𝙲 𝙷 𝙰 𝙽 𝚃 𝙰 𝙻 𝙶 𝙰 𝚄 𝙻 𝚃 𝙸 𝙴 𝚁

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Chantal è una giovane donna di circa 25 anni che lavora al teatro dell'Opera Le Peletier, ormai da diversi anni —nonostante la sua giovane età— nel ruolo di c a n t a n t e
l i r i c a . Chantal si tratta di un nome che, in origine, era devozionale, tratto dal cognome di santa Giovanna Francesca Frémiot de Chantal, fondatrice dell'Ordine della Visitazione. Ella, il cui nome di battesimo era Jeanne-Françoise Frémyot, sposò Christophe de Rabutin, che era barone di Chantal, titolo che fa riferimento ad una località nell'odierna Saona e Loira). Tale toponimo deriva dal provenzale antico càntal ("pietra"), e il suo significato è "pietroso", "sassoso".(nonostante venga associato popolarmente alla parola francese chant, "canzone"). Col tempo, il nome si è affermato anche per moda, per via del suono esotico e gradevole, diffondendosi al di fuori degli ambienti cattolici; nei paesi anglofoni è in uso dal XX secolo, e gode di una sporadica diffusione anche in italiano (attestandosi principalmente in Nord Italia, specie in Emilia-Romagna). Chantal compie gli anni l'8 di dicembre, il giorno dell'immacolata, perciò è nata sotto il segno del Sagittario. Il Sagittario è il nono segno dello zodiaco. È un segno che si trova a dividersi tra il reale e l'ideale, un segno di fuoco, insieme ad e pieno di calore umano e passione. In questo periodo bisogna scaldarsi, prepararsi all'inverno e andare avanti, a scoprire cosa avviene dopo, cosa c'è al di là delle montagne o del mare.Il Sagittario sta all'orizzonte della vita e sbircia un poco più in là, tra i primi fiocchi di neve, tra i primi venti gelidi dell'inverno.Il fuoco del Sagittario illumina, non porta calore. È un fuoco che arde di conoscenza, di scoperta e di avventura; è un fuoco anche spirituale, spesso legato agli ideali fermi e costanti che l'appartenente al Sagittario ha con sé.Un nato sotto il segno del Sagittario è quasi sempre uno sportivo: non è capace di stare fermo e risulta affascinante proprio per questa sua "sfuggevolezza" e voglia di avventura; in ogni cosa che fa ci mette passione e ottimismo, ed è grazie a questo che il più delle volte raggiunge i suoi obiettivi con ottimi risultati. Una buona caratteristica degli appartenenti al segno del Sagittario è quella di non abbattersi neanche davanti alle grandi difficoltà che la vita gli presenta, anzi, dopo una sconfitta, sono subito pronti a rialzarsi e a dare di nuovo il meglio di loro stessi. I nati sotto questo segno sono grandi amici, leali e fidati, mentre in amore preferiscono le avventure ai legami stabili, ma solo fino a quando non incontrano la loro anima gemella, in quel caso niente potrà impedirgli di amare e di sottostare a tutte le regole che un rapporto di coppia porta con sé. I Sagittario sono persone molto indipendenti che sanno giocare le carte della seduzione. Amano molto provocare, di solito non hanno pregiudizi e sanno gestire molto bene il rapporto con gli altri; in una relazione di coppia però non è raro che il Sagittario si lasci trascinare in qualche avventura fuori programma. Come per tutti gli altri segni dello Zodiaco anche Il Sagittario, nei rapporti di coppia, ha segni con cui riesce ad avere una perfetta armonia, e altri, invece, con i quali non riesce a costruire un rapporto duraturo. In alcuni casi, dove equilibrio e serenità sono i pilastri fondamentali di un rapporto di coppia in altri, questo binomio diventa una chimera.

