Capitolo 9

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~Caeli~

La prima volta in cui ho raccontato a Luna del mio passato, non sono stato del tutto sincero.
"Voglio trovare il vero amore e non sottostare alle regole di nessuno" ricordo di averle spiegato troppo in fretta.

Non era una bugia, o almeno non completamente.
Sono stato realmente selezionato, ma ovviamente altri fattori esterni hanno contribuito a far si che prendessi la decisione di scappare.
Io non sono come Felix, che vuole tornare da sua sorella, o Mira, che desidera solo riabbracciare la sua famiglia.
Io sono solo.

Non c'è nessuno che mi attende a casa, nessuno che piangerà la mia morte oltre ai miei amici.
"Partiamo dal presupposto che forse sopravvivrò" ripeto cercando di non farmi abbattere.
Agli occhi degli altri sembro forte, non immaginano nemmeno quanto si sbagliano.

Mio padre, dopo la morte di mia madre, ha iniziato a fare carriera come politico, entrando di diritto tra gli otto parlamentari di Neman.
Ma più lavorava e più si dimenticava di me.
Ho vissuto la mia infanzia solo.
Questo mi ha aiutato a diventare più autonomo, a capire che tipo di persona volevo diventare.
A capire che non volevo essere come lui.

Mio padre non c'era quando ho perso il mio primo dentino, mio padre non c'era quando ho soffiato le candeline del mio decimo compleanno, mio padre non c'era mentre crescevo.
Lui non c'era mai.

È una triste verità che ho imparato ad accettare.
Le poche volte in cui mi vedeva il suo sguardo era schifato, si vergognava di me.
Sono sicuro abbia sempre desiderato una figlia femmina, che potesse tramandare il potere di mia madre ai suoi figli.

Quando, qualche settimana fa, sono stato selezionato, ero già deciso a scappare.
Principalmente la Selezione è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Avevo già pianificato la liberazione degli Alium da mesi, l'ultima cosa che mi mancava era solo il coraggio di andare via.
Quello l'ho trovato solo dopo la rottura con Viviana.

Pensare a lei è la cosa più autolesionista che io possa fare.
"Mi dispiace Caeli, io non ti amo e non l'ho mai fatto. Se lo desideri posso cancellare i ricordi che hai di noi due.".
Queste sono state le sue parole, fredde e distaccate, ma pur sempre piene di verità.
Parole che mi hanno spezzato il cuore.

Non mi aveva mai amato, nemmeno dopo i pomeriggi passati insieme, i momenti in cui ci siamo stati l'uno per l'altra, le risate che abbiamo condiviso.
Io non ero altro che un amico.
Ma va bene, l'importante è che lei sia felice.
Gioire per le cose belle che accadono agli altri è uno dei tanti obbiettivi che mi sono posto per essere una persona migliore.
Tra questi anche la voglia di aiutare sempre il prossimo.

Devo dire che, come un piccolo fuoco, questa capacità ardeva già nel profondo del mio animo.
È come una forza incontrollabile, a cui non posso resistere.
Quella notte, quando ho visto Lu in difficoltà, non ho pensato più a nulla se non a portarla al sicuro il prima possibile.
Credo che lei sia molto più coraggiosa di me, avrebbe fatto lo stesso.

Mi fermo un istante ad osservarla.
È palesemente stanca e stressata, le occhiaie però sono un po' meno profonde, probabilmente è riuscita a farsi una vera dormita questa notte.
I suoi capelli sono neri, con dei piccoli riflesso blu, che però è visibilmente diverso da quello dei suoi occhi.
Si è cambiata poco fa, ora indossa dei jeans neri e una semplice maglietta di colore rosa chiaro, al posto degli abiti asgualciti e sporchi che portava prima.
Immagino glieli abbia prestati Mira, dubito fortemente che Viviana indosserebbe del rosa.
"Forse solo sotto tortura" le mie labbra si tendono in un leggero sorriso.
Sono passati solo pochi minuti da quando ha scoperto che i suoi genitori sono vivi, ma sembra già più felice.
Ha un sorriso stampato in faccia, non vede l'ora di rivederli.

Anche io scoperta la notizia sui rapimenti degli Alium, avevo creduto che mia madre potesse essere ancora viva.
Che potessi gettarmi tra le sue braccia e sentire il suo profumo di caramello di nuovo.
È stato un pensiero rapido, fulmineo e stupido.
L'ho vista cadere hai miei piedi, privata della vita, privata della sua capacità di tirare fuori il meglio dagli altri.
Per sempre.

