Falling (J.Jk) 🔞

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 - Seriamente... non capisco perché debbano sempre trattarmi come un bambino! Sono un uomo! Uff – all'ennesimo sbuffo Jung-kook si rassegnò accendendo il computer, appoggiando il boccale ricolmo di birra sulla scrivania.

Aveva finito da poco una live su Weverse con gli Army, aveva cantato, parlato e scherzato con loro ed era felice di averlo fatto, anche se a volte alcuni commenti lo innervosivano.

Era frustrante talvolta leggere alcuni messaggi in cui giudicavano ogni singolo movimento facesse, non aveva voglia di stare sempre sulle punte, voleva farsi vedere per quello che era davvero o almeno chi era diventato ultimamente.

Ma anche se da una parte era sconfortato, sapeva che la maggior parte del fandom lo sosteneva e si era accorto di quel mare di cuori viola che copriva certe scritte poco piacevoli da vedere.

Andava avanti per loro, per l'affetto che gli dimostravano.

Era riuscito a stare a galla, specialmente in quel periodo, anche grazie agli Army. Era difficile, ma a suo modo ci stava provando.


Ormai era quasi mattina e anche se aveva sonno non aveva affatto voglia di dormire. Ogni volta che si coricava rivedeva sempre quegli occhioni argentei solitamente pieni di sentimenti, guardarlo con così tanta freddezza che il solo pensiero gli faceva davvero male al cuore.

Scosse la testa a quel ricordo spiacevole, si passò la lingua all'interno della guancia e si decise a fare una partita ad Overwatch, sperando di crollare sulla tastiera esattamente come stava accadendo da due mesi a questa parte.

Era diventato tutto incredibilmente pesante. Avrebbe dovuto lavorare al suo disco solista, fare lo shooting fotografico per Calvin klein o anche solo partecipare a qualche evento, ma sinceramente non aveva voglia di fare nulla.

Dopo anni di corse contro il tempo, si era fermato.

Ma non tanto perché fosse stanco, era perché non aveva più alcuno stimolo per tornare come era un tempo. Sempre energico e pieno di voglia di fare, ora era diventato un'ameba.

Spesso trovava rifugio nel silenzio e nell'alcool, non erano sempre le scelte migliori, ma almeno lo aiutavano a non pensare troppo e aveva un estremo bisogno di non pensare.

I suoi hyung preoccupati lo cercavano spesso e lui li liquidava con scuse banali. A volte si sentiva in colpa nei loro confronti, ma non poteva fare altrimenti.

Erano successe troppe cose in un anno e anche se aveva già avuto a che fare con le delusioni in vita sua, quella che aveva affrontato di recente era la più grande mai avuta da gestire.


Una piccola notifica di una mail sullo schermo, lo fece ritornare alla realtà.

Si stropicciò gli occhi, guardò l'orario in uno sbadiglio e si stupì fossero quasi le 5 di mattina – Chi diamine potrebbe mandare una mail a quest'ora?! Quanto odio lo spam!- borbottò pigiando sull'icona della piccola busta blu, posta nella barra degli strumenti.

Quando la schermata si allargò, notò subito il nome curioso del mittente.

"Un'amica sincera."

Jung-kook bevve un sorso di birra e dopo aver riflettuto se potesse essere una mail truffa o un tentativo strano di diffondere un virus nel suo pc, si lasciò vincere dalla curiosità.

Cliccò sul messaggio e lesse quelle poche righe prima di vedere un testo in allegato.


" Ciao, probabilmente ti stai chiedendo chi io sia e ti prometto che te lo dirò, ma ora vorrei che tu leggessi questa storia. So che potrebbe interessarti. Se tu sei anche il minimo di quello che ho sentito sulla tua persona, sono sicura che non cancellerai questa mail. A presto J. Saluti da un'amica sincera"


Jung-kook smise di respirare. Non tanto per il contenuto del messaggio in sé, ma per come lo aveva salutato – A... a presto J?- ripeté meccanicamente deglutendo nervoso.

Solo una persona poteva conoscere quel nomignolo.

Con il cuore in gola, aprì l'allegato e da esso si aprirono una serie di pagine. Posò il boccale e facendo un gran respiro e s'immerse nella lettura.


" Eryn era da pochi mesi diventata la cameriera ai piani di uno dei prestigiosi alberghi a Los Angeles. Entrare a far parte di quella grande catena d'hotel poteva solo voler dire opportunità future e questo per lei era fondamentale. Come piano B era un ottimo compromesso, dato che il suo vero e proprio sogno non lo avrebbe mai potuto concretizzare.

Quella mattina con quello strano peso al cuore, s'incamminò per quel lunghissimo corridoio dal tappeto rosso borgogna e come se già lo avesse preventivato, inciampò nel tessuto e la fila di lenzuola pulite e ben stirate caddero facendo il volo dell'angelo sparpagliandosi per tutto il perimetro di fronte a sé.

Eryn guardò il suo operato e rimase per diversi minuti immobile con le lacrime agli occhi. Era la ragazza più imbranata del mondo, lo sapeva, non avrebbe dovuto stupirsi, eppure quel giorno era diventato troppo da gestire e si lasciò andare, infatti piagnucolando si accucciò contro la parete affondando il viso tra le ginocchia.

Non era il lavoro che avrebbe desiderato fare in vita sua e non solo, niente sembrava andare come avrebbe voluto.

Che giornata orribile.


- Ehi non piangere...- una voce roca arrivò attraverso la porta di fronte a lei e d'istinto si alzò in piedi spaventata.

- N... non sto piangendo -

- ...scusa ti vedo dallo spioncino della mia camera...- rispose in imbarazzo – Non volevo spiarti, ma ho sentito un gran trambusto e volevo capire se era tutto a posto... -

La ragazza si asciugò le lacrime con la manica della divisa, aveva fatto un pasticcio e l'avevano anche vista, poteva andare peggio di così?

- E' da poco che sei qui?- chiese ancora non sentendola più parlare.

- S..si...- rispose abbassando gli occhi – Si vede così tanto, eh?!- sentì una leggera risata arrivare da dietro la porta perlacea e con un leggero fastidio ritrovò un po' di sicurezza e riparlò – N...non è quello che vorrei fare nella vita...io ho un altro sogno in realtà...-

Non sapeva perché voleva farglielo sapere, ma le venne spontaneo liberarsi di quel peso che aveva nel cuore.

