Capitolo 22

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Devo essere sincera.

In realtà nella mia vita sono svenuta molte più volte di quante possiate immaginare. Il fatto di avere dei poteri che mi sfiniscono ogni volta è una buona motivazione. Ma poteva essere un problema se succedeva di fronte alla mia "famiglia".

Una volta stavo tornando da scuola, e vidi per strada una bambina che si era taglita molto profondamente il ginocchio. Naturalmente mi fermai per aiutarla. Grosso errore. Tornai a casa che sembravo un zombie, nel vero senso della parola. Marina mi chiese se mi fossi ubriacata, per via del mio colorito giallastro. Quel giorno lo passai sul letto semi-svenuta.

Ma devo dire che nonostante sia molto familiare nel cadere a peso morto sul pavimento, fa sempre e comunque un male cane. Specialmente se a farti svenire è un ago nel collo, che per qualche strano motivo brucia come un carbone ardente.

Capisco di stare per svegliarmi quando un odore acre mi riempie le narici. È pungente, ma non sono in grado di catalogarlo. Non se si confonde con quello della muffa.

Ordino ai miei occhi di aprirsi, ma tutto quello che ottengo è una nuova scarica di stanchezza che mi fa tornare a dormire.

•☽︎✫☾︎•

Ho perso la congnizione del tempo. Sarà la quinta volta che sembro sul punto di svegliarmi, ma puntualmente sento qualcosa pungermi sul collo, facendomi sprofondare di nuovo nell'oscurità. Da quanto tempo mi trovo in questa situazione? Ore, giorni, mesi? Marina e Matteo avranno notato la mia assenza? E Scott e Stiles? Mi staranno cercando senza sosta, oppure si saranno già dimenticati di me? Quanto vorrei essere in grado di aprire gli occhi.

Mi chiedo quale sia il punto di tutta questa situazione. Che senso ha rapirmi per poi non farmi niente? Lasciandomi qui, non so dove, a marcire? Di questo passo potrei anche morire di noia. Cavolo, ho sempre pensato che me ne sarei andata da questo mondo in modo leggermente più epico. Tipo, non so, trafitta da una spada. O con la gola squarciata da un lupo mannaro... uhm... no. Questa decisamente no. Non c'è insulto peggiore per una volpe morire per mano di un lupo. Quindi, credo che dovrò rimanere qui nel buio più totale, finché il mio stupido cervello (o il mio stupido aguzzino), non si deciderà a farmi svegliare.

Come se avesse sentito le mie richieste, una fortissima scarica elettrica mi colpisce la base della schiena, facendomi spalancare gli occhi in preda al dolore.

L'urlo che mi esce delle labbra fa tremare le pareti di quello che sembra un sotterraneo. Ovvio, è un classico. Dove pensavo di trovarmi? In un hotel a cinque stelle?

L'odore di muffa mi rempie le narici, facendole arricciare in disgusto. Il mio respiro è affannato, mentre sento il mio corpo cercare di guarire dalla scarica elettrica. Il sudore mi scorre sulla fronte, bagnandomi le ciocche di capelli sfuggite all'elastico, e non sono del tutto sicura che il brivido che mi passa sulla schiena sia dovuto all'umidità della stanza. Sono spaventata a morte.

I miei occhi viaggiano da un lato all'altro del basamento, scrutandone ogni angolo, cercando di dare un'immagine alla persona che mi ha gentilmente dato il risveglio.

<<Sai, sono delusa>>.

Giro la testa di scatto, ma questo piccolo movimento basta a provocarmi una nausea fortissima.

<<Pensavo sarebbe stato molto più difficile catturati, ma a quanto pare mi sbagliavo>>.

Una nuova scarica mi colpisce, facendomi gridare ancora più forte di prima. La testa mi scoppia, e gli occhi mi lacrimano per il dolore.

<<Aw, guardatela: piange! Che cosa dolce!>>.

Un'altra scarica. Stesso urlo. Ma stavolta in qualche modo riesco a trovare la voce per parlare: <<Credi che stia piangendo per la paura?>> ringhio, cercando di mettere a fuoco ciò che mi circonda. <<Oh no, io piango perché mi sto immaginando il dolore che proverai per mano mia una volta distrutte queste stupide catene!>>. Come ad avvalorare la mia tesi, cerco di liberare i polsi dalla fredda stretta che il metallo mi provoca. Ma sono un'illusa, perché: primo, non ho la superforza; e secondo, sono molto più debole del normale. Stringendo i denti, mi sorbisco la risata divertita che esce dalla bocca della mia rapitrice.

