Day 5

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Ho passato la giornata di ieri in uno stato catatonico, mi sono fatta veramente ridere dietro mentre in classe non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Ho inventato la scusa di una notte in cui ho dormito malissimo, forse ho preso freddo, e tutte le sciocchezze che si dicono quando si fa troppo tardi. Ma a differenza delle mie amiche, che usano questi trucchi abitualmente e di solito sanno riconoscersi a vicenda, detti da me suonano sinceri: sono una ragazza che va veramente a dormire presto e veramente non passa le notti a messaggiarsi con gente sessualmente eccitata.

Le mie amiche si sono preoccupate sul serio e così ho ottenuto il duplice effetto di avere tregua dalle battute simpatiche su di me, e di non dover spiegare veramente cosa è successo ieri sera.

Si, mi rendo conto che sarei a disagio a raccontare una cosa del genere mentre altre ne farebbero un punto d'onore forse. Continuo a pensare che sia stato semplicemente un gioco virtuale, niente a che fare con veri sentimenti.

Stanotte ho dormito mille ore, ieri sera sono crollata miseramente appena appoggiata la forchetta nel piatto. Ora sto cercando di fare rapidamente colazione perchè dovrei ripassare per un test di storia sul Rinascimento, accendo il cellulare e subito arrivano due notifiche su LoveAlarm. La prima è di Vincent:

Ti aspettavo ieri sera, mi sentivo dolce per te

Per un attimo mi dispiace non esserci stata, gli rispondo onestamente:

Scusa ma non sono abituata a fare così tardi

sono crollata prestissimo ieri sera

Il secondo è di Thomas:

Non è divertente senza di te

E l'emoji di una banana e di un pugno. Che maiale.

Per voi è sempre divertente, maiale.

Dopo pochi secondi risponde:

Toucheé

Sul tram facciamo bellamente finta di non conoscerci, io sono ancora con il libro di storia in mano. In cortile subito Rose controlla che io stia fisicamente bene e poi attacca l'interrogatorio.

«Allora, com'è andata la prima settimana di LoveAlarm?»

«Calma piatta» butto lì quasi indifferente.

«Non ci credo»

«Giuro, calma piatta. Zero»

Lei mi guarda dubbiosa, poi dice «Secondo me è perchè giri poco, perchè stiamo sempre qui nello stesso posto per tutto il tempo, vieni» ed iniziamo a trottolare in giro, ma pare che proprio non ci sia nessuno a cui facciamo suonare LoveAlarm, torna al punto di partenza delusa.

«Che pacco, Ana, veramente non ti caga nessuno, dobbiamo fare qualcosa, chi hai nella tua lista preferiti? Fa' vedere» e allunga la mano per prendere il cellulare che tengo in mano, io di riflesso la ritiro.

«Ehi, nascondi qualcosa?» sorride furba.

«No, ma almeno la lista preferiti non voglio si sappia»

«Ma sono la tua migliore amica!»

«Si, ma sei anche un megafono. E sai che non mi piace dire di me. E poi è una lista un po' troppo ideale, inarrivabile»

«Sei proprio strana, dici che non è una app seria, dici che i cuoricini si mettono troppo alla leggera, e poi parli della lista preferiti come se fosse il tuo diario d'amore segreto»

«Voi li usate alla leggera. Io no»

«Ma sentila! La principessa che la usa seriamente! Quindi avrai una lista di un nome, se tieni fede a quello che hai detto: almeno questo puoi dirlo, sono tua amica!»

Rose è mia amica, lo è da sempre, ed ho imparato a sopportarla nella sua esuberanza e nella sua battuta pronta. Il suo corpo le consente di avere pochi complessi, di non essere titubante, e forse anche per questo è sempre così sicura e si permette di dare consigli e fare battute sulle altre. A volte vorrei ucciderla per i suoi atteggiamenti di superiorità, ma affianco a lei mi sento... beh, mi sento meno sfigata.

«Sono due»

«Ah, lui, lei e l'altro! Sono due ed è una lista di inarrivabili. Gente che ha la ragazza. Dunque dunque» ed inizia a ragionare per i fatti suoi, dandomi tregua.

La mattina passa sostanzialmente tranquilla, nella seconda parte faccio un salto al bagno, mentre mi sto lavando le mani entra Vincent.

«Ehi» e mi chiedo come possiamo trovarci in maniera così telepatica al bagno, poi mi rendo conto che la sua classe dista cinque o sei metri dal bagno e che ho fatto trillare il suo LoveAlarm, mentre il mio è silenziato.

«Ehi Vincent»

«Giuro, ieri sera ti aspettavo»

«Scusa, non pensavo mi aspettassi, e poi ero veramente morta di sonno»

«Stasera?» mi dice, mantenendo la distanza di sicurezza ma guardandomi molto intensamente.

Al pensiero di fare così tardi vedo il letto volare via, ma poi penso che in fondo è venerdì e domani non abbiamo scuola, si può fare.

«Ok»

«Grazie di cuore»

Esce e io ritorno in classe, ho uno strano rimescolamento addosso, sono pensierosa ma anche ansiosa che sia stanotte. Arrivata a casa dopo le lezioni pomeridiane entro in una casa deserta, il venerdì ci dovrebbe essere mia mamma a casa a quest'ora ma non si vede l'ombra, la chiamo:

«Tesoro scusa ho approfittato della giornata per un giro rapido al centro commerciale ma sarò a casa per l'ora di cena, è già tutto pronto»

«Ok mamma, devo preparare la tavola e cose simili?»

«Te ne sarei grata, sempre che tu non debba studiare, amore»

«No, no, ho tempo»

Appena metto giù mi rendo conto che sono completamente sola per almeno altre due ore.

Ehi Vincent

Ci sei anche ora?

Disfo lo zaino, mi appoggio al letto e attendo, mi sembrano attimi interminabili.

Ehi

Si ci sono!

E il mio corpo ha uno strano mix di sensazioni, come l'attimo in cui sei in cima alle montagne russe ed il vagone sta per precipitare giù a tutta velocità. Lui inizia a scrivere con una dolcezza inaspettata, si affida alle carezze, ai baci, alle loro descrizioni, io mi figuro tutto ed è fantastico.

Scendo piano dentro di me tuttavia mi accolgo già umida, continuo e continuo dentro il fiume delle sue parole, mi stacco di tanto in tanto solo per ringraziarlo, per dirgli del mio stupore, dita bagnate che toccano la tastiera del cellulare in cui continuano a comparire frasi che danno pennellate a scene di piacere puro.

Scrive come se fosse qui a pochi centimetri e riuscisse a cogliere tutto di queste sensazioni che ho, scrive come scriverebbe il mio cervello se fosse in grado di mettere in parole le sue sensazioni.

Sono un bagno di sudore ed ormoni quando sento la macchina nel vialetto e questo mi strappa un urlo di terrore. Apro la finestra per dare aria alla stanza satura dei miei gemiti e corro in doccia, apro l'acqua e per paura di farmi trovare da mia madre asciutta dentro il box, mi ci butto dentro trattenendo un urlo per il getto ancora freddo, ho il corpo martoriato dalle mie mani e dall'acqua fredda, poi la temperatura diventa accettabile.

Mi lavo accuratamente ed esco che sembro un'altra rispetto alla pazza dalla vagina in fiamme che vi era entrata.

«Ana, pensavo che tu preparassi la tavola»

«Scusa mamma, mi sono persa sotto la doccia»

«Ti vedo un po' tra le nuvole in effetti»

Prima di scendere recupero il cellulare buttato sotto al cuscino, scorro le descrizioni di Vincent che sono andate avanti ancora per diversi minuti, poi iniziano le domande rivolte a me, prima come andava, poi se era tutto ok, poi timide richieste di rispondergli, poi solo emoji con lacrime.

Scusami

E' rientrata mia madre e non me l'aspettavo

Scusami veramente

Era talmente bello che mi sono persa l'orario

Lui dice che l'importante è che sia tutto ok, ho l'impressione che ci sia più freddezza nelle sue parole, e sono addolorata.

Passo una serata sotto tono, mi rimetto a studiare ma mi perdo in fretta ed inizio a chiedermi se la mia impressione su questa app stia cambiando.

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