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Alis

Giovedì

Anche il secondo giorno nella nuova scuola era passato velocemente.
Le lezioni erano state dedicate specialmente ad altre presentazioni, dei prof e mie.
Iniziai a far sempre più amicizia con gli altri... Tranne con Dan.

Ero appena tornata a casa grazie a Justin che mi aveva dato il suo solito passaggio. Avrei dovuto iniziare a prendere l'autobus per non disturbarlo ulteriormente.

Papà era spesso a lavoro e nonno era uscito, così iniziai a preparami qualcosa da mangiare.

Nonna era seduta sulla poltrona in soggiorno e cercava di addormentarsi guardando la televisione. Ero così felice del fatto che era riuscita a trovare coraggio per alzarsi finalmente dal letto.

Soprattutto perché il suo malumore glielo permetteva, ma era lei che era così giù da non voler nemmeno provare.

Una volta preparato il mio pranzo, iniziai a mangiare di fretta tenendo il telefono in mano per controllare le notifiche.
Appena finii, iniziai a lavare i piatti impiegando pochi minuti.

Sentii un rumore di chiavi provenire dalla porta principale e la raggiunsi di scatto, aprendola prima che lo potesse fare nonno.

"Alis!" si sorprese.

"Oggi com'è andata a scuola?" chiese dopo essere entrato.

"Bene, nulla di che. Ho continuato a presentarmi ai professori..." spiegai.

"Ti sei fatta delle amiche?" continuò.

"In realtà degli amici", ridacchiai, "sono anche amici di Ashley... Alcuni. Justin e Michael sì, mentre Ryan conosce solo me."

Mi veniva da parlare anche di Thomas, che mi aveva fatto fare il giro della scuola, ma mi trattenni.
Non lo conoscevo abbastanza da poter dire se era affidabile o meno.

Nonno sorrise. Fortunatamente non era mai stato "geloso" degli amici, come poteva però sembrare. Semplicemente si divertiva a farlo credere e gli riusciva molto bene. Ma lo conoscevo altrettanto bene da conoscere i suoi modi di fare.

"Alis, ho una buona notizia!" esclamò e iniziai a pensare a una possibile notizia.

"Quale?" mi arresi con gli occhi lucidi di speranza, nonostante non sappessi di cosa si trattava.

"Ho tolto tutte le scatole e i vari oggetti dalla soffitta. Puoi iniziare quando vuoi a fare la tua camera. Io e tuo padre siamo andati a prendere dei nuovi mobili. Il letto lo abbiamo già sistemato. Il resto puoi aggiustarlo tu, sono dentro a delle scatole" disse finalmente e lo abbracciai felice.

"Grazie" sussurrai ancora attaccata a lui.

"Magari puoi invitare qualcuno per aiutarti... Io, nonna e papà andiamo a cena dai nostri vecchi amici e potremmo tornare tardi. Partiamo tra due ore" mi informò sorridendo e, dopo avermi dato un bacio in fronte, si allontanò.

Restai ferma un momento per pensare sul da farsi, ero stata colta alla sprovvista!
Avrei potuto chiamare Ashley, magari sarebbe venuta ad aiutarmi e avremmo potuto parlare un po'.

Mi diressi nella mia vecchia stanza e la chiamai, rispose immediatamente.

"Pronto?"

"Ciao Ash, come stai?"

"Bene, tu?"

"Anche io. Ti va di venire da me oggi? Nonno mi ha liberato la soffitta e volevo creare la mia nuova stanza" andai dritta al punto, ma dispiaciuta rispose che aveva da fare.

"Non importa. Lo chiederò a Justin..." pensai.

"Justin viene con me" spiegò.

"Michael?" provai di nuovo.

"Anche lui" ridacchiò divertita e risi anch'io, non avevo altre scelte... se non Ryan!
La salutai prima di attaccare.

Non l'avevo visto molto ultimamente, esattamente da poco prima che iniziasse la scuola. Con lui avevo legato di più a differenza di suo fratello.
Cercai il numero in rubrica e lo chiamai per poi aspettare qualche secondo...

