𝐓𝐫𝐮𝐭𝐡 𝐎𝐫 𝐃𝐚𝐫𝐞?

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La neve cadeva con delicatezza, avvolgendo il Malfoy Manor in un manto candido. L'aria gelida della notte era permeata da un'atmosfera festosa, mentre l'orologio sulla parete segnava le due di notte. All'interno del sontuoso maniero, Draco, Harry, Blaise, Ginny, Daphne, Hermione, Astoria, Theodore, Ron e Pansy si erano riuniti nel maestoso salotto.

Seduti sul pavimento davanti al fuoco scoppiettante, conversavano animatamente, bevendo alcolici come delle spugne. Il forte odore del Firewhiskey si sentiva nell'aria, mentre le risate si mescolavano al dolce aroma del fumo di sigaretta.

Un sorriso malizioso si dipinse sul volto di Theodore, e prese parola. "Ragazzi, che ne dite di fare un gioco?" chiese lui e gli amici lo guardarono confusi.

"Quale gioco, Nott? Non siamo mica dei poppanti." disse Ron con un'occhiata interrogativa verso gli altri.

Theodore rise, "Niente di infantile, Weasley. Sto parlando di un classico: 'Obbligo o Verità'."

Un brivido di eccitazione attraversò il gruppo, mentre si scambiavano sguardi intrigati. "Sembra divertente!" esclamò Ginny con un sorriso giocoso.

Draco annuì, dando un tiro alla sigaretta, "Va bene, facciamo questo gioco. Ma attenzione, nessuno deve tirarsi indietro quando si viene scelti. Come abbiamo già detto, non siamo dei bambini del cazzo, e siamo coraggiosi."

Theodore annuì soddisfatto e si alzò per recuperare una bottiglia di Firewhiskey da un tavolino vicino. "Bene, diamo il via al gioco allora. Chi vuole iniziare?"

Harry alzò la mano, "Io!" disse, ma Blaise lo interruppe.

"Anzi. Facciamo così." disse Blaise prendendo una bottiglia vuota, e Harry lo guardò perplesso. "Sedetevi in cerchio."

I ragazzi si guardarono scambiandosi sguardi confusi ma seguirono comunque le istruzioni di Blaise, disponendosi per terra a forma circolare. Con un'occhiata travolgente, Blaise posizionò la bottiglia al centro del cerchio e diede un'occhiata soddisfatta al gruppo.

"Ora sì che siamo pronti per iniziare. Potter, continua pure." disse, il suo sorriso malizioso annunciava il divertimento che stava per arrivare.

Harry prese la bottiglia vuota e la girò.

La bottiglia si fermò verso Daphne, e le chiese: "Greengrass, obbligo o verità?"

"Verità." rispose determinata la bionda, e Harry ghignò.

"Qual è stato il posto più strano in cui hai scopato e con chi?" 

Daphne arrossì leggermente di fronte alla domanda schietta di Harry, ma decise di rispondere con onestà. "Il posto più strano... beh, direi che è stato nel bagno dell'Hogwarts Express, e la persona con cui l'ho fatto è stata...Ron." confessò, lanciando uno sguardo malizioso al ragazzo in questione.

Ron scoppiò a ridere, mentre gli altri presenti si scambiavano sguardi divertiti e sorpresi. "Daph, le protezioni le avete almeno usate?" commentò Theodore, espirando il fumo ingerito.

Daphne annuì, ridendo anche lei. "Certo che sì! Non sono così avventata!"

Il gruppo scoppio in una risata, mentre l'atmosfera festosa continuava a crescere nel maestoso salotto del Malfoy Manor. Era evidente che quella notte sarebbe stata piena di rivelazioni e di divertimento, e nessuno voleva mancare neanche un momento dell'azione.

"Daphne, è il tuo turno." disse Pansy a lei. La girò e si fermò verso Draco.

Daphne sorrise maliziosa, guardando Draco con uno sguardo travolgente. "Draco, obbligo o verità?" chiese, pregustando già quale potrebbe essere la sua prossima mossa nel gioco.

Draco alzò un sopracciglio, contemplando la sua risposta per un istante prima di decidere, e bevve un sorso dal suo bicchiere di Firewhiskey. "Obbligo." disse infine, con un sorriso sicuro sulle labbra.

Daphne sorrise maliziosa, godendosi il momento di potere nel poter mettere alla prova Draco. "Bene, Draco. Allora, il tuo obbligo è... baciare la persona alla tua destra per almeno dieci secondi." disse, lanciando un'occhiata significativa verso Hermione, seduta proprio accanto a Draco.

Hermione si arrossì leggermente, guardando Draco con occhi sgranati. Il gruppo scoppiò in un coro di risate e sguardi compiaciuti mentre Draco, con un sorriso leggermente imbarazzato, si girava verso la riccia.

