I never stop (Jimin) Part. 1

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

XVI secolo.

In un regno lontano di un paese straniero.



- Lasciatemi andare!!! Ehi mi sentite?! Ho detto...-

- Stai zitta!!-


Un boccale ricolmo di birra arrivò dritto dritto contro la sua misera cella, costituita da una spessa inferriata, soffitto di un legno solido e pavimento di terriccio.

Claire si tirò indietro, tuttavia fu tutto inutile ormai l'intero contenuto si era riversato su di lei bagnandola da capo a piedi.

- M...ma...- mormorò incredula mentre stringeva il tessuto della gonna, un tempo color perla, ora sporco e completamente zuppo. Quando percepì alle narici quel fetido odore fermentato del luppolo ritornò a scuotere come poteva quelle sbarre di ferro - Come avete potuto?! Non solo mi avete chiuso in una lurida prigione, mi lanciate addosso anche quella robaccia?!-

All'ennesimo grido, il ragazzo che gli aveva scaraventato l'oggetto con forza, s'incamminò verso di lei con passo pesante.


Claire l'osservò cercando di rimanere impassibile, anche se le era davvero difficile farlo.

Lo odiava con tutte le sue forze, eppure non riusciva a dare un freno ai suoi pensieri. Si morse la lingua sperando di smettere di provare quell'assurda attrazione verso di lui.

L'osservò in silenzio. Indossava degli stivali scuri a punta, un pantalone fin troppo aderente del medesimo colore ed una blusa bianca a sbuffo, aperta quanto bastasse per intravedere sopra il pettorale destro una scritta d'inchiostro sulla pelle. Era la prima volta in vita sua che vedeva un tatuaggio e ne rimase affascinata. Allacciata alla cinta notò immediatamente una pistola, oggetto che teneva sempre con sé, anche per dormire.

Spostò in fine lo sguardo in alto e anche se coperto da una bandana nera che gli copriva metà viso, venne catturata dai suoi occhi così particolari. Erano a mandorla di color onice, profondi e magnetici.

Lo vide sistemare alcune ciocche dei capelli corvini che gli erano ricaduti sugli occhi e senza mai smettere di fissarla la raggiunse.


- Stai. Zitta. - ripeté lentamente afferrando anche lui le sbarre della cella - E' da settimane che mi stai torturando con la tua voce fastidiosa! Non ti sopporto più!- concluse digrignando i denti, stringendo con più forza la presa.

Claire deglutì nel vederlo così vicino, ma non si fece intimorire - Se non mi volete sentire, c'è solo un modo! Lasciarmi andare!-

Il ragazzo ghignò divertito per poi riprendere parola - C'è anche un altro modo per farti chiudere quella boccaccia...- con la mano le afferrò il viso e l'attirò a sé in un gesto - Vuoi provare il mio metodo? E' efficace e potrebbe anche essere piacevole...principessa...-


- Jimin dai, lasciala stare, vieni qui!-

Il corvino la fissò negli occhi di un insolito color ambra, ignorando il richiamo del suo sottoposto, non aveva alcuna intenzione di esimersi dall'intimorirla un po'. Voleva che capisse il concetto che lei nel loro covo non era nessuno, non era quella principessa viziata tutto fronzoli che sapeva fosse, non aveva alcuna voce o diritti, lei era meno di niente.

Odiava quel regno, odiava quella povertà, odiava quell'ingiustizia e odiava anche la figlia di quel Re che non era in grado di governare quel reame così vasto.

Lui non apparteneva a quel posto, veniva da molto lontano e ricordava di aver passato un periodo felice della sua infanzia in quelle terre piene di vita, eppure ritornando da adulto notò subito quel cambiamento orribile. Quell'atmosfera gioiosa, quel benessere, quei campi ricolmi di ogni ben di Dio, erano solo un ricordo lontano.

Vedendo e constatando quanto fosse preoccupante la situazione, non riuscì a stare con le mani in mano, era contro i suoi principi morali e doveva fare qualcosa per poter rimediare.

Non gli era stato difficile radunare chi era contro quel Re insulso e fondare il suo gruppo di rivoltosi.

Erano diventati banditi, ladri e giustizieri. Esattamente coloro che avrebbero rimesso le cose a posto ed ora grazie al contributo di quella ragazza dai folti capelli color cioccolato, potevano dare una svolta importante al loro piano iniziale.

Erano da mesi che stavano aspettando quel momento e finalmente stava girando tutto nel verso giusto.


Ricordava perfettamente la prima volta che l'aveva vista. Quel giorno, curioso di vedere cosa stesse accadendo a palazzo, si era intrufolato di nascosto a quella che sembrava essere una festa e si era accorto all'istante di lei.

La principessa Claire Baker era ancor più bella di quanto avesse sentito. Il suo portamento elegante, i suoi occhi ambrati e luminosi ed il suo sorriso splendente che avrebbe fatto sciogliere anche il guerriero più crudele. Era un incanto.

Eppure il vedere tutta quella ricchezza ostentata, quegli abiti sfarzosi e quei banchetti per saziare quelle inutili palle di lardo che osavano definirsi nobili...gli fece perdere il lume della ragione.

Capì presto che anche lei era esattamente come tutti gli altri. Sguazzava nella falsità e nella frivolezza di quel finto mondo dorato. Era colpevole quanto il padre ed avrebbero pagato entrambi.

Come potevano stare lì a festeggiare sapendo che interi villaggi stavano morendo di fame e di stenti?

