i. una proclamazione indesiderata

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( E S M E )

Deve essere uno scherzo.

Questo è tutto ciò che passava nella mente di Esme quella mattina.

Si stava preparando per un pic-nic con la sua famiglia. Se ne stava seduta lì, davanti allo specchio, mentre con una mano impugnava la sua preziosa spazzola di madreperla e la spostava su e giù sui suoi setosi capelli corvini.

Aspettava questo evento da una settimana. Finalmente lei e la famiglia della sua migliore amica avrebbero passato un pomeriggio in tranquillità. Erano mesi che lei e Audrey non si vedevano. Audrey era la figlia della Regina Aurora e del Re Filippo. Aveva ereditato i capelli castani del padre insieme alla bellezza, alla dolcezza e all'educazione della madre. Aveva passato tutta l'estate nel cottage di Flora, Fauna e Serenella nella Foresta Incantata, e ora che mancavano un paio di giorni all'inizio della scuola voleva passare del tempo con Esme.

Ma quest'ultima, mentre se ne stava seduta nella sua camera a spazzolarsi i capelli, continuava a pensare al sogno fatto quella notte.

Aveva sognato di trovarsi in una città. Ma non una di quelle a cui era abituata, no. Questa era completamente distrutta, sporca, con le finestre delle case pericolanti. I muri erano scrostati da ogni colore e vi erano appesi centinaia di manifesti di propaganda.

Lei se ne stava ferma in mezzo a quella che sembrava la strada di un mercato. O almeno credeva fosse un mercato. Dov'erano le mele rosse e succose, i venditori di zucchero filato, i gioielli scintillanti e i dolci al cioccolato? Al loro posto c'erano delle mele marce e bacate, nessun tipo di dolce o ghiottoneria, collane e orecchini rotti e sudici. Ma la cosa più disgustosa era che le persone compravano tutto come se fosse merce di prima categoria. Scorse persino due uomini adulti rubare un paio di braccialetti spaccati. Come poteva esistere un posto del genere?

Poi arrivarono i ragazzi.

Erano quattro: due femmine e due maschi. Correvano per tutto il mercato, senza preoccuparsi di urtare o addirittura calpestare persone innocenti. Saltavano da una bancarella all'altra, talvolta anche buttandone la merce a terra. Vide tre di loro rubare diversi oggetti, mentre invece una delle ragazze si era fermata davanti ad una bancarella piena di frammenti di vetro per rimirare il suo riflesso.

Ma la cosa che più disturbava e spaventava Esme era che ai ragazzi sembrava piacere comportarsi in quel modo. Avevano tutti e quattro stampati in faccia dei ghigni che fecero tremare di paura la principessa, sebbene sapesse fosse solo un sogno.

Era però strano come quei ghigni fossero in qualche modo diversi tra di loro. Quello di una delle ragazze era divertito, ma malvagio. Invece l'altra che si era fermata alla bancarella sorrideva a trentadue denti. Esme decise di catalogare quel sorriso come malizioso e, rabbrividì, vanitoso. Che parola orrenda! La vanità era sempre stata descritta alle principesse come uno dei peccati più alti che un essere umano possa fare. Invece questa ragazza la sfoggiava come se niente fosse. Poi c'era un ragazzo dai capelli castani. Il suo ghigno era spavaldo mentre con un abile gesto sfilava il portafoglio di un passante.

E infine c'era lui.

Sembrava essere il più piccolo del quartetto, ma per uno strano motivo era quello che più incuriosiva e metteva paura a Esme. Aveva le labbra incurvate in un ghigno divertito, ma non cattivo come quello di una delle ragazze. Il suo era un ghigno furbo, e, così sembrò ad Esme, con un accenno di pazzia. Solo che non sembrava una pazzia malvagia. Piuttosto, era come una scintilla di talento, di furbizia, di genialità.

Era così impegnata ad elencare i difetti di quel luogo disgustoso, che non si accorse che proprio quel ragazzo l'aveva urtata con un braccio, facendola quasi cadere a terra.

Esme aveva tutta l'intenzione di urlargli di fare più attenzione, ma, una volta incrociati i suoi occhi, le parole le morirono in gola. Rimase ferma ad osservarlo, come ipnotizzata da quel sorriso furbetto. La faceva sentire stranamente a disagio, e, in un certo senso, bisognosa di continuarlo a rimirare.

«Le fiamme dell'inferno stanno per arrivare nella tua vita, Es. Riuscirai a combatterle o ti lascerai bruciare viva? Quanto ancora riuscirai a tenere a bada l'oscurità nel tuo cuore?».

