Capitolo 7

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Oggi si comincia a vedere un po' di azione, siete contenti?

Io per niente, non ero particolarmente pronta e, anzi, odiavo combattere; ma cosa dovrebbe succedere di quando cammini a notte fonda verso un parco insieme ad uno stalker ed una testa calda?

Quella notte ero di buon umore, la mia verifica sembrava essere andata bene, tutto sommato, la carta dell'Avatar Wan era al sicuro sul mio comodino, Rabi ed Abril si erano offerti di aiutarmi durante il mio allenamento notturno; quindi ci saremmo allenati insieme... non era molto, ma non avevo mai avuto molta compagnia, e questo mi sembrava un sogno.

Una volta arrivati al parchetto mi lavai per prima cosa le mani dalla loro temperatura, a dir poco bollente nel fiumiciattolo, poi vi immersi anche la faccia, sentii corpo ed anima rigenerarsi a quel semplice contatto refrigerante, quindi rimasi così una decina di secondi, almeno, prima di alzarmi e guardare Abril e Rabi, che parlavano

:- cioè... tu vuoi dirmi che ti sei imboscato a casa sua. Per conoscerla. Ed andate nella stessa scuola- affermava lei con espressione a dir poco scettica, il ragazzone annuì con aria fiera

:- ci pensi? Nemmeno l'Avatar in persona mi ha notato prima che rotolassi dentro!- sospirai, rendendomi conto del fatto che lui non aveva ancora capito che non ero esattamente così vigile come credeva, e non si rendeva nemmeno conto di non essere normale, cosa che Abril gli spiattellò in faccia alla velocità con cui un serpente mordeva la preda

:- sei uno psicopatico- le parole della rossa furono dure e cristalline, come il diamante, incrociò le braccia al petto, mentre Rabi cercava di prendere le proprie difese, cosa che non fece nemmeno in tempo a fare, visto il gesto secco rivoltogli dalla ragazza, nei cui occhi sembravano danzare fiamme di tizzoni che ancora ardono, sembrava tanto infervorata da poter tenere un discorso davanti alle quattro nazioni senza battere ciglio

:- anche tu sai di non poterti difendere vero?- Rabi divenne tutto rosso in volto, quasi mi fece pena, nonostante Abril non avesse detto null'altro che la verità, la rossa era troppo indelicata, praticamente per chiunque; era come se non l'avessero mai educata al tatto, a volte, poi, parlare così a qualcuno conosciuto in giornata... mi chiesi se non si vergognasse a parlare in quel modo a qualcuno che non conosceva nemmeno troppo bene

:- m-ma...-

"R-ragazzi..." cercai di interromperli, ma nessuno dei due sembro vedermi

:- niente ma!  So che è il tuo idolo, e capisco benissimo la tua passione per gli Avatar, ma non è un buon motivo per commettere crimini. Vuoi per caso finire in carcere già da minorenne?!- Rabi sembrò arrabbiarsi, sul serio, il suo viso si sfigurò in un colpo solo, fino a far paura, ed il suo tono si fece tagliente come la lama di un rasoio

:- oooh, senti chi parla! Proprio tu, che, solo a guardarti, sembri una spacciatrice che abita sul ciglio della strada! Qui sei tu l'unica che sembra una poco di buono!- non appena il ragazzone aprì bocca... quasi mi pentii di averli fatti conoscere, soprattutto per l'espressione che si fece strada sul viso di entrambi, il viso di Abril si contorse in varie espressioni diverse, da subito sembrò stupita, quasi scioccata, poi le sue sopracciglia, da rialzate com'erano, si aggrottarono accigliate, per pochi secondi i suoi occhi sembrarono riempirsi di lacrime, poi diventò seria, il viso era freddo, era come se avesse appena montato un muro di fronte a se, il viso del turchino, così come, probabilmente il mio, si fece pallido, in quanto la ragazza, con quell'espressione faceva paura.

Guardò verso di noi.

Una fiammella scintillò nel palmo della sua mano, tremai quando il suo sguardo si posò sulla sottoscritta; fui sfiorata da una luminosa lingua di fuoco, vomitata dal suo palmo, e seguita dal sumore di un tonfo, succeduto, a sua volta, da qualche imprecazione; la puzza di capelli bruciati mi riempiva completamente le narici, irritandomi la gola; fu un attimo, quando mi girai, cadere a terra per una mossa di dominio dell'aria lanciata dal ragazzo, a pochi passi dal diventare uomo, ancora a terra; i capelli castani, tanto lunghi da essere legati in un codino, erano scompigliati, in una maniera quasi familiare, gli occhi, grandi e scuri, scrutavano freddamente noi, i tre bersagli

:- alzati, Mei.- fu l'immediato sibilo di Abril, ancora più seria rispetto a poco prima, notai solo in quel momento, guardando il terreno mentre mi alzavo, che Rabi non indossava le scarpe, e fu proprio quest'ultimo a parlare, nervosamente

:- ce ne sono quattro...- non fece in tempo a dire altro, tutti e quattro caricarono insieme con i quattro domini differente; non so il motivo, ma sul momento trovai la cosa un po' comica, possibile che fossero un gruppo tale e quale a quello che, anni prima, aveva avuto Zaheer?

Semplicemente mi sembrava una cosa tirata per i capelli.

Era a questo che pensavo mentre facevo l'unica cosa che, in combattimento, mi riuscisse bene: schivare, il mio avversario era un'uomo robusto, un po' tracagnotto, forse, che dominava l'acqua del fiumiciattolo con una facilità disarmante, lanciandomi contro delle piccole sfere di ghiaccio; non verso i punti vitali, ma verso quelli che mi avrebbero resa inoffensiva, potevo sentire l'aria che fischiava intorno ad essi ogni volta che evitavo un suo attacco;io, dal canto mio, contrattaccavo, di tanto in tanto, sopratutto con il dominio dell'aria, il mio pezzo forte, neanche misuravo la potenza; forse a causa dell'adrenalina che sentivi circolare nel mio corpo, poi successe.

Mi arrivò uno di quei proiettili, tanto freddo da bruciare, dritto in mezzo agli occhi, ad una velocità vertiginosa.

Caddi all'indietro, stordita, e l'uomo, sulla trentina, mi fu addosso, a cavalcioni, aveva una corda fra le mani alla cui vista mi prese immediatamente il panico; non poteva legarmi le mani, non ero ancora pronta a smettere di parlare, per quanto poco lo facessi, la prospettiva di vedermi legare le mani mi aveva sempre spaventata a morte.

Non ricordo molto bene cosa successe, ma tutto, intorno a me, parve rallentare, i miei occhiali caddero a terra, vedevo Abril che salvava Rabi da un colpo mortale, urlavano entrambi, ma non capivo un solo vocabolo scivolato dalle loro labbra... come in terza persona vidi la mia mano alzarsi e colpire con una violenta mossa di dominio della terra il mio aggressore, poi, senza che pensassi a nulla, il mio corpo cominciò a governare l'aria e l'acqua insieme, vedevo il caos scatenarsi, coinvolgendo non solo gli aggressori, ma anche i miei amici, che cercarono solo di scappare e rifugiarsi al sicuro, visibilmente terrorizzati.

Anche quello, sul momento, mi spaventò, era come se la mia mente fosse stata schiacciata da quella seconda presenza, calda, per un attimo mi sembrò di vedere l'Avatar Korra, una donna anziana, ma dall'aria letale, ora il mio spirito sembrava completamente distaccato dal corpo, collegato con un filo invisibile, potevo constatare che i miei occhi erano completamente bianchi, luminosi come due stelle nella notte, decisi che non mi piaceva come i miei capelli fossero ora più corti da un lato e bruciacchiati; riportai la mia attenzione su quel miraggio, che adesso sembrava molto più reale; parlava, ma non usciva un suono dalle sue labbra, provai a dirglielo.

"Non capisco"

"Non ti sento" ma nulla, le sue labbra continuavano a muoversi e basta, provai a capire, ma tutto ciò che riuscii a dedurre dal labiale fu "Avatar".

Poi tornai nel mio corpo, ma fu questione di poco tempo.

La vista sul parchetto, improvvisamente devastato da macchie di bruciato e terra smossa, chiazzata di scuro, gli arti pesanti, la testa pulsante.

In qualche modo la mia mente era stata sovraccaricata da quello stato di Avatar .

Caddi a terra, ma non persi subito conoscenza, udii una breve conversazione, ma non udii solo la voce che urlava spaventata vicina alla mia faccia, non riconoscevo bene i timbri vocali, ma ero abbastanza sicura fosse Rabi, ma, aguzzando involontariamente l'udito, ne sentii una più nascosta, fatta apposta per non essere udita.

:- Idiota! Vuoi che il capo vi scopra a disattendere l'ordine di non dare nell'occhio?!- il sussurro era concitato, un sibilo nervoso ed aggressivo
:- ma piantala, mamma ci ha mandati, vuole l'Avatar al più presto- la seconda voce era più calma, matura forse
:- ha trovato un modo?- chiese di nuovo la prima voce
:- sì, forse l'ha trovato, ...- smisi di sentire e persi del tutto i sensi.

Beh, che dire, forse sono finalmente riuscita a risvegliare il vostro interesse, non è vero?
Non è che la storia sia, fino ad ora, sia stata particolarmente movimentata, no?
Beh, quello fu l'inizio della mia carriera da Avatar: uno scontro mal riuscito ed uno stato di Avatar tanto potente da mandarmi in sovraccarico il cervello.

ANGOLO AUTRICE

Beh, che dire...

Siete autorizzati a prendermi a bastonate per come è uscito

Ditemi se vi è piaciuto, votate e commentate~

Bye~

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