"Pronto?"

"Ryan sei tu?" chiesi non riconoscendo la voce.

"Sbagliato, sono Dan. Meglio di Ryan, non credi?", continuavo a chiedermi perché Ryan avesse un fratello del genere, così insopportabile.

"Non è il numero di Ryan?" era chiaro che non volessi trattenermi oltre con uno come lui.

"Sì, ma si sta facendo la doccia. Puoi venire se vuoi" ridacchiò malizioso.

Roteai gli occhi anche se sapevo che non poteva vedermi.

"Dan che succede?" sentii qualcuno parlare dall'altra parte del telefono rivolgendosi a Dan che contento disse: "Ti passo il diretto interessato".

"Alis?" questa volta era Ryan a parlare e per un attimo diventai tutta rossa pensando a lui con il torso nudo e i capelli bagnati.

"Sì, sono io."

"Come mai hai chiamato? Non che non ne sia felice" ridacchiò leggermente.

"Ehm... Volevo che qualcuno mi aiutasse a fare la mia nuova stanza. Ashley, Justin e Michael sono occupati. Quindi vuoi venire da me ad aiutarmi?" le parole mi riuscivano difficili da dire. Sentii il suo respiro suonare come un sorriso.

"Se non vuoi, non importa" mi affrettai ad aggiungere.

"Oh no no, mi asciugo i capelli e arrivo subito" affermò e diventai nuovamente rossa.

"Alis ci sei?" mi richiamò.

"Si si, sono qui" sorrisi imbarazzata.

"Bene, allora ci vediamo dopo."

"A dopo" lo salutai e aspettai che attaccasse per primo.

Cosa mi era preso?
Respirai inspirando ed espirando a tempo cercando di tornare calma e l'operazione parve funzionare.

Non mi restava che aspettare Ryan.
Uscii dalla stanza e tornai in soggiorno, sedendomi sul divanetto.

"Papà, quando sei entrato?" mi sorprese quando lo vidi.

"Proprio ora" sorrise e si allontanò un attimo.

Anche nonna non era più seduta, era tornata in stanza senza che me ne accorgessi.

Iniziai a guardare la televisione, da fanatica di schermi quale non ero.
Non mi avevano mai entusiasmato più di tanto.

La televisione non era altro che un modo per far capire agli altri che non sapevami cosa fare o semplicemente non avevano voglia di fare nulla. Ebbene, messaggio ricevuto!
Il telefono era la stessa cosa, ma già più utile. Io per esempio, lo usavo soprattutto per fare chiamate o inviare messaggi, oppure nei momenti di solitudine, come prima a pranzo.

Dopo pochi minuti, papà e nonno uscirono contemporaneamente dalle rispettive stanze ben vestiti.
Anche nonna aprì la porta della sua camera e ne uscì tranquillamente e lentamente.

"Alis, noi andiamo" mi informò papà.

Annuii e corsi ad aprire io la porta per loro, ma quando lo feci quasi sussultai.
Dall'altra parte infatti c'era Ryan con il dito rimasto a pochi centimetri dal campanello.

"Ciao Ryan" lo saluto prima che si potesse creare un buco di silenzio imbarazzante.

"Ciao" sorrise divertito.

"Alis, chi è lui?" chiese papà avvicinandosi.

"Ryan. Ryan, lui è mio padre." Li presentai e si diedero la mano.

Papà spostò uno sguardo malizioso da me a Ryan più volte.

"Siete amici?" domandò.

"Sì" Risposi ridacchiando. Anche papà non era geloso degli amici, ma era comunque molto curioso e aveva preso alcuni modi di fare da nonno Ran. Questo però non mi dispiaceva, anzi da una parte era abbastanza divertente!

"Noi andiamo. Si sta facendo tardi e il tragitto è molto lungo. Non sappiamo a che ora torneremo, semmai Ryan può restare fino a quando arriviamo" propose papà. Nonno e nonna Rose si avvicinarono.

"Certo" accettò Ryan sorridendo.

