettivo non aggrada per nulla, lo fa sentire uno stupido oppure un cane da compagnia, ma nonostante le volte in cui aveva detto alla ragazza di smetterla, lei continuava, e non era raro che qualcuno dei primini o delle classi del secondo anno, quando lo riconoscevano, urlassero "Ehi ciao Ji-ji" per quanto nemmeno lo conoscessero. Di suo non è una persona molto aperta, ma nemmeno maleducata o altro, eppure quelli che si azzardano a chiamarlo così scoprono in men che non si dica il "lato più Airou" del suo carattere. In generale a lui quindi piace essere chiamato per nome, non pretende quel massimo rispetto di cui tutti si vantano come l'essere chiamati "senpai" o altro. Non gli dà nemmeno fastidio se uno lo chiama per nome invece che per cognome; invero, se qualcuno in giro lo chiamasse "Toji-kun" probabilmente nemmeno si girerebbe. O meglio, lo farebbe ma si sentirebbe strano, si sentirebbe distante da quel nome, che ormai viene solo adoperato quando si tratta di questioni formali o quando a chiamarlo è un insegnante. Anche il padre da quanto gli era stato detto era sempre stato conosciuto come Airou, e non come Toji, quindi per lui non ci sono problemi. Sa che si tratta di tradizioni, di rispetto dovuto e tutto il resto, ma a lui basta che quando gli si parla non si usino termini scurrili o altro, per lui il rispetto è quello. E ormai, dopo tre anni ad essere chiamato "Ji-ji" sentirsi dire "Shouji-senpai" sarebbe un'utopia troppo bella e troppo strana perché possa realizzarsi, anzi probabilmente verrebbe anche preso in giro. Quindi vada per Shouji, basta che non lo si infastidisca con l'invenzione di stupidi e inutili soprannomi che lo fanno assomigliare ad un pupazzo. Si può quasi dire che Ji-ji sia ormai il suo secondo nome, che alla fine il ragazzo si sia affezionato a quello strambo appellativo? Sicuramente no, ma si lascia chiamare così solo da un numero veramente ristretto di persone, il che può già significare qualcosa.
Shouji ha un secondo nome che gli scelse la madre, ma che lui non ha mai utilizzato. La tradizione dei secondi nomi non è molto diffusa e, per quanto il significato sia azzeccato con il suo carattere, non gli fa impazzire la sua pronuncia. Hideaki significa infatti "eccellente luminosità", sia ad indicare una banale luce sia come metafora per l'acume e l'intelligenza. Nulla di errato in questo nome, assolutamente, solo che Hideaki proprio non gli piace: ricorda la faccia che avevano alcuni suoi compagni quando avevano chiamato il suo nome il primo giorno di scuola. "Shouji Hideaki Touji". Per quanto questo secondo nome annullasse l'effetto ridondante e rimato del suo primo nome e del suo cognome, lo sente molto fuori posto a livello di pronuncia. Quella scomoda ridondanza gli era costata un pessimo soprannome certo, ma almeno era coerente con tutto il suono del nome. Hideaki gli sembra qualcosa di incastrato a forza, per questo si presenta con il suo nome completo solo la prima volta, oppure specifica di volersi fare chiamare soltanto Shouji. Anche in questo caso, sono pochissime le persone a cui è concesso chiamarlo Hideaki, ma non ricevono comunque una bella reazione da parte sua. Non lo odia, ma lo mette a disagio ugualmente. In ogni caso, non ricorda più l'ultima volta in cui sia stato chiamato in modo diverso da "Ji-Ji" dopo la fine della scuola.

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{⸙𝑪𝑂𝐺𝑁𝑂𝑀𝐸
╰➣𝗧𝗈𝗎𝗃𝗂° ᵈⁱˢᵗᵃⁿᵗᵉ

Così come il nome, anche il cognome Toji ha origini giapponesi ma ha un valore molto più moderno e decisamente meno poetico del suo primo nome. Toji deriva infatti dall'aggettivo giapponesi Toi (遠い), che significa "distante" o "che si allontana". Tristemente, una delle tante caratteristiche di Shouji è allontanarsi dalle persone a cui teneva o tiene, oppure di mostrarsi incredibilmente distante e disinteressato verso coloro che cercano di rivolgergli la parola.
La dolcezza del ragazzo è un attimo di pochi secondi, una sua infantile speranza di quando era bambino, che viene sostituito subito da diffidenza e mal disposizione. Shouji non ha un bel carattere, per nulla, non ha la cattiveria del padre anzi, è molto più gentile, ma rimane una persona a cui è difficile avvicinarsi e da cui è molto facile essere scacciati, infatti mostra interesse e affetto solo alle poche persone con cui sente di avere un forte legame.
Purtroppo per lui queste persone sono veramente poche e in gran parte è colpa sua: la sua mal disposizione iniziale non mette di certo gli altri in una condizione più facilitata per fare amicizia con lui e anche i suoi dubbi non aiutano. Shouji è un ragazzo amante del monotono e del piatto, della pace imperturbabile e, seppur non terrorizzato dal cambiamento come Airou da giovane, il desiderio di calma resta il suo spirito guida. Quando si tratta di ritrovare persone che non si vedono da molto, teme che queste siano cambiate da quando le ha viste l'ultima volta e che quindi non vogliano più essere suo amico o che essere amici come prima sia impossibile a causa di quei cambiamenti. Una delle prime domande che si pone è se lui per primo sia disposto a tornare amico di quella persona e rischiare una delusione, e la soluzione inevitabile che prende è limitare i rapporti con chiunque ad un rispetto formale, che si limita ad un cenno del capo come saluto e poco altro. A Shouji essere una persona distante non dispiace nemmeno molto, è molto più facile stare bene ed essere tranquilli quando non hai nessuno di abbastanza vicino da poterti infastidire, al ragazzo basta infatti la compagnia di una sola persona a cui tiene veramente molto per compensare la presenza di altre cento. In sostanza, la sua distanza si distingue tra la lontananza per necessità e quella per fastidio o noia, Shouji non sarà mai il primo a fare il primo passo per creare un'amicizia né sarà il primo a gioire, ad andare in giro saltando dalla felicità per essersi fatto un buon amico, quando si ha vicino le poche persone a cui si tiene la distanza delle altre è quasi un bene. È timido verso le relazioni, quando sta con il suo gruppo di amici spesso si fa anche fatica a comprendere se sia veramente amico loro o se si senta soltanto una figura accettata ma non necessaria. La sua distanza si annulla solo in battaglia: i problemi e le paranoie svaniscono in quei frangenti, perché non si ha il tempo di poter pensare a stupidaggini del genere in campo.