"Vai, cazzo!" li incoraggiò Theodore alzando il bicchiere -pieno fino all'orlo dell'alcool dorato-, e senza esitare troppo, Draco si avvicinò a Hermione e le posò delicatamente le labbra sulle sue, mentre il resto del gruppo li osservava con interesse. Dieci secondi sembrarono volare via rapidamente, ma quando si separarono, entrambi avevano un leggero rossore sulle guance.

Hermione, con un sorriso imbarazzato, diede una leggera pacca sulla spalla di Draco. "Non male, Malfoy. Non male." disse scambiandosi uno sguardo complice con lui.

Il gruppo scoppiò nuovamente in risate e applausi, apprezzando il momento di leggerezza e divertimento nel gioco. Era evidente che la serata sarebbe stata memorabile per tutti, con ancora molte avventure e rivelazioni da venire.

Draco prese un profondo respiro e girò la bottiglia, che andò a finire verso Ginny.

"Weasley, obbligo o verità?" chiese lui, e la rossa sorrise.

"Verità." annunciò con fermezza.

Draco, con un'espressione soddisfatta, decise di mettere alla prova la ragazza. "Va bene. Allora, Weasley,  sei mai stata innamorata di un ragazzo a Hogwarts? E se sì, chi era?"

Ginny arrossì leggermente, colta di sorpresa dalla domanda diretta del biondo. Tuttavia, decise di rispondere con sincerità. "Sì, in effetti. Avevo un debole per Blaise... Era ed è così...sexy e gentile, anche se all'epoca non avevo mai avuto il coraggio di ammetterlo ad alta voce."

Il gruppo si scambiò occhiate maliziose e sorprese, guardando di continuo Ginny e il ragazzo in questione. Blaise, seduto dall'altra parte della stanza, arrossì leggermente ma sorrise, toccato dall'ammissione della ragazza.

Con ciò, Ginny girò la bottiglia- ancora imbarazzata- e si fermò verso Hermione.

La rossa ghignò, avendo le domande e gli obblighi perfetti da farle.

"Hermione..." cominciò maliziosa, "Obbligo o verità?"

"Obbligo." rispose lei senza pensarci, e dopo un po' si rese conto di aver sparato una cazzata assurda. Sgranò gli occhi quando Ginny aprì bocca. 

Sapeva cosa le avrebbe detto.

"Fai uno strip-tease sexy per un ragazzo del gruppo in privato, spogliandoti completamente per lui."

La tensione nel salotto aumentò all'istante, mentre tutti si misero a ridere per la domanda di Ginny. Hermione arrossì intensamente, rendendosi conto che forse aveva scelto l'opzione sbagliata. Tuttavia, era una donna di parola e non voleva tirarsi indietro.

"Va bene, va bene." disse Hermione, cercando di mantenere la calma nonostante il calore che le saliva alle guance. "Chi si offre volontario per assistere al mio... ehm... spogliarello privato?"

Il gruppo si scambiò sguardi divertiti e maliziosi, finché Draco non si alzò con un ghigno. "Beh, Granger, mi offro volontario. Sono sempre stato un appassionato di teatro, sai." disse sarcastico, facendo scoppiare il gruppo in una risata ancora più forte.

Hermione annuì, accettando la proposta di Draco con un sorriso imbarazzato. "Va bene, Malfoy. Andiamo in camera tua..." disse, alzandosi dal pavimento e invitando la serpe a seguirla.

Una volta andati alla camera da letto del biondo, la riccia prese un profondo respiro e invitò il biondo a sedersi sul letto, per guardarla.

Draco si sedette sul letto e aspettò che la ragazza iniziasse lo spettacolo perverso che aveva in serbo per lui con un'occhiata maliziosa.

"Quando vuoi." le disse lui, e Hermione inspirò profondamente, togliendo le spalline nere del suo tubino con una lentezza estrema, e lui deglutì.

Mentre si toglieva le spalline e la parte superiore del vestito, cominciò ad avvicinarsi a lui, e si sedette a cavalcioni sulle sue gambe. Draco si sorprese non poco quando Hermione gli prese le mani e gliele mise alla sua vita, mentre lei alzava il vestito dal basso, pian piano mostrando le sue mutandine in pizzo nero.

Il respiro di Draco si fece più pesante mentre guardava Hermione con occhi bramosi, incapace di distogliere lo sguardo da quella visione affascinante. Era come se il tempo si fosse fermato, lasciando solo loro due in una dimensione di pura attrazione e desiderio.

Hermione si tolse il vestito e rimase in intimo, alzandosi in piedi, sempre vicino a lui.

"Oh, cazzo..." respirò Draco quando si rese conto che lei si sarebbe tolta anche la biancheria intima.

Infatti l'ex-Grifondoro si abbassò le bretelle con una lentezza maniacale, apparendo agli occhi di Draco sensuale ed elegante.

Lui sgranò gli occhi scintillanti di lussuria e passione, deglutendo maggiormente.

Lei si mise le mani dietro la schiena, e si sganciò il reggiseno in pizzo rosso in una mossa, mettendo in mostra il suo seno abbondante.

