𝑪𝒂𝒑 27

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11𝑻𝑯 𝑫𝑶𝑪𝑻𝑶𝑹

"Amy, ho in mente qualcosa, seppure, sia certo che, il nostro Piccolo Dalek boccerà in pieno la mia iniziativa. Però fidati di me, sono sicuro che funzionerà. Il problema sarà nel dover convincere lui e i suoi amici a compiere un atto pacifista. Voglio far tornare la maggior parte dei Thanagariani sani e salvi, per farlo, necessitiamo di volontari. Non so quanti di loro siano disponibili nel riportare a casa i nostri invasori, però dobbiamo provarci! Mettiamoci in contatto con loro, devono almeno conoscere la nostra intenzione. Quindi, mentre ci avvicineremo, tu schiaccia questo pulsante, io amplificherò la trasmissione, estendendola a tutti quelli dell'organizzazione."

Lei assentì.

Tornammo indietro, alla partenza e, solo allora, i canali di comunicazione vennero ristabiliti.

"Salve a tutti, qui è il Dottore che vi parla! Vi avviso che non vincerete la battaglia, se non farete come dico. Loro sono in tanti, molti più di noi. Quindi ho un piano, è il più efficace ed eviterà lo spreco di tempo e di vite. Io vorticherò attorno ai loro velivoli, facendomi strada verso lo spazio fino a Thanagarian. Con me trascinerò un discreto numero di navicelle nemiche, da solo non riuscirò nel mio intento. Ho bisogno del vostro aiuto!"

𝑹𝑰𝑷 𝑯𝑼𝑵𝑻𝑬𝑹
La comunicazione, con il proprietario del TARDIS, era terminata, tuttavia rimase collegato, in attesa di riscontro.

Da parte nostra arrivò solo un gran silenzio assordante.

Nessuno fiatò, era come se ci fossimo immobilizzati, pietrificati per via della sua richiesta.
Non eravamo abituati a non usare le armi, come pretendeva di vincere senza il loro utilizzo?
Così eravamo invincibili, senza sarebbe stato uno svantaggio per noi, sarebbe stata la nostra disfatta.

"Ascoltatemi, sono arrivato a Thanagarian. All'esterno, c'è una distesa incalcolabile di cosmonavi nemiche, arrivano fino lì. Siete numericamente inferiori e avrete la meglio solo in questo primo momento. Purtroppo ho una brutta notizia ed è che non durerete a lungo, finirete con il logorarvi e allora sarà la vostra fine, e, con ciò, la fine della specie umana."

"Affermi questo perché non ci conosci!" fui il primo a parlare.

"No, no, non è per questo! Ho visto interi pianeti distrutti dalla guerra, nessuno n'è uscito vincitore. La replica a tutto, non è tanto fare del male agli altri perché ci hanno attaccato, se compiremo questo gesto, diventeremo noi stessi dei carnefici. È questo che tu intendi essere una persona buona? Se la tua risposta è questa, sappi che non sei tanto differente da loro. Se invece vorrai ascoltarmi, non solo adotterai la soluzione giusta, la Terra ne uscirà vincitrice e tu e tutti voi, degli eroi. Se mi ascolterete, loro lasceranno per sempre il nostro paese e non avranno più alcuna voglia di tornare con l'intento di invaderci."

"E tu come ne puoi essere certo? Hai già adottato soluzioni simili? Hanno mai funzionato?" domandai sarcasticamente.

Non credevo a tutto ciò, se volevamo essere sicuri che ci lasciassero in pace per sempre, dovevamo continuare con quanto fatto sino a ora, avevo sempre agito così, non conoscevo alternative.

"SEMPRE!" la voce di mio cognato risuonò sicura dagli altoparlanti.

Fu succeduto dal rumore del suo cacciavite che veniva attivato, poi un fischio più forte, infine rumori di lotta: spade, urla, fucili attivati, ali che sbattevano.
In poche parole, aveva amplificato la capacità degli auricolari delle Leggende, ora tutti potevano sentire gli altri.
Mancava solo che scoprisse un modo per leggere la mente e, fare passare le idee da un cervello all'altro, senza l'utilizzo della bocca per esprimerle.