Con che cuore riuscivano a vivere sapendo di tutto il dolore e la sofferenza che ognuna di quelle povere famiglie stavano passando?


- Cosa ne dic...Aaah!!- urlò di dolore ritirando la mano - Sei pazza?! Mi hai morso?!- continuò a gridare tirando un calcio di riflesso contro le sbarre, tenendosi la mano ancora pulsante con l'altra.

- Non mi toccare mai più lurido bandito! Potrei fare anche di peggio!- rispose a tono, lanciandogli uno sguardo di sfida - Come puoi permetterti di parlarmi o toccarmi in quel modo? Io sono la principessa di questo regno, ti ricordo - concluse il discorso con autorità cosa che lo fece imbestialire ancora di più.

- Ahah questa mi piace! Sai cosa dovrebbero fare le principesse come te? Occuparsi del proprio popolo, fare qualcosa di concreto per aiutare i più poveri, invece di fare feste in cui navigate nel cibo e nel vino pregiato! Odio tutto ciò che rappresentate!-

La ragazza trasalì per un attimo nel sentirlo così furente, ma non volle dargliela vinta. Strinse i pugni e rispose nuovamente - Non mi conosci e non ti permetto di giudicarmi! Pensi di essere migliore di me, bandito? -

Il tono usato non piacque per niente a Jimin che si riavvicinò puntandole un dito contro - Io sono migliore di te e lo so! Conosco perfettamente la gentaglia nobile come te e mi fate ribrezzo!- senza mai smettere di fissarla concluse in modo sprezzante - Siete solo degli approfittatori!-

Si girò e fece per andarsene, ma sentì ancora la voce rabbiosa della ragazza - Villano!-

- Viziata e frivola!- ruggì di risposta, voltandosi nuovamente verso di lei.

- Manigoldo! -

- Stupida!-

Claire era fin troppo orgogliosa per perdere in quell'infantile gioco di botta e risposta, allora cercò di zittirlo.

-...B...Basso! -

- Basso?! Ma se sono più alto di te? - chiese sorpreso aggrottando le sopracciglia.

- Si!- rispose con più convinzione - Ti ho visto, tra tutti gli uomini presenti sei quello più basso!-

Sperava d'infastidirlo, di farlo tacere, ma invece lo sentì ridere di gusto per poi rivederlo ad un palmo da lei.

- Questo può voler solo dire mi guardi spesso principessa...interessante!-

Claire avvampò in un attimo e impanicata si girò di spalle - Non sia mai! Era solo evidente, come potrei guardare un delinquente come te?!-


- Jimin ora basta, per favore...- un giovane ragazzo dai capelli biondi e anch'esso dal viso semicoperto, si avvicinò a lui - Anche se il piano prevede questo, non dobbiamo dimenticarci chi è. Probabilmente è cresciuta all'interno del palazzo senza mai uscire e non sa niente di quello che succede all'esterno...-

Il corvino digrignò i denti - Una stupida principessa che conosce solo quelle quattro mura dorate e non sa del lerciume intorno a lei? Fantastico!-

Claire si girò lanciandogli uno sguardo di fuoco che lui ricambiò. Si studiarono in silenzio come se stessero continuando quella guerra fredda infinita ed alla fine Jimin si rivolse al biondo - Preparale una tinozza d'acqua e dei vestiti puliti, questa notte usciamo!-


La ragazza scosse per l'ennesima volta le sbarre per richiamare l'attenzione - Non intendo andare da nessuna parte con voi! Mi rifiuto! Io...-

Jimin prese la pistola, la caricò e gliela puntò contro - Non è una cosa che puoi scegliere bambina viziata! Chiaro?!- si compiacque della faccia sorpresa di lei e dopo aver ottenuto il silenzio tanto agognato, s'incamminò per tornare dagli altri.

Tuttavia dopo aver fatto qualche passo si voltò un'ultima volta - Fidati Claire devi lavarti...puzzi!-

-

Arrivata la sera Jimin attese accanto al falò che avevano acceso i suoi uomini per scaldarsi, l'inverno ormai era passato e mancava poco alla primavera, tuttavia quell'aria fredda ancora non se ne voleva andare. Il corvino sbuffò spazientito, odiava aspettare e quella dannata ragazza ci stava mettendo fin troppo per indossare quei quattro stracci.

- Ce la facciamo?! Appena cala il sole dobbiamo sfruttare ogni secondo!- ringhiò frustrato verso la direzione della prigione.

- Avanti, dalle tempo...perché la tratti così? Cosa ti ha fatto?- mormorò il biondo buttando un altro ciocco di legno dentro al fuoco.

- Marcus, direi che già l'essere la principessa di questo regno sia una risposta più che sufficiente - spiegò con fare ovvio prima di sentire dei passi arrivare dietro di sé.

- Proprio la risposta che darebbe uno stolto e non sono affatto stupita che arrivi proprio da te!-


Jimin si voltò pronto a controbattere, ma rimase senza parole nel guardarla.

Finalmente si era tolta quell'inutile vestito sontuoso per sostituirli con dei semplici abiti maschili così simili ai suoi.

Indossava in più una giacca portata sul lungo e degli stivali fino a metà polpaccio. Si era intrecciata i capelli e lo stava fissando con uno sguardo di sfida.

Se doveva essere onesto con sé stesso, così vestita era ancora più attraente e grazie al tessuto sottile da cui era avvolta, non riuscì a non fantasticare su come sarebbe stato soddisfacente passare le mani sulle sue forme piene.

- Credevo avessi fretta...- disse la ragazza con voce perplessa. Percependo ancora lo sguardo su di sé, rise divertita - Vuoi un ritratto, Jimin?-

- Tsk! Anche vanitosa! La lista si allunga principessa!- commentò schiarendosi la gola, incamminandosi davanti a tutti - Vedi di stare a portata del mio sguardo! Sappi che non do seconde possibilità, io ti avviso!-

Detto quello una parte di briganti insieme a Claire, si avviarono verso una meta a lei sconosciuta. Non sapeva dove l'avrebbero portata, ma di certo non sarebbe rimasta con le mani in mano. Non la conoscevano e per il momento le andava bene così. Poteva solo esserle di vantaggio.

Si guardò intorno e si accorse subito che quel bosco non le era affatto sconosciuto. Secondo le sue supposizioni non si trovavano troppo lontano da palazzo e se ricordava bene quella direzione intrapresa, aveva anche capito per dove fossero diretti.


Dalla sua posizione sbirciò di nascosto Jimin.

Dai discorsi sentiti, quel ragazzo era il capo di quei briganti. Aveva capito avesse un ruolo di rilievo, ma non pensava che fosse lui stesso a comandarli.

L'osservò camminare deciso, stringendo la cinta intorno alla sua vita e si chiese quali fossero le sue reali intenzioni con lei.

L'avevano rapita dalla sua carrozza da viaggio tre settimane orsono, l'avevano portata nel loro piccolo covo nel mezzo di fitti alberi e non era successo nulla.

Era rimasta rinchiusa nella sua cella fino a quel giorno senza uno straccio di spiegazione. Le uniche cose che riceveva ogni giorno erano solamente i viveri e la tortura psicologica da parte di quel manigoldo che disprezzava con tutte le sue forze.

Chi era lui per poterla giudicare? Non la conosceva affatto!


Non sopportava Jimin tanto quanto odiava fantasticare su di lui.

Si toccò la treccia pensierosa e si sentì in colpa.

Come poteva sognare ogni notte le mani di lui che viaggiavano sul suo corpo inesplorato ed avere anche quell'insensato desiderio di poterlo vedere senza quella dannata bandana sul viso?

Scosse la testa, non poteva essere debole. Lei non lo era, non lo sarebbe mai stata e lo avrebbe dimostrato alla prima occasione.

Persa nelle riflessioni si scontrò contro la schiena esile del ragazzo biondo, si era fermato all'improvviso e non se ne era nemmeno resa conto. Quel giovane che in qualche modo era l'unico che sembrava essere il più gentile tra loro, la guardò dispiaciuto.

Claire non capendo allungò il collo e confermò la sua tesi. Erano arrivati ad uno dei primi villaggi confinanti del suo palazzo.


Non appena entrarono all'interno, colsero subito l'odore acre della morte impregnare l'aria. Con un'insolito silenzio camminarono lentamente e grazie alle torce accese ai margini della strada, videro lo stato in cui vivevano quelle persone. La miseria e la povertà erano ben visibili a tutti. Claire intravide nella penombra due bambini litigare per contendersi un misero tocco di pane, si accorse di una donna che cercava invano di prendere dell'acqua dal pozzo asciutto ed un uomo anziano pelle ed ossa aggrapparsi ad un albero per non cadere.

Quella vista le stritolò il cuore.

- Queste sono le condizioni della tua gente principessa. Stanno morendo di stenti e non ve ne state nemmeno rendendo conto...il mio disprezzo per vo...-

- S...signorina Jones? Siete voi?- un signore di una certa età si avvicinò a passo malfermo verso la ragazza con un debole sorriso - Siano ringraziati i cieli...era da settimane che non vi vedevo...temevo vi avessero rapita i briganti...-

La ragazza si chinò verso di lui, scuotendo la testa - Signor Smith, lo sapete benissimo che niente e nessuno mi potrebbe impedire di venire qui da voi! Come sta il piccolo Tom?-

- E' malato...non abbiamo le medicine e...- mormorò distrutto chinando il capo senza riuscire a completare la frase.

- Portatemi da lui, andrà tutto bene!-


Jimin era rimasto accanto a loro per tutto il tempo eppure divenne invisibile al loro breve scambio di parole. Senza che lui potesse dire o fare qualcosa, vide Claire sorreggere il vecchietto e dirigersi a casa di quest'ultimo.

Guardò allibito i suoi uomini, rimasti anch'essi a bocca spalancata, per poi seguirla a passo deciso.

Entrò dentro l'abitazione senza troppe remore e notò ancor più esterrefatto il modo sicuro in cui si muoveva e si rivolgeva a quelle persone. Trasmetteva familiarità, preoccupazione sincera e voglia di aiutare.

Tutto quello che stava assistendo sfiorava l'impossibile.


- Signor Smith, deve dare queste erbe a Tom per una settimana. Vedrà che si sentirà meglio!- spiegò la ragazza avvicinando l'impasto di foglie ed erbe medicinali che aveva macinato poco prima in una boccetta di vetro.

- Grazie, grazie! Senza di voi saremmo persi!- sussurrò l'uomo commosso.

- Non mi dovete ringraziare davvero, per me... aah...-

Jimin l'afferrò per il braccio e la strattonò fuori da quella casa, spingendola con la schiena contro il muro in pietra- Cosa diamine ho appena visto?!-

Claire si guardò intorno e non fiatò.