Hermione diventò istantaneamente rossa dall'imbarazzo e abbassò lo sguardo, prendendo un profondo respiro.

Alzò lo sguardo verso di lui, e si avvicinò al biondo tenendo il bordo delle sue mutandine, abbassandole e rialzandole.

Draco deglutì per l'ennesima volta e ringhiò. 

I suoi boxer stavano letteralmente per strapparsi in due ed esplodere.

Quando Hermione fu a un passo da lui, si fermò e si sedette di nuovo a cavalcioni sulle sue gambe, avvertendo la sua erezione rigida e dolorante.

"Granger..." disse lui, con un tono minaccioso ma estatico.

"Sì, Malfoy?" le chiese innocentemente lei, un sorrisetto malizioso dipinto sul suo viso.

"Sto praticamente delirando, cazzo..."

"Ah sì?"

"Sì..." confermò Draco, la voce un sussurro carico di lussuria e desiderio. "Non so quanto cazzo riuscirò a trattenere me stesso, se continui con questo cazzo di spogliarello."

Hermione rise leggermente, un suono malizioso e seducente. "E cosa suggerisci che dovremmo fare al riguardo, Malfoy?" disse avvolgendogli il collo con le mani.

"Questo." Draco afferrò con forza la vita di Hermione, portandola ancora più vicino a sé, sentendo la sua calda pelle contro la sua. I loro sguardi si incontrarono, bruciando di passione e desiderio mentre si avvicinavano sempre di più.

Senza esitazione, le loro labbra si cercarono in un bacio appassionato e affamato, le loro lingue che danzavano insieme in un ritmo frenetico. Hermione si abbandonò completamente al momento, perdendosi nei sensi travolgenti che solo Draco poteva suscitare in lei.

Le loro mani esploravano avidamente i corpi l'uno dell'altro, bruciando di desiderio mentre si abbandonavano alla passione del momento. Il tempo sembrava fermarsi intorno a loro, lasciandoli avvolti solo l'uno nell'altro, in un vortice di lussuria e piacere.

"Draco..." gemette Hermione senza fiato.

"Sì, Granger?" le chiese scontrando la fronte con la sua.

"Ti desidero, Draco." sussurrò lei, la voce carica di passione mentre si abbandonava completamente al piacere del momento. "Fammi tua."

Draco annuì leggermente e continuarono a baciarsi con foga e passione. Senza separarsi mai, il ragazzo si alzò in piedi, sollevando Hermione tra le sue braccia mentre continuavano a baciarsi con passione. Lentamente, la portò verso il letto, adagiandola con gentilezza sulle morbide lenzuola.

Il biondo si tolse la camicia e cominciò a lasciarle una scia di baci umidi lungo al collo, ai seni, ai capezzoli, allo stomaco, all'addome, e poi arrivò lì.

La guardò dritta negli occhi, ancora tra le sue gambe, come per chiederle il suo permesso.

"Sì..." ansimò e lui non se lo fece ripetere due volte.

Si affrettò a toglierle le mutandine ormai fradicie, e prese a mordicchiarle e a succhiarle il clitoride, gemiti e ansimi che riempivano la stanza.

Dopo un po' si fermò e si mise il dito in bocca, inumidendolo.

Lei lo guardò confusa per un nanosecondo, ma poi seppe cosa stava per fare, e lui affondò il suo dito in lei, facendolo fuoriuscire lentamente.

Hermione mosse i fianchi su e giù sul suo dito, volendo di più, e lui aumentò la velocità delle spinte.

"Draco..." disse dopo un po' la riccia ansante, "Sto per venire..." e venne urlando il suo nome sul suo dito.

Draco si tolse con uno strappo la cintura, e in una mossa soltanto si rimosse i pantaloni insieme ai boxer.

Stava per entrare in lei, ma Hermione lo fermò. "Che c'è?" le chiese lui confuso.

"Sono...sono vergine." disse imbarazzata, abbassando lo sguardo, ma lui sorrise.

"Granger, guardami." le disse prendendole dolcemente il mento con la mano, e i loro occhi si incontrarono.

Oro e argento si fusero.

"Non ti devi vergognare." le sussurrò con voce roca, "Sarò delicato e gentile, va bene?" la rassicurò dolcemente, e lei sorrise, annuendo.

"Devi dirmelo a parole, Granger." 

"Sì." sussurrò lei, e il biondo entrò in lei dolcemente.

"Ti fa male?" le domandò tenero senza distogliere lo sguardo da lei.

"Un pochino, ma è sopportabile." rispose lei, e le spinte cominciarono a diventare sempre più veloci e aggressivi.

Intanto, dietro la porta chiusa della stanza, Harry, Blaise, Ginny, Daphne, Astoria, Theodore, Ron e Pansy erano lì da circa un'ora, a sentire tutto, e di volta in volta commentavano sui rumori e le parole che sentivano.