LA BONNE MUSIQUE NE SE
TROMPE PAS, ET VA DROIT AU FOND
DE L'ÂME CHERCHER LE CHAGRIN
QUI NOUS DÉVORE

Chantal è una donna affascinante e dai lunghi capelli biondi; i pomposi ricci le arrivano fin sotto le spalle, pertanto seguono la straordinaria moda dell'epoca. Ha sempre curato e amato i suoi capelli, con grande vanità e tanto amore. Spesso le piace acconciarli, agghindarli, soprattutto per gli spettacoli;  dopo la voce questi, affiancati dall'aspetto esteriore, sono i suoi punti forti —anche perchè sul carattere non può proprio contare—. Ciò che si nota subito in lei sono gli occhi, luminosi, ma al contempo pieni di mistero. Essendo lei abbastanza alta rispetto alla media di quei tempi —ai giorni nostri sarebbe stata di statura normale, circa sul metro e settanta— ed anche perchè viene da una famiglia facoltosa, si fa cucire a mano tutti gli abiti, i quali seguono sempre le ultime mode. La donna è stata molto fortunata anche per quanto riguarda la genetica: avendo un fisico relativamente a clessidra, con forme però non troppo accentuate, non prova difficoltà nell'indossare quegli stretti corsetti che tanto erano solite usare le donne dell'epoca per far risaltare le proprie forme. Inoltre alla donna piace molto truccarsi, soprattutto per gli spettacoli: ciò le da un enorme, gigantesco, senso di sicurezza. Tende sempre a dare il massimo, l'aspetto per un soggetto così conosciuto come lei è importante quasi quanto il talento: Chantal deve essere perfetta! Questo concetto di "perfezione", purtroppo o per fortuna, le è stato trasmesso dalla madre, la quale è sempre stata abbastanza severa con lei, al contrario della figura paterna che, nonostante fosse tanto presente quanto la moglie -ossia in modo minimo e scarso- era molto permissivo con Chantal e, anzi, la viziava.

... M o d e  F è m i n i n e...
« f i n d e s a n n é e s 1 8 0 0 »
Alla fine degli anni '70 l'abito perde quasi completamente volume, le gonne scivolano aderenti al corpo con panneggi e le arricciature nella parte bassa e i busti diventano piu' lunghi. La figura femminile e' adesso più sottile e slanciata. Ma nonostante l'apparente semplificarsi degli abiti in realtà la nuova linea è più scomoda della precedente e presenta dei problemi concreti alle donne perche' le gonne strette e fascianti creano difficoltà nel camminare (piu' delle ampie gabbie). Dal 1883 gli abiti ricominciano ad acquistare volume ma solo sulle reni. Le gonne acquistano volume ed importanza (perché arricciate ed elaborate con applicazioni complicate) ma sono leggermente rialzate da terra tanto da lasciar intravedere i piedi. Questo permette una maggiore agilita' nel camminare e riporta in vista le scarpe a cui e' ora dedicata maggior cura. In contrasto con le ampie e ricche gonne, i corpini, spesso di taglio maschile, hanno torace stretto e vita sottilissima. La donna è costretta ancora ad indossare il busto, ed in particolare quello di questo periodo storico è considerato il piu' deformante e dannoso per la salute. Le acconciature sono elaborate e complicate, come le gonne, e i cappelli minuscoli e decorati da fiori e nastri. Nasce e si diffonde l'uso del velo, sovrapposto al cappello e fermato con un nodo o uno spillone sul dietro, moda che rimarrà fino alla seconda guerra mondiale. Le scollature degli abiti da sera sono quadrate, a trapezio, con bordi in pizzo e le maniche sono corte e arricchite da lunghi guanti che coprono le braccia.

