Big Party

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Raga, siamo a 53 stelline, mama grazie ❤ vi adoro tutti ❤

Sabato, dormo fino alle 10 e quando mi alzao, faccio la doccia e scelgo cosa indossare: una maglietta e mezze maniche nere dei Nirvana con sopra una camicia a maniche corte blu, dei pantaloni color oliva e le Adidas Superstar bianche e nere.
Mamma non è in casa, perché il sabato lavora e mi ha scritto un biglietto con le cose da comprare. Il sabato, fin dai 14 anni, avevo preso l'abitudine di fare la spesa, mi faceva sentire responsabile e mi faceva occupare di lei. Mamma con la spesa era una vera frana, non si rendeva nemmeno conto di un'offerta o di un coupon. E a me piaceva osservare tutti quei colori e quelle cose.
Esco di casa con la lista e i soldi e saltao sulla mia moto, una Honda GL1800 Gold Wing rossa, un regalo di mio zio Daniel di due anni prima.
Con quel mezzo ne avevo sempre combinate di ogni, tra cadute e corse nella zona industriale, e quel sabato sarebbe stata la prima volta che la usavo, lì a Filadelfia.
Quando salgo, metto il casco scuro, stringo il cappotto e tolgo il cavalletto prima di far partire tutto; un senso di ebbrezza di movimento, mi fa sorridere. Il rumore non è troppo forte, ma si sente che il mezzo è molto forte.
Imbocco le strade trafficate e conduco con tranquillità il mezzo, fino al centro commerciale.
Parcheggio e chiudo la moto con una grossa catena, prima di entrare.
Tutti i colori che mi trovo davanti mi danno allegria, una rinnovata abitudine che mi è molto familiare. Tutte quelle decine di corsie, l'aria condizionata che ti fa venire i brividi, il movimento frenetico e i carrelli pieni mi fanno sorridere.
Col carrello alla mano, prendo del riso, del formaggio, olive, acciughe, cotolette, carote e pomodori, del latte, dei biscotti e del cioccolato, due sacchetti di asparagi congelati, delle tortillas e la salsa al peperone, del macinato di bovino, del pangrattato, del burro e dello yogurt. Vado alla cassa, faccio passare la tessera e dò il coupon per gli asparagi.
Con i sacchetti equamente divisi, torno alla moto. Carico tutto e torno verso casa. Provo una strada diversa e riesco a fare un pò prima. Entro nel giardino e chiudo la moto, scarco ed entro in casa per svuotare i sacchetti.
Poi inizio a fare un pò di compiti.
Quella sera c'è la festa e ho proprio voglia di andarci. Sul cellulare ero stato riempito di messaggi dalla squadra e anche da Selena.
Sembrava che tutto fosse già programmato e che dovessi abituarmi e ringraziare. E poi c'era la questione del ballo di autunno a cui le ragazze invitavano i ragazzi. E volevo boicottarlo, come mio solito. Ero anticonformista, lo ero sempre stato, pensavo di andare al cinema a vedere... Qualcosa.
Già girava, a parole di Erik, la notizia, che ci sarei andato con Selena; il che era assurdo perchè non c'era stato nessun tipo di segnale da parte mia o sua di questa cosa. Ma infondo perchè io? Insomma, okay ero ancora nuovo, ma gli standard di ragazzi nella mia altra scuola era un pò diverso: dovevi fare parte della squadra di football per essere IN ma io, per quanto atleta ero sempre stato OUT.
E in un altro stato, un vecchio amico, Samuel Blue, mi chiede come sta andando. Mi dispiace per lui, è stato il mio unico amico da quando ne avevo memoria. Ora è solo. Come ero solo io. Ed è un pò quello il motivo per cui accetto le chiacchiere e le attenzioni. Ma se fosse stato per me, avrei ospitato Samuel e saremmo stati ancora solo noi.