❝▔▔▔▔▔▔▔▔▔▔⋆͙̈𝓘𝑐𝑎𝑟𝑢𝑠⋆͙̈▔▔▔▔▔▔▔▔▔▔❞

{⸙𝑬𝑇𝐴'
╰➣17 𝗮𝗇𝗇𝗂° ᵐᵃᵗᵘʳᵒ ᵉᵈ ⁱⁿᶠᵃⁿᵗⁱˡᵉ

Shouji, frequentando l'ultimo anno della Yueei, è uno degli studenti più grandi della scuola. Molti dei suoi compagni di classe hanno ancora sedici anni, ma dal momento che è nato i primi mesi dell'anno, precisamente il 15 gennaio, ha superato i suoi coetanei di qualche mese. Il suo aspetto non è molto significativo nel comprendere quanti anni lui abbia: dimostra perfettamente l'età che ha, sia in altezza che in altri aspetti, quindi è difficile intuire solo da un'analisi così superficiale come lui si comporti normalmente. L'età per Shouji è un concetto che gli sta molto stretto, il ragazzo non si è mai comportato come un diciassettenne, mostrandosi sia più infantile sia più maturo. In certi ambienti, quale il divertimento e lo scatenarsi tipico degli adolescenti, ha sempre mostrato una tendenza più matura e forse apatica: tante di quelle bravate o gesti arrischiati che si fanno in gioventù non rientrano nel suo vocabolario, così come il traboccante entusiasmo in vista di una festa o qualche altro evento particolare, per i quali esprime soltanto una noia contenuta. Più maturo, se così si può definire, è anche il suo controllo di ogni dettaglio prima di agire, così da poter evitare di lasciare all'impulso più mutevole e pericoloso le sorti di una battaglia. Il veloce ragionamento dei ragazzi, il loro parlare senza riflettere e agire senza aver soppesato più dettagli è un carattere infantile che manca in Shouji che, timoroso com'è delle battaglie a campo aperto o faccia a faccia, vuole essere sicuro di non essersi lasciato sfuggire nulla o, in ambiti più tranquilli come le discussioni, non vuole commettere errori stupidi dicendo cose che non pensa. Tratto decisamente più infantile è il suo orgoglio, per quanto possa sembrare un elemento di stono nel suo carattere. Non vuole mostrarsi spaventato davanti agli altri, pur sapendo benissimo di esserlo, ma nonostante questo non ammetterà mai a nessuno di provare inquietudine.
Il tanto frequente e immotivato orgoglio giovanile è un tratto della sua personalità inciso nella sua pelle così come in quella di molti altri coetanei, ma in lui queste parole hanno lasciato un segno molto più profondo visto che la maggior parte dei nemici che si è creato è dovuta soprattutto al suo ego smisurato e nascosto, che gli impedisce di scusarsi pur con la sua coscienza che gli ricorda di essere lui dalla parte del torto e non il contrario. Fisicamente, sembra un ragazzo più giovane solo per il punto di vista dell'altezza, normale certo ma leggermente più basso, e non è un tratto che gli piace. In particolare i suoi grandi e infantili occhi celesti tendenti al castano e al nero, ereditati dal padre, lo fanno sembrare molto più piccolo e indifeso di quanto non sia, così come i capelli biondi. Il suo viso, dai tratti che ispirano dolcezza o una elegante severità, lo fanno assomigliare molto di più ad un cucciolo abbandonato che ad un futuro e coraggioso eroe che salverà tante persone. Le continue insistenze di Shouji riguardo al fatto che l'abito non faccia il monaco e sull'essere lasciato in pace per la sua finta infantilità fisica non servono a molto e il solo chiedere al ragazzo quanti anni abbia lo fa innervosire parecchio, dato che viene puntualmente scambiato per un ragazzo più piccolo di quanto non sia in realtà, o più grande, mostra anche sempre il lato peggiore del suo carattere per far intendere subito agli altri di non star parlando con un bambino non ancora cresciuto, ma con un ragazzo molto più grande di quanto non mostri di essere. Tratto che può fare confondere molti è la sua apparente timidezza. Difficilmente si relaziona subito alle persone e fatica a tirare avanti una conversazione, anche le sue stesse amicizie sono state portate avanti da altri. Però sciocco sarebbe ritenere questo aspetto quello dominante: in battaglia o in allenamento che sia cambia completamente aspetto. È serio, posato e dice tutto ciò che pensa, cosa che fa anche normalmente, ma in determinati contesti è molto più schietto e severo di altri. Chi si abitua alla versione dolce e forse infantile del ragazzo quasi sempre infatti si troverà ad essere molto stupito dalla persona che si troverà davanti, totalmente diversa da ciò che ci si aspettava.

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{⸙𝑨𝑆𝑃𝐸𝑇𝑇𝑂 𝐹𝐼𝑆𝐼𝐶𝑂
╰➣𝗞𝗎𝗋𝖺𝗉𝗂𝗄𝖺 𝖪𝗎𝗋𝗎𝗍𝖺° ʰᵘⁿᵗᵉʳ ˣ ʰᵘⁿᵗᵉʳ

Shouji è un ragazzo dalla bellezza normale, che si cura il giusto senza arrivare a strafare, ma senza nemmeno trascurarsi. È un ragazzo alto nella media e arriva al metro e settanta, poco più in basso di alcuni suoi compagni che lo superano unicamente di qualche centimetro. Anche questo elemento aiuta a supportare la visione di lui più tranquilla, ma affidarsi solo a ciò è alquanto sbagliato. È un ragazzo magro, i cui muscoli sono presenti e visibili, ma non gonfi e troppo evidenti. E a lui va bene così. Molti già al primo anniversario danno sfoggio della loro muscolatura ma a lui bastava tenersi in allenamento, inoltre apparire meno pericoloso difficilmente era qualcosa di negativo in battaglia. Inoltre, per lui era anche alquanto buffo vedere le espressioni dei ragazzi più piccoli che, convinti di poterlo battere per la sua statura, lo affrontavano e finivano alzati da terra come se pesassero poco più di una piuma. È fisicamente forte, parecchio, ma il suo aspetto non lo dà molto a vedere. La pelle è pallida e nivea, più di quella del genitore, infatti spesso le persone si fermano a domandargli del suo stato di salute, quando in realtà è solo la sua pelle di suo molto chiara. Quando sta veramente male questa assume una sfumatura violacea e spenta: in particolare quando utilizza il suo Quirk, la luce e le energie del suo corpo venivano prosciugate per far sì che tutto funzionasse e, come lui e il padre perdono temporaneamente la vista o le ciocche di Airou si colorano di nero, la pelle del ragazzo diventa mortuaria. Si tratta di un mutamento più scomodo, almeno con i capelli era più evidente anche per i suoi compagni capire quando il padre non stesse bene, mentre lui disponeva solo di quel piccolo mutamento. I tratti del viso sono ancora abbastanza morbidi, appuntiti solo per il mento, mentre le guance sono leggermente gonfie e gli zigomi delineati. Di viso dà l'idea di una persona seria e composta, cosa che è davvero, ma ancora un minimo immaturo, e ciò non lo fa impazzire. Il colore dei suoi occhi è particolare: va da un azzurro marroncino al nero bluastro ed è una caratteristica che molti gli invidiano, mentre lui non ama per nulla. Come Airou aveva dovuto sopportare quegli occhi che esprimevano sempre dolcezza, anche a Shouji era toccata la stessa sorte. Altra mutazione di quando subisce gli effetti del Quirk è il cambio di colore di questi, che diventano rossi cremisi sia quando sta usando al massimo il suo quirk sia quando sta iniziando a stancarsi ed è difficile per i nemici comprendere quale delle due opzioni sia quella corretta, dal momento che si concentra sempre sugli attacchi a distanza. I capelli sono leggermente lunghi poco prima delle spalle, lisci e biondi con una lunga frangia a coprirgli la fronte. Un taglio strategico mostra un orecchino rosso a goccia che indossa sempre. Detesta i capelli lunghi, li trova scomodi, quindi non li fa mai crescere.

{⸙𝑯𝐸𝑅𝑂 𝐶𝑂𝑆𝑇𝑈𝑀𝐸

Il suo costume da eroe è relativamente semplice. Si tratta di un pantaloni neri larghi sulle gambe e stretti alle caviglie di modo che non siano scomodi, un karategi bianco con strisce verdi chiare ai lati e sopra un manto blu notte con decorazioni giallo oro, che richiamano i motivi dell'infinito o degli antichi abiti medievali. Elemento caratterizzante del suo costume da eroe sono le sue catene: le indossa nella mano destra e fungono da catalizzatore per il suo Quirk. Può muoverle a suo piacimento indipendentemente dall'avversario e riesce a concentrare la luce ed il calore in esse di modo tale che diventino incandescenti oppure catarifrangenti. Possono essere usate per intrappolare un nemico e fargli perdere i sensi a causa del calore oppure accecarlo a causa dell'enorme luce da queste emanata. È molto geloso delle sue catene, non lascia che nessuno oltre a lui possa toccarle senza il suo consenso. Oltre al valore effettivo si tratta di armi molto complesse da padroneggiare e gli inesperti rischiano solo di farsi molto male a causa di queste ultime, in caso provassero ad usarle senza la sua supervisione. I casi in cui lascia che qualcuno possa anche solo parlare di queste sue armi in realtà sono nulli o molto scarsi. Sono armi che lo rendono molto forte, forte uno dei più forti, e non lascia che qualcuno si perda in inutili commenti o considerazioni personali sulle sue catene, potrebbe andare in incandescenza e sarebbe uno dei pochi momenti in cui si può vedere Shouji veramente arrabbiato.