- Qual è? Se posso chiedertelo...- chiese curioso quel misterioso individuo.

- Ah...tanto è inutile...- si piegò per raccogliere le lenzuola sconfitta – E' un sogno impossibile...-

Allo strano sibilo sentito, si fermò.

- Non diciamo sciocchezze! Tutti hanno il diritto di credere nei propri sogni, l'unica differenza è chi ci crede davvero e chi no. Se tu per prima non credi di potercela fare, allora stai tranquilla che non ce la farai mai!- rispose con ovvietà ed Eryn strabuzzò gli occhi, non aveva tutti i torti, ma lei era così insicura, poteva davvero aspirare così in alto?


- Aspetta un secondo! Ma tu parli coreano! Ahah! Chiacchierando non me sono nemmeno reso conto! Che sollievo! Sono chiuso qui dentro e l'idea di rimanere in un paese straniero, chissà per quanto tempo, senza poter dialogare con nessuno mi stava logorando!- disse rincuorato, tossicchiando qua e là per aver parlato così a lungo.

Eryn si girò verso la porta e corrucciò lo sguardo – Io sono per metà coreana e per metà statunitense. Mio padre abita a Seoul e so parlare perfettamente entrambe le lingue...- si batté una mano sulla fronte quando le venne in mente qualcosa – Ma certo! Lei è il signor James, non appena è arrivato qui ha scoperto di essere positivo al covid 19 e...oddio ma questa è la suite ed io la sto disturbando... mi scusi...- con velocità afferrò alla rinfusa tutti i lenzuoli, ma la sua voce roca ed allarmata la fermò.

- No... non andare per favore...- si schiarì la voce inutilmente per poi riparlare – Qual è il tuo sogno? Pensavi che me ne fossi dimenticato?-

Eryn sospirò, era dubbiosa se dirglielo o meno, poi umettandosi le labbra confessò – Vorrei fare la scrittrice...ma...-

- Ma? E' un sogno bellissimo!-

- Ma...non ho mai fatto leggere a nessuno le mie storie...sono troppo insicura e timida...- rivelò imbarazzandosi sempre di più per quella rivelazione.

Dopo qualche secondo di silenzio, il ragazzo riparlò con convinzione – Come ti chiami? -

- Mi chiamo Eryn, signor James...-

- Eryn ho appena avuto un'idea geniale!- prese un lungo respiro dopo aver tossito – Io mi sto annoiando a morte qui, non mi piace stare troppo al cellulare e il catalogo di Netflix lo so praticamene a memoria. Avrei davvero piacere di fare qualcosa di nuovo, magari sentire qualche storia... che ne dici?-

- Non credo di aver compreso...-

- Io ascolto le tue storie e tu non mi farai passare la quarantena da solo in questa camera, cosa ne pensi?- domandò entusiasta.

- C...cosa?! H...ho appena detto che sono timida e che...-

- Eryn, ascoltami...diciamo che anche a me piace scrivere e nel mio piccolo ho capito che se non si ha mai un parere esterno, non si può crescere. Come puoi capire se hai alcune mancanze o se invece sei un talento naturale e ti fai inutili problemi inesistenti?- la sua voce assunse un'improvvisa sfumatura dolce nel concludere il discorso - Sai che il modo migliore per "aprirsi" è farlo con un estraneo?-

Quella domanda la lasciò senza parole. Poco convinta si avvicinò alla sua porta.

- Le ascolterebbe davvero... le mie storie?-

- Certo e dammi del tu, per favore! Credo che abbiamo la stessa età...- rispose con allegria.

- James grazie...-

- Ah... James è un nome falso! Chiamami J...-"


Jung-kook si staccò dallo schermo distrutto.

Perché doveva rivivere ancora una volta tutto quanto?!

Quello era stato il suo primo incontro con lei...con quella ragazza dai grandi occhi argentei così rari e così pieni di significati nascosti. Come poteva dimenticarla?

L'aveva osservata in quella sua divisa di un colore rosa sgargiante che non le rendeva affatto giustizia, fin troppo grande per la sua figura esile e minuta. Quando era precipitata davanti alla sua porta l'aveva trovata così tenera e adorabile. L'aveva osservata quando si era appoggiata al muro nascondendo il volto tra le ginocchia e aveva notato come la sua lunga treccia castana nella caduta si era sfatta, aveva provato una gran tenerezza nel guardarla. Avrebbe voluto aiutarla, tuttavia era bloccato in quella maledetta stanza. Ma forse grazie a quell'incidente aveva avuto la fortuna di conoscerla o a quel punto sfortuna... non lo sapeva nemmeno lui ormai.

In un impeto di rabbia, scrisse a quella persona per sapere chi fosse e come faceva ad avere tutte quelle informazioni, ma dopo aver aspettato diversi minuti senza ricevere alcuna risposta, con il cuore stretto in una morsa, continuò quella lettura.

Quella storia di una parte della sua vita, forse diventata la più importante.


" Dopo ben cinque giorni fatti di letture, chiacchiere e risa, dal pomeriggio fino a tarda sera, arrivò quel momento che Eryn aveva temuto e sperato arrivasse.

- Sono negativo Eryn!! Finalmente posso uscire!!- confermò in un impeto di gioia, ma lei già l'aveva capito, era da due giorni che la sua voce era migliorata incredibilmente. Non più roca ma squillante e nitida. Era contenta, ma ora avrebbero passato meno tempo insieme e si era abituata a quella nuova quotidianità.

Grazie a quello sconosciuto aveva trovato quel poco di sicurezza nel raccontare sia le sue preziose storie che di sé. Cosa alquanto sorprendente.

Aveva notato che J parlava vagamente della sua persona, ma anche se poco, le era chiaro che avessero diversi punti in comune. Amavano la musica, scrivere ed il saper ridere per sciocchezze come bambini. Quando finiva il turno, non aspettava altro che sedersi davanti alla sua porta e raccontargli storie di ogni tipo, romantiche dai finali dolci, fantasiose con colpi di scena sorprendenti o gialli misteriosi dal risvolto accattivante. Ogni racconto era tratto dal suo quaderno consumato dal tempo, ma così prezioso ai suoi occhi e neanche una volta quel ragazzo si era lamentato o stancato di sentirla, ma anzi interagiva e diventava sempre più curioso. Era felice, finalmente era riuscita a trovare quel coraggio che le era sempre mancato e lo doveva tutto a lui. L'aspettativa di vederlo e sapere chi fosse in realtà, cresceva ogni giorno di più. Quando tornava a casa non faceva altro che fantasticare su lui e doveva ammettere che il suono della sua voce era la cosa più bella mai sentita in vita sua.

