New Friends

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Sul fondo, spiegazioni e angolo foto. Un ringraziamo a LasperanzadiCaty, ti adoro

Rimango intontito in un primo momento, ma poi mi accorgo che è venerdì, che ho caldo e che devo andare a scuola.
-oggi ho atletica, probabilmente sarà una giornata più lunga- dichiaro. -mi vieni a vedere?- le chiedo e annuisce.
-appena finisco, vengo- mi promette, poi nella scarsa lucidità del mattino, ci alziamo. Io volo direttamente nella doccia, poi uscendo mi vesto. Indosso una polo blu a maniche lunghe e dei jeans neri.
Preparo la giacca di lana cotta nera col colletto alto a doppio petto e metto le scarpe. Prendo lo zaino, preparato la sera prima e scendo di sotto.
Accendo la macchina del caffè, estraggo il latte e i biscotti e preparo la colazione ad entrambi.
Lei scende, indossa una camicia bianca di cotone elasticizzato e dei jeans a vita alta, chiari.
Mi sorride e mi passa una mano tra i capelli. -grazie- mi dice e le sorrido.
Le verso il caffè nel latte e facciamo colazione tranquillamente.

Arrivato a scuola, cerco Alex. È tra il suo gruppetto e facendomi coraggio mi avvicino.
-ehi Jansen, posso parlarti un secondo?- gli chiedo quando sono abbastanza vicino.
-ciao Joans, certo dimmi- è così disponibile, e magari...
-volevo scusarmi per non avervi raggiunto ieri, sei stato gentile e mi dispiace, devo averti fatto un'impressione orribile- dico.
-no Joans, tranquillo. Sei gentile a dirmelo, ma tranquillo, posso capire e a questo proposito, visto che ci siamo, ti presento il resto della squadra, così ci raggiungi più volentieri se hai un'idea di chi ti aspetta-
Annuisco e mi fa segno di seguirlo. Torniamo vicino alla sua compagnia, sono in 6.
-ragazzi, Edward Joans- dice presentandomi. -Joans, loro sono Danny, Kevin, Louis, John, Ryan e Javier- mi dice. -ragazzi, lui adesso fa parte della squadra- dice loro.
Poi, mentre si parla della festa della sera dopo a casa di Robby Avery, arrivano le "ragazze", capisco poi che si tratta delle fidanzate di 5 dei 7, gli altri due sono gay. Comincio a sentirmi un pò di troppo.
-signore, Edward Joans- dice Alex, stringendo Kara, la sua ragazza. Poi mi guarda. -sei etero?- annuisco. -allora bisogna trovarti una ragazza!- dichiara. -amò, chi starebbe bene con questo bel damerino?- chiede a Kara.
-Selena Williams?- chiede lei e lui ci pensa.
-sì è sexy- dichiara, poi mi guarda. -a pranzo te la presentiamo- e detto questo entriamo a scuola e come al solito, vado alla ricerca della stramaledetta aula, anche se comincio a prenderci il giro.
Ho biologia e siamo in laboratorio. Ci sono tavoli da due, dalla superficie scura e lucida.
Consegno i moduli al professore e mi fa segno di sedermi al terzo banco. Entra in classe un ragazzo dai capelli rossi, vestito bene con una grossa sciarpa blu e nera sopra il cappotto di fustagno.
-ciao, come va?- mi fa venendo a fianco a me. -sono Erik Mason, il tuo compagno di laboratorio-
Gli sorrido e prima che abbia il tempo di presentarmi, posa le cose e va in fondo all'aula. Quando torna ha tutto il materiale di analisi, microscopio, backer, lentine, e una scatolina marrone. Si siede e mi passa un figlio. -qui ci sono gli esperimenti da fare, il prof ne da una serie al mese, poi dopo averli fatti, bisogna fare una relazione e consegnare tutto alla fine del mese- dice. -quelle di ottobre che ho già fatto te le passo, tu copiale poi ci mettiamo d'accordo per fare la prossima insieme, okay?-
Annuisco e rimango un pò di sasso. Lui ridacchia. -sì, ora puoi parlare- dice.
-okay- dico. -io tutto bene, te?- faccio, rispondendo una cosa alla volta. -sono Edward Joans- dichiaro. -grazie, ora copio la lista degli esperimenti e le relazioni, te le porto lunedì- continuo. -okay, come vuoi, dimmi tu quando hai tempo così mi organizzo. Ti inviterei da me, ma c'è ancora un pò di casino, dimmi tu dove-
Lui ridacchia. -certo, va bene da me?- mi chiede e annuisco. -martedì? Facciamo dopo le 5?- confermo ancora. -io ho musica, tu hai qualche attività?-
Guardo l'orario che mi sono fatto, come concentrato di tutto. -anche io ho musica- dico e annuisce.
-suoni qualcosa?- mi chiede.
-chitarra elettrica, classica e un pò di pianoforte- dico. -e tu?-
-il basso-
Persona normale, numero 2. Strana, ma normale.
Quando il prof attira l'attenzione della classe, ho già il numero di Erik salvato nel iPhone.