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{⸙𝑪𝐴𝑅𝐴𝑇𝑇𝐸𝑅𝐸
╰➣𝘾𝗈𝗋𝖺𝗀𝗀𝗂𝗈𝗌𝗈, 𝖼𝗁𝗂𝗎𝗌𝗈° ˢᵒˡᵒ ᵉ ᶜᵃˡᵐᵒ

Shouji è un individuo freddo e intelligente, che possiede una vasta conoscenza. È reticente; nessuno che si apra alle persone facilmente e in modo abbastanza critico. La sua distanza dagli altri inizialmente lo mantiene equilibrato e moralista, ma chiude il suo cuore a nuove persone e rimane introverso per rimanere concentrato sul suo obiettivo. Tuttavia, può essere gentile e affettuoso, sorridendo quando quei pochi amici sono felici. Sebbene affermi esteriormente che desidera diventare un eroe fermo e imparziale, è disposto a compromettere la sua moralità personale e ad approfondire il lato squallido della società per raggiungere il suo obiettivo. Il comportamento riservato di Shouji lo rende a volte molto spietato e irragionevole, ma i suoi amici sono gli unici in grado di calmare leggermente la sua agitazione abbastanza da fargli pensare razionalmente. Anche perché è raro che il ragazzo si arrabbi, moltissimo, ma in quei momenti di scoppio era complesso metterlo a tacere. Passa lentamente dal considerare le sue amicizie come una debolezza che gli impedisce di riuscire nei suoi obiettivi ad apprezzarne il valore, ed è disposto a mettere in attesa le altre sue necessità per aiutare chi ne ha bisogno, mostrando comunque la sua aria di timida distanza. Nonostante si sia reso indisponibile per un periodo, le persone a lui care sono entrate a far parte delle sue pulsioni, portandolo a cercare più potere per non perdere qualcuno o non farlo allontanare, sentimento molto contrapposto alla sua apparente distanza verso i rapporti umani. Shouji è in cuor suo una persona buona, anche se dimostra ciò in modo molto subdolo, sin dal suo primo approccio alle persone. È completamente incapace nel costruire un rapporto stabile, si imbarazza e fa il timido per ogni minima frase e tende a reagire in modo esagerato, quasi bambinesco, a certe espressioni che lo infastidiscono. Invero il suo carattere si trova a metà tra la bontà di un ragazzo tranquillo e la completezza di una persona seria e ben posata. Per quanto le sue reazioni possano apparire eccessive e infantili queste non fuoriescono mai dalla media, non sono mai realmente esagerate o fuori luogo. Può essere etichettato in ogni modo ma mai nessuno lo ha mai definito una persona leggera, superficiale e poco attenta, anzi, molti affermano che è proprio quando si comporta come un normale ed infantile ragazzo il momento in cui si sentono maggiormente ispezionati. Shouji è un ragazzo che studia le persone, ne comprende la natura e la rivela per quello che è. Spesso svela i doppi giochi delle persone, pur essendo lui il primo ad attuarli: si comporta come una persona gentile e buona poi pubblicamente rivela i comportamenti altrui e se ne va, mostrandosi quasi meschino. Invero, è difficile che Shouji venga sempre etichettato come buono, nonostante tutte le sue azioni siano determinate da un preciso codice morale oggettivo e giusto. Ha un modo nuovamente suo di aiutare le persone, forse un metodo che non tutti apprezzano: al contrario del genitore, che nascondeva o velava le informazioni per non essere troppo pesante, Shouji dice la verità in faccia alle persone senza alcun tipo di ripensamento. Si tratta di qualcosa che fa in ogni ambito, che sia il modo in cui è stato svolto un esercizio, un gusto personale, una sua opinione...tutto viene detto con la massima schiettezza. È in occasioni come queste che si mostra la natura bivalente di Shouji: un ragazzo timido e insicuro nelle relazioni l'attimo prima ma che non manca di crudele franchezza l'attimo dopo. Naturalmente capisce che ci siano delle situazioni in cui sia meglio andare con calma e procedere passo passo, ma si tratta di un metodo a lui estraneo.

Shouji sa mentire, sa farlo molto bene, la non gli piace per nulla come azione. Quando serve, dice menzogne e riconoscere quando lo fa è estremamente complesso: molti lo conoscono per la sua franchezza e il suo odio verso le bugie quindi viene difficile pensare che proprio lui possa arrivare ad affermare il falso, in più la sua capacità di cambiar velocemente fazione e idea aiutano a passare anche per onesto quando fa il bugiardo. Il primo elemento che emerge quando ci si approccia a lui è la difficoltà di non balbettare all'inizio di una frase a causa dell'imbarazzo o fingere di essere interessato. Ci sono molti argomenti che lo annoiano ma non vuole mancare di rispetto a nessuno, quindi pazientemente sopporta. Shouji è un ragazzo furbo, molto furbo, ed estremamente cauto. È difficile che vada nel panico indipendentemente dalle situazioni, anche per questo lo Shouji di tutti i giorni e quello in veste di Hero non sembrano nemmeno la stessa persona. Riesce a mantenere il sangue freddo in molte situazioni, in particolar modo quando si tratta di scontri diretti: se una persona in un gruppo si mostra spaventata inevitabilmente tutti si agitano, ed essendo lui un membro del Big Team non se lo può permettere. Non nasconde di provare paura se ad essere minacciata è la sua vita, è umano. Nonostante sia disposto a sacrificarla in quanto Hero, ciò non significa che sia con tanta leggerezza disposto a perderla. Anche in questo caso, è veramente difficile che Shouji si mostri spaventato, almeno in pubblico. La massima azione della sua paura su di lui equivale al cancellare ogni pensiero, al fargli smettere di avere idee per ragionare e sconfiggere il nemico. Nelle occasioni in cui si spaventa, si congela sul posto, non si muove oppure mostra i sintomi del più terribile degli attacchi di panico. È una visione pietosa di lui, quella di Shouji in preda alla paura, sia per lui che per gli altri, per questo non vuole che nessuno possa mai vederlo così. Se è complesso vederlo spaventato, ancora di più lo è vederlo furioso. Shouji ha una santa pazienza di cui molte persone purtroppo abusano, ma riesce a non perdere le staffe per periodi di tempo che hanno dell'incredibile. Se in un qualsiasi contesto inizia a scaldarsi, allora l'argomento per lui deve essere molto importante o si sta esagerando veramente troppo nel fare o nel dire una stessa cosa. Il tono dolce del ragazzo sicuramente non fa pensare a quanto Shouji possa essere spaventoso nei momenti di rabbia, in particolare per gli occhi azzurri/neri, che paiono iniettati di sangue o allargarsi come un pozzo profondo.

In due diversi modi si può mostrare la sua rabbia: uno subdolo e uno esplosivo. Quello subdolo prevede che il ragazzo finga di essere tranquillo, regga il gioco dell'altra persona, sia gentile e disponibile e poi per sua soddisfazione personale distrugga tutte le sue opinioni e le sue tesi, umiliandolo pubblicamente o privatamente che sia e parlando in modo calmo ed oggettivo, come se stesse esponendo una tesi inconfutabile, atteggiamento riconducibile nemmeno al padre, che quasi mai si era comportato così. Il modo esplosivo è molto più semplice e diretto. La voce si alza, diventa più profonda e minacciosa, le nocche si stringono, gli occhi si sgranano e tutto di lui urla minaccia e desiderio di alzare le mani. Perché sia, quando è veramente furioso sarebbe in grado di iniziare una rissa con una decina di persona e vincerla senza nemmeno faticare troppo. È infatti bivalente la natura di Shouji in quasi tutti i suoi atteggiamenti. Il ragazzo ha un carattere di facciata, ovvero non qualcosa che lui mostra ma che non possiede, ma la parte del suo carattere che mostra in modo più naturale alle altre persone. La gente si abitua a questa sua prima visione di lui e rimane spesso sconvolta nel sapere che ce ne sono molte altre. Shouji è un ragazzo pieno di sorprese di cui si scoprono le sfaccettature man mano che lo si conosce, o che lui stesso scopre a seconda delle nuove esperienze che fa. In sintesi il carattere di Shouji si basa il una continua lotta e alternanza di due estremi opposti: bontà e timidezza a confronto con disinteressata schiettezza, pazienza estrema contro momenti di rabbia, sangue freddo e paura incontrollabile. Per quanto equilibrato possa sembrare caratterialmente, Shouji non raggiunge mai il giusto mezzo o equilibrio tra due punti: o è uno o è il suo opposto, ma il tutto è allo stesso tempo così bilanciato da parere essere fatto apposta. Shouji di suo non si definisce un ragazzo dal carattere interessante, è nella media, forse un po' più in basso. Dubita che qualcuno possa trovare grande interesse in una psicologia come la sua, quindi non si fa molti problemi nel curarsi delle opinioni altrui una volta presa confidenza con una persona. Ha sempre sostenuto di non aver mai avuto bisogno di altri amici oltre ai suoi, ma silenziosamente è molto geloso di tutte le persone che legano facilmente con gli altri, come se non ci volesse nulla, mentre il ragazzo impiega anni per dare fiducia ad una singola persona. Prima del suo ultimo anno a scuola, non si era mai chiesto se il problema fosse lui e aveva sempre usato la scusa di stare bene con il suo carattere e che se la gente voleva avvicinarsi a lui, doveva sapere con chi stava per andare a parlare e doveva essere pronta a fare il primo passo, perché Shouji non è una persona che avanza per vedere la persona davanti a lui indietreggiare, almeno in caso di amicizia. Anche con gli amici mantiene un comportamento piuttosto calmo; non dimostra il suo affetto apertamente o con dimostrazioni evidenti, ma tende a dare messaggi più indiretti. Non si sente a suo agio ad abbracciare e stringere con amore le persone, a pizzicargli le guance, tocchignarle o altro. Gli sembrano comportamenti...molto poco da Shouji e fuori dal personaggio che lui si è in parte costruito e in parte è sempre stato.