I medici avevano tristemente confermato la causa del decesso: un attacco cardiaco.
Non ho mai deciso se crederci o meno.
Non ci ho più pensato, mi sarei ridotto come mio padre: freddo, insensibile, distaccato dal mondo.
La mia esistenza fin ad ora è stata piuttosto infelice, per questo voglio contribuire a rendere migliore quella degli altri.

Sento Felix che parla, ma in un primo momento non lo ascolto, finché non riconosco il mio nome all'interno del discorso.
«Cosa ne pensi Caeli?» mi domanda il mio amico con fare tranquillo.
Bel casino, non stavo ascoltando.
Ora cosa rispondo?

«Felix mi stava spiegando cosa dovrò fare io durante la missione» Luna interviene notando il mio sguardo stordito.
La ringrazio in silenzio.
«Ogniuno ha il suo compito, se vogliamo riuscire nel nostro intento c'è bisogno che venga svolto al meglio» rispondo pensieroso incrociando le braccia al petto.
«Felix comincia pure a spiegare tutto se ti va» proseguo rilassando i muscoli del viso.

«Pensavo lo volessi fare tu» mi sento rispondere lentamente.
Credo che Felix sia decisamente più bravo nel tenere un discorso senza annoiare i presenti, ma non nego quanto mi piaccia illustrare i piani che cerco di ideare.

Non so da dove partire, non ho preparato nessun discorso, ma qualcosa dentro di me si sblocca.
Comincio a parlare liberamente «Ci tengo a ripetere che nessuno di voi sarà costretto a venire» osservo Luna, questa frase è rivolta principalmente a lei.
«Avete tutti la possibilità di scegliere. Non sarà una missione semplice, ma nemmeno impossibile» Se continuo a ripeterlo, magari finirò per crederci anche io.
Viviana scuote la testa, ma non dice niente.

Decido di proseguire ignorandola, ma Lu mi interrompe «Se ho capito bene, la prigione è stata creata apposta per quelli come noi.
Non ci saranno solo sbarre o lucchetti da superare» lo dice come se non lo sapessi già.
Sono consapevole che troveremo guardie armate, telecamere ovunque, un arsenale...e questo solo se saremo fortunati.

Accanto a lei Mira deglutisce a fatica.
Un fremito agita il gruppo come una folata di vento sul pelo dell'acqua.
Riprendo a parlare velocemente «Il C.D.S.A non è tanto lontano da qui, circa due ore a piedi se sai dove cercare.
Da quello che sappiamo gli Alium vengono tenuti isolati, uno per cella.
La maggior parte non ha nemmeno le forze per alzarsi in piedi. C'è qualcosa in quel posto che prosciuga le forze vitali.
Poca luce, poco cibo, lo stretto necessario per non morire» è terribile pensare che anche io sarei potuto finire lì dentro.

Gli sguardi di tutti sono rivolti verso il basso «I prigionieri non possono interagire tra loro, è vietato persino parlare. Per quanto riguarda la sorveglianza le guardie sono tante, sempre di pattuglia. Sappiamo che a volte delle sentinelle prendono qualcuno e lo trascinano via» conosco tante cose sul C.D.S.A, ma ho paura che non siano sufficienti.
L'importante è avere ben chiara la descrizione della struttura.

«Ci sono diversi settori, divisi in base alla categoria a cui appartengono gli Alium al loro interno» mentre dico ciò estraggo dal mio zaino anche la seconda carta che ho portato con me.
È lo schizzo della struttura del C.D.S.A.
Ho commesso l'errore di scrivere in piccolo "prigione degli Alium".
Luna leggendo ha collegato tutto, ma non è questo il momento in cui pensarci.

«I puntini in viola sono gli Alium che potremmo trovare in quella zona e quelli rossi segnano le guardie che supponiamo di dover raggirare o affrontare» spiego, indicando il più precisamente possibile.
«La prigione ha la forma di un cubo, diviso in quattro. Come dicevo, c'è una sezione per ogni categoria, munita ovviamente di una specie di laboratorio. Non sappiamo cosa succeda la dentro e non abbiamo intenzione di scoprirlo.
I prigionieri ricevono il cibo in camera, che è piccola, angusta e soprattutto buia.
Non sappiamo con certezza quanti ingressi ci siamo, ma sappiamo approssimativamente in che zona potrebbero trovarsi» riprendo fiato, inizio a dubitare del mio stesso piano.