Quando sentirono gemiti, ansimi e colpi forti, Theo ghignò, e prese parola, "Ragazzi, secondo me Draco si sta fottendo la Granger proprio di brutto."

Gli amici ridacchiarono, e Astoria cantilenò, "Ragazzi, presto diventeremo zii!"

I sette scoppiarono a ridere, e nel mentre nella camera della perfida serpe, Hermione e Draco gemevano e ansimavano in sincronia.

"Draco, sto per venire!" gemette Hermione, e venne con un urlo di puro piacere.

Il ragazzo si accasciò esausto sul suo seno, e dopo un po' la riccia cominciò a coccolarlo e ad accarezzargli i capelli biondo platino, gesto che lui apprezzò non poco.

"Granger." la chiamò lui, la sua guancia premuta sul suo seno sinistro.

"Dimmi." rispose lei dolcemente, e lui sospirò. 

Era nervoso.

"Ehm...Ti ricordi quella volta a Hogwarts quando ti ho detto che tu e tutti gli altri sangusporco dovevate subire una morte fottutamente breve e dolorosa? Ti ricordi quella volta in cui ti ho detto che ti odio? Ti ricordi tutti quegli insulti del cazzo che ti ho detto per circa otto anni? Beh, erano tutte cazzate e minchiate sparate a caso, perché..." si fermò. Era un idiota, pensò.

Un. Fottuto. Idiota.

Hermione rimase silenziosa per un momento, ascoltando le parole di Draco con attenzione. Quando il silenzio sembrò prolungarsi troppo, sollevò leggermente il mento per guardarlo negli occhi grigi, cercando di cogliere ogni sfumatura delle sue espressioni.

"Perché?" chiese lei, con voce appena udibile, mentre le emozioni si agitavano dentro di lei, creando un tumulto di sentimenti contrastanti.

Draco inspirò profondamente, cercando di trovare le parole giuste per esprimere ciò che provava. "Perché... perché ho capito che tutto quello che ho detto e fatto contro di te è stato un errore. Mi sono reso conto che sei una persona incredibile, forte, intelligente, coraggiosa e fottutamente bella. Mi hai dimostrato più e più volte il tuo valore, il tuo altruismo, la tua lealtà... e io... io ho sbagliato nel non riconoscerlo prima, cazzo. E... e forse, forse ho iniziato a provare qualcosa di più per te che non sia solo... odio."

Le parole di Draco scaturivano da un profondo sincero, mentre cercava di mettere a nudo i suoi veri sentimenti. Lui sentiva il cuore battergli forte nel petto, incerto di come lei avrebbe reagito alle sue confessioni.

Hermione rimase senza parole per un attimo, completamente sorpresa dalle parole di Draco. Sentiva il suo cuore battere veloce nel petto, mentre cercava di elaborare tutto ciò che aveva appena sentito. Era incredibile come i conflitti tra di loro potessero cambiare così radicalmente, da acerrimi nemici ad avere un rapporto quasi civile e ora a... qualcos'altro.

"Hermione." disse lui chiamandola per la prima volta col suo nome, e alzò la testa dal suo seno per vederla in faccia, "Io...io...ti amo, cazzo."

Lei spalancò gli occhi e arrossì.

Lui la amava.

"Draco-" cominciò, ma lui la interruppe.

Da lì il biondo rimpianse di averle confessato apertamente i suoi pensieri, e sembrava...deluso.

"Non c'è bisogno che tu dica qualcosa...Mi ci sono abituato ormai." disse, una punta di tristezza e delusione nella sua voce.

"A cosa?" chiese lei confusa. A cosa si era abituato?

"Al rifiuto. Prima mio padre con le sue fottute cinghiate che mi dava, e ora tu con il tuo cazzo di rifiuto. Ma non c'è bisogno di scusarsi. E' stato bello finché è durato." disse ancora più deluso di prima, e con ciò scese dal letto e si rivestì velocemente.

Voleva piangere, ma non poteva farlo davanti a lei.

Non ora che lei sapeva che l'amava.

Uscì dalla stanza senza nemmeno guardarla negli occhi, e appena aprì la porta, si trovò gli otto ragazzi seduti per terra a origliare.

Blaise e Theodore videro lacrime che offuscavano i suoi occhi, e si preoccuparono, ma lui li ignorò, e se ne andò in uno dei bagni del Manor, a piangere.

Dalla stanza uscì anche Hermione- rivestita- che piangeva, e Ginny la fermò.

"Ora ci devi dire cosa cazzo è successo là dentro, intesi?" le disse autoritaria lei, e Hermione singhiozzò.

"D-Draco..." cominciò lei, scossa dai numerosi singhiozzi.

"Andiamo in salotto, Herm." le disse dolcemente Pansy, e i nove ragazzi si diressero al salotto, sedendosi sul divano pregiato e aspettando il racconto della ragazza.