L'AMOUR EST UNE CATASTROPHE
MAGNIFIQUE: SAVOIR
QUE L'ON FONCE DANS UN MUR
ET ACCÉLÉRER QUAND MÊME

Costei ha un carattere estremamente particolare, anzi, definirlo "particolare" è a dir poco un eufemismo! Partiamo dal presupposto che Chantal sia cresciuta in un ambiente di alta cultura, sempre circondata da alta aristocrazia francese e dai loro figli, pertanto tende ad avere alte aspettative dal proprio interlocutore. E' una donna estremamente dedita al lavoro, nonchè la sua più grande passione: sin da piccola sognava di diventare la stella dell'opera, era ambiziosa, voleva tutti i riflettori su di se, voleva brillare! Queste sue caratteristiche sono rimaste immutate nonostante il passare degli anni, ed anzi, seppur cosa impossibile, si sono amplificate! Come ho già riferito, Chantal è una donna ambiziosa, ha molta stima di se, soprattutto in ambito lavorativo; alle volte ciò può sfociare in una certa . . . vena narcisistica, la quale però è puramente involontaria: lei è bella, dotata, si sente tale e vuole esprimerlo liberamente. Inoltre questo suo lato è stato fomentato molto anche dai genitori, fin da bambina. Tuttavia la sua persona non ha solo aspetti negativi: è indipendente da molti anni orma; essendo i suoi genitori sempre impegnati sul lavoro, lei ha iniziato sin da subito ad arrangiarsi, nonostante avesse una balia al suo fianco, e ritiene di non aver bisogno di nessuno che la supporti al di fuori di una piccola cerchia. Questa sua indipendenza preclude ogni ambito, sia lavorativo che relazionale: lei non ha bisogno di un uomo per vivere al massimo. Questo è sia un suo punto debole che un punto di forza per lei: essendo così ferrea riguardo alle relazioni, sia lavorative che private, trova difficoltà ad aprirsi con qualcuno, per riuscire in questa impresa bisogna ottenere la sua più totale fiducia. Ciò va ad aggravare la propria conoscenza di se stessa: mi chiarisco, a causa di questa sua chiusura non ha ancora capito bene cosa le piaccia in ambito sessuale, è un animo troppo libero il suo. Una piccola curiosità: anche a letto è lei quella a "portare i pantaloni". Chantal, però, è riuscita a mascherare perfettamente questi ultimi lati di se, soprattutto le insicurezze, tanto che per il teatro girano molte voci sulla donna . . . tra le quali quella che avrebbe una relazione clandestina con il direttore d'orchestra. Ma sarà vero? Probabilmente non lo scopriremo mai, per lo meno non lo sapremo da lei: adora, ama ritrovarsi al centro dell'attenzione di tutti, perciò non smentirebbe mai queste voci tanto eccitanti su di se! A discapito di questo suo carattere, molto forte, ha una . . . strana fobia, che per una cantante del suo livello non è poi così particolare: ha paura di perdere la voce, ossia il suo più grande amore. Fobie un po' meno eclatanti sono . . . la paura degli aracnidi, degli aghi (ne è terrorizzata), dei cani e delle pecore. Quest'ultima ha una sottotrama comica: aveva all'incirca quattro o cinque anni ed ella era a passeggio per gli immensi acri di famiglia, assieme alla propria balia. Stava mangiando un biscotto, preparato dalla tutrice, e nel mentre camminava a passo lento di fianco alla donna. Ad un certo punto si avvicinarono ad un recinto di pecore —essendo accostato ad un'abitazione probabilmente doveva essere proprietà di un contadino— e la bambina, nonostante le ripetute raccomandazioni da parte degli adulti, riuscì ad infilarsi all'interno. All'epoca amava gli animali, ora li ritiene poco eleganti e sporchi —almeno tutti tranne i felini—, perciò quel gesto fu abbastanza prevedibile. Teneva ancora il biscotto in mano e provò a porgerlo ad una delle pecore, per farglielo mangiare. La reazione dell'animale fu però . . . abbastanza irrequieta: si avvicinò a Chantal e iniziò a mangiarle il vestitino. Lei si spaventò subito ed iniziò ad urlare,
come non aveva mai fatto. Da quel giorno rimase letteralmente traumatizzata.
Ed ecco inoltre il motivo per il quale
. . . non tornerà mai più in una fattoria.

