Capitolo 1

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Eijirō era tornato a casa tardi dopo il lavoro con del cibo da asporto perché non voleva cucinare. Non era il massimo e non lo voleva davvero, ma era pur sempre cibo e non aveva voglia di spignattare all'una di notte.

Stava scorrendo distrattamente i canali, imbattendosi improvvisamente in uno spettacolo chiamato "Cucina per idioti" su uno dei canali gay per adulti, il che era strano, ma a lui andava bene. In tutta onestà avrebbe potuto imparare a cucinare cose migliori per se stesso, quindi ci cliccò sopra e si mise a sedere, con il suo contenitore di noodles tra le mani.

Lo spettacolo iniziò e un biondino stratosferico irruppe sullo schermo e sbatté una mano sul bancone praticamente ringhiando: «Come va, stronzo? Spero che tu sia pronto a imparare qualcosa perché infilerò questa ricetta nella tua inutile cazzo di gola fino a soffocarti.», e poi sorrise e, Cristo Santo!, era un sorriso lento, sicuro di sé e decisamente peccaminoso.

Eijirō si rese conto che la sua bocca era spalancata quando alcuni noodles colpirono la sua maglietta e gli caddero in grembo. Ingoiò velocemente il boccone e afferrò un fazzoletto per asciugarsi l'inguine mentre il ragazzo si presentava: «Sono Katsuki Bakugō e questo è Cucina per Idioti. Quindi prestami attenzione, cazzo, togliti le mani dai pantaloni e impara qualcosa tanto per cambiare!».

Eijirō non riusciva a staccare gli occhi da Bakugō mentre il biondo alzava una mano per far scattare il primo bottone della sua camicia blu stirata. Solo uno. Aveva la bocca secca e non avrebbe mai pensato in vita sua che gli sarebbe piaciuto essere umiliato in televisione da un conduttore di un programma di cucina sexy e arrabbiato, ma eccolo lì.

Non era possibile che questo spettacolo fosse reale. Non era assolutamente possibile che ci fosse alcun pubblico per questo programma incredibilmente di nicchia. Si era completamente addormentato tra i suoi noodles e stava facendo un sogno febbrile, vero?

Quando Bakugō iniziò a tagliare le verdure alla velocità della luce e con un'efficienza incredibile, Eijirō era troppo intimorito in quel momento anche solo per battere ciglio. E poi il biondo ha guardato dritto nella telecamera e ha puntato il coltello come se fosse una minaccia: «Usa la parte anteriore piatta delle dita per evitare di tagliarti. O... Ti taglierò io.», ringhiò e allungò la mano per aprire un altro bottone sulla camicia.

Bakugō si sporse sul bancone dell'isola su cui stava lavorando e fece scorrere la punta della lingua lungo la fila superiore di denti, «Vuoi di più, perdente? Allora vedi di fare il fottuto pagamento. Il video completo è...».

Eijirō non aveva mai comprato quello che sperava seriamente fosse un porno così velocemente in tutta la sua vita.

Sembrava che fosse decisamente un film per adulti quando Katsuki prese un cetriolo e, dopo averne tagliato un po' per un'insalata, girò quella cosa e infilò metà del cetriolo che era rimasto dritto in bocca, con gli occhi sulla telecamera, fissando dritto nell'anima di Eijirō mentre iniziava a succhiarlo con il più sporco dei gemiti.

«Santa merda...», Eijirō si aprì i pantaloni e li abbassò frettolosamente assieme ai boxer fino a metà coscia.

Katsuki tolse il cetriolo pochi minuti dopo, con le labbra e il mento bagnati di saliva mentre ansimava. I suoi occhi erano scesi a mezz'asta e la sua unica mano era scomparsa sotto il piano di lavoro. Si stava chiaramente toccando da sopra i pantaloni e il grembiule.

«Scommetto che vorresti che quello fosse il tuo patetico cazzo, vero?». Il biondo si fece beffe di lui e si voltò verso il bidone: «Questo è quello che preferirei farci», sogghignò e gettò il mezzo cetriolo dritto nella spazzatura ed Eijirō gemette, con la faccia rossa e il cazzo arrossato mentre si lavorava lentamente, mordendosi il labbro inferiore.