«Non dimenticare che non abbiamo un idea precisa sul numero dei prigionieri» Viviana parla per la prima volta da quando abbiamo iniziato, la sua voce ha un suono piuttosto cupo.

Non vorrei ascoltarla, ma non ha ragione.
Se trovassimo troppe persone non potremmo liberare tutti.
D'altronde sono consapevole che qualcuno potrebbe restare indietro e non riuscire a fuggire.
Ma non voglio accettarlo.

«E che ne dici delle porte?» domanda Lu.
Sono contento che mi ponga questa domanda.
«Quando entreremo sarà necessario fare tutto con la massima discrezione, se riusciremo a non farci beccare sarebbe perfetto.
Ma questo non è un gioco, in caso di ermergenza saremo costretti ad attaccare» nemmeno questa cosa mi sta bene, ma dobbiamo farlo.
"Solo se sarà necessario" ripeto.

Non esito oltre, tra pochi giorni compieremo l'irruzione.
Se falliremo o meno non lo so, ciò di cui sono certo è che dobbiamo tentare.
«Ascoltatemi attentamente, avremo una sola possibilità..» così dicendo inizio la spiegazione del piano che potrebbe cambiare tutto.

                                                                                                         🎶Can You Feel my Heart🎶

~

Luna~

ho iniziato da poco ad allenarmi sia con Mira che con Viviana.
Loro hanno anni di addestramento alle spalle, farmi imparare quanto più possibile in così poco tempo sarà un'impresa ardua.
Forse addirittura impossibile.

In quattro giorni però sono riuscita a rievocare un po' del mio potere.
Probabilmente perché in caso contrario Viviana mi avrebbe fatta gentilmente a fettine.

«Ancora altre tre» annuncia Mira tranquilla.
Lei mi allena fisicamente: nel combattimento, nella corsa, nella resistenza, nella lotta.
Ma questo non è un film, il mio corpo non era preparato ad un tale sforzo fisico.

Svuoto la mente e mi dedico completamente all'ultima serie di esercizi.
Flessioni.
Lavoro a ritmo costante, ma veloce.
Abbassandomi e alzandomi.
Nel silenzio, sento solo i miei sbuffi e il battito cardiaco.
Le mani mi sudano, le giornate iniziano a diventare sempre più calde.

Mi fermo solo quando Mira mi dà il permesso. Inizio a trangugiare tutta l'acqua della mia borraccia, mentre mi annuncia la fine del mio allenamento giornaliero.
Ho giusto qualche istante di pausa e poi dovrò allenarmi con Viviana.
Lei mi aiuta nell'utilizzare i miei poteri.
Credo che a nessuna delle due piaccia l'idea di restare troppo con l'altra.
Nonostante questo sto veramente cercando di imparare da lei.

Da quando ho scoperto che potrò rivedere i miei genitori questo è il mio chiodo fisso. Non penso ad altro.
"Egoista" ammetto alla mia coscienza.
Dovrò impegnarmi anche per tutti gli altri Alium da salvare, non solo per loro.

Riprendo fiato e allungo le braccia per stiracchiarmi.
Sento che pian piano si stanno irrobustendo.
Cerco sempre di mangiare il giusto per evitare di perdere troppo peso, la cosa evidentemente funziona.

«Avanti Luna, ti voglio in piedi ora» Sento gridare alle mie spalle.
Viviana, non c'è dubbio.
Ho paura dell'allenamento che mi avrà riservato per oggi.
Mi alzo un po' affaticata, ma cerco di non darle la soddisfazione di vedermi stanca.
«Oggi combatteremo» annuncia con un sorriso stampato in faccia.
No.
No.
No.
Mi farà a pezzi.

«Viviana ma...» cerco di tergiversare.
«Niente ma, hai imparato già molte cose da Mira, sarà ora di metterle seriamente in pratica.
Sempre che tu sia ancora intenzionata a venire con noi»
Ho già la risposta pronta, ma ormai ha preso la sua decisione.

Cerco con lo sguardo Caeli, ma non lo vedo.
Spero solo che riuscirà ad intervenire in tempo se le cose si dovessero mettere male.
Male per me.

«Viviana non mi sembra una buona idea...» continuo nella speranza di dissuaderla dal suo intento.
«Davvero?» risponde lei tirandomi una testata sul naso.
La stronza fa sul serio.

La mia visuale si ricopre di macchie: rosse, nere, di tutti i colori, in una vertiginosa spirale.
È una mossa improvvisa, che non mi sarei mai aspettata.
O meglio, avrei dovuto.
"Tutto è lecito" ripete sempre la mia dannatissima insegnante.

