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Sto preparando le valigie.
Perché? Per andare alla Stonewood High.

Proprio così, sto realizzando il sogno di molti ragazzi. Andrò nella prestigiosa scuola della California. L'unica cosa negativa? Andrò a vivere 5.320 miglia lontano da casa mia, lascerò mia madre, Sabina, e mio fratello Michael qui a Stratford.

Ho sempre avuto un rapporto difficile con la mia famiglia, ma pensare di vivere lontano da loro non era mai stata una reale opzione. Credo proprio che sarà questa la parte peggiore, salutarli. Sono consapevole che non sarà un addio ma è comunque doloroso pensare che non li rivedrò più con tanta frequenza, quando avrò un problema o avrò bisogno di sfogarmi da chi andrò? Qui non ci sono persone che conosco, sono sola.

-Ehi amore, qualcosa non va?- chiese mia madre vedendomi pensierosa.

-No mami, tutto ok!- risposi facendo l'indifferente, l'ultima cosa che volevo era farla stare in pensiero.

-Non mentirmi, ti conosco.- disse guardandomi negli occhi.

-È solo che...mi mancherai, mi mancherete entrambi.- confessai smettendo di fare le valige per un attimo.

La mia sensibilità si fece avanti e gli occhi diventarono lucidi.

-Tesoro, anche tu ci mancherai moltissimo, ma questa è un'esperienza unica, è un'opportunità che non ti ricapiterà di nuovo. Hai ottenuto quella borsa di studio solo ed esclusivamente con il tuo impegno, te lo meriti.- disse posando la sua mano delicata sul mio viso.

Annuii.

-Finisci di fare le valigie che c'è un aereo che ti aspetta.- disse abbracciandomi e dandomi un bacio sulla fronte.

Quel calore materno, era la cosa che più mi sarebbe mancata.

Sabina uscì dalla stanza ed io continuai a mettere i miei vestiti nelle valigie.
Era dura ammetterlo, ma il mio cuore ce la stava mettendo tutta per non farmi piangere, sono molto legata a mia madre, lei è la persona più speciale che io abbia mai conosciuto. Quando ero piccola non passavo molto tempo con lei, per motivi dovuti al divorzio del miei genitori, ho passato gran parte della mia infanzia senza di loro, la persona che si "occupava" di me era l'ex compagna di mio padre, una giovane donna che mi trattava più come una domestica che come una figlia. Ma questi sono dettagli che è meglio sorvolare.

Con mio padre non ho lo stesso legame, gli voglio davvero tanto bene ma lui vive con la sua nuova compagna. Cerca di essere presente ma fa il minimo indispensabile, quelle poche volte che ci vediamo dice di essere stanco per il lavoro e finisce per addormentarsi, quindi diciamo che, guardarlo dormire, non è il mio passatempo preferito.

Ora gran parte del mio tempo lo condivido quasi solo con mia madre oppure da sola.

Mio padre l'ho salutato ieri e, sinceramente, non mi è sembrato che gli dispiacesse un granché. Fingo che non mi dispiaccia, ma la verità è che ogni volta muoio dentro, l'amore di un padre è l'unica cosa che ho sempre desiderato.

Chiusi finalmente tutte le valigie facendo un gran sospiro, mio fratello entrò nella mia stanza senza bussare per aiutarmi a portare i bagagli fuori.

-Michael...- lo chiamai.

-Che c'è.- rispose voltandosi.

Sembrerà scorbutico e, in effetti ogni tanto lo era, ma tra di noi c'erano quei momenti che avevano un non so che di speciale, gli ho sempre voluto un bene dell'anima nonostante potesse sembrare il contrario, sia da parte mia che sua.

Per me lui non era solo mio fratello, era la mia metà, sembrerò sdolcinata agli occhi altrui ma in fondo era così, lui c'era ogni volta che ne avevo bisogno, a modo suo. Da piccoli abbiamo avuto tante difficoltà che ci hanno tenuti separati, le uniche conversazioni che avevamo erano degli stupidi litigi. Perdonarlo dopo che aveva contribuito a rendere la mia infanzia un Inferno era stato difficile, ma non impossibile.

-Nulla, ti voglio bene.- gli dissi facendolo sorridere.

-Anch'io.- disse per poi prendere una delle mie valigie.

Come avevo detto, non mostrava sempre il suo amore.

Bene, adesso era il momento di andare.

Prima di chiudere la porta alle mie spalle, mi voltai un'ultima per guardare la mia camera in cui avevo trascorso tutti quei momenti strazianti. Non sapevo se fosse una cosa bella o brutta.

Era così dura lasciare tutto ed andare via, ho sempre odiato la solitudine, chissà, forse questo era un metodo scelto dall'alto per mettermi alla prova. Tirai un sospiro e, dopo aver chiuso la porta, mi incamminai verso la porta d'ingresso.

Nessuno parlava, la tristezza riempiva già abbastanza l'aria.

Salimmo tutti in macchina dopo aver caricato le mie valigie, ci stavamo dirigendo all'aeroporto di Birmingham dato che era quello più vicino, era distante più o meno 18 miglia.

Mio fratello passò tutto il tempo al telefono e mia madre era concentrata a guidare, questo era il modo peggiore di andare via, senza parlare. Volevo dire qualcosa ma non sapevo cosa, quindi chiusi gli occhi e feci scorrere il tempo.

Quando riaprii gli occhi notai che ci trovavamo all'aeroporto, il mio volo partiva tra circa venti minuti, contando che dovevo fare il check in, mi resi conto che ero in ritardo!

Feci la fila, che fortunatamente non era poi così lunga, preparai i documenti ed il biglietto e, dopo un po' di attesa, finalmente toccò a me.
Passai le mie valigie per l'imbarco e, dopo aver messo in regola tutte le carte, sia mia madre che mio fratello, mi accompagnarono davanti all'aereo.

Era arrivato il momento dei veri saluti.

Mi voltai verso mio fratello e lo abbracciai forte, come non avevo mai fatto, non dissi una parola, mi stavo solo godendo il momento e mi sentivo che lui stava facendo lo stesso.

Mi staccai dall'abbraccio sentendo un senso di incompletezza, il mio cuore si stringeva in petto e pensare che ora toccava a mia madre. Inutile negare che mi stesse venendo da piangere, mi stavano per uscire delle vere e proprie cascate dagli occhi. Ero una persona emotiva, non potevo farne a meno.

-Mamma...- sussurrai.

-Mi mancherai tanto.- disse lei stringendomi a sè.

-Mi mancherai tantissimo, ti amo.- risposi.

Avevo quel vizio...il "ti amo".
Erano sempre le ultime due parole che le dicevo, in modo che qualsiasi cosa capitasse io sapevo di averle detto che l'amavo. Perché mai dovrò lasciare mia madre avendole detto qualcos'altro che non sia il "ti amo".

Ci staccammo dall'abbraccio e rivolsi loro un ultimo sguardo per poi andare verso l'aereo.
Non dovevo voltarmi, non potevo, perché se l'avessi fatto non sarei riuscita a partire, mi conoscevo, non sapevo lasciar andare, quindi dovevo far finta che loro non fossero con me.

Dopo ulteriori accertamenti salii sull'aereo, attivai la modalità aereo, infilai le cuffiette per sentire la musica che avevo in modalità offline e chiusi gli occhi con la consapevolezza che al mio risveglio sarebbe iniziata la mia nuova vita.

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29 Dicembre 2021, 22:35

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