Barca di legno;

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03 Maggio 1998

Le statue cadevano una ad una e marciavano lentamente verso il ponte in pietra che collegava Hogwarts con la foresta nera. I professori, compresi i membri dell'ordine, stavano scagliando incantesimi contro il cielo, in modo da creare una barriera che potesse proteggerci, almeno in parte, dai mangiamorte.

Scendo anche io nell'enorme portico. «Protego Maxima.» l'incantesimo esce fluido e si va a posare insieme agli altri nella cupola trasparente.
Guardo la mia mano e vedo come trema, mi sento pallida e grondante di sudore. I sintomi ricollegano tutti ad uno scenario, sono terrorizzata.
Per ora non c'è stato nessun movimento strano, ma ci ha dato un'ora, tanto valeva aspettare.

Sento che qualcosa non va, come un groviglio nel mio stomaco, ho troppe brutte sensazioni, soprattutto adesso che sono circondata dalla mia famiglia. Una mano si poggia sulla mia spalla, mi volto. «Vieni con me.» mi dice Draco afferrandomi la mano. «Prendiamo delle posizioni in camera.» annuisco e lo seguo, non ho piú voglia di stare qui.

Camminiamo velocemente e in silenzio, tutti intorno a noi sembrano terrorizzati. Arriviamo in sala comune. «Daph.» la chiamo. «Prendiamo delle pozioni, voi andate di sopra.» lei annuisce e senza pensarci due volte esce.

«Dove sono?» chiedo a Draco, lui è ancora sull'uscio della porta mentre io sono dentro. «Draco?» lo chiamo ma sento solo il tonfo sordo della porta che viene chiusa.

Mi precipito lí vicino. «Apri la porta!» grido sbattendo i pugni.

«Resta qui al sicuro, non c'è bisogno che combatti.»

«Non puoi farmi questo!» continuò a gridare. «Apri la porta Malfoy!» punto la bacchetta ma non si apre.

«Si apre solo dall'esterno. L'ho incantata.»

«Non te lo perdonerò mai!» le lacrime mi scorrono sulle guance.

«Ti amo, resta al sicuro.» e sento i suoi passi, mi ha lasciata qui.

Comincio a dare calci alla porta, ma non c'è verso. «Bombarda!» grido ma non si rompe.

Mi siedo sul letto, devo trovare un modo per aprire. Sapevo che voleva proteggermi ma di certo non era il modo migliore.
«Porca puttana!» grido e spero che vivamente che qualcuno mi senta, busso violentemente alla porta.

Poi ad un certo punto dei passi, forse era tornato indietro. «Eve sei qui?» la voce di Daphne.

Continuo a battere i pugni. «Daph sono io apri!» grido e dopo una manciata di secondi la porta di spalanca. La abbraccio. «Draco mi aveva chiuso qui!» sbotto. «Perché sei tornata?»

«Ho visto Malfoy andarsene senza di te, immaginavo avesse fatto una cosa del genere.» ridacchia e cominciamo a camminare verso l'uscita.

Daphne peró si blocca prima di attraversare l'atrio. «L'hai sentito?» mi chiede tremante.

Scuoto la testa. «Sentito cosa?» d'un tratto il pavimento sotto ai nostri piedi fa per cedere, trema tutto. «Cazzo ci stanno attaccando!» grido e afferro Daph.

«No tu vai!» mi dice lei. «Devo trovare Blaise!»

Annuisco e la lascio andare.
Comincio a correre verso il portico, almeno una cinquantina di persone fa il mio percorso. Appena arrivata al portone vedo una miriade di fiamme colorate, incantesimi che vengono scagliati da una parte all'altra, mi faccio di lato per non farmi colpire e la folla mi sbatte contro il muro di sinistra, appoggio le mani per alzarmi.

Le macerie ricoprivano il corpo senza di vita di Fred.

Rivoli di sangue gli cadevano lungo la fronte.

Il suo petto era immobile.