E con un ultimo ghigno da parte del misterioso ragazzo, il sogno finiva.

Esme non poteva fare altro che interpretarlo come uno stupido scherzo nei suoi confronti. Magari qualcuno aveva manipolato i suoi sogni con la magia. Poteva essere stato Aziz, figlio di Aladdin e Jasmine, aveva sempre adorato fare scherzi. Sì, non c'era altra spiegazione. Quale altra ragione avrebbe portato la principessa a sognare dei simili criminali?

Si costrinse a scacciare quei pensieri.

Diede un'occhiata all'elegante orologio di mogano appeso al muro, e si rese conto che Audrey sarebbe arrivata in pochi minuti. Mise a posto la spazzola, e, dopo essersi aggiustata con le mani il vestitino rosa pastello che aveva indosso, si diresse al piano di sotto. Era appena arrivata alla fine delle scale quando il suono del campanello l'avvertì dell'arrivo della sua amica.

Felice come non lo era da mesi, Esme corse verso la porta, ma poco prima di aprirla decise di darsi un contegno. Era pur sempre una principessa! Si schiarì la gola e tirò la maniglia.

La figlia della Bella Addormentata la salutò subito con un abbraccio forte e composto. Ma appena staccatasi, notò dietro la sua migliore amica la Regina Aurora e il Re Filippo.

«Vostre Maestà» si inchinò leggermente Esme, tenendo il suo vestito per i bordi.

I due reali la salutarono con un dolce sorriso.

«È un piacere rincontrarti Principessa Esme. Siamo lieti di poter passare questo pomeriggio con te e tua madre» le disse Aurora.

A quelle parole, però, la corvina rischiò di perdere il sorriso.

«Ehm . . . mi dispiace Vostra Maestà, ma mia madre oggi non è in casa. È in viaggio nel regno di Agrabah come ambasciatrice di Auradon, e non tornerà prima della fine dell'anno».

Era vero. La madre di Esme non era quasi mai a casa. In quanto consulente reale per la Bestia e Belle, passava molto tempo in viaggio, e la figlia la vedeva molto raramente.

«Oh, ci dispiace molto. Preferisci rimandare l'uscita?» le chiese dolcemente la regina.

Subito, Esme scosse la testa: «No, no! Non è un problema per me. Ormai sono abituata a passare i pomeriggi senza di lei. Sul serio, non fa niente!».

«Be' vorrà dire che ti lasceremo sola con Audrey. Non vorremmo essere di troppo» aggiunse Filippo.

La corvina, non volendo dissentire alle parole del re, acconsentì con un sorriso.

«Mi raccomando Audrey, cerca di far sentire Esme a suo agio» la Regina Aurora si rivolse a sua figlia «E divertitevi!».

«Certo, madre. Arrivederci!» rispose la principessa dai capelli castani.

Le due amiche aspettarono che i due reali se ne andassero, per poi gettarsi di nuovo nelle braccia dell'altra, in un abbraccio spacca ossa.

«Ahhh Audrey, mi sei mancata tantissimo!» esclamò Esme.

«Anche tu, fare manicure e pedicure da sole è una tale noia! Avrei preferito fossi con me!» disse Audrey.

La corvina non aspettò altro, corse in casa sua e prese il cestino preparato in precedenza. A braccetto le due principesse si diressero verso il giardino alle spalle della casa.

Non ebbero neanche il tempo di sistemare la coperta per terra, che il telefono di Audrey squillò.

«Scusami un attimo» sorrise ad Esme, che le rispose educatamente annuendo.

«Ma ciao Bennyboo!» esclamò.

Sentendo il soprannome, Esme assunse un'espressione curiosa e leggermente preoccupata. Bennyboo era il nomignolo che la sua amica aveva dato al suo ragazzo, Ben Beast, figlio del Re Adam e della Regina Belle e prossimo erede al trono di Auradon. Lei e Ben non erano mai stati molto vicini, si conoscevano solo per via di Audrey. Ma una cosa che Esme sapeva per certo era che Ben chiamava molto raramente al telefono la sua ragazza. Di solito preferiva andare da lei di persona, e ultimamente queste visite erano molto diminuite a causa della prossima incoronazione. Quindi, il fatto che l'avesse chiamata era strano: doveva essere successo qualcosa di grave, o perlomeno di importante.

«Sì, sono con Esme» disse Audrey «Ok, ok». E mise in vivavoce.

Questo è ancora più strano pensò Esme. Cosa doveva dire il principe che doveva sentire pure lei?

«Ben» salutò calma la principessa. Anche se non erano propriamente amici, non voleva dire che dovesse mettere da parte le buone maniere. Questa era una delle prime regole che insegnavano ad Auradon. Non importa chi ti trovi davanti, devi sempre salutare educatamente.