Katsuki stava per masturbarsi? O invece c'era un altro ragazzo che lo avrebbe scopato? A Eijirō non piaceva l'idea della seconda opzione, ma Dio! con il punto di vista della telecamera e il modo in cui parlava il biondo sarebbe stato così facile immaginare che fosse proprio il suo cazzo a farlo, se davvero era quello che stava per succedere.

Non fu così. Se c'era un cameraman lì, aveva tenuto le mani e il resto della merda solo per sé.

Alla fine del video, Katsuki indossava nient'altro che un grembiule nero corto con una X arancione nella parte superiore, e se ne stava seduto sul bancone a sollevarne l'orlo e mostrare il suo bel cazzo. Prese una confezione di quella che sembrava crema e se la versò addosso per farla scorrere giù e lasciarla accumulare tra le gambe divaricate prima di prendere in mano il suo sesso.

«Ti piace l'aspetto di questa roba bianca tra le mie gambe, vero? Beh, questo è quanto di più vicino ci si possa avvicinare a vedere il tuo sperma entrare dentro di me, fottuta comparsa.». La testa di Katsuki cadde all'indietro ed entrambi gemettero allo stesso tempo.

Eijirō affondò le dita della mano libera nella propria coscia e accelerò per seguire il ritmo del biondo, mordendosi il labbro per trattenersi.

«Vuoi leccare questa crema dal mio cazzo come la brava cagna che sei?», Bakugō lo prendeva in giro dalla televisione ed Eijirō praticamente piagnucolava e annuiva con la testa mentre lottava per tenere gli occhi aperti in modo da non perdersi nulla.

«Oh cazzo. Sto per venire!». Katsuki ringhiò e gettò indietro la testa mentre un gemito basso e disperato si levò da lui. «Guardami venire quando invece tu non puoi nemmeno toccarmi!». Il suo pugno esitò un paio di volte prima di lasciar libera la punta del suo cazzo, che schizzò tutto su per il grembiule e poi giù, per unirsi alla chiazza di crema sotto il suo culo, mentre lui sbuffava un respiro di sollievo e si ricomponeva dopo qualche secondo.

Eijirō lo guardò, con il petto gonfio, la mano sudata sul viso e cercò di riprendere fiato. Aveva perso il momento in cui la mano di Katsuki aveva esitato la prima volta perché sapeva che significava che il suo orgasmo era imminente e non poteva resistere un altro secondo.

Katsuki allungò la mano e leccò una lunga striscia di crema, dal palmo alle dita, prima di ingoiare la crema, con gli occhi socchiusi che guardavano di nuovo verso Eijirō. «Grazie per questo, idiota. Ora vaffanculo, voglio mangiare la mia cena.». E spense la telecamera con la mano ancora gocciolante, mentre il film si concludeva con brevi titoli di coda e l'indirizzo di un sito web su cui erano disponibili altri video.

Ebbene, il conto in banca di Eijirō stava per subire un duro colpo. Insieme al suo cazzo.

Dopo essersi lavato le mani, Eijirō controllò il sito web in cui c'era una foto di Katsuki con la crema su tutto il viso, nella bocca aperta e perfino gocciolante dal mento la cui didascalia diceva "Ho un feticismo alimentare, cosa vuoi da me? Compra i miei video e potrei crearne uno fingendo di volerti scopare. Troia."

Beh, accidenti, questo ragazzo era tosto.

E in realtà cucinava davvero; Eijirō lo scoprì dopo essersi creato un account di livello più basso, per il momento. C'erano vere e proprie ricette per un sacco di pietanze dall'aspetto divertente, alcuni dei quali accompagnati da immagini del biondo che si leccava le dita per pulirsi gli ingredienti o... Oh wow, mentre si scopava una torta...

Scorse prima la galleria e si ritrovò di nuovo duro come una roccia, ma era esausto mentre andava a letto, un'ora dopo, fissando l'immagine di Katsuki seduto su un dildo fatto con una pannocchia di mais completamente impiastricciato di cheesecake.

Aveva iniziato la sua giornata senza alcun capriccio alimentare o voglia di essere degradato, ma si addormentò pensando di implorare un bel ragazzo biondo che non conosceva almeno di lasciargli succhiare le sue dita sporche per pulirle dalla cheesecake, mentre veniva chiamato "piccola troia".

Lui... forse aveva fatto un casino scegliendo di acquistare quel video. Giusto un po'.