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{⸙𝑸𝑈𝐼𝑅𝐾
╰➣𝗕𝗎𝗋𝗇𝗂𝗇𝗀 𝖠𝗇𝗀𝖾𝗅° ᵃⁿᵍᵉˡᵒ ᶜʰᵉ ᵇʳᵘᶜⁱᵃ

Il Quirk di Shouji, "Burning Angel", è in parte frutto del Quirk del padre e in parte dovuto ad una mutazione genetica. In alcune occasioni accade che le unicità non abbiano nulla a che vedere con il quirk del o dei genitori a causa di alcune anomalie o mutazioni, oppure che sempre a causa di questi presentino solo alcuni tratti dei poteri del padre, della madre o di entrambi. E il secondo è il caso di Shouji. Dal padre ha ereditato la capacità di avere la luce e il calore sa essa derivante come suo terreno da gioco, mentre l'ombra è rimasta una caratteristica modellabile soltanto da Airou. Come il genitore può raccogliere e concentrare la luce e l'energia in un unico punto del corpo o in un particolare oggetto, può modificare la velocità percorsa dalla luce, la sua intensità e può regolarne i movimenti. Gli attacchi prediletti solo lo scaglio di fasci prismatici di luce ed energia cinetica contro l'avversario per ustionarlo o ferirlo. Quando si tratta di attacchi ravvicinati può colpire le persone con una parte del corpo intrinseca di calore per provocare loro delle scottature. Grazie all'introduzione delle catene ha imparato a concentrare energie e valore in esse, quindi può farle diventare incandescenti o luminosissime. Come abilità può tornare utile se si tratta di fondere qualcosa, avere una fonte di luce in un luogo buio oppure intrappolare e mettere k.o. un nemico allo stesso tempo, prima immobilizzandolo con le catene e poi rendendole calde come la fiamma viva. Può inoltre concentrare in sé stesso o assorbire energia e luce: ad esempio una grande fonte di calore può minacciare di fondere un determinato oggetto a contatto con essa ma Shouji, toccando l'oggetto in particolare, può assorbire il calore della fonte e mantenere così stabile la temperatura. Per quanto riguarda la luce, può catturare anche la semplice energia luminosa di una lampadina e spegnere le luci, usare la luce solare (la più potente fra tutte) o un qualsiasi tipo di luce artificiale e naturale; può anche decidere dove concentrare l'energia accumulata, come nell'esempio delle catene. Il processo di assorbimento dell'energia e della luce è il più complesso e stancante per lui, sotto ogni punto di vista, non ché quello che rischia di danneggiare i palmi delle mani, punto fondamentale del suo Quirk. I suoi poteri hanno solo in casi molto specifici delle abilità curative per chi è stato accecato dal potere di un Villain, é infatti in grado di poter portare la luce persa degli occhi al suo stato originale, ma è una pratica molto complessa che non sa ancora padroneggiare. I poteri del suo Quirk riflettono sull'utilizzante gli stessi effetti della persona colpita, infatti la sua unicità sembra prendere la sua forza, la sua luce e la sua ombra da quelle del ragazzo stesso. Quando Shouji abusa della parte del Quirk ereditata dal padre, oltre all'innocuo cambio del colore degli occhi, la vista si appanna sempre, come se l'unicità togliesse dai suoi stessi occhi la luce che lancia; la cecità temporanea è infatti il primo e il più comune degli effetti collaterali del suo Quirk accompagnata alla debolezza sensoriale e a capogiri, amplificati dalla vista sconclusionata e alterata se non quasi del tutto assente. Non può mai utilizzare troppo il suo potere per non rischiare di rimanere vulnerabile nel mezzo della battaglia o di mettersi da solo come facile preda del Villain, oppure per non collassare direttamente nel messo dello scontro a causa del grande uso di forze. Forse per il fatto che abbia ereditato solo la luce e non l'ombra, e non avendo dei genitori che volevano tenerlo lontano dal mondo degli Heroes, Shouji ha sviluppato con molta più facilità di Airou questo potere e già al primo anno sapeva padroneggiarlo meglio del padre, qualità che il genitore non poteva non apprezzare. Questo è l'aspetto conosciuto del suo Quirk. L'altra parte è frutto di un'anomalia che ha interessato non pochi centri di ricerca, complice il fatto che lui fosse il figlio di un Hero all'interno della Top Ten. Mediante l'assunzione di particolari sostanze, come quelle contenute negli integratori oppure in particolar modo il magnesio e il ferro, riescono ad attivare un processo in grado di generare (grazie anche ad un parziale assorbimento di luce) delle grandi ali d'angelo nella sua schiena. Sono ali molto forti che ha dovuto allenare per anni per poterle irrobustire. Non hanno particolari funzioni oltre al volare e in caso proteggerlo da alcuni colpi. Naturalmente, qualsiasi ferita riportata alle ali viene risentita da Shouji come se queste fossero sempre state una parte del suo corpo. Le caratteristiche delle sue ali si avvicinano a quelle del personaggio mitologico Icaro: per mantenere attivo il processo che genera le ali serve energia, quindi calore, il che richiede un grande sforzo da parte del ragazzo. E, se la temperatura esterna dovesse essere troppo alta, quando Shouji inizia a essere troppo stanco o magnesio e ferro scarseggiano nel suo corpo, le ali lentamente si sciolgono come fossero cera al sole. La prima sensazione che prova dopo un uso prolungato delle ali è, oltre alla stanchezza e il dolore alle spalle, un senso di freddo terribile dovuto all'uso di energia nel suo corpo, un freddo così forte che quasi brucia la pelle. Anche il dolore è molto mutevole, dipende dall'uso delle ali, se queste subiscono danni o meno o se in generale Shouji è ferito. Nel peggiore dei casi e allo stremo delle sue forze, il dolore alla schiena è talmente forte da togliere il respiro e quasi impedirgli di camminare oppure di essere lucido e resistere ai capogiri. Oltre agli strappi muscolari gli effetti delle ali non fanno altro che aumentare i punti negativi del Quirk del genitore, senza aumenti eccessivi. Il Quirk di Shouji è quindi potente, molto potente, perché in grado di adattarsi a quasi ogni tipo di situazione. Molti infatti già vedono per lui un grande futuro nel mondo degli Heroes e già alcuni vociferano di un suo posto in un'eventuale futura Top Ten. Tuttavia, per quanto innegabile sia la forza del Burning Angel, altrettanto potenti sono gli effetti negativi che riflettono su di lui. Anche il fatto che le ali derivino da una mutazione genetica ha aumentato gli squilibri tra pro e contro e un uso eccessivo può arrivare a distruggerlo o a costringerlo a riposo per lungo periodo, per questo ha imparato molto velocemente a capire quando è indispensabile l'uso del Quirk e quando no e imparò anche ad avere familiarità con quella parte quasi estranea del suo quirk, con cui ha avuto parecchie complicanze per varie motivazioni.