- Oggi devo uscire, devo raggiungere gli altri membri per allenarci... scusa non posso essere più chiaro di così...- disse improvvisamente insicuro.

Non era la prima volta che accoglievano clienti riservati che lasciavano nomi falsi alla reception, quindi non si fece troppe domande. Rispettava la privacy altrui.

- Non c'è problema, non ti ho mai chiesto niente J. Allora buon allenamento!- fece per andarsene, ma la sua voce la fermò ancora una volta.

- Dovrò stare qui per un po', quindi riprenderemo le nostre letture! Devo ancora scoprire se le mie intuizioni sono giuste... per me quello sciamano è dalla parte dei buoni!- spiegò pensieroso ed Eryn scoppiò a ridere.

- Questo non te lo dirò mai ahah-

Quel giorno non s'incontrarono e nemmeno quello successivo. Ormai era tarda sera e comodamente seduta sul divano di casa sua stava guardando svogliatamente la tv, quando sua sorella maggiore gridò allo schermo.

- Sei pazza?- si toccò il petto ancora scossa.

- Ma hai visto chi c'è ai Grammy Award?! Ci sono i Bts!! Oddio guardali! Sono bellissimi!- gridò ancora nel vederli ballare la canzone Butter – Guardalii!! Hai visto Jung-kook scendere dal soffitto?! Cosa si sono inventati!-

Eryn nel sentirla ancora su di giri, rise guardando lo schermo con più attenzione – Ally, se continui così ti verrà un colpo, calmati ahah-

- Non hai idea di quanto tu sia fortunata sorellina! Quanto pagherei per fare il tuo lavoro – commentò esasperata.

- Ed ora di che stai parlando?-

Ally si girò strabuzzando gli occhi sorpresa – Non lo sai?! Oddio sei seria?!- si avvicinò a lei parlando sottovoce, come se qualcun altro la potesse sentire – Nel tuo albergo alloggia Jung-kook ed è stato per ben cinque giorni chiuso nella sua camera per il covid. E' riuscito in tempo a partecipare ai Grammy. Va bene che sei un po' svampita, ma non pensavo a tal punto!-


Eryn sbiancò pian piano a quella scoperta.

Riguardò lo schermo della televisione e vide i Bts al completo seduti in semicerchio con davanti il presentatore intonare in modo strano la filastrocca di un gioco per bambini ora riuscito di moda grazie al telefilm Squid Games.

Si concentrò nel guardare solamente Jung-kook, quel ragazzo dallo sguardo intenso e si sentì andare in iperventilazione.

Possibile che per cinque giorni avesse parlato con lui senza accorgersi minimamente di chi fosse?

Il ragazzo d'oro del gruppo più famoso al mondo candidato ai Grammy, aveva sentito le sue storie?!

Si alzò dal divano meccanicamente e andò a sciacquarsi il viso, si guardò allo specchio e dire che era rossa era dir poco.

- Noo!! Non hanno vinto!! Che palle!!- l'ennesimo grido della sorella la fece sobbalzare.

Eryn prese un respiro, poi un altro e si decise.

Uscì dal bagno, prese la giacca, le chiavi della macchina e si diresse alla porta.

- Dove stai andando a quest'ora della notte?- chiese la sorella distrattamente, mentre era evidente fosse ancora infastidita dal responso sentito, tanto che chiuse la televisione e gettò il telecomando dall'altra parte del divano.

- Ho... ho dimenticato una cosa a lavoro... vado e torno, ok?-

Senza sentire una risposta uscì di fretta, si diresse alla sua auto e guidò fino ad arrivare in albergo.

Rimase ferma per qualche ora nella stessa posizione, poi con rinnovato coraggio uscì e camminò a passo veloce fino alla porta, esattamente quella che fino a quel giorno le aveva dato un certo conforto e aspettativa.

Restò altri minuti davanti ad essa con il pugno alzato, indecisa sul da farsi. Era davvero tardi e lei era lì impalata come una scema pur sapendo che a breve avrebbe dovuto prendere servizio. Genio.

- Fanculo...- sospirò tra i denti, bussò e attese.


Con passo trascinato sentì arrivare J e senza nemmeno chiedere chi fosse, la porta si aprì di getto.

Eryn sbarrò gli occhi alla vista di Jung-kook.

Capì quanto fosse sorpreso dalla sua espressione stupita.

I suoi occhi antracite si allargarono sempre di più e la bocca mimò qualcosa, ma da essa non uscì alcun suono, Eryn lo squadrò e notò che era ancora vestito con quello stesso completo visto in televisione. La giacca scura e lucida si posava perfettamente con la sua corporatura muscolosa rimanendo aperta, mostrando la maglietta attillata al di sotto di colore nero. Maglia che non lasciava nulla all'immaginazione, riusciva ad intravedere la sporgenza degli addominali cosa che la fece deglutire inutilmente dato che non aveva più alcuna salivazione. Lo vide avanzare di un passo mostrando i muscoli tesi delle gambe, fasciate elegantemente con dei pantaloni anch'essi scuri e lucidi e si bloccò allo stipite della porta.

Con una mano si toccò i capelli corvini in evidente stato di disagio e distolse lo sguardo.

- C...cosa ci fai qui? E' tardi...- chiese con voce insicura mordendosi improvvisamente il labbro e notò solo in quel momento l'anellino argentato che avvolgeva il labbro inferiore e percepì successivamente un intenso odore di alcool che le arrivò alle narici.

Pensò che probabilmente si era fermato con gli altri ragazzi a bere qualcosa dopo la trasmissione. Magari voleva stare da solo ed invece era lì davanti a lui.

Eryn immersa nei pensieri, alzò lo sguardo titubante e si umettò il labbro nervosa – Sei... sei davvero tu allora...- disse con un filo di voce.

Non sapeva nemmeno lei cosa volesse fare, ma aveva bisogno di conferme ed ora che le aveva avute un'improvvisa sensazione di ansia l'avvolse.

Lei una semplice cameriera che stava provando una certa simpatia per uno sconosciuto, si era dimostrato essere il ragazzo d'oro dei Bts. Il gruppo più famoso al mondo.

