L'incubo

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Che cosa si doveva ricordare Elena, che non le fosse successo, ormai Discordia non esisteva più, Elayne non esisteva più.

La sua migliore amica poi l'aveva aiutata a superare i suoi ultimi tormenti.
E allora che cos'era quella stella?
Cosa si stava ricordando Elena, quella notte?
--------

Esattamente, non c'era più nulla che potesse turbare Elena...
Allora, quella notte, cosa la teneva costretta a starsene ancora sveglia, senza un motivo preciso?

Seduta sul suo letto, la ragazza si stropicciò gli occhi stanchi, prima di darsi un'occhiata in giro per la sua stanza, per poi posare gli occhi sulla sveglia.

Sì, le lancette segnavano le 12:00, la mezzanotte.

"Cerca solo di tornare a dormire, Elena" mormorò la ragazza sottovoce, e si distese sul letto, abbracciando il suo ormai vecchio peluche di Bendy (da Bendy and the Ink Machine) e poi chiudere entrambi gli occhi.

All'improvviso, un rumore.

I suoi occhi si riaprirono di scatto quando sentì il miagolio di una delle sue gatte, anche se probabilmente era una delle loro solite moine notturne.

Sospirando, la ragazza provò a riaddormentarsi, ma il miagolio continuò, e si trasformò velocemente in un soffio abbastanza aggressivo.

Rendendosi conto che qualcosa non andava per il verso giusto, Elena si rialzò dal letto, afferrando la torcia che era sul suo comodino.

Stava anche per chiamare sottovoce il nome di una delle due gatte, per dire loro di smetterla di litigare in quell'orario, questo fin quando non sentì un altro misterioso ringhio, suonava simile a quello di un orso, e un successivo guaito, come se una delle due gatte fosse stata colpita violentemente.

"È solo un sogno, Elena, sicuramente è un sogno...
Niente di più..." mormorò la ragazza fra sé e sé, cercando di calmare il suo battito cardiaco in aumento.

Il sollievo però la investì, quando sentì le zampe di una delle sue gatte, Mimi, picchiettare sulla porta di camera sua.

La ragazza si avvicinò ad essa, la aprì leggermente per farla entrare e vide con sollievo che stava bene, ma qualcosa ancora non le tornava.

Improvvisamente, una risata profonda ed echeggiante risuonò attraverso il corridoio, anche se suonava più come un pianto lugubre.

Elena si spaventò, corse e sbatté immediatamente la porta, chiudendola.
Poi tornò ad occuparsi della piccola Mimi, che però era misteriosamente scomparsa; sembrava non esserci più, eppure era appena entrata in camera sua, forse si era nascosta in uno degli armadi, o nella libreria...

La stessa risata di prima riecheggiò, era come se qualcuno nella stanza la stesse deridendo, come se stesse ridendo della sua confusione, ma che allo stesso tempo conservasse anche un certo grado di sadismo e cattiveria.

Tenendo stretta a sé la sua torcia,
Elena la accese ancora, prima di puntarla in fondo al corridoio.

E i suoi occhi si spalancarono quando vide davanti a sé un mostro, una creatura che mai in quegli anni recenti si sarebbe immaginata di rivedere.

Due occhi rossi e affamati che brillavano in modo inquietante, file di denti affilati come rasoi macchiati di sangue ed arrugginiti, che gli impedivano di chiudere la bocca, e lo sguardo senz'anima e soprattutto la posizione che teneva, come se fosse pronto a caricare la ragazza e balzare su di lei come se fosse il suo prossimo pasto.
Le uniche cose che spiccavano, dal suo comportamento terrificante, erano il suo vivace cappellino a cilindro color oro e il papillon.

"Nightmare!?" esclamò Elena, quasi sorpresa di rivederselo davanti.
A parte questo, tuttavia, l'aspetto di quel mostro era sufficiente a mandarle un brivido freddo lungo la schiena.

E sbatté di fretta e furia la porta.

Elena tenne la porta chiusa, e provò anche a chiuderla a chiave, solo per poi scoprire che, improvvisamente, non c'era più una serratura sulla maniglia.

"Merda..." pensò lei, prima che il suo cuore quasi si fermasse al suono dei passi veloci e pesanti che crescevano progressivamente, dirigendosi dritti verso la sua porta.

Rilasciando la maniglia, a quel punto la ragazza si precipitò all'impazzata verso il suo letto, e si tuffò sotto le coperte, restando immobile proprio mentre l'orso animatronico irrompeva nella sua stanza, stridendo.