Mi riprendo immediatamente.
Fred è a qualche metro da me, senza pensarci due volte gli punto la bacchetta contro.

«Everte statim.» l'incantesimo balza su Fred che viene scagliato alla distanza perfetta, dato che le pietre che l'avrebbero colpito cadono a suoi piedi colpendogli la caviglia.

Bill lo aiuta ad alzarsi e prima che possa dire qualcosa sto correndo verso il centro del portico ormai pieno di macerie, ho le lacrime agli occhi ma le scaccio via. Devo trovare Draco, l'ansia mi stava attanagliando lo stomaco.
Vedo zio Sirius combattere con un mangiamorte appena sotto una colonna ancora intatta e mentre sono concentrata a capire se devo intervenire o meno, sento l'aria farsi gelida, guardo verso l'arcata dalla quale inizia il ponte che collega Hogwarts alla foresta e vedo centinaia di dissennatori che vengono verso di noi, davanti a me ci sono Harry, Ron ed Hermione ma nessuno si muove, sembrano paralizzati.

Non ci penso due volte. Alzo la bacchetta e non c'è bisogno che pronunci l'incantesimo. La volpe argentata fuoriesce, ma non come uno sbuffo, ma talmente forte che avverto la bacchetta tremare sotto le mie dita. I dissennatori vengono scacciati in qualche secondo, Harry si volta a guardarmi. Non dice niente, o almeno io non riesco a sentirlo, corro verso sinistra entrando nel lato del portico ancora coperto.

Quanti ragazzi al suolo.
Vedo accasciato ad una colonna un ragazzino del secondo anno, casa tassorosso.
«Avanti alzati!» gli dico afferrandolo per le braccia, lui mugola dolorante.

«Mi fa male la gamba.» dice appoggiandosi alla colonna. «Non riesco a camminare.»

Scuoto la testa. «Devi!» gli grido. «Entriamo dentro, troveró qualcuno che-...» non termino la frase, il ragazzino si era voltato e guardava terrorizzato alla sua destra.

Mi volto anche io e la vedo.
I suoi capelli ricci sono sparsi sul volto intriso di sudore, gli occhi fuori dalle orbite e quel sorriso folle le incorniciava il volto. «Va via.» dico a lui facendogli scudo con il mio corpo.

«Bene bene.» sogghigna. «Sei uguale a tua madre lo sai.»

Afferro già la bacchetta e la stringo in un pugno. «Come potesti. L'ho ammazzata ancor prima che potessi riconoscerla.» inclina il capo verso di me. «In un momento folle avevo quasi pensato di prenderti con me. Ma ti ha portata via prima che potessi ucciderti.» ride sguaiata e io sento il cuore andarmi in mille pezzi.

«Chiudi la bocca!» grido e le punto la bacchetta. «Stupeficium.» lo penso solo, l'incantesimo peró non la scalfisce.

«Oh.» sussurra. «Sarà divertente.»

Comincia a scagliarmi contro tutti gli incantesimi possibili e immaginabili, ma li paro tutti. Non riesco ad eseguirli, con la sua velocità sembra impossibile. I miei piedi camminano all'indietro.
La bacchetta è puntata ma quando sento l'anatema di morte mi butto al suolo. Lei continua a ridere mentre io fermo i suoi incantesimi, striscio all'indietro e finalmente mi rialzo.

«Stupeficium.» le sfiora di poco il braccio sinistro. Ancora, penso, ancora.
Continuo in questo modo, devo disarmarla.
«È il meglio che sai fare?» grida. «Cosa penserebbe tua madre se ti vedesse? Inutile, insignificante.»

La maledizione esce dalla mia bocca senza che me ne renda conto. «CRUCIO!» grido e lei si accascia, ma di poco, mugola e si rialza subito ridendo.

La guardo confusa. «Una maledizione devi sentirla, altrimenti non fa effetto.»

Non sento il successivo incantesimo, solo un lampo di luce, sento che mi attraversa la carne e mi porta all'indietro, non vedo piú. Il mio corpo sbatte al suolo in un tonfo sordo, il cuore batte veloce, ma non riesco a pensare.

Attorno a me c'è il buio. Avverto il sangue che scorre, mi fa male tutto, è cosí che si muore?

Sento la sua risata, ma è lontana, voglio aprire gli occhi e la bocca e chiedere aiuto. Non ci riesco, sono stanca, fa freddo, ho freddo, aiutatemi.  Ho sonno, vedo buio, è tutto buio, non sento niente, avverto il respiro difficoltoso nella cassa toracica, ogni soffio d'aria che mi entra nel petto mi fa male, mi taglia le narici, cerco di aprire la bocca ma non ci riesco.

Qualcuno mi afferra, sento le mani forti, annuso l'aria anche se mi fa male, profumo di colonia, profumo dolce, Draco sei tu?
Vengo poggiata su qualcosa di morbido, ma non riesco a percepire altro, vedo ancora il buio.
Mi parlano, dicono che è tardi, ho perso troppo sangue, non riescono a fare nulla, sento la voce di Sirius, dice che il cuore batte lentamente e lo so, non avverto piú nelle orecchie.

Poi una luce, piccola, come una stella nel cielo nero della notte, appare lontana. Cos'è?
Penso che sia la solita luce che si vede quando si muore, quella di cui ti parlano tutti, ma è cosí accogliente, calda, cosí casa. Si fa grande e ad un certo punto mi acceca. Mi alzo, dove sono?

Una spiaggia di estende sotto di me, mi metto in piedi e sono vestita di bianco, stavo sognando?

«No, non stai sognando.» dice una voce. Proviene da una donna a pochi metri da me, non ne vedo il volto, solo i lunghi capelli dorati.

Cammino lentamente e la raggiungo, mi siedo al suo fianco e lei si volta. Mamma.
Non riesco a parlare. «Puoi anche non dire niente Eve, non c'è bisogno che tu parli.»

Decido allora di non dire nulla. Era certo ora che stessi morendo, per forza. Guardo verso l'orizzonte del mare e vedo una piccola imbarcazione di legno dirigersi verso di noi.
È di legno chiaro, ma è ancora lontana. «Se sceglierai di salirci, ti porterà in un bel posto.»

«Ho una scelta?» le dico guardandola di nuovo.

«Non sei ancora morta Eve.» mi sorride. «Mia piccola e dolce Eveleen.» mi accarezza e io mi lascio andare al suo tocco, la sua mano morbida si muove sulla mia guancia e una lacrima scorre su di essa.

«Vorrei solo che fosse reale.» le dico e piange anche lei.

«Pensi che non lo sia?»

Scuoto la testa.

Lei mi sorride tra le lacrime. «Io vivo in ogni parte di te Eve, non ti ho mai lasciata andare, ho dato la mia vita per te e la ridarei milioni di volte.» mi bacia la fronte. «Sei stata la cosa migliore che mi potesse capitare.» mi stringo tra le sue braccia e penso che vorrei restare cosí per sempre, forse morire era la scelta giusta, lasciarmi andare con lei.

«Invece non sarà cosí bambina mia.» mi bacia ancora tra i capelli. «Devi tornare da loro, hanno bisogno di te.»

Piango disperatamente. «Io ho bisogno di te.» singhiozzo stretta al suo petto. «Non voglio vivere più una vita dove tu non ci sei mamma.»

Sospira. «In tutti questi anni sei stata cosí forte.» si stacca e poggia le mani sul mio volto, la barca è approdata. «Ma è tua la scelta.» mi alzo insieme a lei, sono pronta a morire.

Prima che possa mettere il piede sulla barca.
«Torna da me Eve.»

Draco.

DRACO

Eve è distesa sul pavimento, su una brandina sudicia, le labbra che fino a qualche ora fa era rosse, vivide ora sono bianche, quasi trasparenti.
Non riesco a smettere di guardarla.

«Dobbiamo bloccare il sanguinamento.» dice quello che mi sembra suo zio Ernest, è pieno di cicatrici sul volto. «Avanti ragazzo!» mi esorta e afferro velocemente la bacchetta. La punto al suo  stomaco squarciato da tagli enormi. Continua a sanguinare, il petto quasi non si alza piú.

Chiudo gli occhi ed eseguo l'incantesimo che usó Piton su di me. Il sangue sembra arrestarsi, ma lei non si sveglia, Sirius cade ai suoi piedi. «Ha perso troppo sangue.»

«No.» grido e continuo a muovere la bacchetta tra le mani, avanti e indietro chiudendo quegli squarci sulla sua pelle candida.

«Il cuore è lento.» sua zia le palpa la carotide. «Troppo lento.» una lacrima le cola su volto e volge la testa all'indietro.

Non mi fermo, non ancora, non è il momento. Punto le mani sul suo cuore e faccio pressione, apri gli occhi Eve, apri gli occhi. Continuo a fare la manovra che avevo visto fare ad un babbano, la utilizzava per un anziano, proprio vicino al paiolo magico, si era ripreso, Eve si riprenderà.

Le sue labbra sono ancora viola, i minuti sono interminabili e ad un certo punto delle braccia mi afferrano. «Fermo ragazzo.» mi dice Sirius stringendomi. «È andata via.» la sua voce è rotta dal pianto.

Sua zia si accascia sul corpo. «La mia bambina.» singhiozza. «La mia bambina.» le accarezza i capelli con fare delicato. Il suo volto è calmo, sembra in pace, ma i miei occhi sono offuscati dalle lacrime, non riesco a respirare.

«Non andartene ti prego.» dico mentre Sirius mi lascia andare. «Amore mio torna qui.» la bacio tra i capelli e lascio che le lacrime cadano sul suo volto. «Torna da me Eve.» sento un braccio avvolgermi le spalle.

«Chi è stato?» chiede Ron sighiozzando copiosamente. Affianco a lui Potter si inginocchia, non piange, capisco che non ci riesce, le sfiora con la dita la sua mano.
Eve non c'è piú.

«Bellatrix.» rispondo e so che tutti gli sguardi si portano a me. «La ucciderò con le mie stesse mani.»

Fred Weasley alla mia destra le prende la mano, lo lascio fare, è giusto che vivano il loro dolore.
Dopotutto se l'avessi lasciata in camera, chiusa lí, probabilmente non sarebbe morta, è colpa mia.
Era venuta a cercarmi, è colpa mia.
Se non l'avessi portata a venire qui, per me, non sarebbe morta, è colpa mia.
Se quel giorno non l'avessi baciata, è colpa mia.
Se non l'avessi guardata, è colpa mia.
Mi alzo, non merito questo dolore, è colpa mia, è colpa mia.

«Me l'ha portata via.» dico mentre faccio passi indietro dal suo corpo, ma nessuno mi sente, mi allontano mentre la sua famiglia piange sul suo corpo freddo.

Mi volto e vedo Lupin, è pochi centimetri da me, mi guarda e nel suo sguardo non vedo odio, ma compassione. «Mi dispiace.» ho bisogno di dirglielo. Lui mi guarda e lacrime bagnano anche il suo volto, poi si volta e va via. Vado a sedermi sulla scalinata, non voglio partecipare al loro dolore, voglio stare solo.

Perché l'aveva attaccata da sola? Per quanto fosse brava, non sarebbe stato mai abbastanza contro di lei, attacca per uccidere e ci riesce sempre.
Sono spaventato a morte, ma allo stesso tempo la rabbia che mi assale sembra veleno.

«Sai, quando ci sposeremo andremo a vivere lontano, non ho voglia di restare qui.» dice rotolando nelle coperte.

Mi appoggio su un braccio. «E dove vorresti andare?»

Ride, la sua risata cristallina mi inonda le orecchie, la conservo nella mia mente. «Ovunque, insieme a te. Una casa, una famiglia.» struscia il suo naso contro il mio.

«Questo presuppone qualcosa in più dell'andare via.» le faccio notare.

Sorride. «Promettimi che staremo insieme per sempre Draco, o sarà un dolore non potrò sopportare.»

Era questo il dolore di cui parlavi Eve?
Hai ragione, non posso sopportare di vivere in un mondo in assenza della luce, la mia luce. Lascio che le lacrime mi bagnino ancora le guance. Lascio cadere la testa sulle ginocchia.
Non passa molto, dura forse qualche secondo, Daphne si avvicina, si siede alla mia destra e alla mia sinistra invece Blaise.
Lei appoggia la testa sulla mia spalla, si lascia andare in un pianto silenzioso, Blaise si lascia sfuggire qualche lacrima.

Comprensibile, penso, hanno perso una persona importante. Poi lascio libero sfogo anche alle mie, perché io ho perso l'amore della mia vita.
I singhiozzi si fanno rumorosi, l'aria che respiro è dolorosa, vorrei darla a lei, vorrei che ogni battito del cuore, ogni secondo di me fosse suo.
Se potessi, mi lascerei andare, se sapessi di incontrarla ancora, in una vita o nel nulla, andrei da lei.

Blaise mi guarda, aspetta che faccia qualcosa, non siamo tipi affettuosi, non lo siamo mai stati, Lei riusciva a far uscire in me quella dolcezza infantile che non pensavo di avere. Probabilmente ora marcirà, nessuna avrà quello che ha avuto lei, nessuna.

Una rabbia mi assale. «Devo trovare Bellatrix.» mi alzo di scatto. «Voglio ucciderla con le mie mani.» loro mi guardano confusi. «È stata lei a portarmela via.»

«Amico, si sono ritirati, sono nella foresta ora.» me lo dice abbassando il volto. «Aspettano Potter.»

«È un idiota se va davvero, lo uccideranno.» scuoto la testa.

«Se non va ci uccideranno tutti.» dice Daphne fissando il vuoto. «O forse non ci uccideranno, forse noi potremmo salvarci, ci costringeranno a sposarci, a vivere come schiavi sotto il suo regime e allora mi chiedo se non sia meglio morire.» ora mi guarda. «Non è meglio farla finita?» e il pensiero mi terrorizza. «Quella non è vita, ho già perso la mia famiglia, una persona che consideravo mia sorella, non voglio perdere anche la mia libertà.»

Non l'ho mai sentita cosí decisa, dov'era finita Daphne?. «Ma prima di morire mi accerterò di portare con me piú mangiamorte possibile.»

«Sono d'accordo con te.» dice Ron Weasley alle mie spalle, mi volto di scatto, Hermione è con lui.
«Eve prima di morire ha salvato Fred e Sirius.» ci tiene a dirmi. «Grazie alle sue visioni sono vivi. E ora sarà il turno di Harry e sono stanca di vedere la mia famiglia morire.»

Daphne si alza e dopo mesi la vedo tornare per qualche istante come prima. Abbraccia Hermione , la tiene stretta a lei, ma dura poco, se non pochissimo, perché delle urla interrompono quel momento, i mangiamorte sono arrivati.
Blaise si alza e insieme ci avviamo. Non ho paura, i miei genitori sono vivi, li vedo da lontano, ma questo non mi rasserena. Vedo la testa riccia di Bellatrix spuntare dalle lunghe fila, sale su un masso e ride come una iena.

Appena raggiunto l'ingresso vedo Voldemort con al fianco Hagrid, tra le braccia ha qualcuno.

«Harry Potter è morto!» grida e le risate sguaiate si levano dal gruppo. «È morto!» conferma ancora guardando uno ad uno i presenti.

Ginny Weasley si scaglia contro di lui, vorrei dirle che so come si sente, il padre la afferra e la porta indietro. Non era una buona idea avventarsi contro il signore oscuro. Daphne mi raggiunge e mi afferra il braccio indicandomi i miei genitori tra le file, in prima fila come al solito, mi stanno chiamando, vogliono che vada verso di loro.

