35•capitolo -L'amore è una cosa semplice-

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Marco

Appena ho aperto gli occhi, come praticamente succede sempre, il pensiero di Siria mi ha assillato e dunque è stato davvero difficile ritrovarmi nuovamente senza la sua presenza. I giorni a Salerno, anche se non me l'hanno ridata indietro, sono stati magici e ci hanno permesso di ritrovare quel briciolo di serenità che da troppo ci mancava, come il semplice ridere insieme per una stronzata detta da me o per qualcosa detta da lei, mi mancavano da morire questi nostri momenti e in questi mesi quasi l'avevo persa la speranza di vederla tornare a sorridere insieme a me.

Quasi mi volevo obbligare a rimanere su questo letto, avevo paura di fare una cavolata e affrettare i tempi, cosa che Siria mi ha esplicitamente detto di non fare, anche perché è stata chiara nel dirmi che non vuole ricominciare, eppure c'ero. Ci sono stato in questi due giorni condivisi insieme, ho visto la sua voglia di starmi vicino, di baciarmi, di ritrovare la serenità, di guardarmi con quegli occhi che le brillano, di sentirsi stretta da me in un abbraccio; io c'ero in tutte queste volte ed ecco perché, benché le sue parole possano dire altro, so che non posso arrendermi proprio ora, che se avessi visto la sua completa riluttanza allora non aveva più senso niente di quello che ho fatto, ma non è così, non lo è stato.

Fortunatamente, nonostante ogni mia remora a riguardo, Siria ha accettato di venire con me. Ho pensato molto a dove portarla, a come sbalordirla e farle capire quanto io tenga a lei, e ho pensato anche a cosa le è sempre piaciuto.

Non è stato facile devo ammettere organizzare questa serata in poche ore, ma ho delle conoscenze che mi hanno aiutato in questa impresa e, sono certo, a lei piacerà.

Quando scendiamo, ho ciò che mi aspettavo: la sua espressione sbigottita mentre guarda la macchina d'epoca davanti a lei, una mercedes-Benz 220 SE cabrio di color rosso.

«Ma quanto hai pagato per avere questa meraviglia?» e si volta nella mia direzione con quel sorriso genuino che mi fa girare la testa, la mia voglia di baciarla aumenta a dismisura ma devo trattenermi.

«Non ho badato a spese»

Scrollo le spalle e mi avvicino a lei quel tanto che basta per guardarla negli occhi, in quel colore che richiama gli alberi e mi fa sentire sempre in bilico e insicuro.

«Tu e la tua fissazione per le auto» ridacchia divertita.

Scuoto la testa e mi avvicino ancora di più a lei, mentre la vedo che un po' indietreggia e un po' trema all'idea di avermi a questa distanza e non sapere la mia prossima mossa. Probabilmente ha paura che accorci ancora le distanze tra noi, come l'ultima volta in cui ho potuto assaggiare le sue labbra come se non lo facessi da troppo tempo con la sensazione di non aver respirato nel frattempo; in realtà, è proprio così che mi sento tutte le volte che non ho l'opportunità di farlo, che potrei anche baciare tutte le labbra del mondo ma niente sarebbe più intenso di quello che sento ogni volta che bacio le sue o che mi perdo a guardare i suoi occhi.

«In verità... l'ho presa per te» confesso, ritrovandomi ad un soffio dal suo viso e il suo odore mi inebria a tal punto da farmi girare la testa e farmi sentire ubriaco. Ha una luce diversa negli occhi, nonostante la conosca bene oggi mi sembra di non riuscire a leggerle attraverso e me lo chiedo se qualcosa in lei stia cambiando.

«Oh...» sussurra, «beh... grazie» si mangiucchia il labbro. Di certo non era la risposta che mi aspettavo ma non dico nulla, rimango in silenzio. «Che dici andiamo?» ed entriamo in auto, non ho detto nulla a Siria su dove ho pensato di portarla, benché so che le piacerà voglio che lo scopra da sola.

«Ma quindi me lo dici almeno dove stiamo andando?»

La ignoro e, pur di non farla continuare, accendo la radio e mi perdo tra i miei pensieri. Ho paura, ammetto di aver tanta paura di perderla, anche perché so che ce la farebbe a vivere senza di me, ma io sono sicuro che non sarebbe una vita felice senza esserci l'uno per l'altra. E mi sono ripromesso che, anche se non servirà a nulla tentare di riconquistarla, anche se è possibile che lei mi lasci alle spalle come ha promesso, voglio esserci per lei costi quel che costi. So cosa implica: implica il fatto che dovrò accettare di vederla innamorarsi di qualcun'altro prima o poi; che sorriderà per qualcuno che non sono io e che dovrò stare in silenzio, ad amarla senza poter più avere diritto di replica, ma per lo meno adesso che, forse, ne ho la possibilità devo tentare il tutto e per tutto e capire fino a che punto davvero lei voglia questo. Un sospiro esacerbato esce indisturbato dalle mie labbra e spero che non se ne accorga e che, soprattutto, non mi chieda niente. La vedo che mi guarda con la coda degli occhi ma continua a rimanere in silenzio, il che mi fa strano conoscendo la persona; non rimane mai per troppo tempo in silenzio, parla quando si sente a disagio e soprattutto quando è curiosa, so che lo è, che se lo sta continuando a domandare dove la stia portando.