In quello stato di stallo, in cui smettemmo di sparare, loro fecero fuori alcuni dei nostri velivoli.

"Dannazione!" sbraitai, avevamo appena perso dei valorosi agenti.

"Amore... senti..."

"Rip!!! Cosa sta accadendo? Perché non state continuando ad abbattere i nemici? Che problemi avete?"

"Noi qui stiamo facendo il possibile, eppure senza il vostro aiuto non c'è la faremo mai!"

"Inglese, ordina ai quei Porci del Bureau di facilitarci il compito! Sennò arrostirò le tue navicelle piuttosto che questi polli. A te la scelta!"

"Se hai dei ripensamenti, è troppo tardi, se non te ne sei accorto! Ormai hai intrapreso questa via, la devi portare a termine!"

"Non ci puoi abbandonare così. Non puoi darla vinta ai nostri occupanti!"

I miei amici mi esortarono a proseguire e alcuni miei sottoposti, senza la mia approvazione, ripresero a fare quanto iniziato.

Evitai di guardare mia moglie. Sapevo cosa avrebbe voluto dirmi, ero consapevole che, mi avrebbe fatto prendere in considerazione l'ipotesi di mio cognato, quello era il presupposto sbagliato.
Tuttavia, non potevo certo continuare a lasciare tutti in bilico e vedere i miei agenti venire massacrati.
Dovevo prendere una decisione, una delle più importanti della mia vita.

"Gideon vira a sinistra e realizza un giro attorno a te stessa. Attiva inoltre il raggio magnetico e inizia a volare verso l'alto." ordinò la mia coniuge all'I.A., senza il mio consenso.

L'Intelligenza Artificiale, dal canto suo, non rispose, fu strano, era sempre molto ubbidiente verso chiunque.

"Gideon?" incalzò la mora, senza ottenere risultati.

"Miranda, cosa intendi fare? Intraprendere un'altra operazione suicida? Possibile che, con te su una navicella, finisca sempre così?" mi lamentai, non trovandomi d'accordo con quanto da lei deciso.

"Abbi fede!" disse semplicemente, prendendo posizione, si era schierata nella sezione dell'uomo con il papillon, poi insistette affinché la sua pretesa venisse ascoltata, "Per piacere, neccessito della tua attenzione!"

"Brava, non ascoltare questa donna. È una pazza e sai chi detiene le redini della Waverider?"

"Sì lei, Capitano Hunter." ci illuminò.

"E' bello vedere la nostra I.A. gelosa. E' una novità!"

"Io non sono gelosa, Mister Palmer." replicò stizzita l'interessata.

"Allora caro, mi assisterai? Come posso fare eseguire, quanto da me richiesto, alla tua cara?" rincalzò la mia partner.

"Ed è nel tuo interesse effettuare un viaggio nell'universo, per accompagnare, gentilmente, i nostri amici pennuti, piuttosto che impiegare le armi? Queste ultime sono più efficaci ed affidabili. Chi ti assicura che il suo piano possa funzionare?"

"Proprio il tuo alleato!"

"Io sono il cognato di quel Piccolo Dalek, ho sposato sua sorella, parlo di River." la interruppe l'uomo con il papillon, "Convinci quel brontolone a mettere in atto questa buona operazione."

"Sei in minoranza, Piccolo Dalek." continuò lei, prendendomi leggermente in giro, chiamandomi con quel nomignolo, "Un atto di bontà, a chi ti fa un torto, è la mossa migliore da adottare. E sì, ho intenzione di compiere questo viaggio, non è il primo e non sarà emozionante come quello, però ne varrà la pena."

"Per quale motivo dovrei fidarmi?"

"Perché si chiama intuizione, tesoro!"

"Cielo!" esclamai, battendomi una mano sulla fronte, "Non capisco perché questa favolosa idea non sia venuta a me... giusto, perché io non mi chiamo né Dottore né Miranda Coburn Hunter. Che devo fare con voi?"

"Ascoltarci!" ci interruppe l'interessato.

"Dai amore, ti amo tanto anche io. Accontentami!"

Sbuffai.

"Hai apportato un cambiamento al nostro 'Ti amo' al nostro 'Lo so' con un banale 'Ti amo anche io'?"

