Capitolo 11

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ELOISE POV'S

A voi era mai capitato di svegliarvi perchè non avevate più sonno, con un odore di caffè e cornetto caldo che alleggiavano in tutta la casa  e non a causa del caos?

A me, no.

Nel periodo scolastico venivo sempre svegliata dalle urla di mia madre che mi ammoniva di sbrigarmi, ricordandomi che ero in ritardo; mentre quando non c'erano lezioni venivo svegliata dai gemelli che non sapevano proprio cosa volesse dire fare silenzio.

Certe volte ero convinta che se i miei genitori avessero scelto un appartamento in un condominio, saremmo stati buttati fuori dagli altri inquilini non appena tutti e tre eravamo diventati in grado di parlare e camminare.

Per quanto riguardava la colazione da fashion blogger, non c' era nessuno tanto volenteroso da andare a comprare i cornetti di mattina e quelle rare volte che ci venivano portati dai nostri genitori, quando mi alzavo io, mi potevo ritenere fortunata se trovavo le briciole e un po' di ripieno rimasto nel sacchetto.

Per mi fortuna la mia dieta, in linea con quella di una brava ballerina, era principalmente costituita da macedonia, yougurt e farina integrale, tutte cose che solo a me piacevano.

Anche quel giorno fui riportata dal mondo dei sogni a quello degli incubi, ai quali dovevo cercare di sopravvivere, con un urlo che mi ricordò molto quello di Tarzan mentre si lanciava con la sua liana.

Solo che il Tarzan che mi svegliò si era lanciato sul mio letto, invece che nel pericoloso interno di una foresta piena di animali pericolosi, indossava maglietta e jeans e piuttosoto che nella foresta era cresciuto a casa mia; sebbene non fossi completamente certa che ci fosse qualche differenza.

<<Cedric>> urlai furibonda, anche se la voce mi uscii più assonnata che arrabbiata <<perché non sei mai a casa tua?>>

Lui scoppiò a ridere:<<Sono più di diciannove anni che passo tutti i giorni a casa vostra, perché così vogliono i nostri genitori, e tu me lo chiedi solo adesso?>>

<<Che ti è saltato in mente?>> domandai ancora furibonda per essere stata svegliata, mentre lui si sedeva a gambe incrociate accanto a me.

<<Pensavo che iniziare la giornata con qualcosa di magnifico ti avrebbe fatto felice >> ironizzò facendomi sbuffare.

<<Pensavo che le frasi da coglione le lasciassi a mio fratello>> sbottai e lui mi regalò un sorriso divertito.

<<Ma io parlavo di questo>> disse tirando fuori da un sacchettino di carta bianca un croissant.

Lo guardai con gli occhi spalancati, non mi sembrava possibile... era una visione?

<<Allora avevi ragione>> risposi mettendomi a sedere e afferrandolo mentre mi guardava ancora sorridente... era increbile come quel ragazzo sorridesse sempre, e aveva anche uno splendido sorriso.

<<Aspetta>> dissi prima di addentarlo <<è caduto per caso?>>

Lui scoppiò a ridere sentendo la mia domanda:<<No>>

<<Lo avete preso nella spazzatura?>>

<<No! Per chi ci hai preso?>>

<<Ci avete sputato?>>

<<Elo, se non ti stai zitta me lo mangio io>>

Addentai il cornetto, ed era buono.

<<Ma quindi pensavi che iniziare la giornata con me ti avrebbe resa felice?>> mi stuzzicò e io avvampai, non potendomi difendere perchè avevo la bocca piena.

Da quando il nostro rapporto fraterno si era trasformato in flirt? E perchè a me andava bene così?

Tecnicamente, ci eravamo scambiati quel bacio che era stato piacevole, e in quel momento avevo desiderato averne altri.

Ora mi sentivo confusa, perchè una parte di me avrebbe voluto baciarlo ancora, l'altra si sentiva terribilemente in colpa per un motivo che nemmeno io riuscivo a capire, come se stavo tradendo qualcuno... ma chi avrei potuto tradire se non vedevo un ragazzo diverso da lui ed Asher, (escludendo Matt, ovviamente) dai tempi delle medie?

<<Ci risiamo... e io che pensavo che tu fossi più serio. C' è un ragazzo che non fa battute da coglione?>> chiesi con un sopracciglio alzato e lui sorrise diveritito.

<<Senza queste battute non avremmo come fare colpo sulle ragazze>>

Buttai gli occhi al cielo in segno di disperazione:<<Solitamente si apprezza anche la simpatica, la bellezza, la gentilezza...>>

<<Vorresti dire che io non ho tutte queste qualità?>> mi guardò con un sopracciglio alzato.

Cedric c'era sempre stato, ogni giorno della mia vita, insieme ai gemelli, e non riuscivo a immaginare un futuro in cui lui non ricopriva un ruolo importante.

Lui era stato una costante della mia vita, un pilastro che sapevo ci sarebbe sempre stato. Ma non mi ero mai resa conto che il ruolo che lui occupava nella mia vita era mutato e più passava il tempo, più iniziavo a chiedermi se forse, anche se non lo avrei ammesso, ciò che provavo verso di lui si era lentamente trasformato nel corso del tempo: da amore fraterno ad attrazione.

<<Asher e Ashley?>> domandai rendendomi conto di quanto fosse strano che non si fossero ancora fatti vedere, o meglio, sentire.

<<Ashley è al mare con Esmeralda>> spiegò <<Asher è andato a fare una corsa, ti devo fare da baby-sitter>> mi prese in giro sapendo quanto odiavo che qualcuno mi facesse da balia.

<<Non sono una bambina>> protestai.

<<Si, ma non sei nemmeno autosufficiente...>>

Lo guardai sconvolta:<<Se mi passi le stampelle, diventerai tu quello non autosufficiente>>

Rise diverito:<<Immagina se cadi sotto la doccia e sei sola in casa? Come faresti?>>

Avvampai dalla punta dei piedi a quella dei capelli e lui, di fronte a me, si stava godendo tutto il mio imbarazzo. Maledetto... sapeva che io ero quel tipo di ragazza che avvampava subito durante certe discussione.

Lo stava facendo appositamente, mi provocava e voleva vedere che effetto sortisse su di me, come avrei reagito... a malincuore dovetti ammettere che stava sortendo l'effetto che lui desiderava.

<<Cosa cambierebbe se ci fossi tu in casa?>> chiesi ritrovando almeno in parte la mia sfacciatagine.

<<Ti potrei aiutare>> ghignò e io arrossii ancora di più.

Ringraziai il cielo che il rossore in viso non era sufficente a farmi tenere la bocca chiusa.

<<Preferirei morire sotto la doccia>> gli feci la linguaccia addentando nuovamente il mio cornetto.



CEDRIC POV'S

Adoravo metterla in imbarazzo e farla arrosire, ormai la conoscevo da ben diciotto anni e sapevo alla perfezione cosa la mettesse in imbarazzo, cosa le piaceva e cosa l' infastidisse, come sapevo quasi qualsiasi altra cosa la riguardasse.

E avevo deciso di usare questa mia conoscenza per provocarla, il bacio della sera prima era stato ricambiato e sembrava esserle piaciuto, ma volevo essere certo che veramente lei provasse qualcosa per me: non volevo ritrovarmi in una situazione imbarazzante, che avrebbe portato ad una terribile rottura nel nostro rapporto, dicendole ciò che provavo per poi sentirmi dire che per lei, quello della sera prima non era stato nulla se non un piccolo bacio, privo di importanza affettiva.

Quindi, avevo deciso di sfruttare la mia conoscenza su di lei per capire dalle sue razioni alle provocazioni cosa provava veramente: se mi vedeva solo come il migliore amico di suo ''fratello'', oppure, se anche io avevo su di lei almeno un terzo dell' effetto che aveva lei su di me... era assurdo, per esempio, l' effetto che mi provocava là, seduta davanti a me con il suo pigiama rosa con sopra disegnati dei semplici conoglietti bianchi.

Mamma, quanto avrei voluto baciarla in quel momento... alle volte, avevo pensato che forse, dopo aver assaggiato le sue labbra, anche una sola volta, mi sarebbe bastato e invece, dopo averle baciate una prima volta mi ero reso conto che non sarebbe mai stato abbastanza.

<<Perché sei qua?>> domandò improvvisamente, divorando con un morso i resti del cornetto e riportandomi con la testa al presente.

<<Pensavo che avremmo dovuto parlare...>> mi morsi il labbro inferiore, cosciente che poteva essere anche l'unica possibilità per dirle tutto, soprattutto perchè non ero certo di quanto tempo ancora le rimaneva là con noi.

<<...di ciò che è successo tra di noi>> finì lei per me e io annuii<<Quindi?>>

<<Beh, cosa vuoi che dica?>> chiesi e mi resi subito conto che avevo detto una cazzata.

<<Sei venuto tu a parlarmi, tocca a te cominciare>> fece presente.

<<Ma ti ho portato il cornetto>>

<<Io non mi posso muovere, ho il ciclo e quindi sono isterica e tu mi vuoi rinfacciare un cornetto, dopo che tu ti sarai mangiato almeno una decina di volte il mio? Fa l' uomo e parla...>> mi sbraitò contro, ricordandomi un altro dei motivi per cui aveva fatto colpo su di me.

<<Beh.... ieri eri qua, accanto a me e ti ho baciata.>> iniziai in imbarazzo.

<<Non lo ricordavo>> ironizzò e io sospirai... perché era tutto così difficile? Perché non era come nei film dove il ragazzo faceva qualche battuta da stronzo e la ragazza era già nel suo letto?

Come le facevo a dire che l' amavo da anni, nonostante sapevo quanto fosse sbagliato nei confronti di Asher?

<<Perché volevo farlo, da tanto tempo>> ammisi in fine.

<<Perché?>>

<<Eloise perché le persone si baciano? Forse ti ho baciato perché mi piaci?>>

Forse avrei dovuto chiedere ad Asher consigli su come dichiararmi a una ragazze, anche se probabilmente mi avrebbe preso in giro per il resto della mia vita e lo avrebbe raccontato ai miei figli per sfottermi... anche se poi, quando avrebbe scoperto che la ragazza in questione era Eloise, mi avrebbe probabilmente ucciso.

Ripensandoci, era stato meglio non toccare l'argomento con Asher.

Inoltre, al solo pensiero di lui mi sentivo in colpa.

Lei mi fissò senza dire nulla, ma in realtà non stava guardando me, aveva lo sguardo perso nel vuoto: era persa nei suoi pensieri.

<<Ehm, dovresti dire qualcosa tu ora>> dissi in imbarazzo scostandole una ciocca di capelli che le copriva il volto.

Alzò il suo sguardo fino a incrociare i miei occhi e iniziò a mordersi il labbro inferiore, non aveva idea di cosa mi provocasse facendo quel gesto che compieva senza nemmeno rendersene conto.

<<Ti è piaciuto?>> domandai prendendo coraggio.

Mi rivolse un sorriso divertito:<<Non lo so, non ricordo bene come è stato...>>

Prima che le potessi presentare una battutina con i fiocchi, incrociò le sue mani dietro il mio collo e mi ritrovai il suo volto a pochi millimetri dal mio.

Il suo gesto mi sorprese, perchè nella mia mente era rimasta la ragazzina timida e impacciata con i ragazzi della terza media e non mi ero reso conto di quanto lei fosse cresciuta in tutto quel tempo... di quanto fossimo cresciuti.

Quando le mie labbra sfiorarono le sue, improvvisamente tutto ciò che mi preoccupava sparì... i sensi di colpa, la paura, il timore; tutto spazzato dalla consapevolezza che lei ricambiava ciò che provavo io.

Prima mi limitai a far semplicemente sfiorare le nostre labbra: le mie desiderose, le sue rovinate.

Poi, piano piano, diventò un vero e proprio bacio: con lei che mi mordeva il labbro inferiore come solitamente tormeva il suo e io che esploravo la sua bocca.

Si allontanò nello stesso momento in cui il rumore della porta del piano di sotto ci fece capire di non essere più soli.

<<Non possiamo dirlo ad Asher>> furono le sue prime parole e furono una coltellata al centro del petto... erano i sensi di colpa, i sensi di colpa per averlo fatto, nonostante sapessi che lui ne sarebbe stato distrutto.

Il mio egoism mi aveva portato a decidere che la volevo, e non importava cosa causasse.

Annuii posandole un altro bacio a fior di labbra:<<Sarà il nostro segreto>>

Era sbagliato quello che stavo facendo, lo sapevo, ma giurai a me stesso che un giorno l'avrei fatto... avrei smesso di mentire a Asher.

Glielo avrei detto... un giorno.

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