Mi accascio di lato, crollando sulle ginocchia.
Il sangue mi scende sulla faccia oscurandomi la visuale.
«Viviana ma sei impazzita!?» sento esclamare da quello che sembrerebbe essere Felix.
Non voglio essere umiliata così, non mi voglio arrendere.
Anche perché non credo che la mia "istruttrice" lo consentirebbe.

Invece di lasciarmi andare, raccolgo le gambe sotto di me e scatto.
La mia testa sbatte contro il suo sterno, si lascia andare ad un suono soffocato.
Mulina le braccia mentre barcolla e cade lunga distesa.
La mia faccia si riempie di sangue mentre cerco di ragionare.
Sembriamo due bambine che litigano per un giocattolo.

Giro la testa e vedo Caeli che osserva tutto con la massima attenzione, è sul punto di intervenire.
Ma io lo guardo e scuoto la testa.
Rimani dove sei.

Non so perché, ma avverto il bisogno di far vedere quanto valgo.
Non potrò competere con Viviana, ma è come se io fossi tutti i giorni sotto osservazione.
Sono solo una stupida ragazzina orgogliosa.

Il primo pugno mi passa accanto all'orecchio sinistro, come un avvertimento.
Mi lascio cadere a terra evitando il secondo.
Mira è stata brava ad insegnarmi queste mosse.
Ha equilibrato bene difesa e attacco.
La risata di Viviana mi fa gelare il sangue.

La interrompo buttandomi in avanti nella speranza di gettarla a terra.
Questa mossa la coglie di sprovvista, non penso si aspettasse che durassi per più di venti secondi.
Si volta rapida prima che io possa assicurarmi una buona presa.
«Sei meglio di quel che credevo» ansima portandosi una mano al petto, ferma a poca distanza da me.
Io stringo il pugno, e con l'altra mano cerco di bloccare il flusso di sangue che cola dal mio naso.
Non devo essere un bello spettacolo.

«Proviamo a rendere la cosa più divertente» annuncia sorridendo.
So perfettamente cosa intende.
Ho già provato ad essere succube del suo potere, è come una specie di viaggio nella propria mente.
Se vuole può renderlo terribile e spaventoso, oppure imbarazzante e insopportabile.

«Sei benvenuta a provarci» rispondo ricambiando quel finto sorriso.
Viviana combatte bene, ma non usa molto la testa.
Se provocata diventa impulsiva e agisce d'istinto.
Per esperienza personale so che per usare i poteri da ombrosi o mentalisti è decisamente meglio restare fermi e concentrarsi.

Non riuscirà a entrare nella mia testa se evito il suo sguardo e la tengo impegnata.
Non mi ha spiegato o parlato molto di sé, ma Mira ha accennato al fatto che per attivare le sue capacità di Alium ha bisogno di mantenere un contatto visivo.
«È tutto qui quello che sai fare?» la provoco di proposito.
Devo tenerla occupata.
È una frase un po' banale, ma ottengo l'effetto desiderato quando la vedo darsi una spinta in avanti, tiene le mani serrate a pugno.
Colpisce sempre prima col braccio destro.
Mi sposto a sinistra per schivarlo.
Si accorge troppo tardi della mia mossa e non riesce a riprendere l'equilibrio.

Finisce a faccia in giù sul selciato emettendo un suono gutturale.
La mia unica speranza è quella di riuscire ad utilizzare il mio potere prima che lo faccia lei.
Richiamo tutte le mie forze e serro le labbra fino a farle sanguinare.
La cosa non mi infastidisce, il sapore acre del sangue è già presente nella mia bocca per colpa della testata presa in precedenza.

"Andiamo, cerca di funzionare" ripeto senza staccare gli occhi dalla mia rivale.
Si sta alzando lentamente, non mi resta molto.

Cerco di trovare un qualsiasi innesco, un modo per attivare le mie abilità.
Non avverto assolutamente nulla.
Viviana ora è in piedi, non posso guardarla negli occhi.
«Forse è troppo per te? Ti arrendi?» le urlo in tono di scherno.
Arrabbiati.
Arrabbiati.
Ti prego.

Mi abbaia qualche insulto di rimando, ma non riesco a capire.
Cerco di allontanarmi un po' da lei, facendo attenzione a non inciampare.
Fisso Caeli, lui ha intuito lo scopo della mia strategia, ma mi prega comunque di arrendemi con lo sguardo.
Sa già che non lo farò.