«Tra le nostre file c'è bisogno di nuovi candidati, ma prima credo sia l'ideale iniziare dai vecchi, Draco perché non ti unisci a noi?» il signore oscuro mi indica.

Non voglio andarci, ho paura di quello che accadrà, mi è rimasta solo la mia famiglia, Eveleen è morta.
Daphne mi stringe il braccio.
Meglio la morte, lo penso cosí ardentemente che credo lui mi abbia sentito.
Il suo sguardo muta, è arrabbiato, lo vedo. «Non credevo di doverti richiamare Draco.» dice e i mangiamorte alle sue spalle ridono. «Sarà uno spreco vederti morire.»

Bellatrix ride in modo sguaiato. «È dispiaciuto perché ho ammazzato la sua amica mezzosangue.» spunta al suolo.

Stringo forte il manico della bacchetta, conosco l'incanto, devo ucciderla, me l'ha portata via.
Afferro finalmente la bacchetta, se devo morire questo è il momento giusto, il cuore mi pulsa talmente tanto che lo sento uscire dal petto. La stessa sensazione che provavo prima di uccidere Silente, ma questo non è dispiacere, è rabbia.
Arrivo da te Eve.

Non farlo.

EVELEEN

Avada Kedavra.
La voce che sussurra la maledizione è calma, ma le vibrazioni mi fanno capire quanto sia intrisa di rabbia.

Mi volto, chi l'ha pronunciato?
Occhi colore del mare e capelli d'oro.
Amore mio.
L'incanto arriva al destinatario, si infrange sul petto della donna, il sorriso folle è l'ultima cosa che le rimane sul volto, un sospiro e cade dalla roccia, vola al suolo tra i corpi dei seguaci vestiti di nero.

Devi svegliarti Eveleen.

No, fammi vedere ancora.

Il signore oscuro leva la bacchetta, sa dove puntare, conosceva le sue intenzioni, non l'ha fermato. Voleva ucciderlo, e con lui uccidere la stirpe dei Black e dei Malfoy, li condanna ad una vita di sofferenza.
Non pronuncia l'incanto, corre veloce la saetta verde verso il corpo impietrito ma consapevole di Draco. Non prova a difendersi, sa che sta per morire, sta per morire perché vuole tornare da me. Una lacrima mi solca la guancia.

L'incantesimo gli spezza il fiato. Precipita all'indietro, tra le braccia inermi di Daphne, emette un grido di terrore, talmente forte che suo padre si inginocchia nelle fila dei mangiamorte. Narcissa Malfoy si copre la bocca con le mani, suo figlio è morto, ma c'è altro, una promessa infranta, cosa le avevi promesso Harry?

Apro gli occhi e prendo la bocca d'aria più dolorosa della mia vita. Sono nel castello, posso notare il finto soffitto, cerco di alzarmi. «No, tesoro fa piano.» Madama Chips e al mio fianco.

«Sono morta?» le chiedo e lei ride. «Solo per un po'.»

Le gambe sono pesanti, sento le braccia di pietra e mi chiedo quale sporco intantesimo mi abbia scagliato contro Bellatrix.
«Ha usato l'incantesimo Diffindo.» mi spiega Madama Chips. «Il signorino Malfoy è stato particolarmente bravo a non farle perdere tutto il suo sangue.»

«Eveleen.» zia Felicitè si alza dalle scalinate e corre verso di me. «Sapevo che eri ancora viva.» mi dice abbracciandomi. «Il battito era lento ma non assente.» mi stringe a se e continua a piangere.

«Come ho fatto?» chiedo sconvolta.

«Abbiamo continuato insieme.» indica madama Chips. «Sapevamo che avremmo potuto farcela, non potevo smettere senza continuare.»

Mi aiuta a mettermi in piedi. «Cosa è successo?» chiedo e lei alza le spalle. «Dove sono tutti?»

«Sono fuori, perché lui è lì.» dal suo tono sembra terrorizzata. «Ma tu non devi andarci!» mi spinge le spalle al suolo.

«Perché è qui? Dov'è Harry?» chiedo e prendo un respiro sentendo i miei polmoni bruciare.
Dannazione mi faceva male tutto, probabilmente la maggior parte dei miei tessuti si stava ancora rigenerando.

Zia non risponde. Mi guarda e mi accarezza. «No l'abbiamo più visto, è andato nella foresta.» singhiozza. «Se Bellatrix ti vedesse viva.»

Ma la interrompo. «Non mi interessa.» mi alzo in piedi con uno scatto. I miei occhi si riempiono di lacrime, ma sapevo che Harry non era morto, le mie visioni me l'avrebbero detto, non poteva essere morto. Dovevo vederlo, dovevo uscire, Draco era lí fuori e dovevo fermarlo. «Draco sta per mettersi nei guai.»

Madama Chips mi viene dietro. Il castello è distrutto, le macerie circondano ogni mio passo e la polvere mi entra nelle narici. La sala grande è piena di corpi, non voglio guardarli, non voglio riconoscerli tra le macerie. Raggiungo il corridoio che porta all'ingresso e la luce dell'alba mi acceca.
Sono tutti lí.

La folla davanti al portone mi distoglie la visuale, ma vedo Hagrid in fondo, ha qualcosa in braccio. È circondato dai mangiamorte, sono vestiti di nero, i volti scoperti, lí sulla roccia che saltella e ride sguaiatamente c'è lei, cerco la bacchetta tra i pantaloni ma non la trovo. Se mi vede sono morta di nuovo e ora non ho le forze per combatterla.

Mi affaccio, devo trovare Draco. Dove sei?
«Tra le nostre file c'è bisogno di nuovi candidati, ma prima credo sia l'ideale iniziare dai vecchi, Draco perché non ti unisci a noi?» il signore oscuro interrompe il silenzio, nessuna voce si leva, ma tutti si girano alla mia destra.

«Non credevo di doverti richiamare Draco.» dice e i mangiamorte alle sue spalle ridono. «Sarà uno spreco vederti morire.» mi avvicino in quella direzione.

Bellatrix ride in modo sguaiato. «È dispiaciuto perché ho ammazzato la sua amica mezzosangue.» spunta al suolo. Bastarda che non sei altro.

La testa bionda di Draco è proprio davanti a me. Striscio tra la folla, devo raggiungerlo. Se la mia visione è giusta si batterà e morirà, non posso permetterlo. Sono vicina, lui afferra la bacchetta nella tasca posteriore, fermo ti prego. Non riesco a raggiungerlo, non farò in tempo. Spingo le persone che sono davanti, sento la pelle dell'addome che si squarcia.

Draco fermo. Lo penso intensamente, ti prego fermati. Tocco il ragazzo davanti a lui.
Il corpo cade al suolo insieme a quello di Draco.
Scuoto la testa e ritorno alla realtà, non c'è tempo per una visione.

Draco fermo, dico nella mia testa, non farlo.
Sono vicina, sto per toccargli la spalla ma lui si gira. I suoi occhi terminano nei miei, lo vedo come trattiene il fiato, si volta immediatamente e si pone davanti a me, non vuole che lei mi veda.
Porta la mano destra dietro alla sua schiena e gli afferro subito le dita appoggiando la testa sulla sua schiena.
Il suo cuore batte talmente forte che lo sento in modo talmente chiaro, gli sta per uscire dal petto.
Il mio braccio viene afferrato da Daphne. «Sei viva.» sussurra tra le lacrime.

Le stringo la mano. «Dov'è Harry?» le chiedo, non mi risponde, mi sporgo, guardo oltre la schiena di Draco, era così vicino e non l'avevo visto.
Hagrid stringeva tra le braccia un corpo, occhiali tondi, capelli neri e una cicatrice sulla fronte.
Le mie ginocchia cedono, vedo Neville avanzare con la spada di Grifondoro. Sta gridando contro Voldemort, vorrei avere la stessa aria che ha lui nei polmoni, non ho respiro, Harry è morto.

Ma il pensiero non ha tempo di formularsi nella mia mente. Il corpo di Harry cade al suolo e una bacchetta gli viene lanciata, il braccio di Draco torna indietro e cade sul suo fianco, è stato lui.
Prima che possano colpirlo e mentre Harry attacca Voldemort, afferro Draco e corro all'indietro verso il castello.
«Corri.» gli grido.
Lui mi stringe la mano, ma ferma la corsa in una angolo del castello.

Mi afferra il viso tra le mani mentre tutti corrono verso il castello. «Come fai ad essere qui?» ha la voce rotta dal pianto e le lacrime macchiano anche le mie guance. «Ti ho vista morire, Eve come fai ad essere qui?»

Lo guardo e cedo ancora una volta davanti ai suoi occhi, sei stato tu. Lo penso, come prima, entro nei suoi pensieri, nella sua mente distrutta e stanca, non lo faccio apposta, ma lui lo sente, mi afferra le guance e mi bacia. «Viva e vegeta.» gracchia la voce di Bellatrix alle mie spalle rovinando quel momento.

Mi volto.
Gli occhi sono fuori dalle orbite, è arrabbiata, impazzita, stringe la bacchetta tra le dita, me la punta addosso. «Dovrò ucciderti di nuovo.»
Draco si para davanti. «Perché non uccidi me?»

Senza proferire una parola le scaglia addosso una maledizione, lei la para ma barcolla, è stanca, ma non demorde, non ho una bacchetta, la cerco tra le tasche ma non ce l'ho. Gli incantesimi volano da una parte all'altra del salone, li schiva con maestria ma lei continua a scagliare, veloce, maledizioni mortali.

Draco barcolla all'indietro, ma non cade. Zio Sirius è alle sue spalle, gli afferra un braccio e combatte con lui.
Mi volto e vedo una bacchetta tra le macerie, mi lancio in quella direzione e l'afferro.
Le maledizioni devi volerle.

Mi alzo di scatto, arrivo verso di lei in poco tempo.
Le punto la bacchetta, Draco e Sirius si spostano, lei non mi vede, non ancora, si distrae per qualche secondo. «Questo è per mia madre.»
Sussurro, ma lo dico più a me che a lei.
Le scaglio un incantesimo per pietrificarla, per la mamma. «Reducto.» il corsetto le si stringe sull'addome, sembra accartocciarsi come una carta sporca, poi si disintegra in un colpo solo.
Faccio un passo indietro, mi volto e i due mi stanno guardando.

«Non sapevo fossi così brava in incantesimi.» dice zio Sirius.

Mi asciugo la fronte. «Ci pensava due volte prima di ammazzarmi.» ridono entrambi.

La sala è ancora piena di mangiamorte, ma nessuno ha le bacchette alzate, anzi, si dirigono tutti verso l'ingresso. Stanno andando via?
Un senso di sollievo si spande nel mio petto, è successo qualcosa, lo sento. È morto.
Mi giro verso Draco. «È morto.» dico e lui strabuzza gli occhi verso il portone.
Harry cammina nella sala grande, il volto tumefatto, ma vivo.
«Devo dire che oggi abbiamo battuto il record delle resuscitazioni.» vado verso di lui e gli butto le braccia al collo.

«Tu.» balbetto. «Come sei sopravvissuto?» gli afferro il viso tra le mani.

«Potrei farti la stessa domanda.» mi sorride radioso, non vedevo quel sorriso da cosí tanto tempo che quasi non lo riconoscevo.
Cado di nuovo tra le sue braccia.

«È finita?» gli chiedo e lui mi stringe più forte.

«È finita Eve.»

FINE

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