Dopo un pranzo leggero, vado a prendere le ultime cose poi, raggiungo Erik nel punto di ritrovo. Da alcuni messaggi di lui, ho scoperto che anche lui ha una moto, più piccola, ma più sportiva.
-cavoli Joans, alla faccia della moto- afferma lui appena scendo. Ridacchio.
-un regalo di mio zio di due anni fa, per lui non sarei stato un vero uomo se non avessi avuto la moto- dichiaro. Con Erik giriamo un pò, fino ad un parchetto con un piccolo campo da basket e con la palla che vi è al centro, decidiamo di fare due tiri.
-quindi tu e Selena, eh?- mi chiede ridacchiando mentre palleggia la palla.
-cosa vuoi sapere Mason?- si ferma e ridacchia.
-è roba seria?-
-no, non credo... È carina, simpatica... Ma non è il mio tipo- dichiaro facendo canestro.
-e di chi siamo parlando di preciso?- mi chiede e ridacchio.
-non lo so... Voglio dire, posso seguire i cliché o posso guardare cosa il mondo ha da offrire, no?-
Annuisce e prende la palla. -poi se la trovi, fammi un fischio e chiedile se ha un amica- rido.
-okay, va bene... Ora però è il tuo turno di parlare- dichiaro.
-cosa vuoi sapere?-
-Alice Martinez, cos'ha che non va?-
Lui storce le labbra. -niente Joans, è che... Voglio dire io non bado a queste cose, ma, lei è un ex cheerleader, suo padre ha perso il lavoro e lei la popolarità... Perché?-
Per un secondo penso che mi stia prendendo in giro, solo dopo capisco che è serio e che in qualche maniera lei me lo aveva anche detto.
Alzo le spalle. -nulla, mi è simpatica, ma non volevo chiedere, mi sembrava invadente- poi mi assale un dubbio. -sono così materialisti nella scuola o sono i pregiudizi?-
Lui fa spallucce poi mi guarda. -ma tu di che ti preoccupi? Sei un'atleta, anche se mettessi incinta mezza scuola continueresti ad essere popolare... Edward, guarda, lascia stare, è meglio- dichiara. -te ne renderai conto da solo dei canoni, per il momento, non fartene un problema- annuisco.
-okay... Sta sera ci vai alla festa di Robby Avery?-
Fa no. -devo lavorare sta sera, raccontamela a scuola poi-
Annuisco. -promesso- poi mentre mi perdo nei miei pensieri, ricordo altre persone su cui prendere informazioni.
-Max Lincoln- gli chiedo.
Ridacchia. -sfigato piedi piatti, lascialo perdere- rido. -prima era okay, adesso è strano-
-Elena Dallas?-
Mi guarda. -è forte anche se sta sempre con Dean Gregory...- lo fermo.
-aspè, che hai detto?-
-Dean Gregory, un amico stretto di Elena, è ok ma un pò associale, perché?-
Gregory... Gregory...
Gregory era il cognome di quel porco di mio "padre".
-come si chiama suo padre?- chiedo mollando la palla.
-... Ehm... Se non canno, credo si chiami Dorian, Dorian Gregory. Sì Dorian perchè gli fanno tutti battute sul romanzo di Oscar Wilde, "il ritratto di Dorian Gray"... perché lo conosci?-
Il mio cuore si ferma per qualche secondo. Il figlio di puttana abita lì! Cerco di mantenere la calma e respiro profondamente.
-no-no, ma mi sembrava un nome familiare- mi invento così sul momento.
-ti va un caffè? Conosco un posto che lo fanno bene senza pagarlo chissà quanto-
Annuì. -certo, a chi non va?- scherzo calmandomi appena. Mentre cerco di far sparire Dorian Gregoy dalla mia mente, Erik ed io percorriamo tutto il parco, prendiamo le moto e ci avviamo a piedi.
-era diversa l'Alabama?- mi chiede e annuisco.
-sì, cioè, l'ambiente è diverso, il modo di trattare la gente è diverso. Frequentavo un liceo che era ancora di una mentalità da matusa e solo avendo una madre single ti isolavano. Ed è una merda, fidati-
Lui non sembra capire. -perchè? Insomma, i tuoi sono separati o qualcosa del genere?-
Alzo le spalle. -qualcosa del genere. Frequentavo lo stesso liceo di mia madre e la gente che prima aveva trattato male lei, trattava male me, per nessun motivo. Così, solo perchè la mentalità era quella... Sono stato sospeso quasi ingiustamente un paio di volte, e ne ho combinate altrettante, tanto sia che mi comportassi bene, sia che mi comportassi male, ero comunque preso di mira anche dagli insegnanti, perciò mia madre ha preferito che ci trasferissimo. Non vuole che perda un'anno per degli stronzi- poi lo guardo.
-cambiamo argomento, ti spiace?-
-no-no, tranquillo- poi guarda. -ora toccano a te le domande- mi dice sorridendo.
-ehm...- e ricominciamo a parlare come se nulla fosse.