Quell'ulteriore presa di posizione fece infuriare il corvino. Premette una mano accanto il viso di lei, chiudendola col suo corpo e riprovò - Signorina Jones?! Che sta succedendo?! -

Claire sbuffò ritornando con lo sguardo su di lui. Mise le mani sul suo torace e lo spinse lontano da sé, non le stava piacendo affatto tutta quella vicinanza.

- E' la moglie del dottore di corte, ho solo preso in prestito il suo nome...- confessò infastidita - Sai com'è sono talmente frivola e viziata che cerco di dare il mio contributo come posso, girando per i villaggi di nascosto e sotto falso nome!-

Jimin sgranò gli occhi a quella rivelazione - Cosa...?! Mi stai prendendo per il culo?!-

Se Claire odiava qualcosa, dopo Jimin, era non essere presa sul serio.

Afferrò dalle spalle il ragazzo e con tutta la sua forza lo sbatté a sua volta contro il muro, premendo il coltello che aveva preso di nascosto dal tavolo di quella casa, contro la sua gola.

- Ho risposto sinceramente alla tua domanda, quindi sei libero di credermi o meno...ma io non scherzo mai su certe cose, sappilo!- ringhiò contro di lui furibonda - Se vuoi che io sia sincera fino in fondo con te, allora mostriamoci senza maschere...-


Allungò la mano verso quella bandana, gliel'abbassò lentamente e finalmente lo vide a viso scoperto.

Deglutì improvvisamente alla vista.

La sua bocca carnosa e rosea era schiusa ed i suoi occhi onice non avevano smesso un attimo di fissarla, era come se stesse valutando e calcolando ogni sua espressione. Tale intensità la fece rabbrividire. Se non avesse saputo chi fosse e quale carattere avesse, lo avrebbe tranquillamente scambiato per un angelo.

Era bellissimo e non riuscì ad impedire alle sue gote di imporporarsi.


Jimin se ne accorse e sorrise compiaciuto. L'afferrò e la premette contro il suo petto, sorprendendo Claire che agitata cercò di misurare la forza dell'oggetto contro la sua gola.

- A...attento! Potrei farti del male...- sussurrò incerta, rapita dal suo sguardo.

- Oh...signorina Jones...vuoi davvero farmi del male?- allargò quel sorriso e Claire perse il contatto con la realtà. Poteva esserci un sorriso più bello di quello?

Si schiarì la voce sperando di riprendere lucidità e riparlò - Jimin...non mi sottovalutare! Non sono chi pensi che io sia! Tu non sai davvero cosa sia successo in questo regno...-

Il ragazzo contemplò le sue parole in silenzio mentre la teneva tra le braccia, era più piccola di quanto credesse e gli stava piacendo quella sensazione di contatto tra di loro. Sentiva ancora la lama sulla sua gola ed era rimasto piacevolmente colpito da quel suo gesto. Era combattiva e gli piacevano le donne che riuscivano a sorprenderlo, molto più di quello che facesse credere.

Non sapeva se poteva fidarsi di lei, ma le avrebbe dato quell'unica opportunità di spiegarsi, anche solo per quello sguardo infuocato che gli stava rivolgendo.

- Ti ascolterò allora...senza maschere!- mormorò serio, afferrando la sua mano con decisione facendole perdere presa dal coltello - Ma se solo mi accorgo che mi stai raccontando una menzogna, non ci andrò leggero con te, sappilo!- rimarcò l'ultima parola, la stessa che poco prima gli aveva rivolto a lui, accecata dalla rabbia.

Claire si morse il labbro annuendo e si staccò dalla sua presa a malincuore - Bene...ti racconterò solo la verità - annunciò prendendo un respiro - Mio padre, il Re, non è il vero sovrano di questo regno!-

Il corvino rise a quelle parole - Certo! Allora io sono un santo ahah!-

Claire s'innervosì nuovamente ed alzò la voce - Non ti sto mentendo! E' da più di dieci anni che mio padre ha riscontrato una malattia e chi è attualmente al potere è suo fratello, mio zio!-

- Ti ho detto di non raccontarmi storie - s'innervosì Jimin facendo un passo verso di lei.

- Ed io ti sto dicendo la pura verità! Mio padre è rinchiuso nella sua camera ed è da molto tempo che non ho il permesso di vederlo per colpa di quel folle! Non so nemmeno come stia!- disse con il tono di voce spezzato e dopo un sospiro continuò - Da quando mio padre si è ammalato, mio zio inizialmente presenziava per lui, ma da anni a questa parte, qualcosa è cambiato. Di nascosto ho assistito a varie riunioni con i consiglieri in cui prendeva decisioni assurde e senza senso e non ci volle un scienza per capire che l'intero regno sarebbe collassato presto. Provai a ragionare con quell'uomo, ma l'unica cosa che ottenni fu il cercare di rinchiudere anche me nella mia camera- sorrise improvvisamente in modo beffardo -Tsk! Che stolto. Non sa nemmeno chi sia sua nipote! Se non potevo fare qualcosa in quel contesto, allora avrei trovato un'altro metodo e così feci. Ogni due giorni a settimana scappo da palazzo con il mio fidato cavallo e vado di villaggio in villaggio a dare il mio contributo -

Jimin la scrutò per cercare una falla nel suo racconto, ma la sua sincerità lo lasciò senza parole. Possibile che tutto ciò che aveva sentito fosse davvero la realtà?