-forte il tuo telefono- mi dice guardando l'iPhone 5 blu*.
-mio zio, lavora dentro l'azienda, ogni tanto mi manda un modello da provare. Io in genere recensisco gli articoli. Ormai ho casa targata "Apple"- faccio sarcastico. Cerco di sdrammatizzare molti aspetti della mia vita, non voglio che le persone si spaventino.
I miei lavoretti, qua e là, a me fanno comodo, ma in genere non piace.
-ma va...- fa sorpreso. -mio padre sta alla Samsung- e ridacchio.
Copio la lista, ma continuo a parlare con Erik.
È forte, allegro e divertente. Una buona compagnia.
Le due ore di biologia, passano con leggerezza e decidiamo pure di fare un giro il giorno dopo. È brutto raccattare le proprie cose, lui ha lettere, io geometria. Lo saluto al suono della campanella e corro in classe.
Lì, è un buco, quasi come fosse una scatola di cartongesso.
Il prof sembra Danny DeVito, basso e pelato. Mi presento e consegno i moduli.
Mi fa sedere e mentre che arrivano anche gli altri, lui mette i piccoli occhiali sul naso rotondo. Si siede e non aspetta nemmeno che ci siano tutti, inizia a parlare e per seguirlo nei miei appunti, devo correre.
Parla per due ore filate senza nemmeno prendere fiato. Lo inseguo per tutto il tempo e tra me, per tutti i 130 minuti, spero che finisca in fretta, ma lui no, non si ferma nemmeno quando arriva il pranzo e quando se ne rende conto, ci saluta e se ne va.
Prendo le mie cose e corro in mensa.
Mi ritrovo nella stessa situazione del giorno prima. Quasi tutti già posizionati... Ed io.
Sento una pacca sulla schiena e Alex mi spinge verso il suo tavolo: -e bravo Joans... Vado a pendere il pranzo, tu siediti-
Lì il gruppo mi saluta e io, torno a sentirmi in difficoltà, sono troppi, non so gestire tanti occhi su di me.
Lui torna con due vassoi.
-devi metterti in forze, devi correre come un razzo; oggi facciamo i tempi, così decidiamo le specialità, quindi devi metterti in forma-
Il mio vassoio comprende due pezzi di pizza con il prosciutto e funghi, due bottigliette d'acqua e una ciambella.
-quindi vieni alla festa di domani sera?- mi chiede.
-forse, prima devo chiedere se ho impegni- dico. -ti so dire, va bene?-
-bene Joans- e cominciano a parlare di cose che non ascolto, poi arrivano le "ragazze" che cominciano a farmi girare i coglioni. Ma c'è una ragazza di troppo: ha lunghi capelli neri e un viso dolce da birbante e una bella pelle olivastra. -Edward, Selena... Selena, Edward-
Ah, la famosa Selena Williams con cui vogliono che mi metta. È carina... No, spaventosamente carina. Ma non mi dice niente di ché. Lei mi si avvicina e io mi ritrovo a passarmi le mani tra i capelli. Mi danno ansia le ragazze che sembrano perfette... Non come Tess, Alice o Elena.
Lei, Elena, la sento superiore a me, ma non perfetta. Nemmeno Alice, lei è grande, non perfetta. Tess invece è un caso a parte e la vedo farmi le boccacce dall'altra parte della sala e non riesco a non sorridere.
Selena invece è perfetta. Ma sto al gioco, provarci non mi costa nulla.

Corro nell'aula di arte e mentre saluto il prof Dover, gli consegno anche i moduli.
-Edward... Ci hai pensato?- mi chiede.
-sì e ho deciso che magari potrei provare- dico e lui mi batte una mano su una spalla.
-bravo, dopo ti do l'indirizzo e chiamo la mia amica per dirgli che vai- annuisco e torno al mio posto del giorno prima.
Lui ci dice che dobbiamo copiare il viso di un soggetto a nostro piacimento. Io tiro fuori il cellulare e dalla galleria, trovo una vecchia foto e inizio a copiarla.
Gli occhi sono la parte del corpo che preferisco, soprattutto i suoi.
Decido di non colorare, non mi fido dei colori. Trovo che la matita basti, come in un viso basta la pelle per definirlo.
Ma, non del tutto convinto, mi alzo e vado vicino al prof.
-signore, cosa ne pensa?- gli chiedo e lui lo analizza.
-penso che tu abbia un grande talento. Il disegno è pulito, lucido, definito... Posso vedere la foto?- gli mostro la foto di mamma, che durante i 18 anni aveva tagliato i capelli e fatti biondi.
-bellissimo...- dice e si alza, mette il mio disegno su un cavalletto e richiama la classe.
Tutti i miei compagni vengono intorno a noi e torno a guardarmi i piedi. Okay tutto ma tutte quelle attenzioni non mi piacciono per niente.
Mentre lui spiega, cosa dovrebbero fare, che ho fatto io, penso che la prossima volta, mi terrò le mie cose per me, se ogni volta deve essere così.