«Ho una cosa importante da dirvi!» sentì dire dalla voce del ragazzo «Ho emanato la mia prima proclamazione!».

Sentendo queste parole Audrey emise un gridolino eccitato. Lei aveva sempre voluto fidanzarsi con un principe, e ora che Ben sarebbe diventato re, lei non vedeva l'ora di diventare regina.

«Ma è fantastico, Bennyboo! Sono così fiera di te! Di cosa si tratta?» chiese felice come una pasqua.

Esme ebbe l'impressione che Ben avesse esitato qualche secondo prima di continuare. E, una volta sentita la risposta, capì perché.

«Io . . . ehm . . . ho deciso che anche i figli dei cattivi verranno a vivere ad Auradon».

La corvina, che si stava versando del succo di frutta in un bicchiere, per poco non si bagnò tutta.

Seguì un minuto di silenzio, nel quale le due principesse cercarono di assimilare le parole uscite dalla bocca del futuro re.

Entrambe scattarono in piedi, urlando: «COSA?!».

No . . .

No.

No.

No.

NO! Questo non sta succedendo! Deve essere ancora un incubo! Sto ancora dormendo, non c'è altra spiegazione! — pensò Esme.

Era impossibile che Ben avesse deciso una cosa del genere.

I figli dei cattivi, i loro acerrimi nemici, lì, con loro, ad Auradon. Forse oggi era il primo d'aprile e se ne era scordata. Quel giorno sembrava essere tutto uno scherzo.

Alla fine Audrey riuscì a ricomporsi: «Ehm . . . ne sei sicuro Bennyboo? Non che io non rispetti la tua scelta, sia chiaro, ma ci hai pensato bene? Stiamo parlando dei Cattivi! Quegli stessi Cattivi che hanno reso le vite dei nostri genitori un inferno! Sono su quell'isola per una ragione, non credi? Il loro unico scopo è quello di fare del male!».

Esme non potè fare a meno di essere d'accordo con lei.

Insomma, Ben aveva deciso di portare ad Auradon i figli di persone malvagie. Chi li assicurava che non fossero come i loro genitori? Era una decisione stupida, affrettata e pericolosa. Ora Esme non era più tanto sicura di volere Ben come suo re.

«Audrey ha ragione, Ben. Credo che questa cosa sia del tutto nociva per Auradon. Con tutto il rispetto: ma cosa credi insegnino i Cattivi ai loro figli? Bontà? Amore? Correttezza? Io penso proprio di no» sbuffò irritata la principessa.

«Ma questo non ci impedisce di offrire loro una seconda possibilità! Sono cresciuti sull'isola, ma non per loro scelta. Sono innocenti!» provò a spiegare il principe.

Esme e Audrey alzarono in contemporanea gli occhi al cielo.

Era incredibile come Ben non capisse il punto della situazione. Quei ragazzi erano cresciuti sotto la guida dei loro genitori. Che guarda caso erano stati rinchiusi per la loro indole malvagia e crudele. Davvero Ben pensava che dentro di loro ci fosse altro che un cuore di pietra?

«Ok, Ben. Mettiamo che io sia d'accordo con questa cosa. Chi sono i loro genitori?» chiese Esme seccata e, dovette ammettere, leggermente curiosa.

Vide Audrey vicino a lei incrociare le braccia al petto.

La voce del futuro re esitò una seconda volta: «Crudelia De Mon . . .» iniziò, ma venne subito interrotto dalla corvina.

«Crudelia De Mon! Sei forse completamente impazzito?! Stiamo parlando di una donna che voleva uccidere dei poveri cuccioli solo per farsi una pelliccia! Cosa credi che avrà insegnato a suo figlio o figlia che sia?! A trattare gli altri con gentilezza?» sbottò Esme. Ormai le sue buone maniere erano completamente sparite, sopraffatte dalla rabbia.

Ben la ignorò, mentre continuava: «Jafar . . . ».

Esme dovette trattenersi dall'imprecare. Ma non rimase comunque zitta: «Non ci credo! Anche Jafar? Sei sicuro che stiamo pensando alla stessa persona? No perché, io personalmente mi riferisco ad un pazzo omicida che si poteva trasformare in un serpente gigante!». Era chiaro che la principessa non stava neanche più provando ad essere gentile. Audrey sobbalzò al suo tono di voce.

La corvina sentì Ben sospirare dall'altro lato del telefono, ma poi andò avanti: «Hans . . . , la Regina Cattiva . . .».

