4. ᴘᴀʀɪɢɪ

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𝘕𝘦𝘸 𝘠𝘰𝘳𝘬, 17𝘵𝘩 𝘑𝘶𝘭𝘺 1935
- 𝘗𝘢𝘳𝘪𝘴, 19𝘵𝘩 𝘑𝘶𝘭𝘺 1935

La lettera aveva un'aspetto anonimo: avrebbe potuto essere stata scritta da chiunque, ma nonostante questo quando Newt vide il suo nome scritto sul retro della busta fu subito inquieto.

Il suo presentimeno era fondato. Infatti appena la aprì, divenne talmente calda che Newt la lasciò cadere sul pavimento.

Appena toccò il suolo sopra la lettera comparve un'immagine di Grindelwald proiettata nell'aria.
Disse poche parole, ma efficaci:

-So per certo che questa lettera sarà aperta da Scamander, perchè nessun altro oserà farlo, per le terribili conseguenze a cui verrà in contro. Sai Newt, inizialmente pensavo di ucciderti, per vendetta, ma poi ho pensato che non fosse abbastanza doloroso.
Tu mi hai tolto la libertà, che era tutto ciò che avessi allora. Quindi a te toglierò le persone che ami, una per una. E alla fine resterai solo col tuo dolore. Così saprai come ci si sente e non credo che resisterai a lungo. Ti ho visto poco Newt, ma ho capito subito che sei una persona sentimentale e debole. Ci vedremo presto-.

Poi l'immagine si dissolse e della carta non rimase che cenere.
Newt stette qualche secondo immobile poi, con una espressione impassibile, ringraziò l'Elfo per l'aiuto, prese per mano Alison e si avviò all'uscita.

-Mi dispiace che tu abbia assistito a una cosa così brutta, Al. Non raccontare niente a nessuno- disse con voce roca.

Lei tacque, ma aveva paura.
-Papà, ucciderà me e la mamma?- chiese.
Newt si fermò e la guardò dritta negli occhi. Non era un uomo coraggioso, lo sapeva bene, ma questa volta non si sarebbe tirato indietro.

Doveva proteggere Alison e Leta. Ma anche Tina, Queenie e Jacob.

-Nessuno ti farà del male finché ci sono io, Al. Capito? Nessuno. Andrà tutto bene.-. Lesse un'esitazione negli occhi della figlia, ma poi lei sorrise: -Mi fido di te.-
Si fermarono in un hotel per mangiare, dormire e controllare gli animali (tra cui l'irrequieto Ginger).

Newt mandò due lettere via gufo quella sera.
-Cosa sono?- chiese un'affascinata Alison.
-Messaggi. Di solito non uso i gufi, ma questa volta mi serve qualcuno di veloce. Uno è per la mamma, per avvisarla che stiamo via un po' di più. L'altro è per un mio vecchio professore di Hogwarts.-spiegò.
-La scuola di magia?- fece lei, incantata.
-Sì, insegna Trasfigurazione lì. Si chiama Albus Silente.-

La mattina dopo Alison trovò suo padre intento a sistemare le borse.
-Partiamo?- chiese, un po' dispiaciuta. Le sarebbe piaciuto ritrovare Frank.
-Sì. Ci sono molti animali anche dove andremo ora, non ti preoccupare. La destinazione è Parigi-.

La promessa di nuove creature rese più piacevole ad Alison il secondo viaggio in nave e questa volta non si lamentò del mare.

Dopo due giorni arrivarono al porto di Brest, sulla costa ovest della Francia, e da lì presero il treno.

Durante le cinque ore di viaggio Newt parlò ad Al delle creature magiche europee, emozionandola sempre di più.
Mentre stavano discutendo sui serpenti marini e su quanto si sbagliassero i Babbani a definirli "pericolosi" sentirono un lungo fischio.

-Siamo arrivati papà?- chiese Alison, impaziente. -Sì. Questa è Parigi.-

Scesero dal treno e si diressero in fretta e furia fuori dalla stazione. Alison si guardava intorno. Era abituata ai grandi spazi, vivendo in una città come Londra, ma comunque si stupì e rimase a fissare con ammirazione gli enormi archi che sostenevano la grande costruzione della stazione: sembrava quasi che sostenessero il cielo tanto erano alti e possenti.

Era quasi mezzogiorno quando uscirono dalla stazione. Alison non potè trattenere un gridolino di entusiasmo e nonostante Newt non volesse darlo a vedere era molto sorpreso anche lui. Parigi si presentò a loro nel più normale dei giorni lavorativi.

La Tour Eiffel, che nella fine dell'Ottocento era tanto stata criticata per la sua antiesteticità, splendeva riflettendo i raggi del sole che andavano a illuminare la città.

Le case erano disposte una dietro l'altra in ordine perfetto. Ognuna aveva colori accesi, di tipo pastello, dal giallo limone al rosa confetto. Le strade erano grandi e spaziose ed erano piene di qualsiasi genere di trasporto: macchine a motore, carrozze, motociclette e pure biciclette.

Alla prima occhiata Newt provò un senso di tranquillità e serenità, perchè gli sembrava di essere a casa. Le automobili e le città affollate, per lui, erano unabitudine. Ma questa sua spensieratezza non durò molto. Aveva un compito importante da svolgere.

Newt mostrò alla figlia un libriccino.
-Qui dovrebbero esserci anche le indicazioni per arrivare all'MMF, cioè "le Ministère de la Magie Français".- Le spiegò.
-E lì c'è Tina?- domandò lei.
-Lo spero! Direi che dopo il viaggio che abbiamo fatto ce lo meritiamo, non credi?- sorrise il padre. -Prima però ci fermiamo a pranzare, ok?-.

Si fermarono in un bistrot e ordinarono un'entrecote (un piatto di carne) e delle verdure.

-Papà, mi prendi un macaron per dolce?- chiese Alison facendo gli occhi dolci, mentre Newt stava ordinando da bere.
-Ok, ti sei comportata molto bene in treno, quindi te lo meriti.- disse Newt.
Alison sorrise, contagiando anche il padre.

Siccome l'attesa per il pranzo era lunga, Alison cominciò a osservare le persone che passavano in strada.

-Papà, dovevamo prendere un hot-dog come quella signora, così ce lo davano subito.- disse a un certo punto, indicando la strada con un dito.

Newt si girò e vide...

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💫SPAZIO AUTRICI💫

Sinceramente questo è il più bel capitolo che ho fatto finora quindi spero che vi sia piaciuto
-Kathe

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