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{⸙𝑺𝑇𝑂𝑅𝐼𝐴

La vita di Shouji è stata molto tranquilla e normale sotto alcuni versi e più tormentata verso altri, ma in generale non ritiene di aver avuto più esperienze di altri. Tutti o quasi purtroppo in quella scuola avevano passato ricordi spaventosi anche durante i tirocini, si tratta di qualcosa di ordinario se si vuole diventare eroi. Nacque in una normale e nevosa giornata di gennaio nel centro di Tokyo, dove i genitori si trovavano per una missione leggermente più lunga delle altre. Sin da subito la sua nascita, come quella dei figli dei vari eroi professionisti, divenne immediatamente un caso mediatico. La gente non vede l'ora di poter osservare un mito andare avanti, quindi i figli dei vari eroi diventavano spesso pane nella bocca di tutti. Andrà alla Yuuei anche lui? Vorrà diventare un Hero o no? In cosa si specializzerà, ma soprattutto, quale sarà il Quirk del ragazzo? Naturalmente nessuno di questi fu un problema che assediò il bambino. Shouji non venne subito incluso nel mondo degli eroi allo stesso modo in cui non ne venne escluso, perché volevano dare la possibilità al ragazzo di scegliere al contrario di come i genitori di Airou avevano fatto con lui. Così Shouji passò i primi anni della sua vita a giocare come un normale bambino, facendo continue domande riguardo agli Heroes e ai Quirk in particolare nella sua "età dei perché", dove tutto diventava oggetto di curiosità e domanda. L'età dei quattro anni arrivò velocemente e così arrivarono le scoperte. Inizialmente fu solo la luce a rivelarsi allo stesso modo in cui era accaduto ad Airou: una luce della stanza si spense e si diresse sopra al capo del bambino. E là si sarebbero fermate le novità se Shouji non avesse iniziato ad accusare dopo due settimane un forte dolore alla schiena e, dopo avergli tolto la maglietta, si accorsero di alcune piume e delle ossa cave che uscivano dalle scapole. Iniziarono le visite mediche e venne registrata un'anomalia dovuta ad una mutazione genetica: il bambino, oltre alla luce, avrebbe imparato anche a volare. Si sposava perfettamente anche con il nome datogli, nonostante il volare fosse inteso per "avere successo". Nuovamente però il caso non poté che fare scalpore. Il figlio di un Pro Hero che mostra un Quirk completamente nuovo? La più ghiotta delle notizie per i media. I Quirk anomali erano ancora motivo di studi e non si sapeva molto su di essi: alcuni potevano essere Quirk che modificavano completamente l'aspetto di una persona così come dei Quirk normali, altri invece potevano danneggiare la salute...ma il Quirk di Shouji era potente, molto potente. Ma ciò non si sarebbe mostrato un problema...almeno non per i primi anni. Il bambino aveva sentito da alcune discussioni origliate dai genitori riguardo alla paura che alle normali visite mediche se ne aggiungessero altre per studiare la sua unicità, ma si trattò naturalmente di paranoie senza fondamento. In quegli anni alle elementari fu quindi visto come uno dei bambini più forti del suo gruppo, e non per il fatto che lo fosse sul serio, ma per il suo Quirk e suo padre. E allora lui era piccolo, quindi quelle attenzioni non gli dispiacevano. Per quanto i genitori avessero però deciso di non influire in alcun modo nella scelta del ragazzo sul diventare un eroe o meno, si trattava di uno sforzo inutile. Ogni giorno sentiva i genitori discutere riguardo alla missione di uno o dell'altro, di salvataggi dai rapimenti, ostaggi in pericolo, importanti missioni e il salvare vite umane. E lui era in realtà dentro a quel mondo sin da prima della nascita: era il figlio di un Pro Hero, anche il giorno della sua venuta al mondo si iniziò a parlare di lui come Hero. Indirettamente era anche coinvolto non solo per famiglia, ma anche personalmente. Lo aveva capito quando un giorno, al primo anno delle medie una ragazzina gli domandò "Ma non hai paura?". E inizialmente Shouji non capì: gli allenamenti con il Quirk andavano benissimo, era forte e migliorava di giorno in giorno, ma la domanda della compagna era molto più sveglia. La madre del ragazzo aiutava la polizia nelle indagini riguardo a rapimenti vari e il padre si scontrava spesso con bande di enorme importanza e pericolosità per salvare i cittadini e degli ostaggi. Il senso della domanda della ragazza era "Non hai paura che qualcuno possa minacciare tuo padre tramite te?", ma ciò non passò nella mente del ragazzo per un po' di tempo. Invero però quella domanda era più che lecita. Purtroppo i figli dei Pro Heroes erano in qualche modo sempre presi di mira e i Villains non si facevano di certo scrupoli. Di sicuro però furono le medie il periodo più attivo della sua vita, sia per esperienza con gli Heroes che in generale. Da pochi mesi dall'inizio della prima media in casa non si parlava di altro: un gruppo di Villains molto pericolosi i cui crimini erano gli stessi per tutti i membri della banda, sequestri di persona e tortura, in particolar modo esperimenti vari. Una cosa lo colpì, una sigla: L.D. Cosa significava? Ovviamente non lo sapeva e né il madre né la madre volevano che lui fosse coinvolto in questo, ma capirono presto quanto inutile fosse. Shouji aveva trovato un modo per domandare del loro lavoro senza essere sospetto e quando i genitori si accorsero di ciò il ragazzo era troppo esaltato da sapere di cosa stessero parlando per poterli lasciare in pace. E così finirono per informarlo delle loro indagini sullo spostamento di quella brigata di folli, perché Shouji, ancora nel suo periodo infantile, aveva minacciato di andare a rubarsi i fogli.

Vedendo però l'interesse del ragazzo verso il caso capirono immediatamente che la strada dell'eroe fosse l'unica che Shouji avrebbe mai voluto percorrere, quindi accettarono, anche se con riluttanza. Sicuramente sarebbe stato d'aiuto tutto ciò in futuro perché avrebbe avuto molta più esperienza sul campo rispetto ad altri, in particolare nel dietro le quinte delle indagini. E da lì nacque il suo desiderio di analisi e il caso lo prese come se fosse un argomento di massima importanza. Ovviamente sapeva quante vite ci fossero in gioco ma allora era ancora immaturo e vedeva tutti ciò come un gioco molto stimolante. Passò tutto l'anno della sua prima media nel ricevere informazioni (non complete ovviamente) del caso e lui ipotizzava, pensava, ragionava e cercava di aiutare come poteva i genitori, e molte delle sue predizioni si rivelarono esatte, tanto che un paio di volte Airou e la madre lo portarono al centro di polizia con il quale stavano collaborando durante la seconda media. Per Shouji quello era un mondo nuovo che lo affascinava e lo prendeva: era quello il destino che voleva intraprendere, non aveva dubbi a riguardo. Quell'anno e qualche mese trascorse in modo euforico per il ragazzo. All'inizio, anni prima, non comprendeva il senso di tutte quelle riunioni a casa dei genitori, mentre ora sì, e tutto era meraviglioso. Aveva iniziato anche a conoscere i membri del dipartimento della polizia della città, tra cui uno, il signor Fushiko, che aveva un Quirk legato al volo e si propose di aiutarlo nel controllare quel suo strano potere. "Papà gli ha parlato dell'anomalia? Deve fidarsi molto" si era detto, ma del resto era diventato un caso mediatico quindi non si fece molte domande, anzi gli aiuti del commissario furono fantastici e imparò presto a domare le sue ali. Iniziò a costruire anche quindi un rapporto di fiducia con i membri del dipartimento, Fushiko in particolare, e tutti lo consideravano quasi come il "figlio dell'agenzia". Solo su una cosa non gli veniva mai detto nulla né a casa né in centrale: su cosa si basassero gli esperimenti e quella strana L.D. Gli parlavano di tutto tranne che di quello e stava iniziando ad insospettirsi ma non fece in tempo a chiederlo che, a più di un anno dall'inizio di quel caso, dopo tante piccole vittorie, si arrivò alla grande scoperta: il luogo principale dove venivano portati gli ostaggi e dove erano stanziati i nemici era stato scoperto. Fu una notizia meravigliosa: ormai anche in dipartimento l'aria era tesa, erano tutti nervosi a causa del lungo tempo che le indagini avevano preso, alcuni parlavano anche di talpe, di spie, di persone che erano troppo pigre e che non prendevano il lavoro sul serio...ci si arrabbiava veramente per nulla e sapere di quella scoperta riportò gli animi a posto. Cosa chiese un allora tredicenne Shouji, maturato grazie a quelle esperienze ma ancora troppo fomentato dalla infantile esaltazione del caso? Di venire con il genitore a salvare i ragazzi. Era forte e ne era convinto. La verità era che...era vero, Shouji era veramente molto forte, ma non aveva mai combattuto realmente contro qualcuno, non si era mai fronteggiato contro un nemico vero. Infatti Airou Toji su questo fu categorico: no e assolutamente no. Tuttavia ciò non fu sufficiente. Si erano anche trasferiti di città per poter seguire meglio gli scontri e la banda e il luogo designato non era lontano, non lo era per nulla, anzi. Era fuori città ma non di molto. Ben nascosto, era un edificio riconosciuto come rifugio e quindi mai controllato...e cosa pensò il ragazzo? Di recarsi lì, malgrado tutto e tutti il giorno prima di quello programmato dalla polizia per fare irruzione. Shouji contava sulle sue forze, tuttavia non sapeva una cosa molto scomoda: con quell'opportunità aveva già avuto un primo campo della vita di un Hero, ma lui si era esposto, si era esposto moltissimo. Il figlio del Pro Hero Airou Toji, vantante di suo un forte Quirk e un'anomalia genetica che gliene conferiva uno ancora più forte, collaborava per dei casi di strani esperimenti. E lo fece sul serio, di recarsi lì di nascosto, pieno di sé stesso e traboccante di infantile entusiasmo. Era la due settimane dopo il suo compleanno quella in cui giunse in quel covo e lo esaminò. Il cuore batteva a mille ed era nervosa, tanto nervoso e stava già pentendosi. Cosa aveva creduto di fare? Catturarli da solo? Nemmeno li aveva visti in viso. E si sentiva anche osservato ma, quando si voltò spaventato, si trovò davanti solo il signor Fushiko. Ah la ramanzina del signor Fushiko...ancora la ricorda a distanza di anni. Aveva detto di aver notato lo strano comportamento di Shouji e di averlo seguito.