"Dicci, Mione. Cos'è successo?" le chiese Daphne tenendole le mani. In fondo era la sua amica, ovvio che si preoccupava per lei.

"D-Draco ha detto c-che mi a-a-ama, e io sono r-r-rimasta sorpresa, n-n-non sapendo cosa dire. Lui ha capito m-m-male il mio s-s-silenzio e...e ha detto che ormai si era a-a-abituato a essere d-d-deluso e o-o-offeso."

Il salotto rimase in silenzio per un momento, mentre tutti digerivano le parole di Hermione. Era evidente che la situazione fosse diventata improvvisamente molto intensa e complicata.

Theodore si alzò in piedi, visibilmente preoccupata per il suo amico. "Dobbiamo andare a parlare con lui." disse risoluto, mentre Blaise annuiva in accordo.

Quest'ultimo si alzò al suo fianco. "Hai ragione. Dobbiamo chiarire questa situazione prima che le cose vadano troppo oltre. Ci andiamo solo io e Theo, va bene?" disse, e gli altri annuirono.

I due amici si diressero verso il bagno dove Draco si era isolato, bussando alla porta con cautela. "Draco, siamo noi. Possiamo entrare?" chiese Blaise con voce preoccupata.

Dopo un momento di silenzio, la porta si aprì leggermente e Draco comparve sulla soglia, gli occhi rossi e gonfi dalle lacrime. "Che cazzo volete?" disse con voce rauca, cercando di nascondere la sua debolezza di fronte agli amici.

"Vogliamo scoparti, guarda! Vogliamo parlarti, deficiente." disse Theo sarcastico, e Blaise lo fulminò con lo sguardo.

Draco li guardò per un attimo, indeciso, prima di lasciarli entrare nel bagno. I due si sedettero sul bordo della vasca da bagno, guardando Draco con un'espressione preoccupata.

"Draco, capiamo che la situazione sia difficile e che le tue emozioni siano confuse, ma devi capire che forse Hermione ha solo bisogno di tempo per elaborare tutto." disse Blaise , cercando di calmare la situazione.

Theodore annuì, "Esatto. Non puoi prendere il suo silenzio come un rifiuto definitivo. Forse ha solo bisogno di tempo per capire i suoi sentimenti."

Draco si passò una mano tra i capelli disordinati, visibilmente teso. "Ma cosa dovrei fare, cazzo? Ho dichiarato i miei sentimenti e lei non ha detto nulla. Mi ha solo guardato con quella fottuta espressione interrogativa."

Blaise cercò di confortarlo, "Forse dovresti cercare di chiarire con lei, di spiegare meglio i tuoi sentimenti. Non lasciare che questa situazione si incasini ulteriormente."

Lui scosse la testa, tirando su col naso, "Oh no, amico. Te lo scordi. Non voglio andare da lei e farmi di nuovo del male. Non voglio star male per una persona. Non più."

Theodore sapeva del dolore che Lucius gli aveva causato, e gli faceva male al cuore vedere il suo migliore amico soffrire così. "Draco-" cercò di dire, ma fu interrotto da lui stesso.

"No, Theo. Non provare a convincermi. E ora, se potete scusarmi, potete andare a casa vostra? Vorrei stare un po' da solo..." 

I ragazzi annuirono, capendo che Draco aveva bisogno di spazio per elaborare i suoi sentimenti. Blaise si alzò in piedi, mettendo una mano sulla spalla di Draco con affetto. "Se hai bisogno di noi, siamo qui per te. Non dimenticarlo mai." disse con gentilezza, mentre Theodore gli lanciava un'occhiata di sostegno.

Draco annuì, grato per l'appoggio dei suoi amici. "Grazie, ragazzi. Davvero." disse con voce sincera, guardandoli negli occhi per un momento prima di voltarsi verso la finestra, perdendosi nei suoi pensieri.

Blaise e Theodore lasciarono Draco alla sua solitudine, uscendo dal bagno con passo silenzioso. Una volta nel salotto, trovarono gli altri ragazzi che aspettavano ansiosi notizie.

"Dovremmo lasciarlo solo per un po', ragazzi." disse Blaise, cercando di tranquillizzare gli amici. "Ha bisogno di spazio per elaborare tutto."

Ginny annuì, "Hai ragione. Ma non possiamo lasciarlo da solo troppo a lungo. Dobbiamo assicurarci che stia bene."

"No." disse Theodore, "Se lui vuole stare da solo, lo lasceremo solo. Dobbiamo rispettare i suoi spazi. E che cazzo."

"Va bene." rispose Ron, e i ragazzi uscirono dall'immenso maniero, andando verso casa propria.

Passarono circa due settimane, e Hermione si svegliò di soprassalto da un attacco di nausea.

Andò di corsa in bagno e vomitò tutto ciò che aveva mangiato la sera prima.

La sua mente era in tumulto mentre cercava di capire cosa potesse essere successo. Non aveva mai sperimentato sintomi del genere prima e si sentiva confusa e preoccupata. Terminato il suo attacco di nausea, si sciacquò la bocca e si risciacquò il viso con acqua fredda per cercare di calmarsi.