L'IDÉAL DE LA VIE N'EST PAS L'ESPOIR
DE DEVENIR PARFAIT, C'EST LA
VOLONTÈ D'ÊTRE TOUJOURS MEILLEUR

Chantal è nata durante una notte burrascosa, l'8 dicembre 1860. I fiocchi di neve cadevano a fiordi, accompagnati da raffica di grandine che si sfracellava al suolo provocando un lieve baccano. E' venuta al mondo nella villa di famiglia, una residenza sontuosa di circa 7000 metri quadrati, situata in un piccolo paesino nella periferia parigina. La sua famiglia, da quanto si può dedurre, era economicamente sopra la media e ciò non era dovuto solamente all'eredità lasciata dagli antenati: i genitori della donna lavoravano anch'essi al teatro dell'Opera Le Peletier, lui come cantante e lei come prima ballerina. Proprio per questo motivo la piccola Chantal passò ben poco tempo a giocare nell'enorme giardino fiorito della propria casa natale, poichè era sempre "costretta" ad accompagnare i genitori al lavoro; aveva sì una balia, ma i coniugi Gaultier aspiravano a far innamorare la figlia del teatro, così da farle seguire le loro orme. Alle volte però tendevano ad esagerare . . . : ad esempio, iniziarono ad imporle di frequentare lezioni private, fornitele da alcuni loro collaboratori e amici, di canto e ballo. Non che alla bambina dispiacesse, ma forse avrebbe preferito vivere l'infanzia un po' più a contatto con i suoi coetanei. Nonostante ciò riuscirono ad inculcarle la passione per la musica, che poi porterà avanti fino alla fine dei suoi giorni. Chantal non giudica la sua famiglia per tutte le regole, severe, che le ha imposto —certo, forse è anche a causa di quelle stesse regole che fa tutt'oggi fatica a relazionarsi— ma piuttosto ritiene di dover ringraziare i genitori, senza biasimarli troppo, perchè infondo è grazie a loro —e alla forza di volontà che le hanno trasmesso— che è riuscita a diventare quello che è adesso! Avendo passato tutta la sua vita tra i vari teatri, i monumenti, gli eventi mondani di quell'immensa città, conosce Parigi come le proprie tasche e ciò è un punto a suo favore, perchè grazie all'influenza della sua famiglia ha conosciuto moltissimi personaggi importanti dell'epoca, grandi amanti dell'opera. Nemmeno lei è del tutto certa di quando abbia iniziato a lavorare in teatro, poichè come ho già detto lo frequenta da parecchi anni, ma è abbastanza sicura di essere diventata apprendista lirica in giovane età —una volta diventata maggiorenne— e in ben poco tempo ha superato l'insegnante prendendole, in seguito alla dipartita di quest'ultima, la scena. In questo periodo non riesce però a lavorare al meglio, a causa dei recenti avvenimenti avvenuti nello staff: da quando hanno ritrovato il cadavere di una sua collega non riesce a dormire a sogni tranquilli, non come prima, ma non si può dire che abbia paura della situazione; piuttosto, è lecito essere un poco scossi, non è una cosa da tutti i giorni. Chantal non è del tutto tranquilla, soprattutto per la propria incolumità, ma lo spettacolo deve continuare! Anche perchè oltre alla musica non ha di che vivere, ha dedicato tutta la sua vita ad essa e ha ben pochi interessi oltre al canto. Alle volte la si può trovare seduta al pianoforte, che improvvisa qualcosa oppure riproduce le opere dei grandi maestri; proprio a questo proposito, non è un portento, ma si esercita spesso con vari strumenti musicali, come ad esempio, appunto, il pianoforte o il violino. Un altro dei suoi passatempi può essere la pittura ad olio, o anche alle volte la si può incontrare in centro, davanti ad un bar -di solito le piace sempre cambiare luogo- seduta ad un tavolino a leggere; spesso la lettura di romanzi è accompagnata da un cappuccino ed un croissant. Come ho già spiegato in precedenza, Chantal grazie alla famiglia e al proprio lavoro ha conosciuto diverse persone: la fatica a relazionarsi però ha ristretto parecchio la cerchia. Però aver vissuto per quasi 25 anni in un teatro . . . ha i suoi vantaggi per quanto riguarda le conoscenze, più o meno importanti ce siano. Primo di queste è il direttore dell'Opera: Ambroise Vincent Fournier. I due si conoscono da quando egli ha iniziato a ricoprire l'incarico, ossia dieci anni —dato il lungo lasso di tempo Ambroise avrà conosciuto anche i genitori della donna durante l'apice della loro carriera, si presume— e hanno un bel rapporto, prevalentemente di amicizia, soprattutto per via del fatto che il nostro caro direttore abbia allentatto un po'meno le redini per quanto riguarda la severità, cosa usuale per lui quando si tratta dei collaboratori più stretti. In conseguenza a questo rapporto conosce anche Artemis, una delle sue figliastre: prima non si sopportavano un granchè, ma andando avanti con gli anni si sono affezionate l'un l'altra -nonostante ciò vi sono alcuni momenti di défaillance nel loro rapporto, infatti spesso finiscono per litigare e arrivano ai limiti della decenza umana—. La loro amicizia è conosciuta benissimo all'interno del teatro, Artemis è una delle poche persone con la quale la nostra cantante sia riuscita ad aprirsi: si può dire che siano cresciute insieme. Un altro dei "pezzi grossi" dell'Opera con cui la donna ha degli ottimi rapporti è il direttore d'orchestra, infatti i due sono amici di vecchia data e di tanto in tanto finiscono per confidarsi a vicenda. Un'altra collaboratrice con la quale ha una sorta di rapporto amore-odio è la prima ballerina: le due donne, coetanee, avendo caratteri molto simili sulla scena tendono ad oscurarsi a vicenda —sono entrambe invidiose dell'altra, ma così da sempre, ambedue vorrebbero essere l'unica vera star dell'opera!—. Nonostante ciò questo contrasto si limita all'ambito lavorativo, perchè . . . una volta scese dal palcoscenico, Adrienne e Chantal sono entrambe meno aggressive e più vivibili: tutta colpa dei riflettori! E per ultima, ma non ultima, non possiamo dimenticarci della sua apprendista, la sua allieva, nonchè -dal punto di vista della donna- una delle sue potenziali rivali più grandi; nonostante ciò cerca di sostenere le doti della giovane, perchè infondo ci si rivede un po' in lei: questo ed altro per la sua passione! Potrebbe decisamente fare follie per la musica . . .