Gli aveva fatto una bella lavata di capo. Tipico di Fushiko, non che di un qualsiasi amico di suo padre, ma qualcosa di strano fu proposto dall'uomo. "Ormai che sei qui, vuoi entrare?". Lo aveva stupito come domanda visto che lo aveva appena ripreso, ma era ancora sciocco, Shouji, pensava di essere al sicuro perché ora c'era Fushiko con lui, quindi annuì. Ma fu uno sbaglio. Perché lo lasciavano entrare con così tanta facilità? Non c'era nemmeno un Villain di guardia? Si pose quelle questioni troppo tardi. Poco dopo essere entrato venne spinto dentro ad una stanza e messo al tappeto da un forte colpo al suo punto critico: le scapole. E quando si svegliò poche ore dopo, ebbe motivo di capire molte cose. A Shouji ovviamente non veniva detto tutto ciò di cui si discuteva perché lo si voleva tenere al sicuro e parlare di una talpa sarebbe stato pericoloso. Quelle di una spia non erano voci dettate dalla paranoia, erano veri e propri sospetti. E il signor Fushiko si era offerto di aiutarlo con il Quirk del volo quindi sapeva i suoi punti deboli? Ma perché? Quello lo venne a scoprire solo la sera del giorno seguente. Trascorse il più terribile giorno della sua vita legato, ammanettato con manette anti Quirk e imbavagliato in quella stanza buia insieme ad altri ragazzini. Le persone che entravano in quella stanza avevano strane boccette, lunghi aghi, strani e spaventosi oggetti...e si terrorizzava solo a vederne uno accanto a lui. Il piano della polizia avrebbe avuto successo naturalmente e lui non rivelò nulla, ma quello di Shouji era un volto conosciuto, anche se non troppo famoso visto che era solo un ragazzino andato in rete due volte per qualche ghiotta notizia sugli eroi. Quindi la sera seguente, quando arrivarono la polizia e gli Heroes, i Villains cercarono di portarsi dietro Shouji, ed avendo le manette anti-Quirk, non potè far molto altro oltre a scalciare, dimenarsi e sparare offese. Venne chiuso nel retro di un furgone, fatto stare zitto e portato non sapeva dove insieme ad altri ragazzi. Fu quella la situazione peggiore della sua vita: normalmente i suoi ragionamenti gli erano sempre bastati per risolvere tutto ma ora non vi era nulla che potesse fare. Quando arrivarono in un nuovo rifugio, lo bendarono di modo che non potesse vedere dove si trovava e lo portarono di peso in un'altra stanza. In tutto la sua permanenza lì durò tre settimane. Lui ed altre dieci persone erano stivate in una stanza buia e senza finestre, legati come salami da delle pesanti catene, tutti imbavagliati nel caso le voci di qualcuno fossero collegate ai Quirk e una persona sempre di guardia con delle armi in mano e un'unicità sconosciuta. E in quei giorni non ci fu un attimo in cui il ragazzo potesse respirare. Evidentemente dovevano sapere chi fosse Shouji e quale fosse il suo quirk perché iniziarono immediatamente degli esperimenti e dei test. Lo tenevano fermo, gli scoprivano il braccio e poi mettevano a contatto la sua pelle con ferri incandescenti per vedere se fosse effettivamente più resistente al calore e il non lasciare cicatrici lo confermò; ogni giorno arrivavano ed ustionavano una parte diversa per vedere la velocità di guarigione. Dopo una settimana, verificate le ustioni, passarono agli occhi. Gli puntarono contro potentissime luci per verificare la sua vista e spesso gli iniettavano una strada sostanza che attivava il Quirk di qualcuno contro la sua volontà e ricordava quei giorni come i più stancanti della sua vita. Ricordava ancora la sua posizione: un medico o chissà cosa che teneva sempre sotto controllo i suoi occhi per vedere come e di quanto perdesse la vista quando usava troppo il suo Quirk, e luce e calore sempre attivi e concentrati sui suoi palmi. In quella scomoda posizione immobile e dolorosa passava ore ed ore, fino a quando il rischio che il calore arrivasse a sciogliergli che carni delle mani non diventava troppo alto e dovevano per forza smettere. Ricordava i capogiri sempre presenti e la vista completamente offuscata, due elementi che gli facevano costantemente credere o di esser svenuto o di star vivendo in un'allucinazione. Anche tutti gli altri ragazzi subivano in modo diverso le stesse agonie, ma era troppo stanco per poter osservarli. Solo qualche volta nei brevi minuti in cui era concesso loro di parlare si sentì complimentare per la sua resistenza e sangue freddo. Essendo la su identità nota le uniche domande che gli venivano fatte equivalevano al rivelare informazioni alla polizia, ma lui girava costantemente il capo dall'altra parte fingendosi offeso e non apriva bocca, beccandosi anche qualche calcio o pugno. Alla terza settimana si passò alle ali: gli percuotevano la schiena nuda, gli iniettavano sieri che aumentavano la velocità di sviluppo delle ali, le colpivano, le facevano sciogliere o ne amputavano pezzi. La mancanza di ferro e magnesio per quegli esperimenti lo ridusse allo stremo, complice anche il fatto che l'unica luce presente fosse artificiale. Poi un giorno, quando lo stavano interrogando riguardo alla polizia, ecco che arrivarono gli Heroes. Ed ecco che il limbo si ripeté. Shouji era un ostaggio prezioso, quindi lo afferrarono, sbatterono dentro ad una vettura e partirono.