"Per cambiare un po'. Il 'Lo so' iniziava ad essere un po' monotono." mi strizzò l'occhio.

"Non per me!" ero indispettito.

"Confessami, allora, i tuoi sentimenti!" si ruotò verso di me, guardandomi dritta in faccia.

"Ti amo!"

"Lo so!" mi accontentò.

Sorrisi felice.
La mia coniuge era ancora voltata verso di me, mi osservava con il suo bel visino da angioletto, con un sopracciglio alzato, con occhi supplichevoli e un timido sorriso.
Quando faceva così, pretendeva in ogni modo che l'aiutassi a raggiungere quanto da lei voluto.
Era quasi impossibile resistere a una simile tortura.

"Avete vinto! Attivo il protocollo 𝑪𝒀𝑪𝑳𝑨𝑫𝑬𝑺 per la qui presente Coburn Hunter."

"Sì, signore!"

A questo punto, dopo aver ricevuto i nuovi ordini, adoperammo la nuova tecnica elaborata.

Stavamo per scavarci la fossa da soli?

"Grazie, in fondo in fondo sei un tenerone. Il mio tenerone preferito!"

"Vorrei ben sperarlo! Non me lo merito un bacio?" reclamai una piccola ricompensa.

Senza indugi, esaudì il mio desiderio.

"Prendetevi una stanza!" a interrompere tutto ciò fu Sara.

"Ragazzi potremmo parlare d'altro? Con noi c'è Caitlin, è ancora una ragazzina."

"Oh su mamma... ho già diciannove anni, non mi scandalizzo se ascolto certi argomenti."

"E con questo? Cosa intendi, tesoro?" la interrogò Rory.

"Assolutamente nulla! Però, vorrei farvi notare che non sono più una marmocchia, come mi chiama quest'energumeno pelato."

"Che hai contro i miei capelli, tu? Neppure Jefferson, il tuo ragazzo, porta i capelli lunghi."

"Noi non stiamo insieme. Nemmeno siamo mai usciti assieme!" affermò la ragazza.

"Perché, ci usciresti con me?" colse la palla al balzo Jax.

"Assolutamente sì... cioè, voglio dire sì!" si corresse, diminuendo l'enfasi iniziale, poi aggiunse, "Tra l'altro, tra tutti loro, sei il mio supereroe preferito!"

"In realtà noi siamo 'Leggende', non supereroi!"

"Come vuoi. Sei mai uscito con una della tua squadra?"

Nessuno le rispose.
Ero certo che nelle nostre vene non scorresse sangue, quanto, un'innata curiosità per tutto.

"Allora?" insistette.

"No, miss Williams. Recentemente, Mister Jackson, non ha avuto relazioni. Aveva una cotta per miss Saundres, ciononostante, lei ha prediletto la compagnia di Palmer." si immischiò la voce guida della navicella.

"Gideon! Per piacere, non spiattellare gli affaracci degli altri." la rimproverò Ray, sentendosi preso in causa.

"KENDRA! Devi dirmi qualcosa?"

"Carter, amore, ti spiegherò tutto con calma quando saremo a casa."

"Ok! Ma voglio sapere ogni cosa."

"Io l'adoro troppo. Sai Gideon? Io e te, potremmo diventare migliori amiche. Anche io amo farmi gli affari degli altri: dimmi un po' di mio fratello, su chi si fa sogni perversi?"

"Caty!" la ripresi.

"Dai su, almeno mi diverto, in questa situazione spiacevole."

"Nella quale, tu stessa ti sei volutamente cacciare." la riprese Amy.

Caty la ignorò e ripeté quanto chiesto in precedenza.
L'Onnisciente*, con prontezza, la illuminò.

"Al direttore è successo più volte di pensare a..."

"𝑯𝑼𝑩𝑳𝑶𝑻 𝑽𝑰𝑬𝑾𝑬𝑹." sapevo che spesso e volentieri sembrava parlassi in un'altra lingua, tuttavia, quelle erano le impartizioni da dare all'astronave, non potevo fare altrimenti.

Comunque, Hublot Viewer era per spegnere momentaneamente la voce dell'Intelligenza Artificiale.

"Piccolo Dalek che hai combinato? Stava per arrivare il bello..." protestò la giovincella.

