Day 6

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Non ho dormito certo bene, non ho avuto notizie di Vincent e non mi ha contattata nemmeno quel pervertito di Thomas che sicuramente avrà trovato un'altra a cui far vedere il membro.

Si, lo chiamo membro o al massimo sesso, sono una ragazza che ha delle difficoltà a chiamare le cose con il suo nome «colloquiale», faccio fatica persino a chiamare «tette» il seno.

E temo che il mio momento di gloria sia già passato, trapassato, morto e sepolto: Vincent si è sicuramente turbato per essere stato piantato in asso e non so come farò a rimediare, a fargli capire che l'ho mollato per un motivo sacrosanto!

Thomas mi sembra uno dalle esigenze molto fisiche e si sa che i maschi hanno quelle esigenze in pratica di continuo. Questo vuol dire che se dopo una sera come quella di due giorni fa, lui non si è fatto più sentire, è evidente che non gli interesso più o che ha un giocattolo nuovo con cui divertirsi.

Mi infastidisco nel pensare come abbia tratto piacere e come mi sia fatta delle speranze grazie a uno palesemente alla ricerca di una sera di mero sesso virtuale. Magari, se non gli avessi risposto io si sarebbe rifugiato in un sito di materiale porno, per lui sono stato un giocattolo sul serio. Per non dire peggio.

A scuola Rose non mi da molto tormento, pare che abbia iniziato a sentirsi con uno. Il «pare» è superfluo, perché come ho già detto lei è un megafono e quello che fa lo sappiamo tutte prima ancora che abbia finito di farlo. Se lei è impegnata a raccontare cosa combina con Lamar in videochat ho la possibilità di pensare meglio a quello che potrei dire a Vincent nel momento in cui lo vedrò.

Ma qualcosa mi fa storcere il naso mentre Rose racconta di sesso virtuale come se parlasse di una passeggiata al parco con gelato sulla panchina: ha già ripetuto in due occasione «ha detto che mi ama» abbinandolo a qualche cosa tipo aver detto o fatto qualcosa che lo ha fatto orgasmare.

«Ma ti ama solo quando lo fai venire?» le dico, non so nemmeno io se per ridere o per fare polemica.

«Se mi ama quando lo faccio venire, fidati che mi ama moltissimo» dice, con battuta pronta. Ecco, sono già nella merda, io non sono brava a ribattere all'altezza, mi spengo miseramente, dicendo un inutile «buon per voi».

Cerco di ricordarmi a che ora sono andata in bagno l'altro giorno quando ho incontrato Vincent e più o meno alla stessa ora ci ritorno, attendo un tempo che mi sembra infinito, torno verso la classe delusa ma quando sono con la maniglia della porta arriva un messaggio.

Ho visto che eri in bagno ma non posso uscire ora

scusami

risentiamoci stasera se ti va

Sto per rispondere «Solita ora?» ma la porta si apre e la prendo in pieno in faccia, il telefono vola, vola e vola, fino a spiaccicarsi qualche metro più in là. Non mi frega un bel nulla dell'intenso dolore che ho in mezzo alla fronte, ora sono solo terrorizzata perchè se il telefono non dovesse funzionare, non potrò rispondere a Vincent e lui penserà che sono una che ha solo giocato con lui.

Mentre la tizia che ha aperto la porta dice «Scusa, scusa! Non sapevo fossi dietro alla porta!» raccolgo il telefono, il vetro è orrendamente incrinato, lo sfioro e non si accende, lo tocco più forte e non si accende, non si accende, è morto, e con lui io. Inizio a incitarlo con qualche imprecazione, poi con molte imprecazioni, poi quasi una lacrima. Non sto bene quando anche la professoressa di algebra viene a vedere cosa faccio per terra con il telefono in mano, sembro la piccola fiammiferaia.

Balbetto qualcosa, torno in classe, ho la faccia da funerale. Rose mi chiede «Ehi ma hai visto un fantasma?» e io non so nemmeno bene cosa dico, e lei mi lascia stare come se rischiasse di essere contagiata. Sto di merda fino a che salgo sul tram, non ho nemmeno il coraggio di guardarlo, ma quando si sta avvicinando la mia fermata tiro fuori in fretta un pezzo di carta, ci scrivo sopra «Scusa ho il cell distrutto» e mentre scendo lo faccio volare addosso a Vincent che dormicchia steso sul doppio sedile che prima era occupato da Thomas. Sono tesissima per questa cosa e non so se sarà presa seriamente oppure come la seconda di una serie di scuse per scaricarlo. Che buffo: non più tardi di un paio di giorni fa ero io che pensavo sarei finita scaricata con delle scuse, ora voglio evitare che il mio comportamento dia esattamente quell'idea.

«Ehi»

Vincent è affianco a me, cammina con aria fiacca.

«Ehi, scusa, ti giuro che le mie non sono scuse, guarda» e tiro fuori il cellulare distrutto dal volo di stamattina, lui lo guarda e ride.

«Perchè ridi?!»

«Lo hai lanciato dal secondo piano per ridurlo così?» mi chiede incuriosito.

«No, ho preso una porta in faccia per rispondere a te»

«Tipo smombi, gli zombi da smartphone»

«Simpatico! Comunque, ecco, stasera non so come fare» dico con un tono che vorrei preoccupato, ma che mi esce disperato.

«Magari usiamo un metodo più rudimentale, ce l'hai un pc portatile?»

«Lo prendo in prestito da mio padre»

«Bene, apri la mail alle dieci e mezza»

Arrivo a casa e discuto con i miei per via del cellulare. Mia madre mi accompagna al centro commerciale per portarlo in assistenza e mi chiedono l'intera giornata di lunedì per ripararlo. Domani sarò a casa tutto il giorno e non avrò nessun tipo di contatto con nessuno. Chiedo se esista un modo per affittare un cellulare e il tecnico per poco non mi ride in faccia, mia madre mi dice che non ho il senso della misura e che per un giorno non succederà nulla se rimarrò senza telefono. Sono esterrefatta dall'insensibilità di colei che mi ha messo al mondo.

Quando chiedo a mio padre il notebook per fare una relazione di storia dell'arte, lui mi guarda strano:

«Relazione dopo cena, in storia dell'arte. Ragazzina vedi di non scegliere come tema il nudo nell'arte, ok?»

Mia madre quasi si strozza dicendo «Charles cosa dici?!?!» ma lui la guarda deciso «Ho solo messo in chiaro le cose, oggigiorno è meglio prevenire che... curare»

Rossa come un pomodoro salgo in camera mia, ma sono a disagio, non posso stare raggomitolata al sicuro sotto le coperte. Apro un documento vuoto, ci appiccico qualche brano copiato da wikipedia tanto per fare scena, ed attendo le dieci e mezza.



SPAZIO ME

Ha ha ha!!! E adesso cosa succede con computer di papy?

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro