Capitolo 4

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Passò qualche settimana.

Faceva molto caldo quel giorno, tanto che il sudore evaporava direttamente sulla pelle, avevo avuto un'ora di pausa dagli allenamenti, quindi, indovinate chi era venuta a farmi visita?

Abril.

La ragazza, che era fin da subito stata incuriosita dalla mia capacità di controllare più elementi, si era dimostrata entusiasta all'idea di visitare l'isola dell'aria; forse avrei dovuto esserne felice, no? Finalmente avevo una coetanea, più o meno, che mi facesse visita...

La verità era che, quando era arrivata per farmi visita, non avevo provato nulla; solo un leggero stupore per il fatto che quella ragazza, con la testa dura quanto calda, avesse attraversato un pezzo di mare per una cosa simile, sopratutto visto il fatto che ora stavamo semplicemente giocando a carte, come i vecchietti che si vedevano, di tanto in tanto, in giro per città della repubblica, lei non sembrava molto interessata al gioco, quindi, nel mentre, facevamo conversazione, non era una cattiva ragazza, anzi, era anche simpatica, aveva solo il grilletto fin troppo facile

:- quindi... tu sei l'Avatar- affermò la rossa posando a terra una carta, in quel momento notai che, sotto le sue unghie, c'era tanta terra da poter creare un piccolo giardino

"Sì, lo sono" la mia fu una risposta secca, data con una mano sola, per poi sistemare la mia carta da contrattacco; l'unica differenza fra noi ed i vecchietti, in effetti, era che quel gioco di carte era stato da poco creato, si chiamava Āfándá: ogni carta raffigurava uno degli Avatar passati, che, in base a gesta, forza, abilità nel dominio ed imprese, avevano punti fuoco, punti acqua, punti terra, punti aria, punti forza e punti spirito; accompagnati da una breve descrizione dell'Avatar in questione... avevo appena contrastato Roku con Korra, e la sfida lanciata da Abril era sui punti spirito, avendo già lanciato le sfide sugli altri punteggi, non c'era paragone.

Avevo già vinto i primi quattro scontri, e di conseguenza la partita.

La ragazza si portò le mani fra i capelli

:- AAAAGH! Andiamo, non puoi vincere sempre tu! Come fai ad avere quella carta poi?!- sbottò buttando le carte a terra mentre dalle sue mani scaturivano delle scintille, mi scappò una specie di piccola risata senza suono, mentre posavo le altre carte della mia mano, Aang e Kyoshi, davanti a me

"Abril, stai facendo parlando con una nerd dei giochi da tavolo, ti sei letteralmente condannata da sola visto che hai solo il mazzo base" lei gonfiò le guance, arrossate

:- ok, ok... qual'è la mia penitenza?- le sorrisi, pacata, pensandoci, avevamo deciso che, chi avesse perso, avrebbe dovuto decidere una penitenza per l'altra

"Mostrami un po' di dominio del fuoco" la mia risposta scivolò dalle mie mani senza difficoltà, lei fece un sorrisetto poco rassicurante

:- allora avrei un'idea migliore, che ne dici di un bello scontro di dominio?- aggrottai la fronte, scuotendo la testa in dissenso

"Non sono molto brava"

:- coraggio! Non potrai certo migliorare se non ci provi, no?- sorrise -non avrai mica paura- aggiunse poi ammiccando; mi stava punzecchiando, e lo sapevo, ed il colpo andò pure a segno fin troppo bene, riportandomi alla mente le parole di Asami.

Sei o non sei una guerriera?

I miei predecessori, erano stati tutti dei grandi dominatori, l'Avatar Korra, il mio predecessore, era stata sicuramente una guerriera incredibile, aveva fatto cose incredibili, ed io?

Non sarei stata da meno.

Non volevo essere da meno, ed avrei fatto del mio meglio per non esserlo.

E così ci ritrovammo, come due stupide, davanti alla casa in cui risiedevano i pronipoti dell'Avatar Aang con i loro figli; io in maglietta e pantaloni lunghi, Abril in canottiera; un sorrisetto di sfida le illuminava il viso.

Le feci un cenno con la testa, per dirle che poteva iniziare lei, in un angolo era seduto Vetle, che ci guardava interessato, in un'altro vi era la piccola Pema, di dieci anni, con i nonni, Kai e Jinora.

Ora, mi piacerebbe dire che nello scontro mi feci valere, ma non fu esattamente così che andò.

Alla prima fiammata lanciata da Abril mi scansai immediatamente, mentre deviai la seconda con una mossa di dominio dell'aria, presi a correre verso di lei, e diressi verso la sua faccia un getto d'acqua, lei portò un braccio in avanti, e da esso si estese una bellissima lingua scarlatta, che, come gli opposti hanno sempre fatto, si scontrò con il mio serpente d'acqua, ipnotizzandomi.

Ecco, da lì finii di essere una dominatrice decente, in quanto, spiegando il tutto in modo semplice e veloce, tutti i miei attacchi con la terra furono schivati e mi ritrovai a terra per colpa di una gigantesca fiammata, che mi ricordava tanto in drago, mi avvolse, con tanto, troppo calore...

Bruciava.

Bruciava tanto.

Mi sembrò di perdere i sensi per un attimo, ciò che vidi in quel frangente mi confuse: una ragazza, poco più grande rispetto a me, proveniente dalla tribù dell'acqua, era in un'arena di dominio sportivo, abbatteva i membri della squadra avversaria aiutata dai suoi due compagni... non capivo... perché quell'immagine...?

Forse... era...

:- Mei!- sentii degli schiaffetti sulla faccia, fastidiosi

:- Mei, mi senti? Guarda che non volevo farti del male!- la voce che mi chiamava sembrava spaventata, nel panico, così, quando aprii faticosamente le palpebre ero stesa sul terreno rossastro dell'isola dell'aria, vidi per prima cosa delle facce; Abril continuava a scusarsi a raffica la sua faccia era tutta rossa, ed i capelli, se possibile, più sparati del solito, Pema continuava a toccarmi la faccia, mentre Vetle, Jinora e Kai erano, come dire... rassegnati alla mia eterna imbranataggine.

Sì, quella fu la prima volta che entrai in contatto con la mia vita passata ricordandomelo, avevo già fatto sogni del genere, ma ero piccola, quindi non me li ricordavo, come non li ricordo ora, tanto bene; mi sentii tanto stupida per essermi fatta battere così in fretta, non provai neanche a rispondere alle domande che mi vennero poste.

Ebbene sì, cara persona che starà leggendo questo, ancora me ne vergogno, nonostante la mia inesperienza di allora, ma la lotta non era decisamente il mio forte, non amavo neanche farlo, insomma, perché lottare e rischiare l'osso del collo quando puoi semplicemente risolverla in modo diplomatico?

Di lì a poco avrei scoperto che non tutti la pensavano allo stesso modo.

:- beh, dai, almeno ti sei alzata!- per un attimo il sorriso di Abril mi inquietò, o forse era solo la mia immaginazione che correva troppo

:- non mi aspettavo che fossi una schiappa, devi ammetterlo, ma vuoi sapere una cosa? Non fa niente!- lei continuava a parlare così, in tono gioviale, mentre mi accompagnava all'ombra

:- ma, d'ora in poi, sappi che ho intenzione di farti sudare- la guardai, molto confusa, sperai che non intendesse ciò che mi era venuto in mente

:- perché, la prossima volta che ci vedremo, ti voglio portare in palestra, sarà divertente!- ecco. Proprio ciò che credevo, sospirai affranta, tanto sapevo già che non avrei potuto farle cambiare idea, però decisi di contrattare

"E va bene, ma dopo voglio andare nella foresta degli spiriti" adoravo la foresta degli spiriti, essa, negli anni, era diventata, da un cratere pieno di rampicanti, una gigantesca foresta nel cratere, dal centro della quale partiva un fascio di luce; mi era già capitato di passarci del tempo, e ne uscivo sempre un po' più tranquilla verso me stessa, sentendomi più forte e sicura; Abril, di tutta risposta, roteò gli occhi, divertita

:- andata- le sorrisi a sua volta, ma, non riuscii a levarmi dalla testa una cosa, per un attimo, mentre mi aiutava ad alzarmi, nel suo sorriso avevo visto qualcosa, qualcosa di diverso dalla ragazza gioviale sempre infiammata con cui avevo stretto amicizia.

Avevo visto, per la prima volta, un briciolo di cattiveria.

ANGOLO AUTRICE

EHI!

Come va?

E... nulla, spero che il capitolo vi piaccia, ciao ^^

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