"Bene allora" e ci salutammo. Ryan entrò definitivamente in casa.

"Iniziamo subito?" chiese riferendosi alla nuova stanza.

"Sì, grazie per essere venuto."

"Non c'è bisogno di ringraziarmi" ribatté. Era sempre così gentile quando parlava con me che quasi mi stupiva.

"Vieni, la soffitta è di qua" lo guidai verso delle scale in legno molto rigide.

"Salgo io prima" decise Ryan precedendomi.

Io salii successivamente. Appena arrivammo, notai che era tutto buio e non si vedeva nulla. Camminai piano per raggiungere un possibile interruttore di luce o una finestra, ma inciampai in una scatola di cartone.
La stanza iniziò ad illuminarsi a poco a poco e la causa era Ryan che stava alzando le serrande di una piccola finestrina.

"Stai bene?" si preoccupò guardandomi.

"Sì, inciampare ormai è abitudine!"

"Da dove vuoi iniziare?" domandò.

"Il letto è qui, l'armadio anche... Dobbiamo montare i comodini e sistemare i vari oggetti nelle scatole" spiegai pensandoci su.

"Iniziamo dai comodini" propose lui e si avvicinò esaminando il contenuto delle scatole per trovare i pezzi necessari e, appena li trovò, si mise a lavoro.

Io intanto osservai gli oggetti intorno.
C'erano piccoli vasi con fiori finti e altri piccoli con mini cactus, delle lucine, dei quadri che rappresentavano paesaggi o tramonti, una lampada, un orologio da muro e altro.

"Hai intenzione di darmi una mano o vuoi continuare a dare un'occhiata agli oggetti?" disse Ryan scherzando alla presa con dei chiodi e un martello.

"Continuo a dare l'occhiata" scherzai anch'io e lo raggiunsi subito dopo.

"Che faccio?" chiesi provando a essere utile.

"Tieni questo chiodo fermo, non lo muovere per nessun motivo" spiegò e lo ascoltai prendendo il chiodo, lo posizionai dove mi indicò e lo tenetti fermo. Con il martello iniziò a sbattere sul chiodo.

Ancora non riuscivo a capacitarmi di come aveva accettato di venire ad aiutarmi senza avere ripensamenti, né lamentele. Io e Ashley non avremmo sicuramente combinato niente. Con Justin avrei solamente litigato, mentre con Michael... Con Michael sarebbe stato normale immagino.

Pensando, mi ero completamente dimenticata di star tenendo il chiodo e lo spostai senza accorgermene.

"Ahi!" esclamai quando il martello sbatté contro il mio indice. Portai una mano tappandomi la bocca, ma la riportai subito sull'altra dolorante.

"Alis!" si avvicinò anche Ryan al mio dito.

"Scusa, stai bene?" chiese alzando lo sguardo verso il mio.

"Più o meno", ammisi, "è colpa mia, scusami. Stavo pensando..."

Non ero capace nemmeno a tenere fermo un chiodo e mi sentivo in colpa per questo anche se alla fine ero stata io a rimetterci.

"Vado a prendere il ghiaccio" decise Ryan e scese le scale, mentre io mi sedetti sul letto.

Forse non avrei dovuto chiamarlo e disturbarlo per fare una cosa che non lo riguardava.

Dopo pochi minuti tornò.

"Ho trovato solo questa busta di spinaci" esclamò avvicinando la busta congelata sul mio dito. Quando il freddo venne a contatto con la mia pelle, riuscii a non lamentarmi del dolore.

"Scusa, non avrei dovuto chiamarti" sussurrai e mi guardò intensamente.

"No, non preoccuparti. Sono cose che succedono quando pensi a qualcosa che ti piace..." disse malizioso sorridendo e diventai tutta rossa.
"A cosa pensavi?" chiede poi serio.

"Niente" risposi schietta e non sembrava intento a continuare il discorso.

Continuò a montare il comodino, poi passò al secondo.
Dopo aver finito con i mobili di legno, iniziammo ad addobbare la camera.

[...]