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L a v o i x d' un a n g e
Chantal possiede una voce tanto bella quanto versatile, ma la si può classificare come un 
s o p r a n o . Nell' immaginario collettivo, quando si parla del soprano, subito si pensa ad un donnone possente in abiti ottocenteschi, che canta parole spesso poco comprensibili per orecchie non allenate, che si bea degli applausi dopo il suo acuto finale. Ma la realtà è tutt'altra. La figura del soprano ha molte più sfaccettature di quanto si possa immaginare: tanti personaggi, tante epoche, tanti compositori, tanti progressi nello studio della tecnica vocale hanno contribuito all'evoluzione della voce del soprano. È fondamentale dire che il soprano è la voce femminile più acuta. Questa diversificazione è dovuta all'anatomia delle corde vocali. Il soprano a sua volta si divide in alcuni sottogruppi determinati dall'epoca di maggior uso, delle capacità necessarie e dai ruoli da interpretare. Questa classificazione non è rigida e certamente ha dei confini molto sfuocati: esistono innumerevoli cantanti che hanno la possibilità e la fortuna di essere classificate in più di una di queste tipologie: ciò è dovuto alla tecnica, alle capacità personali al percorso di crescita professionale. Un caso a parte è ovviamente la più grande diva di tutti i tempi: Maria Callas. Non è difficile accorgersi che nel corso della sua carriera è stata capace di interpretare i ruoli apparentemente più diversi e distanti, dimostrando la sua superiorità dal punto di vista tecnico ed interpretativo. Lo stesso caso vale per la nostra Chantal, solo che la sua carriera è ancora decisamente recente. La voce sopranile si divide principalmente in tre sottotipi: soprano leggero, soprano lirico e soprano drammatico. Essi sono nati in epoche differenti e ben precise e sono per la maggior parte legate all'attività dei maggiori compositori del periodo che hanno fatto la storia, influenzando non solo il modo di comporre ma anche il modo di cantare e studiare. Il soprano leggero è caratterizzato da una voce leggera e squillante, appuntita. È quella dei sovracuti, delle agilità, delle colorature. Storicamente si attribuisce la sua entrata nel mondo dell'opera vera e propria nel periodo a cavallo tra 700 e 800, dove l'influenza del barocco era ancora considerevole. È oltremodo forte la predilezione di arie virtuosistiche, atte a stupire il pubblico per l'estrema difficoltà e l'estensione necessaria. Molto importante è accennare al contesto storico e culturale del periodo: lo spettacolo dell'opera, fino ai primi anni del 700 era molto riservato: i nobili erano i