Oh sì: Eijirō aveva decisamente fatto un bel casino! E se ne rese conto dopo aver trascorso tre ore intere del suo raro giorno libero dal lavoro sdraiato a letto a guardare Katsuki fare cose strane e brutte con il cibo e sminuirlo attraverso lo schermo del suo telefono.

Aveva ignorato il suo cazzo il più a lungo possibile, ma non era riuscito a togliere la mano quando ha comprato un video chiamato: "Adoro così tanto essere appiccicoso che non sono nemmeno arrabbiato con te questa volta, pervertito".

Katsuki doveva aver posizionato la telecamera sul bancone o qualcosa del genere per permettere di guardarlo dall'alto in basso mentre si allineava su un dildo a ventosa sul pavimento della sua cucina e ci si sedeva sopra. Una volta seduto, ha rovesciato un'intera confezione di sei ghiaccioli accanto a sé e ha aperto le estremità degli involucri di plastica in modo da poterli afferrare in qualsiasi momento, prima di prenderne uno blu e farselo scivolare in gola mentre iniziava a dondolarsi su e giù.

In poco tempo la maggior parte del primo ghiacciolo si era sciolto e l'intero mento di Katsuki si era riempito di blu appiccicoso mentre ne afferrava uno rosso da infilare in bocca allo stesso tempo. C'era così tanto sciroppo che gocciolava e sbavava dagli angoli delle sue labbra che Eijirō era sicuro che non stesse nemmeno mangiando quei gelati. Un secondo dopo, Katsuki si stava facendo scivolare il bastoncino macchiato di blu dalla bocca e lo gettava via con un gemito di gola mentre si scopava la faccia più velocemente con il ghiacciolo rosso fino a quando il viola non gli scese lungo il mento per gocciolargli lungo il collo.

Sbuffò, soffocò e gemette mentre Eijirō lo fissava, completamente paralizzato mentre cercava di lavorare il suo cazzo il più lentamente possibile in modo da poter aspettare che venisse pure il biondo.

«Fa così fottutamente caldo oggi... Scommetto che vorresti aiutarmi a rinfrescarmi, eh? Perdente». Il ghiaccio rosso colpì il pavimento con uno schizzo e altri due furono aperti, arancione e giallo. Katsuki si infilò quello giallo in bocca e lo lasciò lì mentre strappava il bastoncino dall'arancione e se lo sbatteva contro il petto. Si spalmò lo sciroppo che si scioglieva rapidamente su tutti i pettorali e sugli addominali definiti fino a quando la sua mano fredda e ricoperta di poltiglia arancione avvolse il suo cazzo e i suoi occhi rotearono all'indietro per un momento.

Katsuki si tolse il bocconcino giallo dalla bocca con uno schiocco bagnato e guardò direttamente nella telecamera per leccarsi le labbra macchiate di arcobaleno, ricoperte di sciroppo zuccherino: «Vorrei poterle mettere dentro di me per te. Scommetto che ti piacerebbe, vero? Sarei tutta appiccicoso dentro, cavalcherei la tua faccia per farti ripulire tutto, come la brava puttana che sei...».

Eijirō non si aspettava che quel piccolo elogio lo avrebbe completamente colto alla sprovvista, ma i suoi occhi si spalancarono e un gemito lo colpì con forza mentre veniva, macchiandogli il pigiama e pure parte del letto accanto a lui.

Crollò senza fiato mentre l'ansimare di Katsuki diventava più irregolare e disperato. Abbassò lo sguardo in tempo per vedere il biondo riversarsi addosso con un altro ghiacciolo blu premuto contro il suo cazzo mentre si lavorava furiosamente.

Katsuki si lasciò cadere in avanti e sputò un enorme boccone di sciroppo sul pavimento in modo da poter finalmente riprendere fiato, prima di togliersi il dildo e sollevare una mano appiccicosa per lisciare un lato dei suoi capelli sudati. «Vattene adesso. Non ho più bisogno di te», disse senza fiato e con un sorriso, mentre guardava dritto nella telecamera e il video si interruppe bruscamente, come faceva sempre dopo che aveva lanciato un ultimo insulto.