Per un attimo per lei era tutto tranquillo, ma non osava muoversi.

Elena trattenne il fiato, mentre ascoltava il respiro pesante e i ringhi occasionali di quell'incubo, mentre faceva cadere alcuni dei suoi fumetti e peluche sul pavimento e controllava l'armadio, nel tentativo di trovarla.

Elena chiuse gli occhi, finché non sentì il suo letto sprofondare.
La ragazza capì subito che Nightmare era in bilico su di lei, lasciandola così intrappolata, mentre faceva un rumore simile a una risatina.

Elena sussultò leggermente, prima di mettersi entrambe le mani sulla bocca. Non voleva urlare, non sarebbe neanche stata in grado, perché nei suoi incubi le sue urla erano sempre come soffocate nonostante i suoi sforzi.

Il colosso nero girò lentamente la testa, dandole quello stesso sguardo affamato che la ragazza aveva visto nei corridoi, prima che iniziasse a camminare verso di lei.

Senza nessun altro posto dove andare, Elena semplicemente rimase seduta lì a terra, a puntare la torcia nei suoi occhi, nella speranza di accecarlo, in qualche modo.
Ma il mostro si limitò a scrollarsi quella luce di dosso, ed emise un suono statico, alterandolo come una risata.

Era come se l'avesse presa in giro per tutto il tempo, cercando di farle provare paura.

La passione per FNAF di Elena si era anche arrugginita con il tempo, ma lei si ricordava benissimo che lui era sicuramente l'essenza della paura stessa, e molto probabilmente era lì solo per spaventarla senza un senso.

Ma perché lo stava sognando?
Perché proprio quella notte, e per quale motivo?

"C̴͍̿r̵͚̊e̵̪̓d̴̡̓i̵̝̓ ̵̬͝d̵͔̎â̶̰v̵̭̂v̵̢̾ḙ̷͗r̶͚͒ö̴̡́ ̷̤͆ċ̵̝h̵̜̆e̵̬͑ ̸̞̓q̵̞͆u̷̻̍e̵̢͐l̴͚͠l̸̥̆ä̸̯ ̷̠͛t̴͖̓ọ̵̚ṙ̵̡c̷̛͕i̶̗͝ả̸͓ ̶̲̌p̵̧͠o̶̢͂s̵͔̍ṣ̸̔a̴͉͋ ̷̣̀p̵̜͆r̵̖̈́o̸̖͋t̷̼̕ẹ̴̆g̷̡̍g̵͓̓e̵͈̓r̸̠̿t̷͈͘ḭ̴͂?̴͚́" disse lui.

Elena non si ricordava che avesse una voce così terrificante e profonda.

Lo guardò, sorpresa, che potesse davvero parlarle.
Percependo il suo stato di shock, Nightmare continuò, toccando poi la lente della sua torcia, e mandandola in frantumi.
Così facendo, spense totalmente la luce, lasciando così Elena completamente al buio, con solo gli occhi rossi e luminosi di Nightmare che illuminavano debolmente la stanza.

"N̸̉͜o̴̳̔n̵͓͘ ̸͙̀m̷̩͝í̷̺ ̷͕̓å̸͖s̶̟̈́p̷͕͐è̵ͅt̴̰͌t̸̳͂ǎ̵̟v̶͚̕ö̷͔́ ̶̤̐c̸̙̃ḫ̵͂e̵̼͂ ̴̰͂t̴͓͘ị̷̈́ ̷̫̃r̷̻̈́ì̴̦c̵͊ͅő̴͉r̴͜͠d̴̼̃a̵̭̐ś̴͖š̴͚i̴̘͗ ̴͎̕a̸̲͂n̷̒ͅc̴̼̎ö̶̝́r̷̞͐a̴͇̒ ̴͈̿d̴̮̋ĭ̵̫ ̷̀ͅm̵̯̎e̶͔͊,̶̥́ ̸̚͜d̶͍̾o̷̯͐ṕ̷̞ǫ̵̔ṯ̶̌u̷̱̇t̴̩̀t̷̼̾ỏ̸̠ ̷̬͋e̶̤̚r̶̳͋i̸̠͘ ̷̘͗s̴̥̈́o̷͔̔l̷͓͝o̷̥̾ ̵̼́ȗ̷̜n̸̰͐à̶̢ ̵̺͘ŕ̸̲a̶̲͑g̶̯̔ạ̶̕ẑ̵̮z̵͇̅ï̷̗ṋ̸̉á̶̗ ̴̘̂a̵̞͋ ̴͍̐q̴̞̿u̷̗̽ẻ̴̹ị̵̿ ̷̣̒t̵̗̿e̵̥̓ḿ̸͇p̵̛̯i̷̛̠.̵̻͐.̶̧̕.̴̼̕"continuò, mentre gli artigli della sua zampa destra ritratta le afferrarono il mento, costringendo Elena a guardare da vicino il suo volto.

