Rumori Sospetti;

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24 Ottobre 1995

Dopo circa un mese avevo ceduto alle tentazioni di Fred, che dopo vari tentativi, come quelli di farmi recapitare mazzi di rose nella mia camera o venirmi a salutare ogni mattina dopo la mia corsa, cosa abbastanza ardua per lui dato che dormiva fino a tardi, era riuscito a darmi un bacio.

Capirete bene che il bacio era diventato i baci, poiché in qualsiasi angolo della scuola potesse afferrarmi e baciarmi lo faceva.
Giusto la settimana scorsa stavo andando a lezione, tra l'altro in compagnia di Daphne e Blaise, e non appena passammo davanti allo stanzino delle scope una mano mi tirò al suo interno, facendomi scomparire dalla vista dei miei amici.

Mi aveva afferrata per i fianchi saldamente e fatto appoggiare le sue labbra morbide e umide sulle mie, invano le sue mani erano scivolate sulle mie cosce coperte dalla gonnellina a righe nere e verdi, le avevo scacciate prima che potessero arrivare al dunque. «Non mi avrai così facilmente.» avevo detto prima di dileguarmi, con le guance rosse e lo stomaco in subbuglio.

Ora mi ritrovavo nella sala comune grifondoro, fatta entrare clandestinamente dal rosso che mi cingeva i fianchi con un braccio, facendo si che la mia schiena e il suo petto fossero appiccicati.

«Si beh quindi ci ha detto che non potevamo stare lì. Giuro che Gazza non lo capirò mai, che fastidio gli da se restiamo appoggiati ai muri per un po'?» chiese Ron scocciato.

«Ha paura che gli rubi il posto!» commentò George facendo ridere tutti i presenti.

Avvertivo lo sguardo di tutti che ormai si erano quasi abituati al fatto che io e Fred ci stessimo conoscendo in modo più approfondito, non mi andava di affrettare le cose, volevo che tutto avesse una certa spensieratezza.
Non che lui mi avesse messo l'anello al dito, neanche a lui andava bene passare all'essere fidanzati per così poco, testuali parole «Con te voglio fare le cose perbene.»

Non ci avevo tanto creduto, neanche Daphne se per questo, ero sempre stata diffidente nei confronti delle promesse, ma a differenza della bionda, che seppur detestava Fred era contenta che mi facesse stare bene, mi fidavo del rosso.

Non ne conoscevo bene il motivo, era più istintivo, come se sapessi che non mi avrebbe mai fatto del male, o almeno ci speravo.

«Sento i tuoi pensieri da qui.» mormorò al mio orecchio appoggiando la testa sulla mia spalla.

«Scusa, mi distraggo facilmente lo sai.»

«Poi mi costringi a fissarti come un maniaco.» ridacchiò trasportandomi con lui.

«Non mi dispiace.» alzai le spalle.

Si sporse verso di me facendo combaciare le nostre labbra in un bacio veloce, probabilmente voleva evitare sguardi curiosi.
Mi ritrassi immediatamente ritornando composta mentre lui si alzava, probabilmente per andare in bagno.

«Ritornata nel mondo dei vivi Eve?» Hermione aveva preso posto a fianco a me.

«Si.» risposi. «A volte mi perdo lo sai e Fred di certo non mi aiuta.»

«Siete davvero carini insieme.» commentò. «Lui è molto preso da te.»

Sospirai. «Beh lo spero, non mi va proprio una delusione.»

«Come va con Pozioni?» cambiò discorso.

«Malfoy continua ad ignorarmi e sono molto felice così. Piton arriva all'improvviso più volte di quanto dovrebbe, mi stupisco che non l'abbia ancora cacciato dalla squadra. Per il resto sto migliorando, ma riesco a fare solo quelle del terzo anno, ho provato con l'Antidoto per veleni. Non capisco cosa sbaglio, ma invece di bianco mi riesce sempre viola.»

«Per la questione di Malfoy sono contenta per te. Il resto dovresti provare ad utilizzare qualche bacca in meno, poi di sicuro non le tagli perfettamente, devi fare tagli orizzontali, non verticali. Altrimenti è logico Eve.»

«Come hai fatto a capire cosa sbagliavo, non ti ho nemmeno detto il procedimento.»

«Lo fa anche con me.» Ginny prese parte al discorso. «Riesce a ricordarsi delle domande a cui non ho risposto al compito di storia della magia, nemmeno gliele avessi dette.»

La riccia rise portandosi una mano a coprirsi la bocca. «Perché siete talmente prevedibili voi due.»

Io e Ginny ci guardammo offese. «Non è affatto vero!» gridammo all'unisono.

Rimasi fino a tardi nella sala grifondoro, Blaise era di guardia come prefetto e sicuramente mi avrebbe lasciata andare senza troppe storie.
Salutai tutti, guadagnandomi due abbracci stranamente affettuosi dalle ragazze e un occhiata divertita di George che seguiva il fratello con lo sguardo.

«Sicura di non voler dormire qui?» chiese quest'ultimo spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Insieme a te?»

«Perché no. Ti ho già vista in pigiama, appena sveglia e struccata.» chiusi gli occhi in due fessure. «Ed eri comunque bellissima.» continuò lui mandando gli occhi al cielo.

Sorrisi colpevole e gli lasciai un ultimo bacio. «Dai ti accompagno.» disse cercando di prendermi la mano.

«Tranquillo, nessuno mi sequestrerà.» risi.

«Nessuno riuscirebbe a sopportarti comunque.» lo spinsi via offesa.

«Sognami.» disse prima di richiudere il quadro alle sue spalle.

«Contaci Freddie.» mormorai voltandomi e cominciando a scendere velocemente i gradini.

Volevo arrivare in camera il prima possibile, evitando incontri e soprattutto per mettere il pigiama in fretta, bramavo le coperte del mio meraviglioso letto da quasi un'ora. Addirittura la proposta di Fred di dormire mi era sembrata quasi allettante, ma non mi andava di chiudermi in una camera di soli ragazzi, mi sarei sentita a disagio anche solo ad andare in bagno.

I corridoi erano bui e sinistri, soprattutto alle undici di sera. I quadri mi seguivano con lo sguardo e quando fui arrivata abbastanza lontana dalle lanterne afferrai la bacchetta in tasca. «Lumos» la punta si illuminò donandomi visibilità nell'oscurità del castello.

Per quanto potesse essere terrorizzante, allo stesso momento mi dava una bella sensazione di pace. Erano pochi i momenti in cui non era gremito di persone e non si poteva neanche passare da un corridoio all'altro senza spintonare o essere spintonati da qualcuno.

La notte donava un fascino indiscutibile e i dormitori di serpeverde erano addirittura a contatto con il lago nero, infatti le nostre stanze erano illuminate di un bellissimo verde e il rumore dell'acqua ti cullava anche nelle notti più insonni. Fred non ne voleva sentire di entrarci, diceva che l'ambiente non gli piaceva e lui non piaceva all'ambiente.

I serpeverde non venivano ritenuti molto simpatici dalle altre case, io fortunatamente ero un'eccezione, dato che avevo amici sparsi un po' per tutte le case.

I miei pensieri vennero interrotti da un rumore abbastanza sospetto che veniva dalla mia destra. Puntai velocemente la bacchetta, abbastanza spaventata.

L'oscurità che era calata sul castello mi stava facendo venire i brividi e mi stavo pentendo di non aver permesso a Fred di accompagnarmi.
Mi dispiaceva se fosse stato preso mentre tornava indietro, Blaise sarebbe stato clemente con me, ma di sicuro sotto ordine di Daphne era capace di togliergli cinquecento punti.

Mi avvicinai ancora di più alla fonte del rumore con la bacchetta ancora puntata davanti a me, ripassando mentalmente tutti gli incantesimi che conoscevo, da quelli per scacciare un troll a quelli per stordire un elefante.

Il mio respiro era affannato, ma ero troppo curiosa di vedere chi fosse, talmente tanto che le mia gambe sembravano muoversi da sole, mentre il mio cervello gridava di scappare.
Davanti a me comparì una porta semichiusa, la spinsi leggermente con la bacchetta. Ancora rumori sospetti mi facevano tremolare, ma quando ne scoprì la causa, quasi mi venne da ridere.

«Ma dai, prendetevi una cazzo di stanza!» gridai vedendo Malfoy con i pantaloni slacciati e una ragazza, che sembrava Astoria Greengrass davanti a lui, piegata.

Mi lasciai andare ad un verso disgustato mentre mi allontanavo dall'aula il più velocemente possibile.

«Mckinnon!» gridò Draco alle mie spalle, ma continuai a camminare senza voltarmi.

Sbraitò innervosito.«Smettila di ignorarmi mocciosa!» mi afferrò per un braccio tirandomi verso un aula vuota.

Chiuse la porta alle sue spalle e si appoggiò su di essa portandosi le mani tra i capelli.

«Così tradisci Pansy con Astoria eh? Non ti vergogni?» la bacchetta era ancora puntata su di lui, mentre la luce usciva fioca.

Puntò la sua verso alcune lanterne che si accesero all'istante. «Tu non hai visto niente.» ringhiò a voce bassa.

«Oh invece si che ho visto!» gridai trionfante. «Come ho visto che non partecipi alle nostre lezioni.»

«Lo sai che sono un prefetto vero?» indicò la sua spilla.

«Mi togli dei punti? Avanti allora. Ci perdi tu se non vinciamo la coppa delle case, a me non interessa minimamente.» sputai acida. «Chissà cosa dirà Pansy quando andrò nella sua stanza a dirgli chi ti scopavi.»

Lui si avvicinò minaccio. «Tu, lurida-...» la mia bacchetta venne puntata contro il suo collo, esattamente sotto il mento.

«Fammi indovinare?» chiesi inclinando il capo. «Stavi per dire mezzosangue Malfoy

«Mettila via Mckinnon. Non ti conviene farmi arrabbiare.» i suoi occhi si chiusero in due fessure.

«E cosa farai? Dirai a Piton che ti ho minacciato per averti trovato in un aula a fare i tuoi porci comodi?» risi. «Ma non credo che sarà una scusante, dato che ogni volta che viene a controllare tu non ci sei mai.» allusi alle lezioni private.

«Non mi ha ancora cacciato.» borbottò calmando il tono della voce.

«Ancora per poco.» risposi io. «Se vuoi scusarmi ho una relazione da rovinare.» lo
spinsi via uscendo dall'aula.

«E tu pensi che lei ti crederà?» chiese facendomi bloccare sulla soglia.

«Perché non dovrebbe?»

«Crederà a te? Quella che odia di più in tutta la casa? La tua ingenuità ti fa diventare quasi appetibile.» con un paio di passi ora si trovava difronte a me.

«Sei disgustoso.»

«Non eri tu quella che ci guardava?» le mie guance presero fuoco.

Lo fissai sconvolta mentre lui ghignava malefico. «Non vi guardavo, brutto schifoso. Ho sentito dei rumori.»

Fortunatamente l'oscurità mascherava il rossore che si era sparso sul mio viso. Malfoy aveva ancora la camicia leggermente aperta e i pantaloni scendevano bassi sui suoi fianchi, la cintura era stretta nelle mani come il suo maglione. I capelli biondi erano sparsi ovunque, sparati in tutte le direzioni, non ordinati come il suo solito.

Le labbra erano gonfie e il collo segnato da morsi e succhiotti, il respiro accelerato e non mi ero neanche accorta di quanto ora fosse vicino. Ci trovavamo ai lati opposti della porta, esattamente appoggiati lui allo stipite sinistro e io a quello destro.

«Se non fossi tu, mi piacerebbe quasi il modo il cui mi guardi.» si leccò le labbra rosse, scuotendomi da quei pensieri.

«Sembri uscito da una discarica.» mi limitai a dire facendogli roteare gli occhi al cielo.

«Lo dirai a Pansy quindi?» chiese lui.

«Ovvio, ma non sta sera.» la sua mascella si contrasse.

«Vuoi tenermi sotto scacco mocciosa?»

«Non mi chiamare mocciosa!» scandì infuriata. «E comunque si, anche se non so perché ci tieni tanto che non lo sappia.» alzai le spalle.

Lui sospirò. «Avanti togliti dalle palle.» borbottò e io mi dileguai.

«Domani alle sette mocciosa!» gridò, ma ero troppo lontana per rispondergli.

Arrivai più velocemente possibile il sala comune e appena arrivata in camera notai subito Daphne ancora alzata. «Pensavo ti avessero acchiappata!» sbottò.

«No tutto okay, devo raccontarti una cosa.» a lei brillarono immediatamente gli occhi.

Infilai il pigiama e subito mi fece spazio nel suo letto aprendo le coperte verso di me.
Afferrai la bacchetta e dopo aver chiuso le tende sussurrai. «Muffilato.» dopo questo Daphne sembrò ancora più gasata.

«Avanti dimmi Eve!» sbottò mentre mi sistemavo meglio.

Ci ritrovammo faccia a faccia. «Giura che resterà tra di noi.»

«Giuro.»

«Tua sorella e Malfoy.» mi limitai a dire prima che il suo viso rilassato si tramutasse in uno pieno di preoccupazione.

«Oh no, Pansy la ucciderà Eve!» esclamò
impanicata alzandosi di scatto. «Non hai mica minacciato Malfoy di dirglielo, non puoi!»

«L'ho fatto.» affermai sentendomi in colpa. «Ma non lo dirò a Pansy, volevo solo tenerlo sulle spine, fargliela pagare.» alzai le spalle.

Lei ritornò nella posizione di prima. «Pansy e Draco sono promessi Eve, la loro famiglia ha fatto un contratto, appena terminata la scuola si sposeranno. Non é proprio una bella cosa, ma i maghi purosangue hanno questa tradizione, un purosangue si sposa solo con un purosangue. Anche a me è stato promesso un ragazzo, ma mio padre è abbastanza ragionevole, ha detto che posso restare con Blaise perché anche lui è un purosangue.» prese respiro. «Ma Draco non ha nessuna scelta, è costretto da quegli orchi dei suoi genitori. Sapevo che stava con un altra ragazza, ma non con mia sorella.» storse il naso perfetto. «Ma anche Astoria è promessa, quindi stanno solo facendo un disastro dopo l'altro.»

Non rimasi molto sconvolta dalla sua rivelazione, certo non ignoravo che i purosangue fossero uno più scemo dell'altro, ma solo nel medioevo si combinavano i matrimoni, era una cosa orribile.

«Ma se Draco e Astoria si trovano bene.» riflettei. «perché non si sposano tra di loro, sono entrambi purosangue.»

«Non lo so.» sembrò confusa. «Forse la famiglia Parkinson ha offerto di più, c'è un giro di soldi mostruoso.»

La conversazione finì da lì a poco, poiché sia le mie che le sue palpebre si fecero pesanti d'un tratto.

Quasi mi dispiaceva per Malfoy, non doveva essere bello essere costretti a sposare chi non si voleva e per la prima volta quella sera ringraziai per essere una mezzosangue.

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