Eijirō aveva sicuramente investito bene i suoi soldi in quel video, questo era dannatamente sicuro. Stava già pensando di ricominciare quando il forte rumore di un camion che faceva retromarcia fuori lo fece brontolare tra sé e sé e lo fece alzare per lavarsi nel lavandino prima di andare in palestra per riuscire a smaltire un po' di questa nuova energia eccitata che aveva in corso.

Quando tornò a casa c'era ancora un furgone in movimento con un piccolo ragazzo biondo al volante che indossava un berretto rosso messo all'indietro sulla testa, che soffiava bolle di gomma. Una donna con i capelli viola tagliati corti, con un lato rasato e dilatatori nelle orecchie, uscì dall'appartamento direttamente sopra quello di Eijirō e, alzando gli occhi al cielo, scese poi le scale mentre si avvicinava al furgone: «Denki-maledetto-Kaminari, esci e aiutaci, abbiamo quasi finito e ho fame!» disse lei, una mano sul fianco e un'espressione esasperata sul viso mentre apriva la portiera del furgone e il ragazzo piagnucolava.

«Sono troppo stanco, Jirou! Non posso fare un pisolino per dieci minuti?», domandò lui, con le mani unite come se stesse pregando.

«Ehi! Nuovi vicini? Avete bisogno di una mano con qualcosa? Non sono occupato in questo momento.». Eijirō si offrì e sorrise ai due. Sembravano una coppia abbastanza simpatica.

Jirou si voltò ed entrambi lo guardarono e il ragazzo (Kaminari?) scese dal camion: «Noi? Oh, no, non ci trasferiremo. Siamo solo stati presi in mezzo per trasportare scatole pesanti e lottando contro dei divani, sai com'è!», rispose e fece un piccolo sorriso.

«Ah sì, ve lo chiedevo perché, sapete-», e il rosso si interruppe e piegò un bicipite con una risata calorosa, mentre le mascelle della coppia caddero simultaneamente.

Il biondo fece un fischio sommesso e rise mentre si dirigeva verso il retro del furgone: «Amico, se sei così disposto e volenteroso, puoi portare una scatola o due. Porta su pure me, se vuoi, la schiena mi sta uccidendo!».

«Kaminari, vuoi anche solo per un minuto non pensare con il tuo-», si interruppe Jirou mentre un forte grido echeggiava dal balcone del piano di sopra ed Eijirō sobbalzò, spalancando gli occhi per un secondo prima di voltarsi a guardare in alto. Ma il proprietario della voce arrabbiata era già tornato di corsa nel proprio appartamento.

«Sì, è un po' un coglione, quindi divertiti.», sbuffò Kaminari e poi si finse imbronciato: «Lo stronzo mi cacciava dall'appartamento una o due volte alla settimana per qualche ora come se fosse un solitario eremita. E grida molto».

«E lo stai già letteralmente distruggendo con un nuovo vicino, perché?», Jirou sembrava esasperata mentre alzava di nuovo gli occhi al cielo, ma il piccolo biondino si limitò a ridere.

«Perché è divertente.», disse semplicemente, ma il suo telefono squillò un attimo dopo e lui rispose mentre saltava sul retro del camion e si lamentava: «Sono rimasti letteralmente solo i cuscini del divano e la scatola "fragile" che ha detto che non possiamo toccare! Sta facendo questa merda da solo. Ehi Midoriya! Sì, no, Kacchan sta semplicemente andando in giro a organizzare cose e ci schiaffeggia le mani lontano dalla sua merda».

Ci fu un rumore e uno sbuffo prima che Kaminari saltasse fuori dal retro del veicolo e si girasse verso Eijirō, con il telefono all'orecchio mentre sorrideva: «No, non credo che abbiamo bisogno di aiuto, ho trovato un fustacchione. Non credo che nemmeno il gremlin possa arrabbiarsi con questa faccia per aver toccato la sua roba.», e strizzò l'occhio e il volto di Eijirō si infiammò mentre emetteva un suono di soffocamento involontario.

«Mi dispiace per lui, ha forse due cellule cerebrali e le usa entrambe per flirtare e fulminarsi accidentalmente il più spesso possibile. Basta dargli un colpetto in faccia e probabilmente cadrà.», disse Jirou da sopra la propria spalla mentre saliva sul retro del furgone e afferrava un paio di cuscini del divano. Li tirò uno dopo l'altro a Kaminari quando il biondo si voltò per lanciarle un'occhiata indignata, mentre Eijirō cercò di soffocare una risata a sue spese quando poi lo colpirono in faccia e quasi cadde.