Verso le 17, sto facendo la doccia e ancora non riesco a credere alle mie orecchie. Una parte di me, vorrebbe chiedere a mia madre se lo sapeva, per quanto la risposta mi sembri scontata. Ma una parte di me, una parte vitale, quella emotiva e di bambino, vuole nascondere ciò a lei e rimanere in un angolo a piangere. Un'altra invece, vuole andare alla festa, ubriacarsi e dimenticare.
-Edward!- mi sento chiamare dal piano di sotto.
-sopra!- urlo e sento mia madre salire le scale. Lei entra nella mia stanza poi nel bagno. Sto in boxer davanti allo specchio indeciso se barba sì o barba no.
-ciao amore- mi saluta. -tutto okay? Ancora convinto per la festa?-
Alzo le spalle, sto per mettermi a piangere, ma devo resistere.
-si tutto okay, sì ancora mi va- dico piano. -tu, tutto okay?-
Lei mi analizza. -vuoi parlare?- faccio no. -okay, aspetterò che tu voglia farlo e ricordati che sono qui per te, sempre- annuisco. -comunque io tutto bene, sta sera esco anche io, con...un amico, quindi se hai bisogno chiamami in qualsiasi momento, per le 22.30 dovrei essere a casa-
Annuisco ed esce dal mio bagno. Decido di tenere la barba, sarò giovane ma comincio a farmi un'idea, per quanto ne abbia a malapena un inizio.
Poi guardo i miei vestiti, indosso una camicia blu scuro, con sopra un gilet lucido nero. Poi dei pantaloni neri pesanti di fustagno morbido, con una cintura spessa di cuoio. Pettino i capelli, li striglio e con un pò di gel gli faccio prendere un pò di forma e di altezza. Spruzzo del deodorante e un pò più profumo del solito. Metto le scarpe nere e scendendo, butto il cappotto sul divano.
-Edward!- grida mia madre e torno a salire per andare da lei. È nella cabina armadio in accappatoio con i capelli stretti in un asciugamano.
-dimme'- dico con un accento romanesco. È paonazza e si morde le labbra. -cosa faccio?-
Alzo gli occhi. Devo ricordarmi di fare un bel discorso a mia madre, sul tema di "lo specchio dice una cosa, tu sei un'altra"
-quanto amico è?- le chiedo. Lei alza gli occhi e arriccia le labbra.
-dipende...- dichiara. -di sicuro non voglio sembrare una sfattona- dichiara facendo un giro di parole. Non era mai stata così preoccupata per un'uscita, anche se a dire il vero non era mai uscita, uscita.
-vuol dire che non vuoi fare brutta figura, giusto?- ci pensa e annuisce.
Ispeziono la cabina, alla ricerca di qualcosa che possa andare. -questo è bello- dico mostrando un vestito nero che lascia scoperte le spalle a maniche lunghe, che le arriva a metà coscia.
-poi ci metti sotto i platò e siamo apposto- le dico e annuisce. Lei indossa il vestito e io le preparo la piastra e la palette ombretti  "douchrome" di Neve Cosmetics.
Quando mi raggiunge, pronta, la faccio girare sul posto. È molto bella, anche perché il vestito le esalta molto le forme. Direi, decisamente sexy.
Si siede e mi metto a farle la piastra, poi la guardo truccarsi. Ricordo che da bambino lo facevo sempre. Mi è sempre piaciuto guardarla, aveva iniziato a farlo dopo i 16 anni, ma lo faceva raramente.
Mi piaceva pettinarle i capelli lunghi e anche guardarla mentre metteva i collant, diventava un'altra persona, una vera donna oltre la mia mamma.
-che tipo di persona devi vedere?- gli chiedo piano, non sicuro di volerlo veramente sentire.
-un vecchio amico che lavora con me in ufficio, in memoria dei vecchi tempi mi ha chiesto di vederci sta sera e penso sia una cosa bella, forse-
Io sorrido. -beh, se è un amico importante o di cui ti interessa il parere, così stai molto bene... io lo conosco?-
Scuote il capo. -eri piccolo quando lo ho conosciuto, poi ci siamo visti raramente e ho pensato che non stando nella stessa città non avesse senso. Davvero non è nessuno di importante...- ma dicendolo diventa tutta rossa.
Io commento solo con "ehm" ma ho la sensazione che non me la stia raccontando tutta quella faccendo del tipo misterioso.
-ha un nome?- lei mi guarda.
-Edward! Non ne voglio parlare, già è strano... perchè piuttosto non mi dici del tipo che hai visto questo pomeriggio? Erik giusto?-
Sorrido. -mamma... è il mio compagno di biologia, ed inizia ad essere un buon amico, non mi dispiace come persona. E' stato sincero su tutto quello che gli ho chiesto, il che è un bene e abbiamo molti interessi in comune. Non so se arriverei a presentartelo ma anche io sono stato quasi sincero per quanto riguarda casa e te, ma non ne sono ancora convinto-
Lei arriccia le labbra. -tu pensaci, ma io sinceramente non ne vedo il problema. Ma almeno sarà una delle amicizie sane che hai- 

La festa si teneva in una di quelle case di enormi con piscina delle classiche sit-com. Robby Avery, lo avevo visto a lezione e oltre aver ricevuto l'invito dalla squadra, lo avevo ricevuto anche da lui. Era un tipo strano, forse per via della popolarità o forse per via del lusso da cui era circondato, non mi piaceva un gran ché ma per una sera mi andava bene. Arrivai verso le 20.45, dopo aver cenato, in sella alla mia moto. E già rimasi abbagliato dagli albori della festa: lampade di carta bianca volteggiavano attaccate ai ganci di un tendone colossale. Il giardino era enorme e la piscina era colorata dai sali. C'era una palla luminosa e piccoli lampioni sparsi per la proprietà. Una vista mozzafiato, così anche la casa moderna con grandi vetrate, quasi completamente grigio perla. Posai il casco, senza smettere di guardare. Ero senza parole.
Nel tendone già una trentina di studenti ballava o beveva sotto le luci ultraviolette. Il Dj aveva messo Limbo* di Daddy yankee.
Mi avvicinai, alla ricerca di qualcuno che conoscessi e trovai Robby.
-Edward! Ce l'hai fatta! Ti piace la festicciola?-
-sì e mi piace come l'hai messa su-
-grazie fratello!- stavo per ribattere ma lui continua. -divertiti- mi augura e va ad accogliere altri ospiti.
Girando, la mortissima Tess, mi si avvicina con quel suo abbigliamento formale e succinto. -biondo finalmente, è bello vederti...- mi dice abbracciandomi.
-anche per me Tess- dico ma lei subito cambia discorso.
-hai visto mia sorella? So che è una domanda strana, mia sorella non viene mai alle feste ma mi ha promesso che ha questa veniva e ancora non l'ho vista... l'hai vista?-
Non sono sicuro di capire. -no, non credo... e non credo di sapere chi sia tua sorella- ammetto.
-si chiama Elena... non so però se la conosci... cavoli- ma poi mi guarda ancora. -andiamo a prendere da bere o stavi cercando qualcosa di più specifico e hai beccato me?- sorrido.
-vai benissimo tu... ma per ora sto bene così...- lei sorride ma la vedo preoccupata. -senti Tess vai a vedere se trovi tua sorella, io sopravviverò- dico e lei arrossisce.
-grazie biondo, ci vediamo in giro- mi dice e ricomincio il giro.
Vengo assaltato, poco dopo, da una bellissima Selena Williams che indossa un vestito rosso molto attillato e appariscente.
-ho sete cerchiamo il bar e poi cerchiamo gli altri... o possiamo andare fuori noi due- mi dice ammiccando. Mi si secca la bocca.
-andiamo a prendere da bere-
Andiamo a prendere da bere tra la marea di gente e lei mi stringe la mano mentre sono davanti e la conduco. In un angolo della sala della festa c'è un mobiletto con bibite e una cassa di birre. -io una coca- mi dice e le preparo un bicchiere blu in cui rovescio metà di una lattina di coca e l'altra metà in un bicchiere per me.
Lei beve in modo sexy e ormai mi sia aggrappa addosso e per quanto cerchi di darmi un pò di coraggio, infondo lei, a me, sembrava davvero "interessata", io sono un coniglio dentro. Riconosco Alex, che quando mi vede mi saluta e con Kara ci viene vicino.
-forte la festa no?- mi chiede ormai urlando tanto è forte la musica.
Annuisco e vorrei rispondere ma Selena ci interrompe: -vieni a ballare?- per quanto frastornato e vagamente impacciato, annuisco e la seguo al centro della pista.
Balliamo I really like you* di Carly Rae Jepsen. La conosco ed è forte. Lei mi struscia addosso e sinceramente mi sento un pò fuori posto e in imbarazzo.
Al termine della canzone, qualcosa, anzi qualcuno attira la mia attenzione.
-vado a prendere un pò d'aria- mi invento e vado vicino alla persona, quasi, per non dire, letteralmente di corsa. Comincia a fare un pò troppo caldo.
-ehi, ciao- dico veramente entusiasta.

Ciaooo scusate il mortale ritardo ma ho finito internet e non ho avuto la possibilità di concludere prima... Vi piace?
Secondo voi chi è la persona che è felice di vedere??

*per la musica, ricordatevi che siamo nel 2012 quindi ho la lista sei successi dell'anno, non stupitevi se non sono canzoni nuove...

Angolo foto:

La moto di Edward, forte no??

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