Il suo naso si arricciò leggermente, la situazione per lei si stava facendo sempre più terrificante e sgradevole.

"̴̳̅.̷̧̄.̸̩̈́.̸̩̍Ȗ̵̬n̸͈̉a̷̟̒ ̵͍͝r̵̛͍ä̷̭́ġ̶̺á̸̳ž̸̜z̶̰͒i̶̗̓ṅ̴̜a̶̘̅ ̶̬̑p̷̟̽è̵̳s̸̙̐s̶͉̈i̷͎̅m̶̜̉ḭ̵͂s̸̤̓t̴͖̑ả̵͎,̵͇̄ ̸͙̀c̷̛̹h̵͔̓e̶̹̔ ̴̗̅s̵̥̈ì̵͎ ̸̟̊r̶̰̈́i̵̪̓f̶̡̾û̵̜g̸̳̿i̵̮̓a̴͎̒v̶̖̈́a̵͇͊ ̸͖̎i̵̤̋n̵̲͐ ̴̳̊u̶̳̐n̵̝̉ ̷̪̊m̵͚̀o̴̰͠n̴͙̾ḑ̵̂o̷̜͆ ̶̪͆d̶̥͆i̸̟͑ ̴͉̇f̵̤̚i̷̝͑ṅ̴̫z̴͔̔ȉ̸̝o̴͎͝n̴̠̈́e̴͕͑ ̴̼̌p̷̦̍ŭ̷̪ŗ̷͘ ̵͕̓d̸̲͗ì̸͈ ̸̳͊n̵̻̂o̶͉̽n̴̨̏ ̶̝͝a̷͚͊f̶̥̑f̶͚̎r̵͇͘o̸̪͌n̵͈̉t̵̻͊a̶̹͘r̶̺̿e̸͓̊ ̷͖͘u̷̝͐n̶͓̕ ̶͕͘e̷̠̾v̵̠͊e̶͓͆n̷̦͘t̸͇͂o̵͎̓ ̵͚͌difficile.̵͗͜.̴̮̄.̵̢̄"̸͇̉
Continuò, socchiudendo gli occhi a fessura.

Come faceva lui, ad essere al corrente del suo passato, di quello che le era successo ormai anni fa?

Elena era leggermente confusa, ma anche preoccupata.
Questo perché non amava moltissimo ricordarsi quel periodo in cui era fan di quel videogioco, e soprattutto di quella volta in cui aveva scritto una storia in merito dopo alcuni eventi personali che avrebbe preferito dimenticare, e dal quale ormai era andata avanti.

E non si aspettava minimamente di riaffrontarlo così, faccia a faccia, in un incubo totalmente scollegato dalle esperienze di Discordia.

"Quella ragazzina è cresciuta...
E sa benissimo, inoltre, che tu non sei reale!" esclamò lei, guardandolo dritto negli occhi.

"Perché dovrei temere qualcuno che non esiste, e che non può davvero farmi del male?" disse.

Nightmare la guardò, un po' sorpreso, se non scioccato, dalla sua risposta.
All'inizio, Elena non voleva aver detto ciò, perché temeva di averlo fatto arrabbiare, infatti dopo se ne pentì e si tappò la bocca.

Ma era tutto il contrario, anzi, egli sembrava impressionato dalla sua presa di coscienza.

"̶͍̊.̴͉̐.̴͚̌.̵̙̾ ̸̳̉G̵͎͗i̸̊ͅu̶̠͑s̵̫̍ẗ̸̲o̴̪͝,̵̱̃ ̵̰͐o̸̻̾ŕ̴̬ṃ̵̎a̷̱̓ḯ̷̖ ̵͉͠d̵̨̓i̴̭͗ ̸̟̉t̵̯̔é̵̪m̸̻̀p̴̱̋o̷̼̒ ̴̯͌n̴̻͝è̴̳ ̷̗̇è̶̟̒ ̵̠̆p̷̬̈a̶̬̾s̶̤̑s̶͈̓a̸͗ͅt̶͎̋o̷̖͝.̸͇͊.̸̱̇.̶̯́"̸̙̄ rispose Nightmare, lasciandole andare il mento.
"̶͚̋.̷̦̋.̴͎̓.̶̯̐M̶͕͊a̸͙͝ ̷̧͑n̸̘̅o̴͔͗n̵̪͝ȯ̵̗s̵̠͝t̸̟̉ä̴͍́n̸̹͊t̴͕̽ě̸̘ ̵̞̀c̶̻͒i̸̯͠ò̸̤͒.̶̤̈́.̴̡̅.̸̳̔H̷̠͗ä̵̬́i̵̪͑ ̴͔̍d̸̜͆a̷̺͝v̵̩͑v̶͉̄ě̷̯r̵̞̓ó̶̩ ̵̫͆i̵̞̐m̷͔̿p̸͇͝ȧ̶̝r̵͎̚ả̸̙t̶̖͠ǫ̶̕ ̴̛͚l̶̦̑à̶̩ ̷͙͆l̶̄͜e̷̯̒z̸̻͛i̸̡͐ő̷̻n̵̘̾ë̶̤́ ̴̖̌ḓ̶͑a̸͈̕ ̴̼́á̸̭l̷͖̒l̵̲͒o̴̱͘r̴͙̃a̵̦͆?̵̢͝"̵̲̃

Elena aprì la bocca per rispondergli, ma la strana verità era che lei stessa non conosceva esattamente la risposta.

Si stava ricordando di quel periodo difficile di pessimismo e cattiveria, in cui era una ragazzina con le sue difficoltà e che pensava che il mondo ce l'avesse con lei e che non meritasse alcun supporto da amici, parenti o altri.

Ormai erano passati anni da allora, era cambiato tutto ed Elena era diventata una persona diversa...
Ma come, esattamente?

La domanda di Nightmare, infatti, era quella: cosa aveva imparato, da allora, per maturare così tanto come persona?

Elena, dopo un veloce momento di riflessione, fece un respiro profondo, e gli rispose.
"Ad essere onesti...
Io non lo so, non so se da allora io l'abbia capito veramente.
Ma, la mia domanda adesso è...
Tu ora mi mangerai, o farai qualcos'altro del genere?"

Con suo sollievo, l'orso animatronico scosse la testa.
"̶̮̓.̶̘̕.̶̭̓.̵̗̂N̸̯̾a̷̗̅h̵̗͘,̴̫̅ ̷̗̾š̵͖ë̸̖́i̸̦͆ ̸̙̓t̴̳̏r̵̘͠ǒ̵̲p̸̨̂p̸̟͘ò̶̧ ̸̣̃ǐ̷̠n̶̪͛t̵͙́e̴̤̐r̵̖͐e̶̡̕s̸̙̿s̷̩͌â̴͜n̴̳͂t̷̜́ê̶͎ ̶͔͠p̶̫̽ë̷̝r̷̼̕ ̵͙͊į̴̾ ̵̢͒m̶̪̂ï̴͙e̴̎͜ị̸̛.̸̩̾.̴͖̈.̸̧̀ ̷̠̏g̷̝͊ǘ̴̥s̵̛͇ṫ̴̳i̷̭̾,̸̲̄ ̴̼͆s̶̯̈ȅ̶͔ ̴̼̾c̸̼̓o̷͈͌ŝ̶̱ì̶͕͐ ̸̮́s̶̞̈́i̷̭͂ ̶̱͘p̴͉̽ű̶̗ò̵͉͌ ̸̈́͜ḍ̷̓i̸̪͛r̸̲̄e̸͙͛"̸̜̎ affermò con un sorrisetto, anche se era un po' difficile per lui sorridere con tutti quei denti.

"̴̳̜́̾.̸̡̢͑.̵̮̟̈́͝.̴͈͊͝S̸͔̲̊e̷̞̣̿ ̴̥̈́ǹ̴̼o̴̘̔̋n̴̟̭̄́ ̶͍̊́l̸͓͌̾'̸̟̜̔́ḫ̵́ḁ̵̆i̸̪̘̒͝ ̶̲̀c̶̖̒ä̸͎̝́ṕ̴͋͜i̷̳̽̇t̷̯̹͐o̵͔̬͘,̴͕̻͛ ̵̳̳̑͆a̸̧̔̋l̸̦̒͘l̸̺̂͗o̸̩͊r̸̦͝a̷̯͗.̶̻͋.̴̰̙̈́̎.̷͔͈̐͠"̶̡̊͐continuò Nightmare, strofinandole delicatamente la sommità della testa, e scompigliando i suoi capelli già abbastanza spettinati.
"̶̼͊.̵͙̎.̴͖̈́.̴̪̍ ̷̥̌C̶̫̀'̷̭̈́è̵̼̔ ̴͉͝b̵̯͘ì̷͚s̸̱̃o̷̳̕g̴̬̀n̶̖̔o̷͇͑ ̷̪͌c̸͎̋h̵̺̓ȩ̶̏ ̶̳̃ṡ̴̫ḯ̵̹a̴̢͑ ̸͕͝ḽ̸̅e̸͔̍i̴͙͗,̸̦̂ ̶̱̃a̶̬̓ ̸͕͆r̸͇͆i̵͔͒c̴̹̓ọ̸͠r̷͍̽ḑ̷̔a̶̭̿r̴̦̍t̶͔̓ě̵͕ļ̶̍o̸̬̐"̸̞͑

Alle sue parole, questa volta i suoi occhi si allargarono ancora di più.

E per la prima volta, la ragazza stava davvero rabbrividendo per il seme della paura che Nightmare le stava piantando dentro, ma comunque stava mantenendo la calma, per evitare che quel seme germogliasse nel panico in piena regola.

"Cosa vuoi dire con..."lei"...?" chiese, aggrappandosi a ogni grammo di coraggio che aveva in quell'istante.

Nightmare non le rispose, semplicemente la fissò per diversi istanti.
Poi, qualcuno lì in fondo alla stanza apparve, una figura simile alla ragazza, nel buio.

Sì riusciva comunque a capire chi fosse, nel buio: indossava una maglietta nera con le maniche a sbuffo, sulla schiena dei buchi che formavano le ali di un angelo, dei leggins attillati neri con una gonna di pizzo, degli stivali e dei guanti di pelle del medesimo colore; il suo sguardo pallido, gli occhi rosso sangue con un ombretto viola scuro, le meches viola e una collana argentata con una pietra di ametista.

Elena la riconobbe: quel sorriso malvagio era inconfondibile.
Era Nightmare Elena.

Ebbene sì, il suo personaggio, il suo Self-Insert di FNAF 4.

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"Elena era una ragazza amante del videogioco Five Nights at Freddy's.
Quando esce il quarto capitolo della saga inizialmente non accetta il fatto che il giovane protagonista muore.
Così, grazie ad una preghiera e ad una collana magica, cerca di aiutare il ragazzino a difendersi dai Nightmare Animatronici, ma alla quinta notte fallisce.
Dato il fatto, Nightmare la trasforma nella sua apprendista."
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Solo che lì non assomigliava per niente a lei o a com'era nei suoi disegni, era abbastanza terrificante; tanto da mandarle un altro brivido lungo la schiena, mentre quella stessa risata ossessionante di prima riecheggiava nella stanza.

"Lascia allora che ti rinfreschi la memoria!" esclamò Nightmare Elena, con i suoi occhi rosso sangue che tremolarono, quasi come lampadine, prima di tirare Elena per le braccia, e trascinarla in un'altra dimensione del sogno, lasciandola così nella completa oscurità, nella sua stanza che stava diventando sempre più irriconoscibile.

Elena iniziò a cercare dove muoversi, magari davanti all'armadio, ma fu sorpresa: Nightmare Foxy uscì dalle ante, spaventandola.

"̴̥͛Ï̸̼l̴̦͠ ̸̧̔f̷̮̑i̸̘̔n̷͎͛a̷̱͐ĺ̶͚e̶̙͂ ̸̲̃n̵͈̽ȏ̴̟n̶̮͗ ̸̼̀t̵͙͝ī̵͈ ̵͖̇è̷̤̐ ̵̡͌p̴̼̂ĭ̴̜a̷̦̾č̷̣i̸̲͒u̸͎͝t̶̀͜ó̷͍,̷̢́ ̷̢́e̵̛̙ ̵̩̀t̵̺̾i̷̞͛ ̵̰̓s̸͈̕e̶̮̍i̷̻͒ ̴̡̀i̵̮̎m̴̙̽m̵͖͛ȁ̷̖g̴̠̊ȋ̸͎n̶̡̛a̶͎̕t̷̯́a̸̡̚ ̷͓̽ḍ̸͂ĩ̸̼ ̴̳̀p̸̱̕o̸̤̚ţ̸͌ḙ̴̄ȑ̵̭ ̴͎̐ç̴̾ä̸͍m̷̠̃b̶̙̎į̴͆ā̸̲r̸̥͋e̵̱̿ ̴̧͝i̶̢̊l̴̦͝ ̸̩͗d̸̳̃e̸̦̅s̵̗̑t̵̼̋i̴̞̋n̷͉̍o̴̺̎ ̶̖̚d̴̘̒ī̵̜ ̵̨͋Evan,̵̯̊ ̷̝̾p̴͈̔e̵͔͊r̴͍̕ò̴͎͒ ̷̻̏s̸̪̐ạ̸̀p̶͈̓e̶̳̾ṿ̷̿i̶̘̽ ̵̠͘g̵̺͆i̵̡̒à̶̛̰ ̶͈̂c̶̭̽ĥ̸̺ĕ̸̘ ̵͕̇c̴̩͆i̴̱̋ ̵̘̌s̵̠̽o̶͔̅n̸̲͋o̷̥͆ ̸͚̎c̴̬̍ó̵̥s̴̫̽ê̴̻ ̵̼̕c̶̥͆h̵͓͊ë̵͓́ ̷͆ͅn̴̤̂ȯ̵̠n̴̠͑ ̶̯͘s̷̻̄ĩ̴̫ ̵̧̓p̴͙͋o̸͉͒s̶͙̋s̴̫̾o̶̲̅n̴̟͌ó̷̱ ̸͓͘ç̴̈ḁ̶̍m̵͉̂b̵͔͛i̸̯̐a̴̟͂r̴̰̓ė̷̫;̸͚̉ ̶̣̏q̵͙͝u̶̖̎e̴͔̊s̵̤͒t̴̼̓á̵̰ ̵̢̎è̷̪͒ ̵̟̄ũ̴̧n̵̞͊ ̷̢̊é̵͕s̸͗͜é̶̡ḿ̶̢p̷͚̎i̶̙̋o̴̹͋.̵̣̌.̸̻̀.̵͔̊!̵͈̀"̷̤̔ le disse.
Cosa stava succedendo, la ragazza non lo capiva, ma non gradiva affatto la situazione dell'essere "rimproverata" da dei mostri inquietanti provenienti da un videogioco sul suo passato problematico.

Si allontanò, provò a scappare e andare alla porta, ma c'erano altri Nightmare Animatronici lì: Bonnie e Chica.

"̴͉̕H̶͈́a̸̘̕i̵̺̍ ̷̼̈́m̸̪͐e̶̡͐n̶̳͝t̶̮́i̸͎͊t̴͙̕ő̷̹ ̸̝̽ṙ̵̜i̶̱̒g̶͙̃u̸̱͠a̶̧͝r̴̟͒d̷̨̈o̶̩̅ ̶͙̊a̵͈̅ḻ̷͑ ̶͓̀f̷̪͐a̵͓͘t̷̩͂t̸̨̕o̸͈̿ ̴͉͝c̸͍̿h̵̦͘è̶̹ ̸̨̊t̵̮͛i̷̛̮ ̸̦̎ė̸̢r̶̠̀ỉ̴̖ ̶̬͌t̵̘̄a̷̮̕g̸̖͋l̵̖͠i̴̜̒â̷͍t̴̳̎ä̵̼́ ̵̬͘u̵̹͑n̸̩̿ ̵̲̀c̵͇̓i̴͖̚u̸̟͊f̶̩̔f̵͎̾é̸̤t̴͎̓ť̷͕o̴̗͝ ̵̘̈́,̵͖̎ ̵̝͐h̸͍̀a̵̪͊ ̷̼̄d̶̠̊i̶̹͒s̵̛͔t̷̋͜r̸̺̎u̶͔̒ṯ̷̍t̴̲̔o̴̡̒ ̶̛͎ȋ̸̯l̵̰̃ ̴̟̊m̶͖͝ả̸̳t̷̖̋e̵̠͊r̴̪̈́i̷͎͂ą̷̇l̵̡̍e̵͙͌ ̶̢̅ḍ̶͂i̸͖̓ ̶̬͐u̶̫͑n̶͙͝a̵̹̔ ̵̣̋c̶̦͝l̵̟͗a̶̙͗š̵ͅś̸͉e̶̻͆ ̷̣̀í̸͕n̵̜̋ ̶̨̚ṕ̶̝r̸̦͊e̷̠̾d̶̬̊a̷͎̓ ̷̧̑a̸̖̓l̵̯͗ḽ̸̑ä̵̻́ ̷̖̎r̶̜̐ȧ̸̤b̵̞́b̸̭͆į̴̊a̷̟̋ ̸̻͐e̴͈͝ ̵̻̏f̸͔̋a̴̯͘c̶͍̀e̸͈͂v̵̯́ĩ̷̧ ̸̨̌c̷̰͠o̴͖͒s̵̹̕t̴͍̅á̶̮n̶̘̊t̶̻̾e̶͉̓m̴̦̆e̴̛̹ṉ̵̓t̵̨̀e̷̯͠ ̸̟̕p̶̧̄e̴͉̿r̵̲̎d̶̹͛ē̶͇ŗ̶̋e̶̩͘ ̴̭̿l̵̺̄a̸̹̐ ̵̝͌p̸͒͜a̴̮̿z̷̪̉i̶̩̚ě̵̠n̸̮̓z̶̝̄å̶̘ ̸̡̾å̶̞ ̵̛̲t̶͖̔ǘ̶͕à̷̭ ̶͚̇m̷͍̾a̶̲̕d̸͖͊ṛ̴̾e̴̹̽.̵̙̎.̵̝̍.̶̝̒C̴̩̃r̴͈͝e̵̞͂d̸͕́é̷̲v̸̪̑i̶̟̋ ̷̝̉c̶̳̃ȟ̴͚ȩ̵̂ ̵̣̄d̴̼̎i̴͍̽ ̶̦̒c̴͔͛o̶̮̽s̷̭̎ę̴̆ ̴̺͌b̷͔̃u̷͖͐õ̵̰n̷̨͠e̷̮̐ ̷͕͘n̶͇͆e̵̮͋ ̸̬̋ả̷̝v̸͚͘ḙ̵̛s̴͓͆s̴̨̈́i̷̪̕ ̵̗́f̸̜̾a̷̜̔ṯ̴̕ṫ̵͖e̸̞̽ ̷͓̉m̴̥̎o̵̫͐l̸͖̑ṱ̴͒ö̵̫́ ̴̺͠p̵̼̓ŏ̵͈c̵͍͒h̵̬̊ȅ̶͓ ̷̰̐.̵̤͌.̶̙͑.̴̠̂ dissero in coro.

"Basta..."
Elena sussultò leggermente, sentendo la voce inquietante e sempre più corrotta dei Nightmare Animatronici intorno a lei, ma senza vedere più lo stesso Nightmare, né il suo cappello vibrante o il suo papillon.

Era buio pesto lì, provò a tornare sul letto, ma apparve pure Nightmare Freddy, con i suoi Mini-Freddy ad accompagnarlo.
"̶̘͒Ç̸̒r̶͈̐e̵̛̺ḏ̶̕ȅ̴̞v̶̖̎i̷̫̾ ̵̞͑d̶̺͂i̴͙͐ ̸̲̿a̷̹̐v̷͓͆ḛ̴̐r̶̡̽ ̴̱̀f̵͎͂a̵̟͂ẗ̵̪t̷̰͆o̷̖̊ ̴̫̍ṣ̶̓e̶̙̎m̷͖͒p̸̭̑r̷̦̾e̷͙͐ ̷̢͂s̴̩̋o̷̟͝f̷̰͘f̴̩͋r̸̍͜ǐ̸̬r̴̛͖e̵̔ͅ ̶͇́g̷̼͋l̶̲̓i̶̱̐ ̸͎̉å̷͜ḽ̸͠t̸̠̍r̷̨͛i̴̠̍,̴͖͠ ̵̻́c̸̫̋h̶̼̓ẽ̷͕ ̴͖̽o̷͇̿ǵ̸̟n̵̂ͅḯ̵͚ ̸̞̊v̷͍̀o̷̻͐l̸͕̎t̵̟̃a̵̡͒ ̸̞͂ć̸̱h̸̼̄ë̴̡́ ̶̭͠c̴̜͛e̵̗̐r̸̤͊c̸̯̀ạ̸͋v̴̬̈́i̷̺̚ ̸͇̒d̵͓̅i̶̡̕ ̸̤̈f̶̫͒a̵̮̕r̴̖͝ě̶̜ ̷̺̚d̷͓̍ẽ̵̢l̵̡͝ ̷̟͐b̴̳̊ȩ̵̄n̵̠̒e̴̦͑ ̶͎̈ĕ̸͍s̷͈̏ṡ̵̗i̴̹̅ ̵̪̀l̶̗̍ö̵̳́ ̵͍̾ḑ̸͗i̵̠͂s̵̺̋p̶̯̊r̶̛̟ë̷̳z̵͖̈́ź̴͚ả̶̗v̵̦̔ȧ̸̤ń̷͓ò̷̤,̴̠̆ ̵͍́ḙ̸̌ ̴̻̀t̸̟̀i̷̭̅ ̶̰̎s̷͎̄ė̶̫ĩ̷̭ ̸͓͝r̶̛̹i̴̬̕f̸̟͝ú̵̯g̸̤̒i̸̫͋ä̵̢́t̶̖̐ä̷̙́ ̸͙͊n̷̗͐è̷̞l̶͔̅l̷̩̔a̸̫͗ ̶̣͒f̶͓́i̷͎͝n̶̠͆z̸͒͜ì̵̹o̶͎͊n̴͙̓ë̴̠́ ̴̻̔p̴̝̀e̶̹͑r̷̭̈́ ̶͎̓ñ̸̖o̶͈̊n̵̟͛ ̶̘̇a̶͙͘f̶̬̿f̸͇̄r̷̮̀ö̴͔n̷͚̎t̴͖͑a̴͓͒ȓ̶̪e̴̤͝ ̵̳̋l̸̨̕e̷̲̊ ̵̫̇ẗ̵͇́u̷̥̽e̴̩͠ ̸̦̏d̶̺̈i̸̞̓f̸͚͘f̶͉̈i̶̙̕c̸̼͂o̴̜͊l̷̜̉t̴͖̐à̷̧̊.̵͒͜.̷͔͛.̶͕̏"̵͘ͅ ̸̖̂ continuò lui, ed Elena non ne poteva più, si mise le mani sulle orecchie, non voleva che continuassero a parlare e non voleva continuare a sentirli.

"Basta, smettetela, non ne voglio parlare...!" disse, ma venne poi interrotta dal piccolo Plushtrap, che era sotto i suoi piedi.

"Ti chiedevi: come mai una ragazza così cattiva dovrebbe aiutare qualcuno?" disse, la sua voce non era inquietante o corrotta come quella degli altri, era più acuta e giocosa, ma Elena non si lasciò ingannare e gli disse di smetterla, dandogli un calcio e lanciandolo lontano da lei.

Il peluche, però, venne preso al volo da Nightmare Elena, che a quel punto si avvicinò proprio davanti a lei, con sguardo truce, mentre Plushtrap si mise sulla sua spalla, un po'a mo' di pappagallo, e gli altri Nightmare Animatronici si misero accanto a lei, circondando completamente la ragazza.

Elena già era terrorizzata e per poco non scoppiava a piangere, non solo per quella situazione terrificante, ma anche perché stava capendo quanto in realtà quel periodo della sua vita le avesse fatto male, e che non era riuscita ad affrontare le conseguenze delle sue azioni, rifugiandosi perciò nelle sue passioni e, senza volerlo, peggiorare tutto.

"Lo pensavi tu stessa, mi hai creato pensando che se tu morivi, non saresti mancata a nessuno...
Hai detto che ti mancava davvero poco per essere uguale a loro, a noi..." iniziò Nightmare Elena, indicando gli altri accanto a sé.

"...Ma che quel poco di buono che avevi fatto in vita tua ti rendeva quello che eri...Eri disperata, come potevi biasimarlo?"
continuò, con la sua voce che stavolta era piena di risentimento, di rancore.

"̷.̷.̸.̷E̸ ̴p̵e̸r̶c̴i̴ò̸ ̶h̷a̴i̴ ̶v̸o̵l̵u̷t̸o̸ ̸d̸a̵r̶e̷ ̵q̷u̵a̸l̸c̵h̵e̵ ̴m̶o̵d̶i̵f̸i̸c̷a̴ ̴a̵l̶ ̸t̸u̶o̴ ̸c̸a̸r̸a̸t̴t̴e̵r̸e̷,̴ ̸e̷ ̷t̵i̷ ̶s̵e̸i̵ ̵c̴h̸i̸u̸s̸a̸ ̵d̶e̶n̵t̸r̵o̷,̶ ̸s̴e̶n̷z̷a̵ ̶a̸f̷f̶r̴o̴n̸t̶a̵r̵e̵ ̶l̵a̶ ̴r̴e̶a̴l̶t̷à̴!̸"̴ ̷ gridò, la sua voce si sdoppiò definitamente con quella di Nightmare, e spinse Elena, buttandola a terra, in un eterno e lunghissimo cadere nel buio.

La ragazza, finalmente, urlò, ed iniziò a pensare che sarebbe per sempre rimasta da sola, a precipitare nell'oscurità, e invece...

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