Jirou lo chiamò e gli chiese il suo nome mentre si inginocchiava dietro una grande scatola sigillata con del nastro adesivo arancione; le parole, "Rompi questa merda e MUORI!" scritte a grandi lettere angolari con un pennarello indelebile nero. Jirou grugnì mentre lo spingeva in avanti verso il bordo del pianale del camion.

«Kirishima. Eijirō Kirishima, è un piacere conoscerti. Vuoi che prenda quello? Sembra un po' pesante!», si offrì e Jirou sbuffò e disse il suo nome nonostante il fatto che Kaminari avesse già piagnucolato un paio di volte per lamentarsi. Si alzò in piedi e afferrò un braccio pieno di cuscini e una piscina gonfiabile in un piccolo pacchetto trasparente con una maniglia.

«Ti prego. Non so nemmeno come l'abbia sollevato prima! È pieno di attrezzatura fotografica o qualcosa del genere, quindi se è troppo pesante non faticare a sollevarlo, o quello stronzo ci ucciderà tutti!», lei scese e aspettò che Eijirō infilasse il manico della borsa piena della sua cena nell'incavo del braccio e si piegasse un po' sulle ginocchia per sollevare la scatola.

«È pesante, ma va benissimo. Sollevo in panca piana più di così, questa è facile!», li rassicurò e sollevò lo scatolone un po' più in alto, seguendo Jirou dopo che lei aveva chiuso goffamente il camion.

Tre piani di scale erano difficili dopo due ore buone in palestra, ma riuscì a farcela e seguì il corridoio della casa del suo nuovo vicino al piano di sopra e posò con cura la scatola. La porta d'ingresso era tenuta aperta da due sacchetti formato catering di dischetti di cioccolato.

«A volte sei il diavolo incarnato, ma amico, ci fai da mangiare così ben! Posso averne un altro...»

Letteralmente un ringhio si levò dalla cucina e le sopracciglia di Eijirō si alzarono mentre Jirou scaricava i cuscini sul pavimento e si asciugava la fronte. Lei lo ringraziò e poi gridò che era tutto finito.

«Mi manca ancora...».

«No. Abbiamo chiesto l'aiuto del tuo nuovo vicino, e io adesso me ne vado a casa. Dammi quei bignè di spinaci che mi hai già promesso!»

«HAI PERMESSO A UNO SCONOSCIUTO DI TOCCARE LA MIA ROBA??»

«Eeee questo è il segnale per andarmene, ci si vede in giro~», Eijirō rise nervosamente e uscì prima che il suo nuovo vicino ringhioso potesse seguirlo.

Tornò giù al suo appartamento velocemente e scaricò la spesa sul bancone della cucina e nel frigorifero, prima di dirigersi in soggiorno per pulire i contenitori da asporto della sera prima. Eijirō non aveva nemmeno finito tutto il suo cibo, ma dopo essersi ripulito la notte precedente era stato più interessato a scorrere il sito web di Katsuki e a creare un account. Aveva avuto fame guardando le ricette e le foto oscene del biondo, così si era infilato in bocca il pollo fritto al posto dei noodles e si era preparato per andare a letto.

Eijirō voleva riguardare quel video dei ghiaccioli di cui aveva comprato l'accesso prima che il suo compagno di stanza e best bro tornasse a casa, quindi si era precipitato in giro, assicurandosi che la casa fosse in ordine e si era diretto a portare fuori rapidamente la spazzatura, già pregustando di vedere lo splendido biondino fare un pasticcio.

Aprì la porta d'ingresso e dovette trattenere un verso di delusione quando i suoi occhi caddero su Tetsutetsu che rovistava distrattamente nelle proprie tasche alla ricerca delle chiavi, il borsone a tracolla.

«Ehi amico, mi aspettavo che tornassi più tardi.», gli sorrise Eijirō.

La testa di Tetsu si sollevò di scatto e un sorriso luminoso illuminò il suo volto: «Mi sei mancato, fratello!», e lo afferrò per stringerlo in un abbraccio virile che Eijirō ricambiò immediatamente con una risatina.

«Oh mio Dio, ce ne sono due!».