Nel sentirlo così silenzioso, continuò - Mia madre morì presto ed io fui cresciuta dai servi del palazzo ed essendo una bambina curiosa con voglia di imparare, assimilai come una spugna qualsiasi cosa mi potesse tornare utile in futuro. Non sono una dottoressa, ma so distinguere un'erba medica da una velenosa. Non sono una sarta, ma sono riuscita a cucirmi un vestito per passare inosservata e scappare da palazzo. Non sono una cuoca, ma sono riuscita a cucinare un pasto decente per questa povera gente grazie a quel poco di cibo che sono riuscita a rubare dalle cucine...- abbassò lo sguardo sospirando - Hai ragione, forse sono solo una principessa viziata, cresciuta in quattro mura dorate che non ha potere, tuttavia farò quel che posso per fermare quell'uomo e liberare mio padre dalla sua prigionia! Lo farò per il mio popolo! - finì la frase con quel tono autoritario che solo una principessa poteva avere.

Jimin capì immediatamente che quelle parole non erano dette tanto per dire, lei credeva ad ogni singola sillaba e lo dimostrava dalla grinta che aveva usato.

- Ti abbiamo rapita perché chiederemo un riscatto e con quei soldi aiuteremo queste persone a risollevarsi...- spiegò il suo piano con sincerità. Lei lo era stata con lui e meritava di sapere.

Claire annuì - Chiedete una cifra molto alta allora! Mio zio farà ogni cosa per riavermi con sé -

- Ci tiene molto a te?- domandò curioso nel vederla così decisa.

- Non è per quello...- sorrise amaramente - Ha ben due ragioni per tenermi con sé. Per prima cosa vorrebbe avere un gioiello che mi ha donato mia madre in punto di morte. E' l'unico ricordo che ho di lei, non mi importa quanto sia preziosa per lui, per me ha unicamente un valore affettivo. Seconda cosa essendo in età da matrimonio mi ha...come posso dire...messa all'asta al miglior offerente per avermi in sposa. Non gli importa chi sarà mio marito, ambisce alla ricchezza e al potere e chi glieli darà, lui mi cederà senza pensarci-


Il cambio d'umore della ragazza fece incupire anche Jimin.

Si stava sentendo davvero uno stronzo, in quelle settimane non aveva fatto altro che giudicarla e maltrattarla, mentre lei invece era tutt'altra persona.

Si passò una mano fra i capelli pensieroso e riparlò - A breve ci sarà la festa di primavera, giusto? Sarà un grande evento dove molti nobili parteciperanno, è esatto?-

La ragazza ci pensò su prima di rispondere - Dovrebbe essere all'incirca tra un mese e mezzo e sì ci saranno molte di quelle persone che tanto detesti, non che a me stiano più simpatiche certo...-

Jimin s'incamminò senza più rivolgerle lo sguardo e Claire non soddisfatta lo fermò per un braccio - Aspetta! Vorrei aiutarvi! Non mi rimettete in quella cella, non scapperò lo prometto!-

Il corvino si girò confuso e rivide quegli occhi ambrati ardere - Entrambi vogliamo aiutare queste persone, quindi a me sta bene stare con voi. Non mi porterebbe a niente ritornare a palazzo attualmente! Diventiamo alleati!-

Claire avrebbe voluto mangiarsi le mani per quelle parole dette di getto. Non sopportava quell'individuo, eppure era l'unico che poteva concretamente aiutarla in quella sua impresa fallimentare di fermare quel folle di suo zio o perlomeno in quel modo poteva continuare ad aiutare la sua gente.


- Vuoi essere alleata con dei loschi figuri, quindi?- chiese divertito e stupito allo stesso tempo - Sei sicura di quel che dici principessa?-

Claire sorrise determinata - Sono sicura capo!-

-

- Vi prego!! Vi prego, fermatevi!!-

Il cocchiere nel vedere la ragazza in mezzo al sentiero principale del bosco impervio, arrestò immediatamente la corsa dei cavalli prima di travolgerla.

Un uomo grassottello, scese pian piano dalla grande carrozza fatta di un legno pregiato, finemente intagliato e quando la vide le andò incontro.

- Milady...cosa le è accaduto? - chiese preoccupato, nell'accorgersi delle sue condizioni e del vestito rovinato.

- I...i briganti...mi hanno rapita e...ho avuto tanta paura...- mormorò trattenendo le lacrime.

- Oh cielo! Vi prego, venite sulla mia carrozza - le toccò la schiena per accompagnarla - Con me sarete al sicu...-

Al rumore del grilletto, l'uomo sbiancò. Con la coda dell'occhio si accorse della pistola ad un centimetro dalla sua tempia.

- Sicuramente starà meglio se le togliete quelle luride manacce di dosso, messere!- ringhiò il ragazzo dal volto semi coperto.

- C...cosa?- mormorò incredulo alzando le mani in alto, sudò freddo non sapendo come reagire a quella circostanza, ma sentendo la giovane accanto a sé indietreggiare a passo sicuro, capì lentamente l'inganno subito. Girò velocemente lo sguardo verso di lei balbettando nervoso - S...siete voi una brigante...mi avete mentito!-

La ragazza sorrise innocentemente e si avviò ad aiutare gli altri uomini per ripulirlo di ogni suo avere. Fortunatamente avevano fermato la carrozza di un nobile piuttosto altolocato e quindi riuscirono a riempire almeno due sacche ricolme di gioielli e monete d'oro.

Claire felice sorrise ai suoi nuovi alleati, il piano aveva funzionato perfettamente.

Quando Jimin si accorse che erano riusciti nell'impresa, diede un colpo in testa all'uomo con il calcio della pistola e svenne ai suoi piedi.

- Perché l'hai fatto? Potevamo andarcene anche senza fargli del male!- commentò piccata Claire nel vedere la scena.

Il corvino si tolse la bandana dal viso nervoso e schioccò le labbra - Se lo meritava...ha fatto una cosa che non doveva -

La castana lo guardò perplessa - Di che stai parlando? Non mi sembrava si fosse mosso... -

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e le prese la mano per fuggire via - Principessa ti hanno mai detto che a volte parli e pensi troppo?!-


Raggiunto il loro covo, in una parte interna del bosco, alcuni dei banditi si avvicinarono a Claire emozionati.

- Principessa è stata bravissima, con oggi sono già tre rapine che abbiamo fatto e senza alcuno sforzo!-

- Per favore, chiamami solo Claire e dammi del tu - sorrise contenta - Ormai la festa di primavera è alle porte e i nobili arriveranno con più frequenza, dobbiamo prepararci per il prossimo furto!!-

- Si Claire...allora vieni con noi a comprare del cibo per il villaggio? - chiese un ragazzo un po' timoroso nel poter essere così confidenziale con lei.

- Ma certo!!- rispose soddisfatta la ragazza.


Tutta quella conversazione non era sfuggita ad una persona in particolare rimasta in silenzio a qualche passo di distanza dagli altri.

- Ti deciderai mai Jimin?- chiese il suo fidato amico biondo con un sorrisetto, dandogli un colpetto al braccio.

- Ed ora...di cosa stai parlando Marcus?- mormorò distogliendo veloce lo sguardo da Claire, concentrando l'attenzione verso la piccola cesta di frutta accanto a sé, prendendo in mano una bella mela rossa.

- Non so magari chiedere scusa alla principessa per come l'hai trattata?- disse lui deciso incrociando le braccia al petto.

Jimin sbuffò scocciato, addentando poi il frutto e assaporando quel sapore zuccherino invadergli prepotentemente la bocca.

- Ammetti che ti sei sbagliato su ogni linea capo!- insistette Marcus - Non ho mai conosciuto una ragazza più gentile di lei e da quando è qui ho solo visto te inveirle contro. Dopo due mesi non ti ho sentito chiederle nemmeno una volta scusa -


Jimin riguardò la ragazza senza rispondere al suo sottoposto e sapeva che aveva ragione.

Era molto orgoglioso e per lui piegarsi e chiedere perdono, avrebbe solo voluto dire essere diventato debole. Ma doveva dare atto che Claire l'aveva stupito. Mai avrebbe pensato di poter vedere una principessa aiutare ad arare la terra o a cucinare per i più poveri, eppure l'aveva constatato con i suoi occhi. Era dolce e premurosa con gli anziani e giocherellona con i bambini. Era assurdo pensarlo, ma se prima era solo attratto fisicamente da lei, ora doveva ammettere che si stava sinceramente affezionando alla sua persona. E vedere quel tipo grassoccio di poco prima sfiorarla, lo aveva mandato fuori di testa. Come si era permesso di toccarla?

La voglia di tornare indietro e tirargli un altro pugno lo stava sentendo eccome.

Quella ragazza stava risvegliando in lui dei sentimenti che non si sentiva pronto a dar loro voce. Non voleva farlo a dir la verità. Era incredulo da ciò che sentiva, possibile che stesse iniziando a provare qualcosa per colei che rappresentava quella categoria che aveva sempre detestato?

Ma cosa più importante, una principessa si sarebbe mai potuta interessare ad uno come lui?


Scosse il capo, non poteva permettersi di andare oltre un certo limite ed aveva giurato a sé stesso che si sarebbe concentrato unicamente al suo scopo. Far ritornare quel regno al suo antico splendore.

- Sai che ti dico Marcus?- annunciò dopo una lunga pausa, lanciando il torsolo della mela al suo cavallo.

- Andrai da lei? Mi darai ascolto? - chiese emozionato dall'essere riuscito a convincerlo.

- Andrò...a fare una bella passeggiata con il mio destriero!- concluse il corvino ridendo all'espressione delusa sul suo volto. Salì infine sull'animale e lo spronò dandogli un colpetto coi talloni - Non mi aspettate per cena!-

-

- Signorina Jones...- mormorò il vecchino stringendo a sé la pagnotta di pane come se fosse il tesoro più prezioso - ...io non so davvero come ringraziare lei ed i suoi amici...non abbiamo niente da potervi dare...- concluse rammaricato.

- Signor Smith, così mi offendete...- rispose dolcemente - Non dovete darci nulla, il sapere che state bene e che potete avere il pasto ogni giorno, per noi è già tanto!-

L'uomo chinò il capo pensieroso e poi s'illuminò improvvisamente - Almeno...potrei indicarle un luogo segreto nel bosco! Lo conosciamo solo noi al villaggio e nessun'altro!- spiegò emozionato - Abbiamo trovato una sorgente termale e in queste zone è molto raro poterne trovare una... è l'ideale per sgranchire le ossa!-


Claire sentendo di quel posto nascosto, s'incuriosì molto. Da quando era con i briganti non aveva mai avuto la possibilità di fare un vero e proprio bagno caldo. Quindi il sapere che ci fosse una sorgente in zona, s'immaginò già immersa in essa.

Dopo che il signor Smith le indicò la direzione, si diresse a passo sicuro in mezzo agli alberi. Grazie al chiaro di luna, scorse quasi subito la fonte e l'immediata sensazione di calore le arrivò sul viso. Le sembrava quasi di essere entrata in un mondo a parte, dove aveva solo sentito descrivere dai cantastorie di corte ed invece ora lo stava vivendo in prima persona.

Quella piccola pozza d'acqua bollente era totalmente immersa nel verde e dalla sua postazione vide un grande masso al centro della sorgente. Si accorse presto che più aspettava e più il vapore si faceva sempre più intenso tanto da ricreare una leggera nebbia intorno a lei. Si stava deliziando di quella vista, l'atmosfera stava diventando sempre più suggestiva, era un vero spettacolo.


Prima di fare il bagno, si guardò intorno più volte, per capire realmente se fosse sola ed infine si tolse gli abiti maschili che aveva addosso, tenendo solamente la sottoveste e scivolò nell'acqua calda.

S'immerse lentamente e nuotò fino a raggiungere il masso. Si appoggiò di schiena e rilassò i muscoli tesi della schiena, non era abituata a dormire su un giaciglio di paglia e ne stava risentendo, ma al contempo non sarebbe tornata indietro per nulla al mondo.

Cresciuta in quella prigione dorata, aveva dovuto sopprimere il suo lato ribelle, ma ora poteva essere realmente sé stessa.

Sentirsi più libera in mezzo a dei briganti che nel posto in cui aveva sempre vissuto, era quasi surreale, eppure era così che si sentiva.

Quel piccolo covo, fatto di piccole costruzioni improvvisate, era diventata la sua nuova casa.

Sorrise, non credendo che avrebbe mai potuto pensare ad una cosa simile.

Riflettendo sul tempo passato con i suoi nuovi compagni di viaggio, inevitabilmente il pensiero andò ad un ragazzo fin troppo affascinante dal carattere discutibile e si rese conto di essere arrossita.


Sin da subito Jimin l'aveva colpita, aveva un carisma incredibile e non ne era stupita che tutti pendessero dalle sue labbra. Sembrava quasi abituato a dare ordini e sapeva sempre come comportarsi in ogni situazione, era davvero sorprendente. Sinceramente si chiedeva chi fosse davvero, chi era prima di diventare un bandito.

Parlando con gli altri uomini aveva scoperto che loro prima di intraprendere quella strada erano semplici contadini o allevatori ed insieme avevano deciso di ribellarsi ai torti subiti. Ma per quanto riguardava Jimin, non sapeva nulla.

Era piuttosto riservato e la curiosità su di lui cresceva inesorabilmente.

Durante le giornate, anche non volendo si soffermava più volte a guardarlo. Le piaceva osservarlo mentre era impegnato a studiare una nuova strategia oppure a scherzare con i suoi sottoposti.

Era così affascinante.

I suoi occhi onice, le sue labbra carnose e le sue mani erano puntualmente i protagonisti dei suoi sogni più proibiti.

Si vergognava molto di certi pensieri, ma non riusciva davvero a farne a meno.

Dopo che gli aveva confessato la verità quel giorno, il loro rapporto era man mano mutato e incredibilmente aveva abbassato la guardia con lei, dimostrandosi una persona più docile e più gentile di quanto avrebbe mai creduto.

Anche se stavano andando sempre più d'accordo, aveva notato un atteggiamento strano da parte sua, ogni qual volta si avvicinavano, tendeva ad allontanarsi da lei, come se non volesse instaurare alcun legame di nessun genere e non ne capiva il motivo.

Era delusa da quel comportamento e se doveva essere sincera, lei avrebbe voluto conoscere di più Jimin, perché stava iniziando a piacerle e anche tanto.


Un rumore improvviso dietro di sé, la scosse.

Si coprì il seno d'istinto, la sottoveste al contatto con l'acqua era diventata piuttosto trasparente e sapere che non fosse sola in quel posto isolato, le venne improvvisamente ansia.

Deglutendo nervosa, raccolse una pietra sul letto della sorgente e successivamente si mosse piano per dirigersi verso la riva. Aiutata dalla fitta nebbia e cercando di non far increspare troppo l'acqua al suo passaggio, sperò di non farsi notare.

Dopo aver fatto alcuni passi, sentì una presenza dietro di lei.

Tenendo ben salda l'arma improvvisata, si voltò per colpire il misterioso figuro, ma una mano le afferrò il polso stringendoglielo al punto da farle perdere la presa, chiuse gli occhi dal dolore e pregò che qualcuno la venisse a salvare.


- Che diamine...C...Claire?!- una voce fin troppo familiare la colpì in pieno, riaprì gli occhi e lo vide in tutta la sua bellezza.

Jimin con uno sguardo sorpreso era di fronte a lei e le stava ancora trattenendo il polso, ora senza farle male. Come lei era immerso nella fonte dalla vita in giù e Claire lo osservò in silenzio non riuscendo ad emettere alcun suono.

Aveva il viso appena arrossato per il calore provocato dai fumi della sorgente, le labbra piene e schiuse, i capelli completamente bagnati e quelle maledette gocce che scendevano troppo lentamente sul suo collo nudo e appena abbronzato. Il suo sguardo si spostò sul suo petto e anche se non aveva un fisico prorompente era fin troppo definito e perfetto a suo dire. Claire arrossì nel vedere ulteriormente quella scritta sul suo pettorale destro che fino a quel momento aveva solo intravisto attraverso la blusa che era solito a portare.

Sapeva che avrebbe dovuto provare imbarazzo in quel momento, eppure stava sentendo qualcosa di sconosciuto, di incredibilmente intenso e non aveva intenzione di sfuggirne. L'unica cosa che riusciva a fare era fissare quel tatuaggio che risaltava sulla pelle dorata.


