5. ʟ'ɪɴᴄᴏɴᴛʀᴏ

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A chi piace la Newtina si prepari... 😍
-Kathe

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𝘗𝘢𝘳𝘪𝘴, 19𝘵𝘩 𝘑𝘶𝘭𝘺 1935

-Al, aspettami qui, torno subito. Se arriva il cameriere inizia a mangiare!- disse Newt, alzandosi e correndo all'esterno.

La bambina lo osservò stupita fino a quando lui non raggiunse la donna con l'hot-dog in mano.

-Ancora hot-dog? Non è un pranzo molto salutare.- esclamò Newt. Avrebbe riconosciuto quel profilo ovunque.

La giovane donna si girò e l'hot dog finì in terra. Era molto cambiata dall'ultima volta che Newt l'aveva vista. I suoi capelli corvini erano legati in una coda con una frangia sulla fronte, e Newt pensò che probabilmente si fossero allungati dall'ultima volta che si erano visti. L'unica cosa che non era cambiata era la sua posa, rigida ma goffa allo stesso tempo che a Newt faceva tanto ridere, non perché fosse buffa ma perchè gli ricordava che in fondo lei non era così cattiva come si presentava.

Indossava una camicia bianca e un cappotto leggero e i suoi amati pantaloni a palazzo che le arrivavano un poco sopra la caviglia, lasciando intravedere le calze a rete. Ai piedi portava degli anfibi neri.

-Newt?- pronunciò Tina incapace di dire altro.

Lui le corse incontro. I suoi occhi verdi si piantarono in quelli color cioccolato di lei con l'intensità di un abbraccio. Anche se Newt non ne era consapevole, non distolse lo sguardo: i suoi occhi avevano aspettato a lungo quel momento.

Anche Tina lo guardò e notò che non era per niente cambiato a parte per i vestiti leggermente più leggeri.

Se lo aspettava perchè, anche se lo aveva conosciuto per poco, aveva capito subito che era il tipo di persona che resta sempre uguale, anche in cose semplici e tutto sommato banali come il modo di vestire.

Da un lato a volte c'è bisogno che le persone cambino, e se non ne sono capaci creano problemi, ma dall'altro era bello rivederlo esattamente com'era quando si erano conosciuti, perché a lei piaceva così. Arrossì quando realizzò ciò che aveva pensato e fece un colpo di tosse: -Cosa ci fai a Parigi?-

-Cercavo te. Per il libro, ricordi? So che è passato molto tempo, ma meglio tardi che mai.- aggiunse imbarazzato.

Tina non sembrava arrabbiata con lui, anzi fece un sorriso; un sorriso da orecchio a orecchio. Era entusiasta.
-Sono successe un po' di cose dall'ultima volta. Io stavo per pranzare qui, se ti fermi ti spiego.- continuò lui.

Tina lo seguì nel bistrot e arrivata al tavolo, rimase ovviamente stupita. Vicino alla valigia magica c'era una bambina di sei anni che diceva -Papà, è lei? È Tina?-.
-Sì, Al. Proprio lei.- Tina rimase sbalordita a guardare la bambina. Non sembrava più così felice. "Possibile che sia sua?" si chiese e decise di intromettersi nella conversazione. -Hai un po' di cose da dirmi quindi?-.
-Come puoi vedere...-

Newt le raccontò di Leta, di Alison e del loro viaggio, tralasciando però il messaggio di Grindelwald. Non voleva farla preoccupare inutilmente.
Tina sembrò adombrarsi durante il racconto, ma poi riprese a sorridere dicendo -Sono felice per voi-.
-E tu invece?- le chiese Newt alla fine della spiegazione, quando ormai Alison si stava gustando il suo macaron.

-Io ho ripreso a fare l'auror. Poi è iniziato il gemellaggio. Il MACUSA ha sempre cercato di rimanere in contatto con tutte le nazioni. Quindi sono venuta a Parigi, con Queenie. Ti ricordi Jacob? Ha aperto la pasticceria, grazie a te. È qui anche lui: quando ha incontrato Queenie si è ricordato tutto e ha deciso di venire con noi. Ha detto che misurarsi con i pasticceri francesi sarebbe stata una bella sfida per lui.- raccontò lei.

-Davvero? Deve essere davvero bravo se riesce a cavarsela qui.- disse Newt, stupito.
-Gli fanno tutti i complimenti per la sua fantasia...i suoi dolci sono a forma di Erumpent, Snasi e Demiguise. E poi Queenie gli dà una mano. Con la magia è tutto molto più veloce- rispose Tina. -Ma non si può negare che sia bravissimo. Le sue ricette sono ottime.-
-Ha anche dei biscotti a forma di Crup?- si intromise divertita la piccola Alison.

Tina la guardò sorpresa. -Tale padre, tale figlia! Io in realtà non so nemmeno cosa sia un Crup. Me lo racconti tu, Al?- chiese gentilmente.
A quella domanda la bambina si rifugiò dietro il padre, intimorita.
-È po' timida. Un Crup ha l'aspetto e le dimensioni di un cane Jack Russel, ma ha due code. Protegge i maghi ma può attaccare i Babbani o No-mag, se preferisci. Quindi si deve addestrare e bisogna togliere una delle code con un incantesimo. Al ne ha uno, si chiama Ginger. Però adesso è nella valigia- concluse con un sorriso.

Tina non protestò per la timidezza di Alison, come avrebbe fatto Leta, e questo per la bambina fu un sollievo. Non era abituata a tanta accondiscendenza.

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💫SPAZIO AUTRICI💫

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