La voce di Kaminari echeggiò dalla tromba delle scale e si separarono per guardare oltre il parapetto. Il piccolo biondo si sventolò esageratamente e sorrise: «Cuore mio non fermarti! Fratelli o fidanzati...?», chiese in modo esplicito, ricevendo quasi immediatamente uno schiaffo in testa da Jirou mentre lei gli passava accanto e si avvicinava a Eijirō con in mano due piccoli Tupperware.

«Sali sul camion e smettila di molestare le persone, dobbiamo tornare indietro.», poi disse a Eijirō: «Ignora la nota, qualunque cosa dica. Ti sta solo ringraziando. Ci si vede in giro Kirishima.», e gli porse una delle scatole e fece un cenno con la mano a entrambi mentre seguiva Kaminari giù per le scale.

«Amico, di che si tratta? Chi ti ringrazia?» Chiese Tetsutetsu, con un'espressione confusa sul volto mentre guardava tra Eijirō e la tromba delle scale in cui la coppia era appena scomparsa, le guance un po' rosse per l'imbarazzo di essere stato preso in giro.

«Il nuovo vicino. Gli ho portato su una scatola per aiutarlo. Sembrava un po' pazzo, ma spero non lo sia davvero.», Eijirō scrollò le spalle e porse il contenitore al suo amico: «Prendilo per me, che devo portare fuori la spazzatura. Oh, e la doccia è prima di tutto mia.», aggiunse mentre passava.

Si era fatto la doccia in palestra, ma il rumore dell'acqua avrebbe coperto il fatto che nel primo pomeriggio si era masturbato come un adolescente arrapato che aveva appena scoperto il proprio cazzo. Perché sicuramente avrebbe guardando di nuovo quel video.

Eijirō rimase il più in silenzio possibile, con le cuffie inserite e una doccia fredda che scorreva mentre si masturbava velocemente guardando il corpo appiccicoso e impiastricciato di Katsuki fino a quando non venne fortunatamente sui suoi addominali nudi. La sua nuca sbatté contro la cassetta del wc mentre tratteneva il respiro affannosamente, prima di cliccare sulla scheda "aggiornamenti" sul sito web di Katsuki mentre lasciava che la sua pelle si raffreddasse.

L'unica cosa nuova recitava: "Nessun video completo per alcuni giorni. Sono occupato come una merda in questo momento. Quindi sii buono per me. Oppure no. Non mi dispiace schiaffeggiare una puttana."

Le risposte erano per lo più piuttosto imbarazzanti e bisognose, così Eijirō premette il tasto "indietro" e si morse l'interno della guancia per un momento.

Il sito web di Katsuki era stato impostato in modo che i livelli più bassi avessero accesso alle sue ricette e alla maggior parte delle sue foto, ad alcuni dei suoi video meno osceni e ai suoi aggiornamenti di stato. Ma gli utenti di livello più alto avevano molti più contenuti. Più video senza per forza doverli "sbloccare". E potevano anche ricevere notifiche se Katsuki avesse intenzione di fare anche un video in diretta.

Ah, merda.

Eijirō passò a un livello superiore proprio mentre Tetsu sbatteva sulla porta del bagno. Si alzò di scatto e si pulì in fretta mentre gridava che aveva quasi finito, più che imbarazzato.

Più tardi quella notte, mentre Eijirō si sistemava a letto, apparve una notifica per un video in diretta.

Fece click immediatamente.

C'era Katsuki, al buio, che sorrideva compiaciuto mentre riprendeva fiato.

«Ho avuto una giornata difficile, ma avevo bisogno di qualcosa per rilassarmi. Peccato che tu non fossi qui per aiutarmi. A dire il vero...», spostò indietro la fotocamera del telefono, che mostrava dei cuscini neri sotto la sua testa, mentre Katsuki sollevava un'arancia in vista accanto al suo viso.

Era... Porca puttana, l'aveva fottuta!

C'era del succo e sperma su tutta la mano di Katsuki e nell'arancia, e il frutto era quasi collassato su se stesso con uno spesso buco che era stato praticato su di essa.

«Non avevo bisogno del tuo aiuto. Ma potresti pulire per me...», e si portò l'arancia alle labbra e leccò una striscia bagnata fino al succo, prima di mettere la lingua nel buco che aveva scopato. «Come il perdente che sei.» Finì, guardando dritto nella telecamera e mostrando i denti in un sorriso compiaciuto, prima che il video si interrompesse.

Porca puttana.

Eijirō doveva alzarsi presto per arrivare alla stazione per le sette, ma si tolse il piumone di dosso e chiuse gli occhi, immaginandosi di pulire quella maledetta arancia con la lingua mentre il biondo guardava. Venne così in fretta che normalmente la cosa lo avrebbe messo in imbarazzo, ma in quel momento non gli importava.

Ricadde sul letto con una risata senza fiato, mentre sollevava la mano fradicia per fissarla nella tenue luce lunare che filtrava dalle sue tende per lo più tirate.

Un uomo che non conosceva nemmeno lo aveva preso per le palle.

E onestamente non pensava che gli importasse.

Eijirō si alzò per andare in bagno a pulirsi, ma il suo stomaco brontolò mentre finiva. Oh, giusto, il suo nuovo vicino gli aveva dato qualcosa in quel Tupperware. Sperando che fosse più buono del katsu curry che aveva comprato in negozio per cena.

Entrò in cucina e aprì il frigorifero, tirando fuori il contenitore. Aprì la parte superiore e sollevò il biglietto, mentre afferrava una pasta ripiegata e dava un morso.

Il biglietto diceva: "Non hai rotto la mia merda, quindi non ti romperò la faccia."

Grazie, immagino.

Eijirō si sarebbe messo a ridere, se non fosse stato così concentrato sulla gloriosa pasta sfoglia e sul ripieno denso e cremoso di spinaci che gli riempiva la bocca in quel momento. Porca puttana, questo ragazzo sa cucinare. Anche freddo, fuori dal frigo, quella sfoglia agli spinaci era perfetta.

Eijirō le mangiò tutte e quattro come un affamato e tornò in bagno per lavarsi i denti in modo da poter tornare a letto.


Nei tre giorni successivi Eijirō fu messo in ginocchio. Dovette passare una notte di guardia alla caserma dei vigili del fuoco, e c'erano più incendi del solito. Ma era la stagione dei barbecue, quindi se l'aspettava. Alla fine, aveva dormito molto bene la notte e si era masturbato con un video di Katsuki che il suo accesso di alto livello gli permetteva di guardare "gratuitamente".

Il biondo gli aveva insegnato a fare una besciamella e poi, quando si era raffreddata, si era spogliato nudo e se l'era versata addosso e si era preso a pugni il cazzo fino a quando non si era ritrovato in una pozzanghera di salsa bianca e lucida sul pavimento della cucina. Si era leccato le labbra e infilato le dita in bocca, prima di dire a Eijirō di andare a fanculo come faceva sempre. Il video era diventato nero mentre le narici di Eijirō si infiammavano con respiri pesanti mentre veniva.

Guardò tra le ricette di Katsuki finché non ne trovò una per i bignè di spinaci. Era accompagnato da un'immagine dello splendido biondino che si leccava la crema di formaggio dalle dita con un'espressione sensuale, quasi arrabbiata sul viso. In fondo alla ricetta c'era una nota che diceva: non essere stupido da fare da te la pasta sfoglia, è una cazzo di rottura di palle. Solo perché ti ho mostrato come non significa che devi farlo. Fottiti.

Va bene, bene. Quindi non avrebbe dovuto fare la pasta sfoglia da zero! Questo rendeva tutto molto più semplice.

Eijirō voleva solo qualcosa di almeno un po' simile a quello che il suo vicino gli aveva dato come ringraziamento qualche giorno prima. Era così dannatamente buono!

Infatti...

Eijirō decise che avrebbe dovuto ringraziarlo. Non era un cuoco o un panettiere e lavorava così spesso che raramente aveva la possibilità di spendere il suo stipendio in qualcosa di diverso da cibo da asporto, porno e frullati proteici. Nel tempo libero si allenava per tenersi in forma, ma poteva fare la maggior parte dei suoi esercizi alla stazione dei pompieri, dove c'era una piccola palestra per tenere occupati i vigili del fuoco quando erano di guardia.

Si fermò in una panetteria e guardò le torte esposte con un piccolo sorriso. Non ce l'avrebbe fatta da solo, ma era comunque un bel pensiero. Poteva dare il benvenuto al suo nuovo vicino nel condominio, chiedere scusa per aver toccato le sue cose e ringraziarlo per i pasticci di spinaci. Era perfetto.

Così Eijirō tornò a casa con un sorriso sulle labbra e un passo scattante. Aprì la porta e mise gli ingredienti per i tortini di spinaci in frigorifero, prima di afferrare il Tupperware lavato e metterlo con cura sopra la scatola della torta e tornare fuori.

Suonò il campanello, sperando che il suo vicino fosse dentro, e batté il piede mentre aspettava.

Pochi istanti dopo la porta si spalancò e l'intero mondo di Eijirō si capovolse.

«Cosa??», berciò uno splendido biondo... Katsuki, lo fissò finché le sue sopracciglia non si alzarono per la sorpresa e si ritrasse un po'. Un attimo dopo aggrottò le sopracciglia, chiaramente confuso: «Chi diavolo sei?»

«K-k-Kacchan-», Eijirō si corresse rapidamente con il nome con cui aveva sentito Kaminari chiamarlo prima, «Sono... cazzo. Sono il tuo-» Il tuo più grande fan? Mi sono masturbato con la tua faccia piena di sperma? So com'è fatto il tuo cazzo? Porca puttana, posso leccarti le scarpe? «Il tuo vicino del piano di sotto.».

Eijirō fece un respiro profondo e fece in modo che il suo cuore smettesse di cercare di martellargli le costole, mentre Katsuki sollevava un sopracciglio e l'angolo del suo labbro superiore si arricciò verso l'alto.

«Ventisette, eh?». Il suo sguardo si posò sul corpo di Eijirō, ruvido, abrasivo e calcolatore, prima che un sorriso gli spuntasse all'angolo del labbro: «Non chiamarmi Kacchan. Il mio nome è Katsuki Bakugō. Quegli idioti mi hanno detto che eri grosso, ma non hanno detto che eri anche sexy. Cosa c'è nella scatola, ventisette?».

La lingua di Eijirō sembrò diventare troppo grande per la sua bocca per diversi secondi e Katsuki lo guardò accigliato, per nulla impressionato. Doveva dire a quell'uomo il suo nome, in modo che non fosse ricordato solo per il numero del suo appartamento!

Alla fine, riuscì a riprendersi e si dipinse un sorriso amichevole sul volto: «Eijirō Kirishima. E uhh, ti ho regalato una torta di "benvenuto nel quartiere". Ho la-lavato il contenitore che mi hai mandato. Ti ringrazio... grazie per le tortine agli spinaci, sono le migliori che abbia mai assaggiato...», cercò di allontanarsi mentre sentiva le guance andare in fiamme. Doveva andarsene. Ora.

Katsuki-maledetto-Bakugō , era il suo nuovo vicino del piano di sopra: l'uomo su cui aveva passato mezza settimana a masturbarsi quasi ossessivamente ogni volta che ne aveva l'occasione. Merda. Maledetto. Diavolo ca-

«... Mi hai portato una torta?», chiese Katsuki, con un'espressione infastidita che gli scomparve dal viso all'istante, solo per essere sostituita da un sorriso eccitato mentre i suoi occhi scorrevano tra la scatola e il viso di Eijirō che si scaldava rapidamente, «Mi hai portato una fottuta torta? Ah.» Le dita di Katsuki sfiorarono quelle di Eijirō mentre il biondo gli toglieva la scatola quasi delicatamente, ancora sorridendo.

«Sì. Uhh, spero che ti piaccia amico. Ci vediamo in giro, okay?». Eijirō fece un passo indietro e Katsuki gli inviò un sorriso lento e fiducioso che gli fece indebolire le ginocchia, prima di guardarlo di nuovo dall'alto in basso.

«Oh, me la godrò da morire. Grazie. Forse ti manderò qualcos'altro da mangiare qualche volta, Kirishima.» Katsuki fece un passo indietro e chiuse la porta con un tonfo deciso ed Eijirō andò in crisi mentre tornava di corsa nel suo appartamento.

Porca puttana.

A-aveva dato una torta a Katsuki Bakugō.

Aveva dato a uno scopatore di torte una torta!! Quel sorriso che- e aveva regalato a un tizio con un kink sul cibo una dannata torta.

Porca miseria... L'avrebbe scopata o l'avrebbe mangiata?

Eijirō voleva disperatamente entrambe. E voleva guardare.

Merda.

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