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principali beneficiari di questo tipo di musica, la quale era eseguita in teatri medio-piccoli e nelle corti. Aggiungendo anche il fatto che l'organico orchestrale non era numeroso come quello a cui ci abitueranno i romantici in seguito, viene da se il fatto che la voce del soprano leggero non potesse nascere se non in questo periodo. Dal punto di vista tecnico infatti, non c'era bisogno di un volume considerevole per essere sentita sopra l'orchestra, perciò la cantante concentrava il suo studio sulla mobilità del palato molle e sul lavoro con le labbra e gli zigomi per riuscire ad eseguire i sovracuti, sulla padronanza del fiato per l'esecuzione di lunghi vocalizzi senza interruzione e con più naturalezza possibile. Possiamo ora passare al soprano lirico. Le sue caratteristiche principali sono la padronanza delle note centrali, corpose, insieme agli acuti: tutto questo sostenuto da una vocalità particolarmente espressiva e da un timbro deciso. Il periodo d'oro del soprano lirico fu nell'epoca verdiana e pucciniana: cantano sotto un'orchestra decisamente rafforzata e caricata di pathos, che viene coinvolta non più solo nell'accompagnamento del cantante e nel virtuosismo, ma inizia ad avere un ruolo espressivo considerevole, insieme ai cantanti. Le donne protagoniste di queste opere sono passionali, romantiche e con storie spesso travagliate. I personaggi frequentemente "leggeri" e con la vocalità appuntita, i loro gorgheggi e cadenze del secolo precedente sono un lontano ricordo. Si canta di più nei centri e gli acuti devono essere pieni e sostenuti, le melodie sono struggenti e caricano le parole di profondità. Il ruolo dello studio interpretativo diventa fondamentale, insieme alla tecnica che si concentra di più sul sostegno di note lunghe, piene, frasi legate e corposità nei centri, dove i cantanti spesso parlano sulla stessa nota. Abbiamo infine il soprano drammatico: è il tipo di voce più rara e particolare. Le sue caratteristiche principali sono costituite da un timbro scuro, potente e capace di estendersi alle note gravi e da una grande potenza diaframmatica. Sono personaggi tragici, complessi, di grande caratura, ammaliatrici e che spesso ricoprono ruoli di potere. Lo spartito per questo tipo di cantanti è spesso complesso: il concetto di musica assoluta introdotto da Wagner, la sua propensione alla scomposizione dell'armonia, all' uso dei Leitmotiv insieme alle tendenze espressionistiche e politonali di Strauss contribuiscono a generare parti poco melodiche ed orecchiabili, spesso disseminate di note lunghe, acuti granitici, intervalli difficilmente intonabili e dissonanze. Qui il pathos e il misticismo salgono alle stelle.

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