Stavolta Esme non si sforzò neanche di urlare. Si limitò a stringere forte i pugni sui fianchi, sentendosi sempre più sopraffatta dalla rabbia. Quando capì che Ben doveva ancora pronunciare un nome, quasi le uscì il fumo dalle orecchie. Chi poteva esserci di ancora peggio dei Cattivi già citati?

«E Malefica» concluse il principe.

«Cosa?!».

La voce di Audrey risuonò acuta e leggermente stridula nella quiete del pomeriggio, facendo spaventare un paio di uccellini appollaiati su un ramo di un albero, il che era strano in quanto la sua voce dolce e soave era famosa in tutto il regno. Quanto a Esme, lei era completamente sbiancata.

Ben aveva veramente intenzione di portare ad Auradon la figlia o il figlio della Cattiva più cattiva di tutti?! Per giunta sapendo che la sua ragazza era la figlia dei suoi più grandi nemici? Esme trovò la cosa da incoscienti e da ipocriti.

«Ben, stai scherzando vero?! Ti prego, dimmi che stai scherzando!» chiese Audrey. Il fatto che lo avesse chiamato col suo vero nome dimostrava quanto fosse sconvolta.

Esme poteva quasi vedere Ben scuotere la testa dall'altro lato del telefono.

«No Audrey, non sto scherzando. So quello che Malefica ha fatto alla tua famiglia, e credimi lo capisco, ma non pensi che la figlia abbia bisogno di una possibilità? Ha vissuto per tutta la sua vita sull'isola, senza un motivo valido. È innocente, tanto quanto lo siamo io, te ed Esme».

Sentendo queste parole, proprio quest'ultima non ci vide più: «Esatto Ben! È cresciuta sull'isola! Esattamente come gli altri ragazzi che hai intenzione di portare qui. Cosa credi che abbiano fatto in tutti questi anni? Cantato una canzoncina tenendosi per mano? Sono figli dei loro genitori! E hai intenzione di accoglierli a braccia aperte in casa nostra come se niente fosse?!».

Ben sospirò: «Sentite, ormai la decisione è stata presa. Arriveranno la prossima settimana esattamente per l'inizio della scuola, e frequenteranno con noi l'Auradon Prep. Non vi chiedo di accettare la cosa, ma vi prego, almeno siate gentili quando arriveranno».

Si sentì una voce in sottofondo. «Adesso devo andare» disse il ragazzo. «E vi prego, pensate a quello che vi ho detto». Con questo, riattaccò.

Il silenzio tornò ad impossessarsi dell'aria del pomeriggio. Esme era completamente paralizzata, incapace di assimilare la notizia. E a quanto vedeva, Audrey era nella stessa situazione.

Ma alla fine la corvina si costrinse a reagire. Stringendo i denti, si alzò dell'erba e salutò la sua amica dicendole che aveva bisogno di stare da sola per un po'. Audrey annuì, comprensiva, per poi chiamare il suo autista, che la venne a prendere pochi minuti dopo.

Esme entrò in casa come una furia, sbattendo la porta d'ingresso dietro di sé. Ci si appoggiò con la schiena.

«Io sono sempre gentile» disse, come a voler rispondere a quello detto in precedenza da Ben al telefono. «Ma ti puoi scordare che lo sia con qualcuno come loro». Quella parola le uscì fuori dalla bocca come il peggiore degli insulti, era impregnata di veleno. Immagini dei terribili racconti di sua madre le riempirono la mente. «Al contrario tuo, io proteggerò Auradon. Proteggerò la mia casa. Quella feccia ci penserà due volte prima di mettere piede in questo luogo incontaminato».

Le parole che il ragazzo misterioso le aveva detto nel sogno tornarono a galla nella sua mente. Non sapeva cosa significassero. Ma di una cosa era certa. Avrebbe fatto in modo che le fiamme dell'inferno distruggessero una volta per tutte quei ragazzi.

—— angolo autrice!

E questo è il capitolo 1. Che vi è sembrato? Che prima impressione vi ha fatto il personaggio di Esme? Ditemi tutto!

Inoltre, ho deciso che alla fine di ogni capitolo vi farò una domanda su Descendants, sulle vostre preferenze, roba così. Lo voglio fare perché Descendants come film è molto sottovalutato e neanche molto conosciuto. Naturalmente siete liberi di non rispondere, non me la prendo ahaha.

La domanda di oggi è questa, partiamo da qualcosa di semplice: film della trilogia Descendants preferito? Il mio è il primo, senza ombra di dubbio! Ma ditemi la vostra!

Vi ricordo di lasciare una stellina per supportare questa storia!

Ci vediamo alla prossima!

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