Assurdo.


- S...scusa... è vero è tardi hai ragione...- disse agitata portandosi una ciocca castana dietro l'orecchio, si girò e s'incamminò verso l'uscita, ma una mano tatuata la fermò per un braccio.

- Eryn...non cambia niente...- disse all'improvviso ricercando i suoi occhi – Anche se hai scoperto chi sono, che importa?-

- Che... importa?- chiese col cuore in gola per quella vicinanza improvvisa – J... o meglio Jung-kook...non possiamo farci vedere insieme...torna... torna nella tua stanza...sono per metà coreana anche io e so che avete mille limitazioni a livello sociale e...-

Jung-kook rinforzò la presa per averla più alla sua mercé – Per una volta ho avuto la possibilità di fermarmi e conoscere una persona senza occhi indiscreti attorno e secondo te ora dovrei privarmene?- chiese perplesso – Eryn, ci siamo incontrati per caso e in qualche modo mi sono sentito di poter parlare liberamente con qualcuno di cui avevo la sincera curiosità di conoscere e che ho tutt'ora...non scappare da me...sono sempre io... J -

La sue parole soffiate la lasciarono sbalordita. Lui voleva davvero conoscerla? Perché mai?

- Tu...tu non sei solo J...- mormorò confusa - Non ha senso quel che dici...ci conosciamo appena da cinque giorni, come puoi voler conoscere me? Non sono una ragazza così interessante e non sono niente in confronto a te...-

Jung-kook scosse la testa – Se dici di nuovo una cosa del genere devo trovare il modo per farti star zitta, ti sto avvisando!-

- Sei serio? Te lo devo spiegare davvero io chi sei tu? Il fatto che vuoi spendere il tempo con me è un'eresia e...-

Si sentì afferrare dal mento e con decisione posò le labbra soffici sulle sue. Era solo un'incontro di labbra, non c'era alcuna malizia, solo tanta dolcezza eppure percepì quell'elettricità che la fece tremare per un attimo.

- Ti avevo avvisato Eryn...- sussurrò mantenendo il contatto visivo – Facciamo solo due lavori diversi, niente più...quanto ci può volere per provare interesse per una persona? Mi sono stancato di fare conoscenze superficiali che sfociano solo in un unico punto per poi rimanere con un pugno di mosche in mano. Ho voglia di conoscere quel sentimento di cui ho tanto sentito parlare, ma che non ho mai provato e questa sensazione di aspettativa che mi faceva stare davanti a quella dannata porta ogni giorno aspettando il tuo arrivo, mi ha fatto sentire...diverso...- spiegò ad un centimetro dalla sua bocca ed Eryn rimase in silenzio non riuscendo a dire nulla.

- Sai di cosa sto parlando vero? Lo hai provato anche tu...lo vedevo quanto eri nervosa prima di bussare alla mia porta e di come cercavi di regolarizzare il respiro per non farmi capire che avevi corso pur di raggiungermi...non aspettavi altro di passare il tempo con me ed io con la stessa smania aspettavo te...- sorrise accarezzandole il viso con lentezza – Conosciamoci per chi siamo, pian piano...senza farci influenzare da niente... non chiedo nient'altro Eryn -

- E...se...- riprovò a parlare schiarendosi la voce – E se non dovesse funzionare? Se capiamo di non essere compatibili?-

- Allora in quel caso, non insisterò più e ti lascerò andare...ma se non ci diamo neanche un'opportunità, come possiamo saperlo? Ora inizieremo i concerti e vorrei che stessi vicino a me, cosa ne dici di far parte dello staff?-

Eryn sgranò gli occhi sorpresa, allontanandosi di poco da lui – E' una pazzia... mi stai chiedendo di cambiare tutto così all'improvviso, per conoscerci? Non è eccessivo?-

Jung-kook sorrise incrociando le braccia al petto – La vita è una e bisogna credere in ciò che si vuole davvero...non ti avevo detto già una cosa simile una settimana fa? Quindi perché non dare una spintarella al destino?!-"


Jung-kook leggendo si soffermò sull'ultima sua frase, ricordava perfettamente quando avevano avuto quello scambio di parole ed il loro primo bacio, il primo di tanti e tanti altri.

Con insistenza l'aveva convinta, era riuscito a portarla con lui al concerto, a farle credere nel suo sogno, a suo dire irraggiungibile e proseguire i suoi studi nell'università di lettere lì a Seoul.

Stavano per fare un anno insieme tuttavia, non capiva perché quel maledetto giorno l'aveva lasciato. Era tutto perfetto, aveva avuto ragione fino all'ultimo, lei era la persona che credeva fosse. Colei che voleva nella sua vita eppure, senza dargli un motivo valido era sparita.

Non era un eufemismo, era sparita davvero. Aveva cambiato numero di cellulare, appartamento, era andata via per una pausa prolungata dall'università. E dall'ora erano passati 2 mesi, e in quel lasso di tempo lo aveva trascorso a tormentarsi e a chiedersi il motivo di tale gesto.

L'aveva cercata in ogni modo possibile, ma era come se quella ragazza dagli occhi argentei non fosse mai esistita sulla terra.


Non aveva più voglia di continuare a leggere, il suo cuore ricordava ogni cosa fin troppo bene per ripercorrere passo per passo ogni loro momento assieme.

Guardò il boccale di birra, il suo piccolo sollievo in quel doloroso periodo, lo sollevò ma lo riposò quasi subito, nascondendo il viso tra le mani.

Chi poteva aver mandato quella mail? Aveva sempre avuto degli haters, ma ultimamente stavano dando il peggio di loro, possibile che volessero torturarlo in quel modo?

Possibile che volessero fargli del male puntando a quello?

Sospirando, riguardò lo schermo e credendo ci fossero ancora molte altre pagine, si stupì nel vedere un singolo paragrafo finale. Era solo l'inizio della loro storia e allora perché non c'era scritto altro?

Con il mouse arrivò a quell'ultima parte e lesse curioso.


" Non ce la faccio... mi dispiace... mia sorella mi ha chiesto di raccontare la mia relazione con Jung-kook in una storia... ma non ci riesco. Mi aveva assicurato che trascrivendo ogni avvenimento mi sarei liberata di tutto, ma so che tanto non servirebbe a nulla. Niente cambierà cosa è successo e pur quanto io lo ami, devo tenermi tutto dentro e sparire dalla sua vita..."