Poi, improvvisamente si ricordò di essere in ritardo di circa una settimana del suo ciclo.

No, non poteva essere...incinta.

Prese il suo telefono e chiamò Ginny, che fortunatamente era a casa di Pansy, Astoria e Daphne. Aveva bisogno di loro.

Una volta arrivate, le amiche di Hermione la trovarono visibilmente agitata e preoccupata. "Hermione, cosa c'è?" chiese Ginny, guardandola con apprensione.

Hermione le guardò con gli occhi pieni di lacrime, "Ragazze... credo di essere incinta." disse con voce tremante.

Le altre tre ragazze si guardarono tra loro, sorprese e preoccupate per la loro amica. Astoria fu la prima a prendere la parola, "Dobbiamo fare un test di gravidanza, e subito."

Ginny annuì concorde, "Sì, abbiamo bisogno di saperlo con certezza. Dobbiamo andare a comprare un test."

Senza perdere altro tempo, le ragazze si prepararono rapidamente e si diressero alla farmacia più vicina. Una volta lì, Hermione scelse un test di gravidanza e le ragazze tornarono a casa.

Una volta tornate, Hermione fece il test immediatamente, mentre le altre tre la aspettavano ansiose nel soggiorno. Il tempo sembrava scorrere lentamente mentre aspettavano il risultato.

Finalmente, il momento tanto atteso arrivò quando il timer del test suonò. Con il cuore in gola, Hermione prese il test fra le mani e guardò il risultato.

Le sue mani tremavano mentre guardava la piccola finestrella del test, e poi... la sua espressione si trasformò in una mistura di shock e paura.

La scritta 'Incinta' brillava di una luce accecante, e le ragazze si allungarono per vedere il risultato, curiose.

"Beh? Che dice?" chiese ansiosa Daphne.

"È... positivo." sussurrò, il terrore palpabile nella sua voce.

Un silenzio teso attraversò la stanza, e la rossa prese parola, "Hermione...sai mica chi è il padre?"

Hermione annuì lentamente, incapace di dire una parola. Era come se il mondo le stesse crollando addosso in quello stesso istante. Le sue amiche la guardarono con espressioni di sorpresa e preoccupazione, aspettando una risposta.

Dopo un momento di silenzio, Hermione prese un profondo respito prima di parlare. "Il padre... è Draco." disse a voce bassa, quasi sussurrando.

Le altre quattro ragazze la guardarono con gli occhi spalancati, evidentemente sbalordite dalla notizia. Era difficile per loro elaborare tutto quello che stavano sentendo.

Ginny fu la prima a riprendersi dalla sorpresa. "Porco Godric, Hermione... cosa farai ora?" chiese con voce preoccupata, cercando di capire come potessero aiutare la loro amica in questa situazione complicata.

Hermione si morse il labbro inferiore, lottando contro le lacrime che minacciavano di cadere. "Non lo so... Non so cosa fare..." ammise con voce flebile.

Astoria si avvicinò e le prese delicatamente la mano. "Hermione, stai tranquilla. Siamo qui per te, qualunque sia la tua decisione." disse con gentilezza, cercando di confortarla.

Le altre due ragazze annuirono concordi. "Esatto. Siamo qui per sostenerti in qualsiasi modo tu decida di affrontare questa situazione." disse Daphne, mentre Pansy le sussurrava parole di conforto.

Hermione fu sollevata da quelle parole, e dopo un po' prese una decisione. "Ho deciso che...che terrò questo bambino o bambina, ma Draco non ne saprà niente, tranne ovviamente voi, Harry, Ron, Blaise e Theo."

Ginny annuì lentamente. "Se è questa la tua decisione, Hermione, la rispetteremo. Ma sappi che siamo qui per te, qualunque cosa tu abbia bisogno," disse con voce ferma, mostrando il suo sostegno incondizionato.

Astoria e le altre tre ragazze annuirono concordi. "Esatto. Siamo qui per te, Hermione, sempre." disse Daphne con gentilezza, mentre Pansy le stringeva la mano con affetto.

Hermione si sentì sollevata dal sostegno delle sue amiche e si sentì determinata a fare tutto il possibile per proteggere il suo bambino.

Da quel giorno passarono esattamente cinque anni, e il piccolo Scorpius Granger era nato il 15 ottobre 2002, e quel giorno compiva esattamente cinque anni.

In casa sua c'erano i suoi amici- tranne Draco- che la aiutavano con i preparativi, e nel mentre, Hermione inseguiva il piccolo Scorpius che correva per casa, nudo, perché non voleva indossare i nuovi mini boxer che lei gli aveva comprato.

"Dai, Scorp!" lo supplicò lei, e lui si fermò, incrociando le piccole braccine sotto al petto e mettendo il broncio. Assomigliava così tanto a suo padre, pensò.

"No! Non mi piacciono quei cosi disegnati sopra!" ribatté lui rivolgendosi ai Bolidi disegnati sopra essi.

Scorpius alle volte mostrava una testardaggine che richiamava tanto Draco da farle venire un sorriso nostalgico. "Va bene, va bene, li cambieremo. Ma prima mettiti qualcosa, non possiamo andare in giro nudi, sai?"

Scorpius annuì, evidentemente soddisfatto di aver ottenuto ciò che voleva. Hermione lo aiutò a vestirsi e lo prese in braccio, godendosi quel momento di intimità con il figlio.

Mentre camminavano per la casa, Hermione si sentiva grata per l'incredibile sostegno che aveva ricevuto dalle sue amiche e dai suoi amici. Anche se la situazione non era stata facile, il loro amore e il loro supporto l'avevano aiutata ad attraversare i momenti più difficili.

Ora, guardando il suo adorabile figlio, Hermione sapeva che ogni momento di lotta e incertezza ne era valsa la pena. Scorpius era la sua gioia più grande, e non avrebbe mai scambiato quel legame per nulla al mondo.

Con un sorriso, Hermione lo strinse ancora più forte e lo baciò sulla guancia. "Ora vai a giocare con i tuoi giochi. Mamma ha del lavoro da fare, va bene?" gli chiese, e lui annuì, salendo goffamente le scale.

Ridacchiò alla dolcissima visione e andò verso i suoi amici, aiutandoli ad appendere vari palloncini colorati, e dopo un po' cominciò a fare la torta a tema Serpeverde e Costellazione del Drago e dello Scorpione.

Nonostante Scorpius fosse cresciuto senza un padre, Hermione gli aveva parlato di Draco, delle sue origini, della sua Casa d'appartenenza ai tempi di Hogwarts, e anche della costellazione del suo nome e del suo.

Appena aveva sentito quelle cose su suo padre, lui non pensava ad altro che non c'entrasse con la Costellazione del Drago o dello Scorpione o della Casa dei Serpeverde.

La festa stava per iniziare, e ormai erano arrivati quasi tutti: Harry e Pansy Potter con il loro figlio James Sirius; Blaise e Ginny Zabini con loro figlio Charlie; Ron e Daphne Weasley con le gemelle Victoria e Luana; Theodore e Astoria Nott con la figlia Elsa Nott, e i genitori di Hermione, Jane e Scott Granger.

Insomma, erano arrivati tutti, ma all'improvviso il campanello suonò, e Hermione e Scropius si confusero. Non appena il piccolo Granger aprì la porta Hermione spalancò gli occhi da ciò che vide.

Era Draco.

"Papà!" esclamò Scorpius felice, abbracciando le gambe del padre, e all'improvviso la casa divenne silenziosa, gli occhi di tutti puntati su loro. Sì, anche se il piccolo non aveva conosciuto il padre, aveva visto un sacco di foto che lo ritraevano, e non era per niente difficile riconoscerlo.

Draco si confuse da come quel bambino che nemmeno conosceva lo aveva chiamato, ma poi quando osservò per bene l'aspetto del piccolo, sgranò gli occhi.

Era praticamente la sua copia in miniatura.

"Granger." cominciò in tono arrabbiato, e il bambino si staccò dall'abbraccio, "Dobbiamo parlare." disse, e detto ciò prese rudemente la mano della riccia e la portò in camera sua, per avere un po' di privacy.

"Cosa vuoi, Malfoy?!" esclamò lei, "E lasciami!" disse cercando di staccare il polso dalla sua presa ferrea, ma lui lo strinse di più.

"Perché quel fottuto bambino è uguale a me, eh?!" le urlò, ma lei non rispose, abbassando lo sguardo.

Era furioso.

"Rispondimi!" disse alzando il tono, e la strattonò.

Lei stava piangendo.

"Perché è tuo figlio, cazzo!" gridò, e cominciò a singhiozzare maggiormente, lacrime che scendevano copiose lungo le gote arrossate.

Draco sembrò calmarsi, e le lasciò il polso- arrossato-.

"M-mio...figlio?" chiese lui incredulo. 

Non aveva mai fatto sesso con lei, o forse sì?

Lei annuì lentamente, e Draco parve più confuso di prima, "E..e quanti anni ha?"

"Ne compie cinque oggi..." mormorò.

Draco si sentì come se il mondo intorno a lui stesse crollando. 

Cinque anni.

Cinque anni senza sapere di avere un figlio. 

Era una rivelazione sconvolgente, e la sua mente era in tumulto mentre cercava di elaborare tutto.

"Perché non mi hai detto niente?" chiese, la sua voce ora più calma, ma ancora carica di emozioni contrastanti.

"Perché...ti ricordi quella volta a casa tua, cinque anni fa? Quando ho fatto...quella cosa?" chiese imbarazzata.

Non poteva ancora crederci di aver fatto uno spogliarello per lui.

"Quale cosa?" rispose lui, non ricordandosi di quella cosa.

"Oh, andiamo! D-dello...dello spogliarello che ti ho fatto..." sussurrò lei arrossita.

Il ricordo lo colpì come una secchiata di ghiaccio freddo. "Ah, ora ricordo!" disse ridacchiando al ricordo divertente, ma poi il suo sorriso si spense ricordando il modo in cui quella notte era finita.

"Ma ricordo anche il tuo rifiuto..." borbottò. Aveva passato svariate notti a piangere, ma nonostante tutto l'amava ancora.

Hermione abbassò lo sguardo, sentendosi ancora una volta travolta dai ricordi dolorosi di quella notte. "Draco, c'è una cosa che non sai..."

Hermione si fermò, le parole bloccate nella gola mentre cercava di trovare il coraggio di rivelare la verità che aveva tenuto nascosta per così tanto tempo. Guardò Draco negli occhi, cercando di trovare una risposta nel suo sguardo.

"Quando sono rimasta in silenzio," iniziò piano, "tu hai frainteso il mio silenzio con un rifiuto, ma in realtà volevo dirti che..."

"Che?" la incoraggiò lui, e Hermione alzò lo sguardo su di lui, gli occhi rossi e gonfi dalle lacrime versate.

"Che ti amavo, e ti amo ancora. Stavo solo elaborando il tutto."

Le parole della riccia colpirono Draco come un fulmine. Aveva passato tutti quegli anni pensando di essere stato rifiutato da lei, mentre invece lei lo amava e lo amava tuttora. Un misto di emozioni lo attraversò, dal dolore per il tempo perso alla speranza per il futuro.

"Hermione..." mormorò, la voce impastata dall'emozione. Si avvicinò a lei e prese delicatamente il suo viso tra le mani. "Non sapevo... Non sapevo che provassi ancora qualcosa per me."

Le lacrime di Hermione scesero silenziosamente lungo le sue guance mentre lo guardava negli occhi. "Non ho mai smesso." sussurrò. "Anche quando ero arrabbiata, anche quando pensavo che tu non eri più interessato a me, il mio amore per te non è mai svanito. Come potrei?"

Draco sentì un groppo alla gola. Si avvicinò ancora di più a lei e la abbracciò con forza, come se volesse proteggerla da tutto il dolore che avevano provato. "Mi dispiace," sussurrò. "Mi dispiace per tutto quello che è successo, per tutto il tempo perso. Vorrei poter tornare indietro e cambiare le cose, cazzo."

"Non ti preoccupare...è acqua passata." lo rassicurò, e lei alzò lo sguardo su di lui.

Oro e argento si fusero, e le loro labbra si incontrarono in un dolce bacio.

Quando si staccarono, Draco prese parola, "Ti amo così tanto, cazzo..."

"Ti amo anch'io." rispose Hermione, e proprio quando stavano per ribaciarsi, Scorpius entrò nella stanza ridacchiando.

"Mamma, papà!" li chiamò, "Cosa state facendo? Sembra divertente!"

"Noi? Oh, niente..." rispose il biondo ipocritamente innocente e sorrise al piccolo, inginocchiandosi davanti a lui.

"Papà." disse il piccolo, e Draco non smise di sorridere.

"Sì, tesoro?" gli chiese dolcemente, e gli scompigliò i capelli, "Dimmi."

"Tu mi vuoi bene?" gli domandò lui, e una lacrima scese lungo la gota del biondo.

"Come potresti pensare che non te ne voglia?"

"Perché te ne sei andato..." rispose il piccolo, e lacrime iniziarono a scendere lungo le guance di Draco.

"Scorpius-" cominciò Hermione, ma Draco lo interruppe.

"No, Hermione, se vuole delle risposte gliele darò." cominciò, e cominciò a dirgli tutto in modo più fantastico e meno traumatico. "Beh, Scorpius, può sembrarti strano ma...io non ti conoscevo prima d'ora. Nemmeno quando sei nato."

"E perché?" gli chiese innocentemente.

"Perché...ehm...te lo dirò quando sarai più grande, va bene?" disse Draco sorridendo tra le lacrime, e il piccolo biondino annuì, abbracciandolo.

Lui gli baciò i capelli ricci platinati, "Ti voglio bene un sacco, e non credere che non te ne voglia. Mai più. Intesi?"

"Sì, papà."

Il cuore di Draco si riempì di amore e gratitudine mentre stringeva il suo piccolo figlio tra le braccia. Si sentiva finalmente completo, come se tutte le parti mancanti della sua vita si stessero finalmente allineando. Guardò Hermione con occhi pieni di amore e ringraziamento, sapendo che senza di lei non avrebbe mai avuto questa meravigliosa famiglia.

I tre ritornarono alla festicciola, e la serata passò tra bevute e risate. 

Finalmente Draco si sentiva felice, e niente lo avrebbe reso triste.

Mai più.

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