Nella mezz'ora di pausa, con la squadra di atletica, siamo negli spogliatoi a vezzeggiare e scherzare.
La tuta della squadra non mi dispiace, ce ne forniscono due, una per gli allenamenti e una per le gare e trasferte, con l'unica differenza che una ha il nome dietro, l'altra no.
Per il momento ho solo quella per gli allentamenti, che come l'altra è completamente nera se non per le bande sui fianchi sia della maglia, che degli shorts che della felpa, argento.
Mentre ci cambiamo mi rendo conto che i pantaloncini mi stanno a pennello, ma che la maglietta senza maniche è un pò larga. Poi infilo le scarpe e le ginocchiere.
Usciamo tutti e nel campo, oltre a noi, ci sono le cheerleader. E sugli spalti qualche persona.
Ci mettiamo tutti su una riga, poi al via, fare un giro completo. È una gara e la posso vincere. Siamo tutti in postazione e quando fischia, parto a tutta velocità.
Non mi frega più niente, corro e basta. Il vento è fresco e mi carico ancora di più.
Finisco e mi accorgo di due cose: sono primo, e gli altri sono a metà.
Rido esaltato.
Dio quanto mi piace vincere. Faccio una ruota, entusiasta, non posso credere sia così facile. Il prof dopo che sono arrivati tutti, mi guarda e quasi non gli scoppio a ridere in faccia.
-quanto cazzo sei veloce?- fa esterrefatto Alex. Alzo le spalle.
-no sul serio, nell'altra scuola eri nella squadra? Hai mai gareggiato?- mi chiede il Mr.
-sì ero nella squadra, ma mi hanno sospeso prima di gareggiare. Il Mr non mi faceva correre, diceva che dicevo abbassare la cresta e facevo santo in alto. Non piacendomi molto mi sono ritirato. Ma ho partecipato ad alcune Martone-
Il prof mi si avvicina. -come si chiamava l'altro prof?- mi chiede.
-Barbaro, Roy Barbaro-
-beh Edward, Roy Barbaro è un coglione, sei nato per correre e più veloce lo fai, più ti rilassi. Sei come me, figliolo. Sei un velocista!- tutti applaudono e io finalmente posso ridere.
Comincia a piacermi Filadelfia.
La storia con Barbaro non era proprio come l'avevo raccontata: Roy Barbaro era un vecchio tradizionalista razzista. Aveva avuto mia madre ed essendo a conoscenza della mia esistenza, tormentava lei e tormentò pure me. Come molti altri pensava che fossi uno schifoso bastardo, che a parole sue, "una lurida cagna non avrebbe dovuto partorire". E io, non potevo correre, per quanto fossi sempre stato il più veloce, quasi da Olimpiadi.
Continuammo con Mr.Jeff a fare esercizi e ci organizzammo per la staffetta: Alex era il primo, dopo Ryan, a seguito John e per ultimo io, che ero il più veloce. Dall'altra parte gli altri 4. In quel momento, nel campo entrò quella mora di mia madre, a cui sorrisi. Anche se era lontana, riuscì a vederla sorridermi.
Finita la staffetta l'avrei raggiunta per salutarla e raccontarle brevemente, per il momento, tutto.
Torno serio, concentrato e quando il Mr fischia, guardo Alex che parte con il testimone. In seguito, lo passa a Ryan, che lo passa a John. Quando John corre per venire da me, parto con calma e appena il tempo di prenderlo, che scatto.
Danny, Kevin, Louis e Javier, sono circa al nostro stesso punto. Louis è veloce, ma io lo sono di più.
Scatto e passo la linea di arrivo.
-cazzo sì!- esclamo estasiato e quando lo dico, passa Louis il traguardo.
-bravo Joans- dice lui
-bravo anche tu, per poco non ti prendevo- il Mr con un aiutante ha misurato i tempi. La formazione per la staffetta è Danny, Alex, Louis e io.
Il Mr ci fa provare la nuova formazione e funziona bene, gli altri 4 invece si preparano sui 400 metri.
Mentre lo fanno, raggiungo mamma.
-ciao, com'è andata la giornata?- le domando subito. Lei ridacchia e mi guarda.
-abbastanza bene e la tua? Ti sei messo in moto, Edward?- rido sedendomi a fianco.
-sì e sono molto contento, ho conosciuto un tipo interessante, sto correndo, poi mi hanno invitato ad una festa- dico e lei ride.
-bravo piccolo, ci vuoi andare?-
-dove?-
-alla festa! Ci vuoi andare?- non pensavo che me lo avrebbe chiesto.
-non lo so, dovresti dirmelo tu se posso o no- lei alza gli occhi al cielo.
-io posso anche darti il permesso ma se non ci vuoi andare che senso ha?-
-sì mi piacerebbe andarci, ci sarà la squadra e anche molti miei compagni... Ci potrei andare con la moto e tornare prima di mezzanotte. Per te va bene? Posso?- mi passa una mano tra i capelli.
-sì, ci puoi andare... Il mio bimbo maturo... Guai a te se bevi!- rido e le do un bacio.
-promesso- mi alzo e torno nel campo dove i miei compagni centimetristi si stanno scaldando.
Dopo il Mr ci fa mettere in posizione e fischia. Come al solito scatto e dopo pochi secondi ho passato il traguardo. -bravo Joans, 9'80"... Molto buono- da quanto ne so il record di Bolt alle Olimpiadi, quindi il record mondiale, attuale è 9'63", perciò devo velocizzarmi ancora, ma va bene come primo risultato della stagione.
-quindi, squadra!- ci richiama il Mr. -le regole di comportamento: niente fumo, né canne, poco alcool e niente sesso prima della gare- i miei compagni protestano ma io annuisco semplicemente. -bel lavoro a tutti... Ah Joans, non farti sospendere prima di una gara- ridiamo e ci lascia liberi. Negli spogliatoi, facciamo la doccia, sudati e puzzolenti come siamo. Ma finalmente l'altmosfera mi piace, si ride, si scherza, si tirano asciugamani.
La doccia non è pulitissima, ma per quel poco che ci devo stare ma tengo le ciabatte.
-perché ti sei fatto sospendere?- mi chiede Alex, nella doccia a fianco.
Ridacchio. -rispondo male- e tutti ridono. -non so stare zitto o accettare le critiche. Sono una testa calda- dichiaro. -ma poi dipende anche da situazione a situazione-
Lui ride spruzzandomi. -non provarci mai più, ora hai una squadra che crede in te e che ci conta. Se ti fai sospendere ti veniamo a prendere sotto casa Edward-
Ridacchio. -ti prometto che per voi cercherò di stare zitto-
-zitto no, ma con un linguaggio decente sì- dice Ryan dall'altra stanza. -qualcuno a giocato ad Assassin's Creed 3 di recente?- e inizia una conversazioni sui giochi per pc e Nintendo.