Jung-kook sgranò gli occhi, quelle erano le parole della sua Eryn, non stava sognando.

Con ansia crescente, continuò.

"...Quelle ragazze quel giorno sono state chiare e mi hanno avvertito più volte di quanto fossero decise ad andare fino in fondo. Non avrebbero accettato mai che lui avesse una ragazza al suo fianco, piuttosto che vederlo con qualcuna, lo avrebbero ucciso.

"Se non potevano averlo allora non sarebbe stato di nessuna" questo continuavano a ripetermi più volte.

Mi sono spaventata e sono andata alla polizia, ma l'unica cosa che mi hanno saputo dire era che avevano troppe poche prove e non potevo accusare qualcuno senza fornirle.

Quando le sasaeng hanno scoperto cosa avevo fatto, hanno aspettato mia sorella sotto casa e l'hanno picchiata come monito.

Avrei dovuto spiegarglielo del mio allontanamento? Forse... ma non volevo che credesse che fosse colpa sua. Nessuno ha la colpa. Come potrebbe essere uno sbaglio l'esserci innamorati?

Non sono pentita di ciò che ho fatto, voglio solo che lui sia felice e che quelle pazze lo lascino in pace. Anche a costo di soffrire per il resto della mia vita. Sono disposta a sacrificare la mia felicità per lui e...lo amerò in silenzio come ho sempre fatto fin ora. Questa mia confessione rimarrà sul mio computer per sempre, nessun'altro lo dovrà sapere."


Jung-kook rimase per qualche minuto immobile ad assimilare ciò che aveva appena finito di leggere. Si portò la mano tatuata alla bocca e lentamente ricollegò ogni cosa prima della rottura. Ogni suo atteggiamento strano, il suo guardarsi spesso intorno, l'essere più nervosa del solito. L'avevano minacciata di far del male a lui ed alla sua famiglia, se non spariva dalla sua vita.

Chiuse gli occhi distrutto.

Come aveva potuto pensare che non lo amasse più?

Perché nei suoi occhi aveva visto il vuoto e non paura?

Non aveva capito nulla e si stava sentendo un vero idiota.


Con mani tremanti, scrisse un'altra mail a quel mittente misterioso ed ora era sicuro di ottenere risposta.

"Sei sua sorella Ally, vero? Dimmi dove si trova, ti prego..."

Infatti in un battito di ciglia arrivò quella notifica che aveva cercato da tempo. Dopo aver preso la posizione, si armò di giacca, chiavi della moto e corse a perdifiato in garage.

Si svegliò di soprassalto. Un rumore fin troppo urticante entrò direttamente nel cervello di Eryn, con lentezza prese il cellulare e si accorse che erano appena le sei della mattina.

Chi diamine poteva bussare alla sua porta il suo unico giorno libero della settimana?! Da pazzi!

Si mise una vestaglia addosso e si alzò, sperando che chiunque fosse quell'individuo e da come stesse sbattendo il pugno contro la porta, come minimo la volesse avvertire dell'imminente invasione di zombie in città.

Solo quello avrebbe giustificato un simile impeto nel voler tirar giù la porta. Oh ma si sarebbe fatta sentire, nessuno aveva il diritto di interrompere il suo sonno ristoratore.


Si avvicinò alla porta, scura in volto – Si può sapere chi diamine sei?! Ti rendi conto di che ore sono?!-

- Vorrei...vorrei raccontarti una storia...- mormorò col fiatone l'unica voce che non avrebbe mai dimenticato in vita sua.

Eryn tremò.

Si avvicinò e guardando dallo spioncino vide quello stesso ragazzo che le tormentava i sogni. Era a testa china, con le braccia ai lati della porta con un casco a penzoloni a portata di mano e che a fatica cercava di respirare in modo corretto. Non poteva crederci, era sul serio il suo Jung-kook.

Lo vide prendere un grosso respiro e parlare di nuovo – Un giorno... un idol ed una ragazza che lavorava in un albergo si innamorarono. Avevano molte cose in comune e stavano bene insieme. Ma un triste giorno lei sparì, lasciando solo un'incredibile mistero dietro di sé. L'idol passò un periodo terribile, era triste e svogliato e niente aveva più senso senza di lei. La cercò in lungo ed in largo come un disperato, fino a quando qualcuno finalmente gli raccontò la verità - prese una pausa ed alzò lo sguardo – Si sentì un idiota nel sapere tutto...quella ragazza che amava più della sua stessa vita, aveva passato dei momenti orribili e lui ne era stato completamente allo scuro. Venendo a conoscenza dove poterla trovare, corse da lei per dirle che per lui non era cambiato niente. L'amava come il primo giorno e che niente e nessuno avrebbe mai potuto minare il loro rapporto. Perché lui si era un idol, aveva fama e riconoscimenti, ma senza quella ragazza era diventata ogni cosa insapore. Agognava più un suo bacio che qualsiasi altra cosa al mondo e...-

Si fermò chinando ancora il capo, batté nuovamente un pugno contro la porta ed Eryn trasalì nel rivedere il suo sguardo ardere improvvisamente.

- Eryn aiutami a trovare un finale per questa storia...tra noi due sei tu che sa creare le storie più belle ed appassionate...- si avvicinò appoggiando la testa contro il telaio e mormorò con voce flebile – Eryn...so che sei lì...ti prego...un tempo aspettare dietro ad una porta mi faceva sentire vivo, mentre ora mi sta solo uccidendo...non scappare da me...ti proteggerò! Staremo bene, ma devo sapere che tu sei con me...-


Eryn cercò di trattenere le lacrime, ma ormai stavano già uscendo copiose dai suoi occhi. Non sapeva davvero come comportarsi, era scappata cercando di portarsi dietro tutto quello che aveva vissuto per non fargli pesare niente ed ora proprio lui era davanti alla sua porta, sapendo ogni cosa ad implorarla di non scappare ed affrontare tutto insieme. Da quando era sparita aveva evitato di guardare la televisione, ascoltare la radio e aveva anche cancellato l'applicazione Weverse. Tutto pur di non cedere e ricontattarlo ancora. Immaginava sarebbe stato difficile, eppure credeva che lui alla fine sarebbe andato avanti. Un giorno, era sicura che l'avrebbe dimenticata, continuando con il suo lavoro e chissà forse prima o poi sarebbe tornato ad essere felice, ma senza di lei.

Tuttavia lui, con quello sguardo pieno di aspettativa, l'aveva cercata e trovata anche a distanza di tempo.

Con esitazione riparlò – Non...non sono capace di trovare un finale per questa storia Jung-kook...mi dispiace...-

- Sono sicuro che invece tu la possa trovare!- rispose nell'immediato, guardando nello spioncino – Se non sei tu a crederci per prima, allora è vero non lo troverai mai un finale adatto! Ma io mi fido di te e credo dannatamente in noi!- improvvisamente alzò la voce, frustrato - Eryn sono passati due mesi...due mesi senza sapere dove fossi, se stessi bene, a chiedermi se davvero il tuo sentimento era svanito nel nulla. Per favore apri questa porta!-

Eryn si umettò le labbra e guardò quegli occhi antracite velati anch'essi dalle lacrime – Se tu sai tutto...sai il motivo per cui non posso farlo...-

- Vorrei che tu, ti fidassi di me! Se siamo insieme, posso affrontare anche il mostro più crudele delle tue storie, sai? Come pensi che possa spaventarmi un'invasata che vuole solo un po' di attenzioni?! Faremo tutto quello che servirà, ma ho bisogno di te per poter andare fino in fondo! Eryn, credi in noi! Perché io non ho mai smesso di farlo...- modulò la voce, ritornando improvvisamente dolce e vide quella maledetta lacrima solcare il suo viso perfetto – Diamo ancora una spintarella al destino...ti va?-


Eryn aprì la porta non riuscendo più reggere quel discorso, oltre non sopportare di vederlo soffrire in quel modo e si guardarono in silenzio.

Aveva i capelli più lunghi di quanto ricordasse, aveva il viso stanco, ora rigato dalle lacrime ed era dimagrito di qualche chilo, ma la sua bellezza era sempre così evidente da colpirla ogni volta. Aveva una giacca nera da motociclista e dei pantaloni da tuta dello stesso colore, sembrava che fosse uscito all'improvviso da casa senza curarsi minimamente di come fosse vestito.

Jung-kook la fissò quasi incredulo eppure finalmente era lì di fronte a lui. Con i capelli mossi di un disordinato adorabile per il sonno interrotto ed il corpo fasciato da una semplice vestaglia da notte color bianco.

In un attimo lasciò il casco e si avventò su di lei abbracciandola forte a sé, come se dovesse assicurarsi che lei era reale e non fosse una visione. Tuffò il viso tra i suoi capelli castani e respirò il suo profumo dolce che tanto gli era mancato.

Eryn sentendo la sua presa salda, non ci mise molto a ricambiare e lo strinse a sua volta – Jung-kook io...- mormorò piangendo contro la sua spalla.

Con gli occhi lucidi scosse la testa e sorrise scostandosi di poco – Non dire nulla! Ora sono qui...ed è questo quello che conta davvero!-

La guardò con intensità e la baciò con impeto, con bisogno. Quanto gli era mancata! Risentire le sue labbra al contatto con le sue, rivedere i suoi bellissimi occhi argentei, sfiorare la sua pelle lattea con le dita, erano cose che aveva sognato ogni notte da quando se n'era andata.

Non negava che era stato un tormento, desiderarla in ogni modo possibile e non poterla avere. Cosa non avrebbe dato per poter risentire anche solo la sua voce, la sua risata ed ora finalmente l'aveva ritrovata e niente e nessuno gli avrebbe riportato via la sua felicità.

La strinse a sé con più forza e con esigenza continuò a baciarla con passione, senza smettere nemmeno un secondo. Con insistenza sfiorò più volte il labbro inferiore con la lingua per farle capire che voleva intensificare il bacio e non appena sentì lo schiudersi della sua bocca si fece strada per stanare la gemella e toglierle il respiro dall'irruenza che sapeva di avere.

In quel bacio c'era tutto quello che non erano riusciti a dirsi in quei due mesi di distanza e che mai più avrebbe voluto ripetere, lui per primo voleva farle capire quanto si fosse sentito logorato.

Con un calcio diede un colpo alla porta e la chiuse dietro di sé. Si piegò leggermente e senza alcuno sforzo la sollevò dalle cosce per appoggiarla su di un mobile all'entrata, facendole scontrare la schiena contro il muro.

Si posizionò in mezzo alle sue gambe e premette il bacino contro la sua femminilità coperta dal tessuto fine del suo pigiama di seta di color rosa antico e si strusciò sensualmente su di lei, non mancando di far scorrere le mani sul suo corpo che era esattamente come lo ricordava. Perfetto per le sue mani.

Smise di baciarla solamente per dedicarsi al collo affusolato, sfiorandolo con la lingua e per lasciarle dei piccoli morsi alla base di esso. Aveva voglia di lasciare traccia di sé ovunque potesse, perché voleva marcare a fuoco il suo passaggio e rimarcare che lei era sua e di nessun altro.


Eryn era totalmente in sua balia, lo stava sentendo su ogni parte di sé, sentiva la sua bocca con quel dannato piercing sul labbro e le sue mani, che viaggiavano liberamente sul suo corpo regalandole sensazioni che non pensava più di poter riprovare. Non riusciva ad essere lucida e quel periodo passato lontani l'uno dall'altra, ora stava diventando solo uno spiacevole ricordo che avrebbe solo voluto dimenticare il più presto possibile. Voleva davvero avere fiducia in lui, in loro, sarebbe stato difficile e sicuramente avrebbero sofferto, ma ora era consapevole che sarebbe stato diverso, perché avrebbero affrontato tutto insieme.

Lo guardò con gli occhi impregnati di lussuria e vide le sue mani curate con quelle deliziose vene che amava guardare di nascosto, armeggiare con la sua vestaglia, famelico di lei.

Il suo Jung-kook era così. Passava dall'essere a volte timido ed impacciato all'essere la persona più sensuale e la più seducente dell'intero pianeta. Lei non era forse impetuosa quanto lui, ma sapeva bene come farlo impazzire.

All'ennesimo bacio bagnato sul suo collo non riuscì a trattenere un gemito e si ancorò disperata ai suoi capelli. Erano così morbidi e setosi e quel taglio le stava facendo totalmente perdere la testa. Li strattonò per riportare lui alla sua bocca per baciarlo ancora ed ancora. Aveva bisogno di riassaporarlo, di imprimersi nella memoria la percezione di quell'anellino che svettava dal suo labbro inferiore, di divorare quel singulto di piacere nell'incontrare nuovamente le sue labbra rosse come fuoco.


Jung-kook non riusciva a smettere di sfiorarla ed accarezzarla, dopo tutto quel tempo senza vedersi e viversi, avrebbe voluto fare le cose per bene con lei, ma la voglia di lei era troppa. Doveva averla seduta stante o sarebbe impazzito sul serio.

La prese in braccio e quando intravide il divano a pochi metri da lui, capì che quella sarebbe stata la sua meta definitiva. Era troppo impegnato al momento per poter cercare la camera da letto, non sarebbe riuscito ad aspettare oltre.

Nel tragitto si sentì mordere e leccare all'altezza delle clavicole e sorrise nel capire che non era il solo a pensare a quelle cose. Eryn lo voleva marchiare come suo e Dio solo sapeva quanta voglia avesse nel seguire a ruota il suo gesto. La sua piccola era sua e lo sarebbe stata per sempre.

- Eryn così non mi aiuti...- gemette sentendo la sua lingua bollente ripercorrere il percorso dal collo fino alla mandibola - ...se continui così, finisce che ti prendo direttamente contro il muro...-

La sdraiò a fatica sul divano e si liberò di quella giacca scura che era solo d'intralcio guardandola ardentemente – Cosa sei?- sussurrò con la voce arrocchita di desiderio prima di sdraiarsi su di lei.

Le tolse quell'inutile vestaglia e le sfilò la maglia del pigiama con veloci gesti e si sentì compiaciuto nello scoprire che non indossava il reggiseno. Si chinò sul suo seno e si deliziò nel percepire le sue piccole areole rosa diventare turgide ad ogni ogni tocco e bacio ricevuto.

- Alla mia piccola piacciono queste attenzioni, vero?- domandò curiosando la sua espressione totalmente avvolta dal piacere e dal rossore che si era diffuso sulle sue gote. Amava metterla in imbarazzo.

- Jung-kook...ti prego...- mormorò a fatica.

- Cosa piccola? Per cosa mi stai pregando?- chiese dedicandosi con più premura al suo seno tanto da sentirla fremere sotto le sue mani.

- Non rie...non riesco a resistere oltre...- ansimò ricercando i suoi occhi – Ho bisogno di sentirti...non posso aspettare ancora...-

Il corvino capiva bene quel suo bisogno impellente perché diamine, lo stava sentendo anche lui. Si alzò con uno slancio, si liberò della maglia e si tolse di tutta fretta anche i pantaloni ed i boxer.


Lo stesso fece anche Eryn, si tolse ogni indumento che aveva ancora addosso e con un sorrisino furbo, fece ricadere il ragazzo seduto sul divano.

S'inginocchiò di fronte a lui e lo guardò maliziosa da quella prospettiva. Vedeva ogni tatuaggio, partire dalla mano fino alla sua spalla e ricordò quanto gli piacesse passare la lingua e baciare ognuno di quei disegni pieni di significato e valore. Ogni muscolo perfettamente allenato e sensibile al suo tocco e quell'espressione di sorpresa che amava, piena di ardore nel guardarla. Era perfetto.

Sfiorò le cosce possenti e toniche con lentezza fino ad arrivare al suo membro che svettava in tutta la sua fierezza di fronte a lei. Si allungò per sfiorarlo con la lingua, dalla base alla punta e lo avvolse con la bocca, senza distogliere lo sguardo fisso da lui.

Lo sentì tremare ed un potente gemito uscì dalla sua bocca – A...avevi detto che avevi bisogno di sentirmi...- lo vide chiudere gli occhi e appoggiare la testa contro lo schienale – Non vale così... Aah...-

Eryn sorrise continuando con più insistenza, adorava vederlo perso nel piacere grazie a lei. Voleva già averlo dentro di sé, ma come poteva privarsi di risentirlo in ogni modo possibile dopo tutto quel tempo?

Lasciò scorrere le labbra sull'asta più volte, passando infine la lingua sulla sommità e si deliziò di ogni gemito e respiro pesante sentito.

Con una mano lo accarezzò lentamente, ripercorrendo il percorso dei suoi addominali scolpiti, salendo fino ai pettorali definiti, fino ad arrivare alla sua bocca schiusa, che lui, accorgendosi del suo tocco mirato, usò per afferrare il suo indice e lo leccò con lussuria.


Senza dire nulla, Jung-kook l'afferrò e la fece sdraiare sotto di lui e la ribaciò togliendole il respiro.

La strinse a sé con possessione, passò le mani per tutto il suo corpo, prima le braccia, poi il seno, i fianchi, le cosce. Aveva bisogno di toccare ogni centimetro di lei, di risentirla sua. Lentamente arrivò alla sua femminilità, sfiorò più volte quel punto caldo e capì subito quanto fosse impaziente. L'aveva appena toccata, eppure percepiva già quanto fosse bagnata e questo lo fece impazzire. Stimolò il clitoride con movimenti circolari e la sentì fremere, il tutto era accompagnato dai suoi ansimi. A fatica riuscì a staccarsi dalle sue labbra e nel guardarla non riuscì a non pensare a quanto fosse bella la sua Eryn. Dopo aver giocato a sufficienza con la sua perla ormai gonfia di piacere, entrò in lei con due dita. La vide trattenere il respiro, ma questo non lo fermò dal pompare immediatamente dentro di lei.

- Sei così bagnata Eryn...mi farai morire...- sussurrò contro le sue labbra lucide e rosse dai baci dati e ricevuti.

- Jung-kook...entra dentro di me...- mugolò disperata stringendolo in una morsa.

Il corvino sorrise, voleva accontentarla, ma prima aveva la necessità di regalarle un primo orgasmo, dato che sentiva quanto fosse vicina.

Le leccò il collo lentamente ed arrivò al suo seno. Si avventò su di esso e la marchiò in più punti, mentre non le dava tregua con le dita. Prima piano, poi veloce e poi di nuovo piano. Sapeva che la stava facendo impazzire. Con il pollice riprese a torturare il clitoride sempre più pulsante e sapeva che ormai era al limite.

- Lasciati andare Eryn...fammi sentire quanto ti sta piacendo...- sussurrò prima di succhiarle il capezzolo turgido.

La ragazza ormai in un disastro di gemiti, si ancorò alla sua schiena possente ed esplose di goduria urlando il suo nome. Dopo essere venuta, esausta, crollò tra le sue mani e a fatica riuscì a riguardarlo negli occhi.

- Jung-kook... ho davvero bisogno di sentirti...- bisbigliò ormai priva di forze.

Il corvino lentamente sfilò le dita da lei e le lasciò un bacio dolce sulle labbra – Anche io, non sai quanto...-

Appoggiò il suo membro tra le sue gambe e scivolò subito dentro di lei, era così accogliente che rabbrividì dal piacere. Digrignò i denti nel sentire quella stupenda sensazione che gli era mancata, essere una cosa sola con lei. La sua Eryn.

Iniziò lentamente e, anche se era fin troppo eccitato, riuscì a controllarsi ed entrò e si ritirò ad un ritmo blando

- Dimmi che sei mia Eryn...- disse ricercando i suoi occhi – Dimmi che non scapperai mai più da me...-

Lei lo guardò in silenzio, averlo sopra di lei, specialmente con quello sguardo, era sempre un'emozione unica. Si sentiva travolta da lui ogni singola volta. Era sua, sì. Lo era stata sin dalla prima volta che lo aveva visto. Ma poteva davvero promettere che non sarebbe scappata? Aveva paura, eppure lui era lì, incurante del pericolo solo per riaverla con sé.

Jung-kook vedendola spaesata, aumentò improvvisamente le spinte con decisione e rimarcò le sue parole con voce roca e possente – Eryn dillo! Ho bisogno che tu me lo dica!- le alzò una coscia e le afferrò il sedere con forza, affondando ancor di più in lei – Dimmi che sei mia e resterai con me qualsiasi cosa accada!-

Eryn sussultò ad ogni stoccata e con quel poco di raziocinio rimasto, riuscì a sussurrare quelle poche parole – S...si! Sono tua! Aahh...- gemette – Qualunque cosa accada...-

Soddisfatto la baciò ancora e la strinse a sé come se volesse imprimere quel momento per sempre nelle loro vite. Nessuno si sarebbe rimesso tra loro, perché lo avrebbe impedito in ogni modo possibile. La sua Eryn era il suo faro in un giorno di nebbia, era la sua oasi nel deserto, lei era e sarebbe stata per sempre quella luce che aveva sempre cercato in quel mondo oscuro.

Continuò a penetrarla, senza mai distogliere lo sguardo dal suo viso godurioso. Aveva sentito troppo la sua mancanza ed ora voleva riassaporare ogni dettaglio, le sue espressioni, la sua voce ormai incontrollata e comandata solo dalla lussuria.

Quando la sentì ansimare più forte capì che stava per raggiungere il culmine, aumentò il ritmo e sentì il membro sempre più stretto contro le pareti che lo stavano avvolgendo.

- Avanti piccola...- sussurrò leccandole e mordendole il lobo dell'orecchio – Sento che stai per venire di nuovo! Sì, vieni per me! -

Eryn, sotto la spinta delle sue parole, venne nuovamente sgretolandosi tra le sue mani. Jung-kook nel vederla totalmente persa in quel mare di piacere non resistette oltre e si lasciò andare a sua volta con un ultimo affondo dentro di lei.

Si accasciò sul suo corpo distrutto e le baciò il collo con leggeri baci a farfalla – Eryn...io...- sussurrò piano contro la pelle bollente di lei.


- Jung-kook...credo di aver capito una cosa...- disse all'improvviso col fiato corto, girando il viso verso di lui.

Lui alzò lo sguardo curioso e si perse per un momento in quegli occhi argentei – Cosa?-

- Credo di aver trovato il continuo ed il finale per la storia...- rispose con entusiasmo, facendolo sorridere.

- Davvero? E come prosegue?- domandò dolcemente accarezzandole la guancia ancora arrossata dal piacere provato poco prima.

- Allora...la storia continua così, ascolta...- mormorò prendendogli la mano tatuata stampandoci un bacio su di essa – Per l'idol e la ragazza non ci sarebbe stata vita facile e avrebbero affrontato mille avversità ed ostacoli, ma sai una cosa? Scoprirono di avere un super potere...-

- Sul serio? - chiese curioso, pendendo dalle sue labbra.

- La ragazza credeva che divisi nessuno li avrebbe più scalfiti e sarebbero stati al sicuro, ma si sbagliò e lo capì a sue spese...- guardò la sua mano sorridendo timidamente – Quella ragazza comprese che quel potere si sarebbe solo attivato stando insieme all'idol. Con lui avrebbero potuto vincere contro ogni nemico si fosse presentato davanti al loro cammino...e sai come finirà?- chiese infine umettandosi il labbro nervosa.

Jung-kook la fissò negli occhi con un'intensità tale da scrutarla nel profondo, come se volesse conoscere ogni segreto, anche il più recondito di lei – Come finirà amore mio?-

- Con un per sempre...- mormorò emozionata avvampando sempre di più – Cosa ne pensi?-

Il corvino sorrise, lasciandole un bacio dolce sulla bocca – Direi che è il finale più bello che abbia mai sentito...- rispose felice, stringendola forte a sé – Ti amo così tanto Eryn-

Ricambiò la stretta, sentendo nuovamente gli occhi lucidi – Anche io...non ho mai smesso Jung-kook!-

Rimasero stretti in quell'abbraccio d'amore pieno di emozioni e di un nuovo inizio tutto da scrivere, ma nuovamente insieme...e questa volta per sempre.


- The End -




Ciao a tutti!!

La seconda one shot poteva non essere dedicata a Jung-kook? >.<

Specialmente in questo mese di Luglio?! L'arrivo di Seven ci ha uccise letteralmente, lo so ahah ^.^"

Comunque, ritornando a noi...quando ho saputo che Kookie si era preso il Covid a Las Vegas, ho immaginato quanto si fosse annoiato dentro la stanza d'hotel e da lì mi sono immaginata...e se nella sfortuna avesse incontrato qualcuno che lo avesse aiutato a distrarsi? o.o ahah ecco come è partita questa idea.

Spero tanto vi sia piaciuta!! Fatemi sapere cosa ne pensate e vi ringrazio in anticipo!! >.<

Il pifferaio magico è in forma vi avviso...credo che per Agosto arriverà una terza one shot e...sarà divisa in due parti!! U.U

Chi sarà il protagonista?? Eheh

Vi aspetto alla prossima storia!!!

Un grosso bacio Ekylove ;*

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