"L'ho disattivata." ribadii, tagliando corto.
La faccenda era imbarazzante e pericolosa per il sottoscritto.

"Nooo! Proprio ora che il tutto si stava facendo interessante! Non è giusto, io lo voglio sapere."

Non l'ascoltai, stavo per perdere la comunicazione con loro sulla Terra, ci stavamo avvicinando all'ultimo strato di atmosfera, eravamo ad un passo per addentrarci nel cosmo.
Quindi, mi accertai, con tutte le Leggende di difendere mia sorella e la mia famiglia.
Non riuscii ad udire la loro replica, ciononostante, sapevo che l'avrebbero fatto.

Ora ci aspettava un viaggio per nulla semplice, tutti noi passeggeri, ne avremmo subito delle conseguenze momentanee.
Gli effetti indesiderati erano molteplici, comprendevano difficoltà di equilibrio connessi ad impossibilità motoria, cecità, o la formulazione di frasi al contrario.
Per fortuna, sarebbero stati temporanei e della durata di pochi minuti, poi sarebbe tornato a com'era prima.

Ciò che ci premeva era liberare il nostro territorio e riprendere a vivere come sempre, senza il timore che qualcuno ci potesse perseguitare a causa di una nostra decisione.

Il TARDIS era in testa e ci guidò verso la meta designata. Con il suo vorticare, portò dietro di sé un gran numero di velivoli. Questi ultimi non ebbero la possibilità di ribellarsi, si lasciarono trasportare contro la loro volontà.
La medesima cosa avvenne per noi altri, con il raggio magnetico, trainammo un centinaio di astronavi caduno.
Eravamo in minoranza, riuscimmo però nel nostro intento: nei cieli terrestri non rimase neanche un invasore, molti di loro erano tornati a casa.
Quando furono depositati, grugnirono rabbiosi.

Mi stupii nel poter comprendere la loro lingua, mi fu spiegato che il merito era da attribuire al TARDIS.

"Come avete potuto? Ce la pagherete sicuramente."

Pretesi di avere un collegamento esterno per vedere in chiaro quanto stava accadendo.
Volevo controllare l'evolversi dei fatti.
Il "Piano Pacifista", avrebbe avuto la meglio, oppure, sarebbe andato tutto tremendamente storto?
Chi deteneva il manico del coltello? Noi o loro? Chi l'avrebbe vinta?

"Salve, come potete vedere vi abbiamo gentilmente riportato a casa. Questo era solo un avvertimento! Volevamo darvi una possibilità, perché siete stati plagiati da qualcun'altro, affinché compiste questo gesto e non vi biasimo. Nel caso in cui, vorreste riprovare con il vostro pessimo proposito, non saremmo così tanto accondiscendenti e amichevoli. Vi distruggeremo, correrete ogni volta cui sentirete il nome Dottore. Perché, io sono il Dottore, e non lascio impunito chi si comporterà così. Quindi, lasciate in pace la Terra e i suoi abitanti, ve lo consiglio per la vostra incolumità."

"Chi ce lo ordina?" domandò un altro di loro.

"Noi!"

Per intimidire gli avversari scesi dalla mia postazione e mi posizionai al fianco del mio amico, lo stesso fece mia moglie e tutti quelli del Time Bureau.

"Noi siamo coloro che hanno abbattuto un innumerevole numero dei vostri mezzi e dei vostri combattenti. Siamo coloro che hanno attraversato lo spazio e rispedito tutti voi dal luogo da cui siete partiti. Se possiamo fare questo, abbiamo le capacità di fare altro."

"Se volete che tutto ciò finisca, se tenete alle vostre penne, vi conviene rimanere qui. In cambio, noi non infastidiremo in alcun modo la vostra specie e voi farete lo stesso. Noi non saremmo una minaccia per voi e la vostra esistenza, se voi non lo sarete per noi. Emanando il Proclama Ombra, siete bannati dal pianeta Terra! Se vi avvicinerete, verrete attaccati da noi, i superstiti rinchiusi in una prigione Jodoon. Affare fatto?"

"Noi invece siamo il Time Bureau e sono un membro delle Leggende. Avrete sentito parlare di noi! Bene, perché abbiamo fatto esplodere il centro dei Time Master, con loro all'interno. Noi abbiamo le munizioni necessarie per far fare la stessa sorte a voi altri. Non sarà piacevole, ve lo garantisco, parola di Rip Hunter!"

Sentendosi alle strette loro accettarono.

Tirai un sospiro di sollievo, era fatta, avevamo vinto senza far estinguere la specie. Era una gran soddisfazione e un successone.
Ero felice perché avevamo fatto la cosa giusta.
Il Dottore e Miranda avevano ragione e un cuore d'oro.

"Amore, ti vedo pensieroso. C'è qualcosa che non va?" la mia coniuge mi riscosse dai miei pensieri, durante il viaggio di ritorno.
Per fortuna, le comunicazioni vennero ripristinate e ognuno era libero di esprimersi come voleva.

"Loro non c'erano! Intendo dire: i veri artefici del mio rapimento non erano presenti."

"Forse saranno sul nostro pianeta."

"È questo che mi preoccupa, perché Caty è in pericolo!"

"Oppure potrebbero essere stati battuti dalle Leggende. La tua squadra è forte, vedrai che tutto quanto è stato sistemato." mi rincuorò.

Annuii, cercando di essere positivo.
Purtroppo avevo una brutta sensazione.
Non ero certo che i due, il Maestro e Wilt, avrebbero gettato la spugna così facilmente come i Thanagariani, i loro sottoposti.

"Perché non mi parli di qualcosa?" cercò di distrarmi lei.

"Sai chi ho incontrato di recente?"

"Uhm, non saprei..."

"La Baxter. Te la ricordi? Eravate sempre in competizione."

"Certo, quella simpaticona! Come l'hai trovata? È cambiata un po'? Oppure la solitudine, a cui è costretta, l'ha resa ancora più acida?"

"È rimasta tale e quale. Ci giudicava per le scelte da noi intraprese, per lei ci sono sempre stati i Time Master. Non ha capito, e credo che non capirà mai, il vero significato della vita, ovvero amare la nostra anima gemella. Tu sei la mia, ti amo e ti amerò per sempre... per fortuna, io ho te. Mi sproni a essere migliore e ti ringrazio per starmi sempre accanto, persino quando non ne sono degno. Quindi grazie, ti amo tanto!"

"Non devi ringraziarmi. Sei una brava persona, ricordatelo sempre. Eppure, hai bisogno di qualcuno che ti guidi verso le soluzioni migliori." si girò verso di me, mi fece l'occhiolino e protese la sua mano verso la mia.
Gliela strinsi e mantenemmo il contatto per tutti i restanti minuti.
Quando attraversammo l'atmosfera, la testa iniziò a farsi pesante. Ecco che iniziava a presentarsi un effetto collaterale dei viaggi temporali.
Era da tanto che non sentivo più un postumo come quello provato ora, in quanto, non effettuavo voli così distanti e complicati come quello odierno.

Nell'ultima parte, chiusi gli occhi, sperando di percepire meno il viaggio.
Quando ci fermammo e tolsi la sicura, scossi il capo, per togliermi il senso di "jetlag", precipitandomi da mia moglie.
Volevo accertarmi sulle sue condizioni, aveva le pupille dilatate e sudava freddo.

"!oma iT" tradotto significava "Ti amo!"

"!os oL" lei rispose come nostra consuetudine, vale a dire "Lo so!"

Provò ad alzarsi, le gambe non le ressero e finì dritta in braccio a me.
La sollevai senza tanta difficoltà e la baciai, la mora ricambiò con trasporto.
Non so per quanto tempo rimanemmo così, ci dividemmo solo al sopraggiungere di alcuni passi dietro di noi.

"Ribadisco: prendetevi una stanza! Ad ogni modo, sono qui per dirvi che qualcuno vuole salutarvi." era Sara, possibile che quel giorno capitasse nei momenti meno opportuni?

".otibus omaivirrA" - (Arriviamo subito.)

Quando raggiungemmo gli altri, il panorama fu spettrale.
Al suolo, oltre ai detriti lasciati dai velivoli, giacevano numerosi corpi degli alieni.
Mi si spezzò il cuore, era uno spettacolo straziante e fui orgoglioso di aver risparmiato tutti quelli cui si arresero.

A passo spedito, arrivarono Kendra Saunders a Carter Hall.
Fui felice di vederli, erano dei miei amici e vecchi membri delle Leggende.
Ci abbracciammo calorosamente, mi mancavano.

"Grazie per il vostro aiuto!"

"È un piacere aiutare un amico." disse lui, abbracciandomi.

La mia amica si affrettò a fare la conoscenza della mia coniuge.

"L'hai salvata! È lei, vero?"

Annuii, guardando, con compiacimento, la mia dolce metà.

"Sono lieta di sapere che tu sia riuscito nel tuo intento."

"È tutto merito del Dottore. È là, nel suo TARDIS!" spiegai, "È bello vederti, Miss Saunders. Come procede la vostra esistenza? Sicuramente senza Savage intorno, sarete più tranquilli. Quante ne ha fatte passare a noi tre?"

"Rip, adesso sono diventata miss Hall. Carter e io ci siamo sposati!" mi mise al corrente, mostrandomi le loro fedi, "Ora, possiamo vivere felici senza quell'essere spregevole. È un onore conoscerti, tuo marito ci ha parlato così bene di te."

E così facendo, le due donne si trovarono avvinghiate l'una all'altra, come se fossero amiche di vecchia data.
Continuammo a discutere per un altro po', il tutto sembrava tranquillo, il cielo era sgombro e nelle vicinanze c'eravamo solo noi.

La battaglia era finita, almeno lo credevamo.

Vidi in lontananza tutti i direttori dell'organizzazione sondare il campo di guerra, e questione di pochissimi attimi, qualcuno volò in loro prossimità, fu sganciata una bomba.

Non ci furono superstiti.

L'artefice, di quell'atto ignobile, fu Wilt, il Thanagariano ibrido, il "socio" del Maestro.

Mentre noi eravamo impegnati ad osservare tutto ciò, non ci accorgemmo che colui cui aveva sganciato l'ordigno, sopraggiunse alle spalle di Caty.

Mia sorella venne sollevata e, a gran velocità, trasportata via.
Jefferson e il Professore Stein, cercarono invano di raggiungerli.
Purtroppo, durante l'inseguimento, perdemmo le loro tracce.

Erano spariti.

Nemmeno Gideon ebbe la capacità di rintracciarli.
Questo voleva significare una sola e unica cosa: era stata condotta nel passato.

"NOOOOOOOO!" urlò, l'uomo con il papillon, con disperazione.
Assistette al tutto inerme.

"Cosa succederà adesso, Dottore?" domandarono sconfortati i nostri genitori.
La loro voce era incrinata dal pianto.
Come dargli torto?
Si trattava di Caty, la nostra Caty.

Avevamo cantato vittoria troppo presto, ed il risultato fu questo, un esito disastroso: i cattivi erano stati in grado di ottenere quanto avevano sin da sempre preteso.

"Ci dispiace!" si scusò Jax, sentendosi colpevole, quando tornò a posare i piedi al suolo.

Mick dal canto suo, prese in mano il fucile appartenuto a Snart, se lo rigirò tra le mani, per poi trarne conclusione che portasse sfortuna. Prima il sacrificio del suo partner: Leonard Snart.
Lui si fece saltare in aria assieme all'Oculus, per darci modo di salvarci e porre termine ai Time Master.
Adesso, quell'arma, aveva portato iella alla ragazza, se l'erano portata via.

"Rip cosa accadrà?"

"Cosa succederà, Mister Heywood? Nulla di buono."

*Onnisciente = Gideon

Ma ciau, miei cari Piccoli Dalek!
Come state? Spero tutto bene 😊
Ed eccoci arrivati al 27 capitolo della storia, e, con questo, il secondo atto di"Ricordi Frammentati" giunge al termine... non preoccupatevi, perché adesso verranno pubblicati i capitoli riguardanti il terzo ed ultimo atto (presto dividerò la storia 😊)
Comunque ho cercato di rispettare i canoni della serie, dove sempre o quasi sempre, la risposta dei protagonisti è sempre pacifista verso gli invasori o gli antagonisti, spero vi piaccia.
Bene, detto questo, vi saluto 😘 e, ci vediamo nel terzo atto!

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