Quando fermo la macchina, mi mordo nervosamente il labbro e mi volto verso lei, che, come pensavo, ha le labbra socchiuse in un'espressione sbigottita, ha esattamente la reazione che volevo suscitare, ma mi sudano le mani per il fatto che continua a non guardarmi. Continua a non dire nulla, come se fosse sola in questa cosa.

Quando, finalmente, decide di rivolgermi lo sguardo, quando i suoi occhi si schiantano proprio come due iceberg sui miei, sento il mio cuore battere più forte, prendere a fucilate il mio petto, come se stesse chiedendo di essere lasciato libero, di poter uscire e far quel che cavolo gli pare.

Le mie labbra ormai secche vengono inumidite dalla mia lingua e tento invano di tornare ad essere calmo, anche perché Siria continua imperterrita a non proferire parola, poi la sua bocca si allarga, ne esce un sorriso meraviglioso, uno meravigliato e quasi mi sembra di tornare indietro, a quando niente era mutato tra noi, a prima di tutto il gran caos che ho creato.

«Come... come hai fatto ad organizzare tutto questo?» me lo domanda, ma prosegue e non me lo da il diritto di replica, «Ho sempre sognato di andare al cinema all'aperto, di andare al drive-in proprio come nei film e... tutto questo è meraviglioso!» la sua espressione me lo dice più delle parole quanto vorrebbe abbracciarmi in questo momento, quanto vorrebbe disintegrarle quelle distanze che ci separano; vorrei farlo io, fregarmene se mi ha pregato di non farlo, eppure mi trattengo perché ho già rovinato tutto così tante volte che ho il terrore di vederla sgretolare tra le mie mani, di romperla in qualche modo mentre vorrei solo prendere cura.

«Ho... ho delle amicizie» ridacchio, mentre con il mio sarcasmo cerco di togliermi questo imbarazzo che mi attanaglia da non trovare più le giuste parole, che poi non mi è mai successo di stare davanti a Siria, colei che mi ha sempre capito con uno sguardo e della quale non mi sono mai vergognato, e non riuscire a trovare le parole. La paura annebbia le menti e la mia stasera non ci sta capendo nulla. «Ma... non è questo il pezzo forte, penso che la cosa che ti piacerà di più sarà il film»

«E quale sarebbe?» ora la sua espressione si è ammorbita, magari perché si aspettava che con questo gesto credessi che mi avrebbe dato di più. Ma sono sincero quando dico che aspetterò i suoi tempi e se anche ci volessero mesi e mesi prima che si lasci andare, io sono qui per lei.

«Ora lo scoprirai!»

Mando un messaggio al mio amico, dicendogli che può far partire il film. Ho dovuto pagare un mucchio di soldi per organizzare questa cosa, non è stato facile, ma del risultato sono contento considerando la faccia di Siria in questo momento, volevo solo vederla sorridere.

Quando inizia il film, ovviamente le si illuminano gli occhi nel vedere le pagine della nostra vita che è il suo film preferito; tra l'altro, è anche il primo film che abbiamo visto insieme nella sua stanzetta. Non che mi piacciano molto questi film smielati, ma allora avrei fatto qualsiasi cosa per passare un po' di tempo in sua compagnia, lontano da tutto e tutti. E beh, direi che a distanza di quindici anni le cose non sono proprio cambiate, proprio come allora la proiezione inizia, e mentre lei guarda il suo film preferito e si emoziona come se lo stesse guardando per la prima volta, io guardo i suoi occhi che brillano.

E chi l'avrebbe detto che quindicianni dopo ci saremmo trovati ancora l'uno di fronte all'altro, che l'amore avrebbe resistito nonostante la burrasca, che mi sarei trovato a lottare con le unghia e con i denti pur di riprendermela. Chi l'avrebbe detto che ci saremmo guardati da grandi, più consapevoli e che avremmo lasciato quelle fragilità adolescenziali, ritrovandonci ad amarci da adulti. Tu che probabilmente ti eri ripromessa di starmi lontano, di non darmela più l'opportunità di starti vicino, lo noto che ti volti forse perché ti senti osservata e me lo fai quel sorriso sincero che aspetto. Adesso non hai bisogno di maschere, di nasconderti dietro un disprezzo che mi hai tanto decantato in questi mesi e che mi ha provocato un dolore atroce che quasi lo sento ancora sanguinare il mio cuore; perché per un attimo ho perso la speranza di poterti riavere vicino, mi sono crogiolato dietro quelle parole e ho cercato di camminare con le mie gambe. Ma se sono ancora qui è perché non ci riuscirò mai a starti davvero lontano, anche se mi supplichi di farlo.

E ti guardo ancora e penso che sei più matura di allora, è vero, ma hai ancora il cuore grande e un'anima pura. Ti senti più te stessa, non hai paura di essere giudicata, non ti vergogni di quella che sei e che vorresti essere. Non ti fai scalfire dalle parole sprezzanti di chi di te non sa proprio niente, no adesso no, adesso sei più forte e mi induci ad essere più forte per te, per meritarti.

E mentre penso a tutto questo tu ti giri e il film è appena finito, neppure me n'ero accorto così assorto nei miei pensieri com'ero, e ovviamente tutto riguarda sempre te.

«È sempre bellissimo questo film!» dice con gli occhi pieni di sentimenti che mi pare di vederla ancora quell'adolescente, ma non lo sei più, tu adesso sei una donna e vorrei che tu diventassi la mia donna.

«Ho notato!»

«E io ho notato che non hai seguito quasi per niente» finge di essersi offesa ma lo so che non è vero. Sa quali sono i miei gusti e che se non fosse per lei non guarderei mai questi generi, che l'ho fatto per lei.

«Beh che vuoi se ti piacciono questi film d'amore strappalacrime!»

«Non capisci niente!» il sorriso subito dopo le muore sulle labbra e indugia un po' troppo sul mio sguardo e vorrei che lo capisse quanto la vorrei nella mia vita ancora. «Grazie, Marco, per questa sorpresa»

E le sorrido quel tanto che basta per farglielo capire che non dovrebbe essere lei a ringraziarmi, ma io per quello che mi fa sentire solamente quando mi sta vicino. Che non capirà mai davvero fino in fondo l'importanza che ha per me e quello che mi ha dato in tutti questi anni. Che è una vita ingiusta un'altra ora senza di lei.

«Adesso scendi dall'auto!»

Mi guarda stordita, gli occhi socchiusi in due fessure e me lo chiede tacitamente perché le stia facendo questa richiesta.

«Dai, ho un'altra sorpresa!»

Lei mi asseconda, anche se non è molto convinta, lo fa. Quando mi è davanti, mi muovo solamente per mettere la canzone che ho scelto perché sono giorni che l'ascolto e che penso a lei. Perché vorrei davvero che ci fosse un nuovo inizio tra noi.

La canzone parte e non me lo perdo lo spettacolo del suo viso meravigliato per questo mio gesto. So di non essere molto romantico, che non le ho mai portato dei fiori, che non so esprimere al meglio i miei sentimenti, ma mi sono reso conto che le persone che ti amano – sperando che lei mi ami ancora – non possono leggerti nel pensiero e che quindi se non glielo dici e non glielo dimostri il bene che gli vuoi non capiranno mai, so per certo di non essere bravo a spiegarglielo e che, tutte le volte che ho cercato di farlo, ho toppato e mi si è ritorto contro. E allora forse, con le parole della canzone, sarà più facile.

"Ho un segreto

Ognuno ne ha sempre uno dentro

Ognuno lo ha scelto o l'ha spento

Ognuno volendo e soffrendo

«Allora vuoi ballare?»

«Non credi di stare esagerando?» ridacchia Siria che sicuramente non si aspettava tutto questo.

«Ti prego! È già abbastanza complicato così!»

E allora non se lo fa ripetere, lei che come me non è molto propensa a questi gesti eclatanti ma che per una volta stiamo facendo qualcosa di diverso che mi fa sentire meglio e che spero che le faccia capire quanto io tenga a lei.

"E nutro un dubbio

Non sarà mai mai mai inutile

Ascoltarne l'eco

Consultarlo in segreto

Ed è

L'estate che torna

Sembrava lontana

O tutto è più triste

Oppure resiste

Quello sguardo da oltraggio che insinua"

La canzone prosegue, le mie mani scivolano sui suoi fianchi, i suoi occhi sono incastrati ai miei, pieni di imbarazzo e il suo respiro esce concitato dalle labbra.

"Ti verrò a prendere con le mie mani

E sarò quello che non ti aspettavi

Sarò quel vento che ti porti dentro

E quel destino che nessuno ha mai scelto

E poi l'amore è una cosa semplice

E adesso, adesso, adesso te lo dimostrerò"

E quando le canto queste parole a fior di labbra, me ne accorgo che deglutisce e, anche se mi passa il pensiero di baciarla e di smetterla di martoriarmi, desisto, perché la vedo indietreggiare quel tanto che basta per non farsi toccare. Ma io la sto toccando, la sto tenendo tra le mie mani benché non la possa avere come vorrei. Lei è ancora mia stasera e io sono suo ma non solo questa sera, tutti i giorni della mia vita.

«Marco...» sussurra, non li toglie mai gli occhi dei miei. «Ti prego!» e mi fermo, non la bacio ma non può impedirmi di guardarla. Sospiro e poi mi stacco per darle aria, per non essere invadente.

All'inizio ha fatto di tutto per starmi lontana, si è perfino messa davanti mentre io sono nel sedile dietro, poi ha ceduto e mi ha raggiunto, ci ritroviamo l'uno accanto all'altra. Stiamo guardando insieme le stelle, tengo le mani dietro la testa per reggerla, anche se vorrei tenerla attaccata alla sua di testa.

Poi mi volto e lei non fa la stessa cosa, continua a tenere gli occhi inchiodati al cielo, ma anche questa volta cede e lega il suo sguardo al mio.

Si intimidisce non appena si ritrova nuovamente le mie labbra ad un pelo dalle sue, quindi ne approfitto per incalzarla: «Cosa ti fa paura, Siria?» ridacchio, prendendomi gioco di lei.

«Nulla!» coglie la sfida perché lei è fatta così, non me la darà mai davvero vinta, non mi farà mai pensare di aver la situazione sotto controllo.

«Sicura?» la punzecchio, «sicura che non hai paura che ti baci?» e il suo respiro diventa un tutt'uno col mio, i suoi occhi si riempiono di lussuria e non so chi è il primo a posare gli occhi sulle labbra dell'altro.

«Non ho paura perché non lo farai!»

Allargo ancora il sorriso e mi avvicino ad un pelo dalla sua bocca;

«E cosa ti da tutta questa convinzione!?» sento il calore imprigionare il mio corpo e il desiderio farsi una costante.

«Il fatto che...» soffia sulle mie labbra e lo fa apposta ad avvicinarsi ancora di più che quasi le tocca «...se lo farai, io me ne andrò!» e non sembra che stia fingendo, dice sul serio, se solo mi azzarderò ad infrangere le distanze la vedrò andare via da me.

«Allora...» mormoro a mezza bocca «...mi tratterrò, anche se è una delle cose più difficili che ho dovuto fare nella mia vita, perché ti desidero da morire!» lei guarda ancora le labbra, facendomi avvertire il calore della sua presenza in tutto il corpo, infuocandomi con i suoi occhi.

Non lo so come ci riesco a staccarmi dopo aver passato ore su quella macchina, Siria mi dice che è ora di tornare a casa visto che l'indomani deve lavorare. Per tutto il tempo del tragitto sembra essersi ammutolita, non le dico nulla perché sento ancora quella tensione al corpo che non mi lascia respirare, tuttavia, quando arriviamo sotto casa sua, lei si volta verso di me e allarga il sorriso.
Sta per dirmi qualcosa, ma l'anticipo.

«Ti accompagno davanti alla porta!»

Non ha tempo d'obiettare – anche se so che stava per farlo – perché sono già sceso dalla macchina e a lei non resta che assecondarmi e seguirmi. Ci ritroviamo l'uno di fianco all'altro e io nella mia testa prego che questo sia solo l'inizio di un qualcosa di bello tra noi, che non sia l'ultima sera, ma ancora quella paura di perderla mi penetra fino alla giuntura delle ossa e mi fa un male cane in tutto il corpo.

«Grazie di tutto, Marco!» mi ringrazia per l'ennesima volta e si volta verso di me, rivolgendomi un sorriso sincero, uno di quelli che non mi faceva da troppo tempo. «Adesso me ne vado a letto, buonanotte, Marco!» bofonchia.

«Buonanotte» mormoro poco convinto, si volta per andare davanti al suo portone, ma non ha il tempo di arrivare che io avverto già la mancanza. Vorrei dirglielo quanto mi manca, ma non lo faccio, rimango fermo a vederla andare via, sapendo che non si volterà mai verso di me.

O almeno è quello che penso perchè la vedo inchiodare i suoi piedi sull'asfalto, voltarsi quel tanto che basta per farmi vedere le sue fragilità, per farmi sentire che anche per lei c'è ancora quel filo a legarci e che non si è mai distrutto. E la vedo avanzare, mentre io non riesco neppure a muovermi. Capisco cosa sta succedendo – o forse no – solamente quando le sue mani imprigionano il mio viso, i suoi occhi mi cercano, due lacrime abbandonano i suoi occhi e le sue labbra mi cercano e mi trovano, perché l'aspetto da troppo.

La amo da troppo!

Ma quello lì era un bacio?🙄

Tanta perseveranza ha portato i suoi frutti 😁
Ma... ancora non è detta l'ultima parola 😌

-5 alla fine!

Prossimo aggiornamento lunedì 😘

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