"Abbiamo fatto un ottimo lavoro" esclamò Ryan quando termininammo la stanza.

"Tu hai fatto" lo corressi sorridendo. Il merito era tutto suo. Era stato molto gentile e disponibile.

Si voltò verso di me e sorrise a sua volta, sciogliendo il sangue che mi ribolliva nelle arterie.
Continuammo a guardarci.

Mi faceva sentire così protetta nonostante io non fossi in pericolo.
Ci avvicinammo sempre di più.
Io ero costretra ad alzare lo sguardo, mentre lui ad abbassarlo per poterci osservare.

Si avvicinò ancora di più fin quando riuscii a sentire il suo respiro che si intrecciava a malapena con il mio.

Spostò il suo sguardo sulle mie labbra e capii le sue intenzioni, ma mi allontanai bloccando definitivamente il nostro contatto visivo.

"Scusa" sussurrai. Non credevo fosse il momento giusto, era ancora troppo presto e il nostro poteva essere un semplice colpo di fulmine.

In realtà non era nemmeno quello, era solo amicizia.
Forse poteva definirsi così... O forse no...

"No scusa me" replicò e iniziai a sentirmi in colpa per la seconda volta, odiavo quando mi succedeva.

"No, non è colpa tua, ma non mi sento sicura..." non sapevo quanto potesse comprendermi con quelle semplici parole, non ero brava a spiegare e a farmi capire.
Perché avevo passato la metà della mia vita in silenzio senza parlare mai con nessuno, tentomeno spiegarmi. E in quel momento mi trovavo in difficoltà.

"Cosa intendi?" chiese curioso e serio.

"Beh... Sai..."

"Ehi, tranquilla" mi sorrise notando la mia difficoltà nel parlare con lui.

"Non l'ho mai fatto prima d'ora... Baciare qualcuno, ecco. Non sono mai stata amica di nessuno a dirla tutta" dissi mantenendo una certa insicurezza nelle parole.

Appena finii, Ryan si mise a ridere e mi rabbuiai.

"Per questo non volevo dirtelo" abbassai lo sguardo a terra, ma Ryan mi rialzò il viso per poter rivorgerlo a lui.

"Non ridevo per prenderti in giro, piuttosto perché non è una scusa plausibile. Non è importante che tu non l'abbia fatto prima d'ora..."

"Sì, ma ho diciassette anni ormai... Non è normale."

"Dio, Alis. Non mi interessa. Non pensavo fosse questo il motivo del tuo allontanamento", sembravo un piccolo cane bastonato anche se non mi stava affatto puntando il dito contro.

"Scendiamo?" cambiai argomento come se non fosse successo nulla.

Sospirò con un filo di rabbia e scese per primo precedendo me.

"Vuoi andartene?" chiesi con un tono dispiaciuto e insicuro.

"No, resto qui finché non arrivano tuo padre e i tuoi nonni" rispose freddo sedendosi sul divano e accendendo la televisione.

Il rumore e i suoni dei vari canali mi aiutavano a riflettere e pensare.

Mi dispiaceva così tanto per prima con Ryan. Probabilmente si era sentito fuoriluogo, come me d'altronde... Ma non era mia intenzione.

Continuai a chiedermi anche come sarebbero potute andare le cose dopo.
Non volevo essere né sembrare una ragazza facile, perché conoscevo Ryan da meno di un mese...

Quando smisi di pensare, notai che mi stava osservando.
Non riuscivo a capire ciò che provava, ma soprattutto in che modo.
Era uno di quei ragazzi che ci provano con tutte?

ℳ𝒶𝒹 •𝒶𝓂

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Ciao a tutti i lettori attivi e non, come state?

Voi cosa pensate, sarà il ragazzo che ci prova con tutte?
O prova realmente qualcosa?

Se avete idee, non esitate a scriverle. Magari mi daranno nuovi spunti.

Ultima cosa: grazie a chi legge e commenta (vado spesso a rileggere i vari commenti nei capitoli🤭😍)

~ Lasciate un commento o una stellina se vi va 🌟

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