Jimin ancora incantato dalla sua presenza, cercò di far ripartire il cervello. Doveva andarsene al più presto da lì, gli era già difficile resistere ai suoi istinti quando lei era vestita, figurarsi vederla mezza nuda e bagnata da capo a piedi. Doveva decisamente uscire dall'acqua.

- I never stop...- mormorò la giovane incantata, sfiorando con la mano libera quella scritta.

Lo sentì fremere al suo tocco.

- Cosa significa?- chiese questa volta guardandolo negli occhi.

- Non mi fermo mai...- rispose in un soffio allacciando immediatamente il suo sguardo ambrato diventato languido - E' un promemoria che ho voluto incidere sulla mia pelle...niente e nessuno può fermarmi, andrò sempre per la mia strada...-

- Credo che nessuno riuscirà mai a fermarti...Jimin...- sussurrò lei continuando quella dolce carezza con le dita esili.

Jimin sorrise appena, risentendo quel contatto, era ancora dell'idea che avrebbe dovuto andarsene da quella situazione, ma gli stava dannatamente piacendo quel tocco leggero sulla pelle ora diventata sensibile. Si leccò successivamente le labbra e la tirò dolcemente verso di sé dal polso che ancora teneva ben saldo.

- Nella mia vita ho sempre saputo quale fosse la mia strada, ho i miei valori e sono vissuto in questo modo fino ad oggi. Ho sempre odiato chi rappresenti, con tutta la mia forza...e allora perché?- chiese cingendola dalla vita - Perché sto desiderando qualcosa che non dovrei?-

Claire stretta a lui, sentì il corpo bollente premere contro il suo e la vicinanza non la stava aiutando affatto a ragionare.

- Cosa vuoi dire, Jimin?- chiese ad un palmo dal suo viso.

Il corvino avvolto dal suo profumo fresco e delicato, mandò al diavolo tutti i suoi buoni propositi e si protese ancor di più verso di lei - Non dovrei voler desiderare te...eppure...non riesco a farne a meno...- con foga si avventò sulle sue labbra rosse e la baciò.

Claire completamente in sua balia ricambiò quel bacio irruento e bisognoso e si lasciò trasportare dal momento.

La foga, il desiderio, era palpabile da entrambe le parti. Jimin ricercò famelico le sue labbra e la cinse maggiormente a sé, aveva bisogno di percepirla e di attenuare quell'incessante bisogno di averla accanto che aveva sempre soffocato.

Fece viaggiare le mani sul suo corpo bagnato ed il tessuto della vestaglia, ora diventata aderente, sfregava contro la sua pelle morbida e si deliziò di quel contatto.

La sentì fremere di piacere e al suo primo gemito soffocato dall'ennesimo bacio ardente, si fermò all'improvviso.


Si scostò e la fissò negli occhi ambrati ora liquidi di piacere - Tu...tu non vuoi questo... - concluse col fiatone finendo per mordersi il labbro.

La castana incredula e anch'essa senza fiato in corpo, lo vide spostarsi e andare via da lei. Non riuscendo a capire cosa gli passasse per la testa, lo fermò per un braccio.

- Fermati! Perché dici questo?-

- Perché...- si girò ed il suo sguardo si soffermò su tutto il suo corpo semi nudo e Claire accorgendosene si coprì alla meglio con le braccia imbarazzata.


Jimin tossicchiò prima di riprendere - Claire è evidente, io sono un bandito mentre tu sei una principessa. Sono la persona più lontana da te e...- abbassò lo sguardo colpevole - ...e dopo tutto questo tempo non sono nemmeno riuscito a chiederti scusa...sono stato uno stronzo con te! Meriti qualcuno di migliore che una testa quadra come me...-

La ragazza scosse la testa e sorrise. Con lentezza, si riavvicinò a lui - Jimin, posso dirti una cosa?- al cenno d'assenso lei continuò - Ero rassegnata al mio destino, sapevo che avrei sposato una persona che probabilmente avrei odiato, ma per il mio regno lo avrei fatto, mi sarei sacrificata. Prima ero pronta a non conoscere il sentimento che ora pian piano è nato dentro di me, grazie a te...- confessò rossa in viso - Tu sei stato sempre onesto con me, anche se brutalmente a volte, ma sei il primo che mi ha parlato sinceramente e lo apprezzo. Io vorrei solo al mio fianco un ragazzo che mi veda per ciò che sono e tu lo hai fatto. Che creda in me e tu ti sei ricreduto sul mio conto. Che lotti con me per le persone più deboli e noi lo stiamo facendo insieme. Ho bisogno di una persona che mi voglia, quanto io voglio te...-


Jimin la guardò rapito - Tu vuoi me?-

- Se dicessi di sì Jimin? Cosa faresti?-



Ciao a tutti!!

Non mi picchiate se ho interrotto così la storia ok? Ahah

Stava diventando davvero troppo lunga ^.^" scusate...

Cooomunque... ecco la prima parte di "I never stop" cosa ne pensate?

Vi piace Jimin in versione bandito? >.<

E la nostra principessa? Di certo sa quello che vuole ahah

Il nostro protagonista invece si è ricreduto parecchio su Claire...e sta maturando qualche sentimento per lei, come andrà a finire?

Vi aspetto per la seconda ed ultima parte, venerdì 18 agosto! Vi aspetto!!!

Un grosso bacio Ekylove! ;*

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro