Capitolo 25:Cedric

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Dopo aver letto la lettera che mi era stata lasciata da Asher, capii che lei aveva bisogno di tempo, e soprattutto, di spazio.

Quindi decisi che non l'avrei chiamata, non volevo pressarla, l'avrebbe fatto lei quando si sarebbe sentita di farlo.

I primi giorni furono i peggiori, poi le giornate divvenero settimane e le settimane mesi.

Agosto svanì in un battito di ciglia e arrivò settembre, Aline fu dimessa dall'ospedale e iniziarono le indagini sui suoi genitori.

Settembre volò via tra scartoffie e indagini e si conccluse con l'inizio delle lezioni alla Los Angeles University.

Era ormai terminato anche ottobre quando giunse nella mia vita, e non solo nella mia, una ragazza misteriosa.

Ormai cercavo sempre di rilegare Eloise in un angolo della mente e mi limitavo a chiedere solo una volta al giorno, come stesse ad Ashley.

Asher non era in una situazione molto diversa della mia.

Poi un giorno, mentre a passo svelto portavo dei documenti a mia madre in ufficio, arrivò, inaspettata come era ormai il sole, in quei mesi in cui legiornate piano piano stavano andando ad accorciare sempre di più.

C'era il sole che brillava in cielo quella mattina, cosa abbastanza insolita.

E proprio mentre stavo attraversando la strada velocemente mi scontrai contro qualcuno cadendo terra.

Quando alzai lo sguardo i miei occhi si spalancarono come se mi fossi trovato davnti un angelo, e ne aveva tutte le caratteristiche... sembrava proprio un angelo: era quasi identica a Eloise.

Sembrava lei, cazzo, era identica.

Ma non era lei, aveva i capelli molto più corti e uno schatush castano, in contrasto con il biondo naturale che le colorava i capelli fino a poco sopra le spalle.

La ragazza davanti ai miei occhi e anche leggermente più alta e più formosa rispetto alla mia Eloise, ma il volto era lo stesso: gli stessi occhi profondi che raccontavano una storia diversa da quella che il fisico suggeriva, le stesse labbra delicate, rosee e carnose, il naso dritto e proporzionato al resto del volto i contorni del viso angelico che semrbavano frutto di un disegno bellissimo.

<<Tutto apposto?>> domandò un ragazzo che corse ad aiutare quella che era la copia di Eloise a rialzarsi <<Devi scusare la mia ragazza, è che siamo di fretta>>

Il ragazzo marcò ''la mia ragazza'' e immaginai che da come fissavo la ragazza davanti a me dovessi sembrare un pervertito.

<<Scusatemi voi>> dissi rialzandomi <<ma sei identica a una ragazza che conosco>>

<<Una certa Eloise, per caso?>> chiese con un sopracciglio alzato.

Era una parola, una parola che mi frullava incontinuazione in mente, ma detta in quel momento da una perfetta sconosciuta mi colse alla sprovvista, e quasi, fui invaso da un moto di diffidenza:<<Come lo sai?>>

<<Una ragazza, cinque minuti fa, era convinta che fossi io >> spiegò in tono affabile.

Già, era talmente uguale a Eloise che sicuramente chi non aveva in mente, ben delinato, ogni angolo del suo volto e del suo fisico, l'avrebbe potuta confondere senza problemi.

<<Oh scusa>> dissi in imbarazzo <<e che... lascia stare, va bene?>>

<<Non ti preoccuapare>> disse con una scrollata di spalle <<io sono Victoria, lui è William>>

Strinsi la mano che mi porse:<<Piacere, Cedric...>>

Prima che io potessi concludere la frase, mi sentii chiamare dalla porta del palazzo dove mia madre lavorava. Mi voltai quasi contemporaneamente al ''clone'' di Eloise e la reazione che Ilenya ebbe, non fu molto differente dalla mia: si immobilizzò e tutti i fogli che teneva tra le mani le sfuggirono sparpagliandosi per terra in torno a lei, ciò nonostante non sembrava interessarle e continuava a fissare con la bocca aperta Victoria.

<<Tutto bene?>> le chiesi muovendo un passo verso di lei, era ovvio che non fosse tutto a posto... come poteva mai essere tutto apposto? Nulla lo era apposto!

Ci era appena apparso sotto casa il clone di Eloise, era evidente che nulla andasse bene.

Lei non sembrò curarso molto della mia reazione, si limitò ad annuire e ad abbassarsi per raccogliere velocemente e confusamente tutti i fogli, che mi mise in mano pregandomi di portarli a mia madre e di dirle che ci avrebbe messo, più tempo del previsto.

Annuii e mi indirizzai verso l'ufficio di mia madre mentre lei si avvicinava motlo lentamente a Victoria e William.

<<Chi è quella ragazza?>> chiese mia madre lanciando uno sguardo fuori dalla finestra quando gli lasciai i fogli sulla scrivania.

Scrollai le spalle:<<Non lo so>>

Alzò lo sguardo dalla sua scrivania per icnrociare i miei occhi:<<Come stai?>>

Sapevo cosa volesse sapere... come stai dopo aver visto la copia di Eloise?

Io scossi la testa e uscii dallo stanzino, non avevo voglia di uscire perchè avrebbe significato passare nuovamente davanti a quella ragazza, però non potevo nemeno restare là oppure le lacrime che mi pizzicavano gli occhi avrebbero donato uno spettacolo a tutti i dipendenti di mia madre, dunque, andai velocemente verso il bagno.

Appena bloccai la serratura della porta alle mie spalle iniziai a sentire la testa premere e il cuore battere più forte, sempre più forte, mentre un senso di nausa mi invadeva.

Mi sentivo svenire, ma l'unica cosa che ci fu, furono delle lacrime che mi rigarono il viso.

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