Anche il metodo in cui riuscì ad uscire dalla macchina in cui lo avevano chiuso non fu uno dei più congeniali, cosa che gli riservò un'altra lavata di capo solo a livello tecnico. Seduto dietro, con uno dei Villains che lo teneva fermo, provò ad usare la sua luce, ma ovviamente non servì. Gli venne in mente solo allora che le manette con cui lo bloccavano quando non facevano gli esperimenti impedivano solo l'utilizzo di Quirk, non i Quirk spontanei. E la sua era un'anomalia, non la norma. Le ali erano sempre presenti, ma aveva imparato a decidere quando spiegarle o meno. Quindi nel giro di pochi secondi ali forti e resistenti bloccarono la parte dietro della macchina, insieme al Villain che lo bloccava, ora tramortito. Il contraccolpo sull'auto fu sufficiente per distrarre il guidatore abbastanza perché smettesse di guardare la strada sassosa presso i boschi dove stava andando e la vettura si rovesciò. Si appallottolò e usò le ali per difendersi, creando un bozzolo in grado di proteggerlo. Non seppe se dirsi più sollevato o spaventato quando tra gli Heroes che si occuparono della definitiva sconfitta di quel gruppo vide suo padre e sua madre. Quando arrivarono i genitori lo trovarono, videro solo un bozzolo fatto di ali ferite e martoriate, mentre il ragazzo nascosto da queste non aveva ferite (visibili) ma era stremato per il solo utilizzo spontaneo del suo potere. Presto venne liberato sia dalle catene, che dallo scotch che lo faceva stare zitto sia dalle manette. Quella fu la prima e l'unica volta che pianse da quando era nato a causa dello spavento che aveva preso e non aveva mai visto i genitori così arrabbiati dal dover essere fermati affinché non uccidessero i Villains che avevano catturato. Ricevette una seconda ramanzina, ma fu molto più leggera di quel che si aspettava: sia lui che i genitori erano spaventati da ciò che gli era accaduto e dalle condizioni in cui versava. Gli venne spiegato quindi tutto ciò che gli era stato tenuto nascosto e che aveva scoperto in quelle settimane: gli esperimenti erano condotti da delle persone che idolatravano la Lega Dorei, da cui veniva l'acronimo, la quale aveva costruito dei macchinari in grado di potenziare il Quirk di qualcuno. Quelle analisi che stavano conducendo riguardavano quello stesso tipo di macchine ma rapportate ai Quirk anomali, come il suo. Non volevano che sapesse di cose che lo riguardavano così da vicino e che lo mettessero così tanto in pericolo. E così terminò il più importante capitolo della sua vita. Divenne un ragazzo molto più attento, più sveglio, meno superficiale, più sospettoso e molto meno infantile a seguito di quell'avvenimento, che portò con sé paure e fobie. La cosa andò sui media? Ovviamente, ma per fortuna non si seppe tutto. Semplicemente si parlò del fatto che Shouji era stato coinvolto in un'importante operazione di quel caso. E basta. E a lui andava bene, non voleva che si sapesse di quella giornata in cui era circondato da medici, aghi appuntiti, sieri spaventosi e un'arma perennemente puntata contro. Alla fine di quell'anno di medie, degli esami, e dopo essersi fisicamente ripreso da tutto, si trasferì nuovamente ed andò alla Yuuei insieme a dei figli degli ex compagni di suo padre. Li aveva già incontrati un paio di volte perché i genitori avevano mantenuto i contatti tra loro, ma aveva trascorso la maggior parte della sua vita a Tokyo e nelle città vicine, quindi fu come conoscerli per la prima volta. Chi ebbe quindi l'onore di sapere cosa gli fosse accaduto? Quella diavolessa di Yuriko e quella povera anima pia del fratello gemello. Non parlò di tutto ciò al primo anno, ovviamente. Ne parlò solo al secondo e non disse tutto, semplicemente accennò di un caso a cui aveva preso parte, definito "molto complesso", dopo ormai vari tirocini in cui era stato riconosciuto il suo sangue freddo e la sua esperienza nel campo delle indagini. Sperava solo che i due non andassero a dire in giro di quella notte anche ancora lo spaventava. Ma ormai non vi era più molto spazio per quello né per quello strano nome che riecheggiava nella sua testa..Lega Dorei. Essa scomparve dalla sua mente e arrivò totalmente a scordarsene. Ora doveva pensare ad altro: doveva diventare l'eroe che aveva sempre sognato di essere.

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{⸙𝑵𝑂𝑀𝐸 𝐷𝐴 𝐻𝐸𝑅𝑂
╰➣𝗜𝗎𝖽𝗂𝖼𝗂𝗎𝗆 𝖨𝖼𝖺𝗋𝗎𝗌° ᵃⁿᵍᵉˡᵒ ᵈᵉˡ ᵍⁱᵘᵈⁱᶻⁱᵒ

È stato lui a scegliere il suo nome da Hero e le motivazioni sono abbastanza ovvie. Icarus è quasi la rappresentazione mitologica del suo Quirk, inoltre le ali del personaggio rappresentano sia il suo motivo di salvezza sia la sua catena, la sua restrizione. Esagera e ne pagherai le conseguenze, ed è la stessa cosa successa a Shouji. Anche la figura del "giustiziere" e del giudizio è collegata alle catene. In seguito a ciò che gli è capitato ha sviluppato quasi la fobia di essere catturato e legato da qualcuno, ma utilizza armi che fanno la stessa cosa perché ci sono persone che meritano di essere fermate ed intrappolate. L'andare contro la sua fobia equivale quindi ad esprimere un suo giudizio su una sua opinione morale, si tratta di un angelo che esprime la sua volontà di giustizia usando il medesimo metodo della criminalità stessa. Inoltre, non aveva nemmeno un gran margine di scelta. Semplicemente, si sentiva legato a questo nome, lo sentiva suo e non voleva perdere tempo a scegliere altri nomi quando si sentiva perfettamente a suo agio ad essere chiamato così. Che fosse "Iudicium Icarus" o "Angelo del Giudizio", nulla sarebbe cambiato. Il primo nome è più aulico e misterioso, ma è più fraintendibile, mentre il secondo è più diretto ma meno stiloso. Non gli importava di aver un nome solo, a lui importava solo che il significato di tale scelta arrivasse ai Villains. Il resto contava veramente poco. Indipendentemente dal modo in cui la gente si fosse rivolta a lui, Shouji sarebbe rimasto la creatura alata frutto di un'anomalia che esprimeva un giudizio repertorio verso le persone con cui si scontrava. Era quasi una tradizione ormai: i Villains con cui si scontrava perdevano sotto la forza del Giustiziere, ignari della sua prima esperienza con il mondo degli eroi. Il nome del resto era solo un ornamento che gli eroi facevano a gara ad avere più bello per vantarsi o per dare da subito una buona impressione, ma a lui sciocchezze del genere non interessavano.

❝▔▔▔▔▔▔▔▔▔▔⋆͙̈𝓘𝑐𝑎𝑟𝑢𝑠⋆͙̈▔▔▔▔▔▔▔▔▔▔❞

{⸙𝑶𝑃𝐼𝑁𝐼𝑂𝑁𝐸 𝑆𝑈𝐼 𝑉𝐼𝐿𝐿𝐴𝐼𝑁𝑆
𝗡𝖾𝖼𝖾𝗌𝗌𝖺𝗋𝗒 𝖤𝗏𝗂𝗅° ʷʰⁱᶜʰ ᵐᵘˢᵗ ᵇᵉ ˢᵗᵒᵖᵖᵉᵈ

Ha nutrito sin da subito un gran moto di paura e interesse verso i cattivi. Acquisì nel tempo nei confronti dei Villains le stesse opinioni che bene o male tutti gli eroi avevano su di loro: li vedeva come nemici da sconfiggere e delle prove che, se superate, lo avrebbero reso una persona più forte e coraggiosa. Non gli sono mai piaciute le persone che feriscono e fanno male solo per divertimento o per perseguire i propri scopi e questo Shouji lo sapeva. A differenza del genitore, che inizialmente vedeva i nemici come qualcosa da sconfiggere per provarsi forte, la sua esperienza, decisamente maggiore a quella di Airou vista la sua lontananza dal mondo degli Heroes, gli ha fatto avere un punto di vista completamente diverso. Tuttavia ha sempre avuto, anche caratterialmente, una certa "infatuazione" verso il lato cattivo e molto spesso si è chiesto perché certi Villain si comportassero così, come non potevano esistere eroi sempre buoni, allo stesso modo non potevano esserci Villain solo e soltanto cattivi, senza altro dietro.
Naturalmente esistono alcuni, molti Villain che agiscono in quel modo solo per divertimento o per follia, ma non è possibile che nessuno abbia qualche altra motivazione, magari qualche problema grave per cui necessitano soldi o altro al di fuori dell'immaginazione di un bambino. Non crede di poter essere in grado di sedurre altri Villain o altro, dato che lui per primo non è in grado di autoconvincersi, ma ci sono molti momenti in cui il suo lato da bambino viene fuori, momenti nei quali prova pena o, per meglio dire, interesse per i Villains, si chiede che cosa abbiano passato o cosa li abbia spinti a usare i loro poteri per fare del male alle persone, perché ci devono per forza essere motivi al di fuori della follia, cattiveria e puro divertimento.
Altra opinione che ha dei Villains, e di cui non ha problemi a parlare è il fatto che i Villains siano, in un certo qual senso, necessari. Così come la luce non esiste senza l'ombra, i bene non può esistere senza il male e gli eroi non possono esserci senza i Villains. All'interno dell'equilibrio su cui si basa il mondo ci sono anche il bene e il male, ed eliminare completamente o uno o l'altro distruggerebbe un equilibrio, mandando il mondo nel caos anche se a vincere dovesse essere il bene. Gli eroi del resto senza cattivi da combattere non sarebbero nessuno, sarebbero persone normali, magari con un Quirk più interessante di altri, ma comunque persone senza qualche nota particolare, un piccolo punto nero in mezzo tanti altri. Tutto molto bello se la sua esperienza non avesse convinto Shouji del fatto che questi vadano sconfitti. Sconfiggerli del tutto è impossibile e forse anche sbagliato: con un mondo di solo bene si sarebbe ripiombati nel caos in tempo molto più breve rispetto a quello in cui il male era ancora presente. Il senso di interesse verso i Villains è leggermente diminuito rispetto alla paura, non si spaventa quando li affronta a meno che non c'è il rischio di essere catturati, è l'unica aspettativa che non riesce a sopportare.