Terminata la doccia, mi rivesto ed esco salutando i ragazzi rimasti. Mi avvio verso gli spalti alla ricerca di mia madre, che trovo a parlare con il Mr.
-Joans- mi dice il Mr. -io e tua madre abbiamo appena finito di fare due chiacchiere su di te... Spero non ti dispiaccia-
-amore, il professore mi diceva che non vede l'ora di vederti gareggiare- continua lei. -e io gli ho detto che a me sembra il minimo venire alla tua prima gara-
Sorrido e le metto un braccio sulle spalle. -è un dovere civico venire alle mie gare, soprattutto per te- faccio sarcastico. -così quando vinco, posso piangere e tu dire che non lo sto facendo- ridono e sono contento. Non mi sento solo. Filadelfia, comincia a sembrarmi una nuova vita...

*la storia è ambientata nel 2012, quindi ci sono ancora gli iPhone 5, ma sta per uscire il 5s
Angolo foto:
Mi sono accorta che non vi ho detto che aspetto hanno i personaggi, perciò rimedio subito, partendo da quelli principali in poi... Più avanti allegherò anche Tess perchè sul tablet non la ho.

QUALCHE CONSIGLIO?
HO PENSATO UNA COSA, SONO APERTE LE SHIP (POSSIBILI COPPIE)... IO IN UN PRIMO MOMENTO HO PENSATO POTREBBERO ESSERE SHIPPABILI, EDWARD+ALEX
EDWARD+ERIK
EDWARD+ELENA
IO NON VI DIRÒ ORA, NÉ NEI PROSSIMI CAPITOLI, QUALE DIVENTERÀ CANON, MA VI DICO CHE È TRA QUELLE CITATE... VOI CHI SHIPPATE??

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro