Cioccolata, panna e cannella - Celestino Vietti

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Oneshot per la raccolta di Natale di lucreziasstories 

Il Natale solitamente è collegato a Babbo Natale, ai regali, agli omini di zenzero e cannella, alla neve e a molto altro, ma in pochi sanno che, in alcuni paesi del nord Italia (per esempio a Bergamo e Brescia), per tradizione, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, Santa Lucia, in sella al suo asinello, fa visita ai bambini per consegnare piccoli doni in cambio dei biscotti e del latte che loro lasciano sul tavolo per lei.

Camilla non aveva mai creduto alla storia di Santa Lucia, come non aveva mai creduto alla storia di Babbo Natale: lei sapeva che bastava dire alla mamma quello che desiderava per natale e quello che aveva chiesto sarebbe stato posizionato sotto l'albero la notte di natale proprio dalla mamma.

Con il passare degli anni aveva smesso di chiedere doni per natale, si era trasferita in un piccolo paesino in provincia di Torino, si era laureata e ora lavorava in un piccolo bar, molto carino, in centro alla piccola cittadina.

Nonostante non credesse nelle tradizioni natalizie, Camilla amava il natale, soprattutto per quell'aria di festa che si poteva respirare già da mesi prima della fatidica data del 25 dicembre, e soprattutto, perché poteva sedersi davanti al camino, sul suo amato dondolo, con una pesante coperta di pile e ri-leggere in santa pace per la centesima volta lo stesso libro.

Quel 13 dicembre, Camilla si stava appunto accingendo a godersi il suo giorno libero da lavoro e quindi ad iniziare un luuuungo pomeriggio di lettura al caldo, quando le squillò il telefono. L'interruzione di quel momento la fece sbuffare sonoramente, alzare dal dondolo e ciabattare lentamente verso il cellulare che non smetteva un attimo di suonare.

"Pronto?" rispose svogliata al numero che lampeggiava insistentemente sullo schermo.

"Ciao Cami, sono Chiara, oggi non mi sento bene, non è che copriresti il mio turno al bar?"

Ci mancava solo questa pensò Camilla, che già si pregustava un pomeriggio rilassante, ciò nonostante si accinse a rispondere positivamente all'amica e a posare rassegnata il libro aperto sul bracciolo della poltrona per andare a infilarsi qualcosa di più consono del maglione rosso con i pupazzi di neve che indossava in quel momento per andare al bar.

Quando la ragazza arrivò il bar era gremito di gente che cercava un riparo dal freddo della strada e Camilla fece quasi fatica a raggiungere il bancone per mettersi a servire cioccolate e biscotti, o cappuccini, o ancora fette di pandoro o panettone.

Ad un certo punto le arrivò un ordine che la fece trasalire, non che fosse un qualcosa di assurdo, tuttavia la ragazza iniziò a guardarsi attorno alla ricerca del destinatario di quell'ordine molto insolito, tanto che finì per rovesciarsi sul grembiule invece che nella tazza una buona quantità della cioccolata che stava preparando.

L'ordine in questione comprendeva una tazza di cioccolata con panna e cannella e un omino di zenzero, che non è per nulla un ordine insolito nel periodo natalizio, ma Camilla, che conosceva quel piccolo paese come le sue tasche, sapeva che c'era una sola persona - oltre a lei - in quell'angolo di mondo che prendeva la cioccolata con la cannella, e quella persona era il suo ragazzo, il che non sarebbe logico, visto che Celestino - questo era il nome del ragazzo - era partito quella mattina per passare la settimana con i suoi amici in uno chalet sulle Alpi a sciare.

Camilla si affrettò quindi a preparare quella strana cioccolata e a consegnarla alla cameriera che sparì oltre la soglia del locale con il vassoio, consegnando l'ordine a uno dei pochi tavolini occupati che non era stato ricoperto dalla neve.

Le ore passarono in fretta tra chiacchiere con le colleghe, auguri di natale ai clienti e un omino di pan di zenzero a cui, quando nessuno la guardava, dava un morsetto per poi riposizionarlo nella tasca del suo grembiule, tuttavia Camilla non riuscì a togliersi dalla mente quello strano ordine, tanto che volette togliersi la curiosità di sapere chi ne fosse il destinatario, e si fece dare il cambio da Marina, sua collega, per andare a sbirciare chi fosse seduto a quel tavolino, e quello che vide la lasciò di stucco: seduto al tavolino con la cioccolata in mano che scrutava la strada e con una sciarpa che lo copriva fin sopra le orecchie c'era proprio Celestino.

"Ma tu che ci fai qui?!" Camilla era parecchio sorpresa di vederlo lì.

"Milla!" il ragazzo sussultò rovesciando sul tavolino quel poco di cioccolata che aveva ancora nella tazza "mi hai fatto prendere un colpo"

"scusa" ridacchiò lei sedendosi sulla sedia di fronte a quella del ragazzo "ma perché sei qui invece che essere a sciare con i tuoi amici?" la ragazza infatti sapeva quanto a Cele piacesse andare in montagna e in particolare con la neve.

"Sarebbe carino dire che ho deciso di restare qui per stare con te, ma in realtà mi si è rotta la macchina e quindi non sono riuscito a raggiungere gli altri" scoppiò a ridere lui.

Camilla mise su un finto broncio alla battuta del suo ragazzo che però riuscì a reggere poco visto che nel giro di pochi secondi stava ridendo anche lei come una matta.

"Tra quanto finisce il tuo turno?"

"Tra...." Camilla guardò l'orologio "...esattamente...trenta secondi da ora" sorrise "perché?"

"Ti va di andare a pattinare?" Cele la guardò con un sorriso innocente.

"Ma io non so pattinare!! Ti ricordi com'è finita l'anno scorso??" la ragazza aveva uno sguardo più che spaventato all'idea di rimettere ai piedi quegli aggeggi infernali denominati 'pattini'che l'anno precedente l'avevano costretta a letto con una gamba rotta per tutta la durata delle vacanze natalizie.

"Va bene, va bene, allora andiamo a fare un pupazzo di neve?"

"Poso il grembiule e ci sono" sorrise Camilla, fiondandosi all'interno del locale dove posò il grembiule e recuperò, oltre a giaccone e guanti anche il cappellino - rigorosamente con il pon pon - e la sciarpa, per poi correre fuori di nuovo, rischiando di scivolare sul marmo ghiacciato della soglia, prendendo la mano di Cele e trascinandolo correndo per i viali del centro.

In giro per le strade c'era davvero tantissima gente, per non parlare dei miliardi di bambini presenti all'interno dei parchi giochi intenti a rincorrersi tirandosi numerose palle di neve, motivo per cui, la coppia felice non riuscì a trovare neanche un piccolo angolino in cui mettersi a fare il pupazzo di neve.

Camilla e Celestino si diressero quindi verso il palazzo della ragazza, dove speravano di trovare uno spazio per realizzare quel fantomatico pupazzo di neve. Durante il tragitto si imbatterono in un gruppo di ragazzini che cantava canzoncine natalizie e si fermarono ad ascoltarli per talmente tanto tempo che quando arrivarono a casa erano talmente infreddoliti che posticiparono il pupazzo di neve al giorno dopo e si misero sul divano a guardare uno di quegli sdolcinati film natalizi che propinavano alla televisione, stretti sotto a una coperta con i pupazzi di neve e con una tazza di cioccolata con la cannella in mano.

Non esiste momento più perfetto di quello, non esiste una magia più forte di quella, e soprattutto, nella memoria di Camilla e Celestino, quello sarebbe rimasto il natale migliore della loro vita, perché, si, anche se non era esattamente il 25 di dicembre, Camilla il suo regalo l'aveva desiderato e l'aveva ricevuto: passare le feste con la persona che più amava al mondo.

E Celestino? Beh lui aveva finto che la macchina si fosse guastata per passare un po' di tempo con la sua Camilla, e soprattutto aveva lasciato soli i suoi amici in montagna perché aveva una domanda importante da fare alla sua fidanzata...e forse quello sarebbe stato proprio il momento adatto, se non fosse che Camilla si era addormentata sul suo petto, e lui decise di lasciarla riposare.

***

Volete sapere qual'era la domanda, e soprattutto, che cosa rispose Camilla? Beh vi dico solo che il natale successivo nel salotto di casa dei nostri due innamorati c'era Camilla vestita con un abito candido come la neve che camminava avanti e indietro per la stanza con una tazza di cioccolata alla cannella in mano per cercare di calmarsi un po' e di arrivare pronta a dire il più grande 'sì' della sua vita.

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