<<Sei così adorabile! Una piccola volpe che cerca di scappare dalla trappola di una cacciatrice di lupi! Tesoro, ho affrontato creature così grandi che tu non puoi neanche immaginare! In confronto, tu sei solo una stupida ragazzina>>.

Grugnisco. Finalmente intravedo una figura poco distante da me sulla sinistra, appoggiata al muro.

<<Andiamo dritte al punto: cosa vuoi da me?>>.

Lei ridacchia, avvicinandosi, e comparendo dall'oscurità che ci circonda. È una donna sulla trentina, con capelli color del miele e un sorrisino psicopatico stampato sul volto.

<<Non vuoi sapere chi sono?>>.

<<Onestamente? Non me ne frega un cazzo>>.

Lei alza le sopracciglia, mentre il suo sorriso si allarga.

<<Sai una cosa? Mi piaci! Mi piace il tuo temperamento! Cavoli, mia nipote aveva ragione a dire che sei una tosta! Perciò vediamo di fare in fretta, così non dovrò fare del male al tuo bel visino: chi è l'alpha?>>.

Spalanco gli occhi: <<E io come diavolo dovrei fare, a saperlo?>>.

Lei ridacchia, portando quella sorta di bastone elettrificato ad un centimetro dalla mia faccia. Non mi muovo. Non ci tengo a farmi vedere spaventata davanti una persona del genere.

<<So che esci con Derek Hale>> sorride. <<E so anche che conosci l'identità dell'altro piccolo beta che stiamo cercando. Quindi proviamo di nuovo... Chi. È. L'alpha>>.

La fisso negli occhi, ripensando a quello che mi ha detto. Questa donna in qualche modo sa cosa sono, chi sono, e che conosco due lupi mannari beta. È brava con le armi... è una cacciatrice...
La risposta mi travolge con la stessa intensità di una delle mie canzoni preferite. Ghigno. Non pensavo che mi sarei divertita stasera, ma... che posso dire? Che il gioco abbia inizio.

Scoppio a ridere.

È un azione così fuori luogo, che quasi mi passa per la testa che sia veramente pazza come ho sempre creduto. Ma in questo momento non me ne importa un bel niente, non quando vedo il sorriso sicuro della cacciatrice sparire dal suo volto.

<<Cosa ci sarebbe da ridere?>> mi chiede tra i denti.

Cerco di soffocare le risate che mi stanno esplodendo nel petto, e dopo un secondo trovo il fiato per rispondere: <<Scusami, scusami. È maleducazione ridere in faccia al proprio rapitore, colpa mia>> alzo leggermente le mani in segno di resa, ma vedendo l'espressione confusa che in questo momento caratterizza il volto della bionda, non mi trattengo e le risate tornano.

Lei fa per avvicinare il bastone elettrificato, ma io la fermo subito, tentando di calmarmi: <<Piano, piano, piano! Hai ragione, ti chiedo scusa! Adesso smetto! E solo che mi stavo immaginando la tua faccia quando, una volta uscita di qui, ucciderò Allison!>>.

La sua espressione passa dal confuso, allo shockato, e poi all'infuriato in una manciata di secondi. 

<<Cosa?>> sussurra.

Il mio ghigno si allarga, mentre annuisco: <<Mi chiedo come saranno le sue urla. Sai, nella mia vita ne ho sentite tante, ma mi chiedo come siano quelle di un Argent, in particolare di qualcuno così giovane come lei!>> ridacchio. <<Secondo te mi pregherà di fermarmi? Scapperà in preda al terrore? Come credi scorrerà il suo sangue sulle mie mani quando l'avrò squarciata?!>>.

Un fortissimo calcio mi colpisce nello stomaco, facendomi piegare in due dal dolore (per quanto possa piegarmi con le braccia appese sopra la testa). Tossisco, cercando di riprendere fiato, ma il ghigno non abbandona mai le mie labbra.

Tutti hanno un punto debole.

<<Stai bluffando!>> mi urla. <<È tua amica! Non le torceresti nemmeno un capello!>>.

Allison è il suo.

Sporgo le labbra all'infuori rivolgendole lo sguardo più innocente del mio repertorio, fingendo tristezza: <<Mi sottovaluti fino a questo punto? Sai meglio di me che il primo istinto delle volpi è quello di sopravvivere, una stupida ragazzina come tua nipote non sarà un problema>>. Mi rivolge uno sguardo shockato, facendomi sorridere a trentadue denti: <<Oh sì! Ho capito chi sei! Allison parla molto spesso di te, Kate! Dice che sei la zia migliore del mondo! Che cosa orribile sarebbe sfigurare quel dolce faccino, non credi?>>.

Stavolta è un pugno alla mascella quello che mi fa gridare di dolore. Un grumo di sangue mi si forma in bocca, facendomi sputare sul pavimento, e lasciando una scia cremisi sul mio mento. Continuo a ridere. A quanto pare c'è una psicopatica nella stanza, ma non è più Kate.

Due mani si stringono attorno alla mia gola, iniziando a stringere. Cerco disperatamente l'aria, ma nonostante questo, le mie risate non si spengono, sebbene siano quasi soffocate.

Sono faccia a faccia con la cacciatrice. Il suo respiro caldo mi colpisce le guance per quanto siamo vicine, e i suoi occhi mi lanciano sguardi affilati come coltelli.

<<Sai... una... cosa?>> chiedo, la voce strozzata.

Lei fa una smorfia.

<<Per essere... una cacciatrice... non sei... molto... scrupolosa>>. Tento una risatina, ma viene subito soffocata dalle mani della bionda che si stringono ancora di più al mio collo. Le rivolgo uno sguardo, avvicinando il mio viso al suo. <<Avresti dovuto sapere che...>> la stretta si fa ancora più forte. Ghigno. <<... porto sempre un kunai in più nella manica della giacca>>.

Con tutte le mie forze rimaste, le tiro una testata, colpendola in piena fronte, facendola arretrare e perdere la presa sul mio collo. Non mi prendo neanche il tempo di riprendere fiato che, facendo presa sulle catene, le tiro un calcio in faccia e uno al petto, facendola volare dall'altra parte della stanza. Il suono di ossa rotte mi fa sorridere, mentre vedo la cacciatrice schiantarsi al muro e rimanere a terra priva di conoscenza.

Finalmente prendo un respiro profondo, tossendo. La mia gola è in fiamme. E come se qualcuno ci abbia sputato dentro un concentrato di salsa piccante, dandogli poi fuoco.

Dopo un ultimo respiro, sfilo il kunai dalla mia manica destra.

<<Ok>> sospiro. <<Vediamo di uscire di qui>>.

•☽︎✫☾︎•

Dieci minuti dopo sono libera.

Ho usato il kunai come una chiave, inserendone la punta nella serratura delle catene, e dopo qualche smanettatura, si sono aperte come niente.

I miei polsi sono leggermente arrossati, ma tutto sommato non mi fanno molto male. Sicuramente tra qualche secondo torneranno come nuovi.

Mi stiracchio, portando le braccia in aria, ma una scarica di stanchezza improvvisa mi costringe a riportarle al mio fianco. La vista mi si sfoca per un secondo, ma riesco a rimanere in piedi, nonostante il mio unico pensiero adesso sia quello di tornare a casa e dormire dieci ore filate.

Mi guardo intorno, notando subito la gigantesca porta d'acciaio dall'altro lato della stanza. Sospiro. Una via d'uscita.

Ma proprio quando sto per andarmene definitivamente da quel inferno, in un angolo impolverato noto un piccolo tavolino. E insieme a questo un piccolo luccichio.

Incuriosita, mi avvicino. E subito preferirei non averlo fatto. Ora capisco cos'è questa stupida stanchezza che mi sento addosso. <<Stronza>> sussurro tra me e me, stringendo i pugni.

Letharia Vulpina. Riconoscerei quel verde fluo tra mille.

Decine e decine di dosi sono sparse sulla superficie del tavolo: alcune già nelle siringhe, pronte per essere usate; altre ancora sottoforma di ciuffetti d'erba, come se fosse una semplice pianta, e non un veleno tossico.

Sono quasi stupita. In natura, la Letharia Vulpina è piuttosto rara. È come minimo impressionante che Kate (o forse dovrei dire gli Argent) ne abbia una scorta così grande. Deve aver richiesto anni e anni di ricerche.

Non posso permettere però che abbiano a disposizione questo potere su di me.

Un'idea mi sorge in mente, ma rabbrividisco al solo pensiero. Allison non me lo perdonerebbe mai. Accolgo l'occasione per chiederle scusa mentalmente: perdonami se ti ho minacciato di morte, ma era per una buona causa!

Scuoto la testa. Non arriverò fino a tanto. Magari me ne pentirò in futuro, ma non brucierò questo posto solo per liberarmi di un lichene velenoso.

Rivolgo uno sguardo alla cacciatrice ancora stesa sul pavimento, incosciente. Per quanto non vorrei fargliela passare così liscia, non ha fatto niente di così grave. Qualcosa mi dice che dovrò abituarmi a dei cacciatori che cercano di uccidermi ogni due per due. Credo che questo non sarà un caso isolato.

Con un ultimo sospiro, mi dirigo fuori dal sotterraneo.

•☽︎✫☾︎•

Ora capisco perché ci siano così tanti film e serie TV sui ninja giapponesi. Credo che sia proprio nel nostro DNA.

Il basamento da cui sono uscita si trovava esattamente sotto casa Argent, manco fosse una sala ricreativa. Della serie: oh, che giornata faticosa è stata questa! Credo che mi rilasserò torturando uno o due lupi mannari! Il mio terapista me l'ha consigliato come antistress!

In poche parole ho dovuto ricorrere alle mie abilità di "ninja" per non farmi beccare dai genitori di Allison. La signora Argent per cena aveva cucinato un pollo arrosto fenomenale! C'è mancato poco che mi scoprisse solo perché volevo assaggiarne un pezzettino.

Ma una cosa positiva nella mia fuga alla James Bond c'è stata. Ho dato un'occhiata all'orologio che c'era in salotto, e a quanto pare sono rimasta incosciente per molto più tempo di quanto pensassi. Sarà almeno un giorno che manco dalle scene di Beacon Hills. E non sono del tutto sicura che farsi torturare sia stata una buona alternativa all'andare a scuola.

Il mio cellulare è saturo di messaggi e chiamate. Non penso di averne avute così tante in tutta la mia vita come adesso. La maggior parte sono di Scott e Stiles, poi c'è n'è qualcuna di Allison, Lydia è addirittura un paio di Marina.

Sono tutte di almeno quindici o sedici ore fa, tranne quelle di Stiles, che conoscendolo avrà continuato a schiacciare il pulsante "chiama" compulsivamente. Sono sicura che anche la mia segreteria sia piena.

Ma la mia attenzione viene richiamata da un messaggio firmato da Scott.

Vieni a scuola. Urgente.

Aggrotto le sopracciglia, confusa e scettica. Il numero da cui mi è arrivato non è quello del mio amico, e di certo lui non è così freddo nei messaggi, soprattutto con me. Per non parlare del fatto che sono scomparsa per una giornata intera. C'è qualcosa sotto.

Ma, ehi! Sono una volpe, e se c'è qualcosa che mi contraddistigue è l'immensa curiosità. Come posso mancare ad un invito del genere?

Scrollo le spalle, prendendo un decisione.

Stupido? Sì. Da incoscienti? Certamente. Me ne pentirò? Molto probabilmente sì. La farò lo stesso? Ci potete scommettere.

Il mio telefono segna la mezzanotte quando spalanco le porte della Beacon Hills High School.

Angolo autrice.

Di questo capitolo sono leggermente più soddisfatta degli altri. E devo dire che mi sono molto divertita a scriverlo.

Aspettavo da tanto di mostrare la parte "volpe" di Noemi in tutta la sua... instabilità. Anche se siamo ancora all'inizio. Spero che la scena con Kate vi sia piaciuta, e che non arriverete sotto casa mia con i forconi per aver minacciato di morte Allison.

Vi ricordo di lasciare un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto.

E ci vediamo al prossimo martedì!

~Giada

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