❝▔▔▔▔▔▔▔▔▔▔⋆͙̈𝓘𝑐𝑎𝑟𝑢𝑠⋆͙̈▔▔▔▔▔▔▔▔▔▔❞

{⸙𝑺𝑃𝐸𝐶𝐼𝐴𝐿𝐼𝑍𝑍𝐴𝑍𝐼𝑂𝑁𝐸
╰➣𝗤𝗎𝖺𝗅𝗎𝗇𝗊𝗎𝖾° ˢᵘᵖᵖᵒʳᵗᵒ ᵉ ᶜᵒᵐᵇᵃᵗᵗⁱᵐᵉⁿᵗᵒ

Per un primo periodo è stato difficile capire che cosa volesse fare, è convinto che il suo potere possa adattarsi in ogni circostanza. Usando la tecnica sviluppata dal genitore, che ancora deve del tutto controllare, potrebbe nascondere alla vista molte persone, può usare le ali per salvare delle persone oppure attaccare bersagli aerei, può usare la luce sia per attaccare che per difendere. L'ambito delle indagini è quello in cui ha maggior esperienza ma non per questo Shouji non vuole osservare anche gli altri e limitarsi solo a quello. Aiutare nel risolvere un problema ormai per lui è diventato d'obbligo e anche salvare le persone per lui è divenuta una necessità dopo essere stato catturato lui stesso, ma anche dagli Heroes professionisti è stato ritenuto inadatto per trarre in salvo le persone per il modo in cui lui stesso si era salvato: spericolato, ha messo in pericolo oggetti e persone. Essere entrato alla Yuuei (per raccomandazione ma non nessuno ebbe dubbio sul fatto che avrebbe superato l'esame) e l'aver frequentato tutti i corsi e tirocini cambiò immediatamente il suo modo di vedere una missione di salvataggio, ma ancora Airou non si fida del tutto. Del resto Shouji è sempre stata una persona in parte spericolata e che, quando il ragionamento non lo porta a nulla, si lascia comandare dall'impulso. Capire la sua vocazione per lui è stato difficile, molto difficile, perché non riesce a scegliere qualcosa in particolare. Ok il salvataggio gli sta molto a cuore, ma vuole anche combattere e sconfiggere i nemici. Era stato messo al tappeto in un colpo solo quella volta, e non solo perché aveva la guardia abbassata. Shouji è conosciuto anche come "l'aspirante eroe duttile": va dove c'è bisogno di lui o di aiuto senza contare molto ai vari campi. È un orgoglio molto grande quello di credersi utile in tutto, ma è strano come Shouji sembri e sia molto umile nonostante questo. Sa bene che non potrà fare così a vita, ma per ora, dal momento che non sa dare una giusta risposta quando gli si domanda della specializzazione, risponde sempre con queste parole: "indagine, supporto e combattimento". A livello di Pro Heroes, non gli fa differenza essere mandato da un eroe forte o in un'agenzia meno conosciuta. È cresciuto con dei Pro Heroes e ai genitori non cambia che lui vada da Heroes più avanti di loro nella classifica, ritengono stupide queste dimostrazioni di orgoglio. Anche nella semplice scelta dell'agenzia quindi è molto libero, non sa scegliere e le categorie che lo interessano ricoprono molti campi. Inoltre quando c'è bisogno di aiuto bisogna attivarsi, indipendentemente dal fatto che si trovi in chissà quale bella agenzia o una più normale. Solo una cosa lo fa ridere dei tirocini: vedere alcuni ragazzi della Yuuei o suoi compagni di classe andare nell'agenzia di suo padre. Ha stretto molte "amicizie" così ma si tratta comunque di una situazione divertente ed imbarazzante allo stesso tempo.

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{⸙𝑪𝑈𝑅𝐼𝑂𝑆𝐼𝑇𝐴'

╰➣𝗖𝗈𝗇𝗍𝖺𝗍𝗍𝗈 𝖿𝗂𝗌𝗂𝖼𝗈
In generale non ha mai amato teneri abbracci o chissà cosa, ma la sua esperienza non ha cambiato in modo drastico questo modo di vedere. Non ha paura di essere avvicinato, ma teme quando le persone gli saltano addosso di nascosto, lo abbracciano all'improvviso o gli mettono le mani sugli occhi. All'esterno in Shouji non si nota un grande cambiamento (a seconda delle situazioni) ma il suo cuore inizia inevitabilmente a spaventarsi e preoccuparsi.

╰➣𝗩𝖾𝗌𝗍𝗂𝖺𝗋𝗂𝗈
Il suo stile è molto più tranquillo ed elegante di quello del genitore. Non si tratta di abiti di gran livello, ma semplice di colori più tranquilli oppure normali come il bianco, il nero, il panna o il grigio. Le catene sue armi, a meno che non utilizzate, possono essere tranquillamente una specie di decorazione e, dal momento che stonerebbe con il resto del suo modo di vestire, ha comprato anche degli abiti più dark che possano avere anche collegamenti con questi. Alla fine quindi o lo si vede girare in abiti soft e tranquilli o l'esatto opposto, così come molte altre parti del suo carattere, del resto.

╰➣𝗖𝗂𝗈𝖼𝖼𝗈𝗅𝖺𝗍𝗈
È il suo punto debole. Lo adora e lo mangerebbe sempre. Oltre al fatto che abbia anche il magnesio che gli serve, ne è veramente ghiotto. A causa del suo quirk, anzi di entrambi i quirk, la sua pressione fa enormi voli verso il basso, quindi ha anche una scusa per poterlo mangiare quasi sempre. È un ragazzo che non si fa problemi a condividere, a meno che non si tratti di mangiare cioccolato o toccare le sue catene.

╰➣𝗕𝗎𝗂𝗈
A seguito di quanto accaduto, ha iniziato ad avere paura del buio. Si tratta di un timore quasi ironico visto il controllo dell'Ombra di Airou, ma ormai Shouji si è abituato a dormire sempre con una luce accesa. Anche se si parla di una luce minuscola, che non potrebbe illuminare quasi nulla, a lui basta che ci sia una luce e non completo buio. Il buio lo spaventa visto che quando ci è stato immerso non aveva la possibilità nemmeno di muoversi, anche se solo a causa delle catene che lo tenevano bloccato.

╰➣𝗢𝗋𝗂𝖾𝗇𝗍𝖺𝗆𝖾𝗇𝗍𝗈 𝗌𝖾𝗌𝗌𝗎𝖺𝗅𝖾
Shouji è etero sessuale biromantico. Al contrario del padre, prova un minimo di imbarazzo a parlarne ma si tratta di qualcosa di normale a quell'età. Prova attrazione unicamente verso il corpo femminile ma riesce a provare forti sentimenti platonici verso entrambi i sessi. In realtà, non è ancora molto convinto, è confuso. Alcune volte ha provato per un ragazzo solo attrazione fisica e non platonica, un'altra volta ancora l'esatto opposto ma per una ragazza. Per meglio dire, prova rarissime volte attrazione per il corpo maschile e non ha idea di che cosa questo voglia dire, ma gli è stato semplicemente consigliato di andare con calma e di aspettare, perché non c'è fretta nello scoprirsi e perché non poteva credere di potersi conoscere del tutto a soli diciassette anni, quando molte persone non si capiscono nemmeno in età adulta.

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