Mi sforzo talmente tanto che penso che il mio cervello potrebbe esplodere.
Schivo un calcio di Viviana alla ceca mandandola su tutte le furie.
Sto guadagnando tempo, ma è necessario agire.
Volto velocemente la testa verso Caeli e lo vedo mimare qualcosa con le labbra.
Non capisco cosa dice.

Esito quel secondo di troppo, Viviana mi colpisce in pieno viso.
Il colpo è terribilmente forte e doloroso.
D'altronde questo non è più un allenamento, ma una vera e propria sfida personale per lei.
"E per te" replico sapendo benissimo fino a che punto può portarmi il mio orgoglio represso.

Finisco per terra dolorante, considerando l'opzione di arrendermi.
Giro nuovamente la testa verso Caeli per comunicargli la mia decisione, quando lo vedo mimare nuovamente qualcosa in un sussurro.
So benissimo che non può gridare ciò che sta cercando di dirmi, o gli altri potrebbero pensare che sono stata aiutata dai suoi consigli.
Ma se continua a ripeterlo deve essere importante.

Smetto di pensare ai miei poteri e mi concentro su di lui.
"Trova...te.." cerco di mettere tutto insieme e ad un certo punto qualcosa nel mio cervello si sblocca.
Ecco ciò che stava cercando di dirmi.
"È lui che trova te".

Caeli ha ragione, devo lasciarmi andare.
Faccio un respiro profondo e chiudo gli occhi.
È solo questione di secondi prima che Viviana colpisca ancora.
Ma per me è come se il tempo si fermasse.
Devo svuotare la mente e calmarmi.
Sento il battito del mio cuore sempre più forte, proprio come durante "l'incidente".

Inizia tutto con un formicolio leggero, ma pian piano si intensifica.
Avverto un energia prorompente che si fa largo lungo la mia spina dorsale fino alle punte delle dita.
Aspetta solo di essere liberata.

Devo stare attenta, non so ancora controllarla del tutto.
Non riesco più a capire nulla con lucidità.
Senza riflettere giro la testa e incrocio lo sguardo della mia avversaria.
Vengo come risucchiata dai suoi occhi e una serie di immagini sfocate mi compaiono intorno.
Non vedo più nulla, ma non voglio cedere.
Libero una buona qualità della mia energia tutta insieme, senza ragionare sulle conseguenze.
I nostri poteri si combattono a vicenda con ferocia, ogniuna vuole prevalere sull'altra.

Sento Viviana urlare e cadere a terra chiedendo aiuto, Felix e Mira scattare in soccorso dell'amica e Caeli sorreggermi mentre cado sul selciato priva di forze.

Vorrei restare cosciente.
Vorrei restare cosciente per godermi la mia vittoria.

Sono una persona orrenda, ma sorrido sapendo che mi sono guadagnata un po'di rispetto.
In un modo orrendo, certo, ma ci sono pur sempre riuscita.

Vorrei dire qualcosa come "mi dispiace" o "te la sei cercata" allo stesso tempo.
È strano notare come il mio voler controllare il mio potere per non fare del male agli altri mi abbia portata qui.
Scivolo in un sonno profondo disgustata da me stessa.

Ciao!!
Innanzitutto ci tenevo a ringraziarvi, non c'è un vero e proprio motivo.
Come dico sempre, il solo fatto di essere qui a leggere le mie parole per me significa tanto.
Ora, come vi è sembrato questo capitolo?
Parto col dirvi che inizialmente non ero sicura fosse una buona idea mettere nel capitolo 9 tutte e due le parti narrate da Luna e Caeli, ho preso in considerazione di fare due capitoli differenti.
Però poi pensandoci ho capito che sono personaggi simili ma anche diversi.
Il fatto di pubblicare una parte in cui leggete scene molto diverse tra loro mi piaceva.
Non è la mia parte preferita, ma sono soddisfatta di aver introdotto Caeli e soprattutto mi sono divertita a scrivere del combattimento tra Luna e Viviana.
Ho volutamente tralasciato alcune cose sul passato di Caeli, perchè mi piace che resti comunque avvolto nel mistero per ora.
C'è un piccolo salto temporale di quattro giorni, spero si sia capito.
Cos'altro? Ah sì! Alla fine ho deciso che scoprirete qual è il tanto nominato "piano per liberare gli Alium" solo durante la vera e propria missione.
Ho parlato già abbastanza quindi vi saluto
SophieGraceThompson
P.S arriverà a breve anche un capitolo dal punto di vista di Viviana e chissà.... Magari anche da quello di Denise.
Vi piace come idea?

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