Capitolo 8

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Il luogo in cui mi trovavo era silenzioso, molto silenzioso, una splendida prateria, gli steli rossastri, lunghi fino al ginocchio, ondeggiavano tranquilli, guidati dal pacato vento, che li sospingeva durante il suo lungo viaggio.

Era il crepuscolo, lo capii in poco tempo, visto che il sole era grosso quanto una montagna, e lo dico perché, in effetti, poco distante, un monte c'era, su di esso non spuntava erba; sembrava più un ammasso di rocce a dirla tutta, ma a stupirmi, di esso, fu il fatto che compieva puntualmente dei lievi movimenti.

Si gonfiava.

Si restringeva.

Si sarebbe potuto dire che respirava, in fondo potevo sentire sotto ai miei piedi cosi tanta energia da sentirmene completamente rigenerata; nel cielo riuscivo a vedere quello che sembrava un drago con la testa di rapace, non ci volle molto a capire che quello era uno spirito, come lo erano i conigli dagli improbabili colori che mi svolazzavano intorno con le ali iridescenti e veloci.

Mi venne voglia di ridere, quel posto trasmetteva una tale sensazione di benessere da farmi sentire... felice, solo felice, era raro poter beare i miei occhi di tanta meraviglia in una sola volta; le mie gambe si muovevano da sole, certo, verso un'enorme e lussureggiante foresta, di quelle che nessuno riesce mai ad esplorare completamente, essa era composta da alberi tanto grossi da non poter abbracciare il tronco, e, dinnanzi ad uno di essi, sostava un vecchio, calvo, la lunga barba, di un candore abbagliante, esso beveva tranquillamente una tazza di tè, insieme ad un grosso rospo, i due conversavano amichevolmente, a dirla tutta il vecchio mi fece segno dì avvicinarmi; poi, dopo aver ripreso a muovermi, caddi in un buco nel terreno, strano, non lo avevo notato, ed atterrai con violenza su un pavimento duro.

Sentii il fiato essere risucchiati via dai polmoni, dall'odore polveroso, mentre riprendevo fiato, dedussi di essere finita in una biblioteca, su di me troneggiava quello che sembrava un enorme gufo completamente nero, eccezion fatta per il volto bianco

:- e tu? Che ci fai qui?- lo spirito parlò, con una voce calda, profonda, ed io mossi le mani, fulminea

"Dove sono?" Domanda legittima, no? Sapevo di essere finita nel mondo degli spiriti, ma non riconoscevo la parte di mondo degli spiriti in cui mi ritrovavo, quello non capì, lasciandomi sfuggire un sospiro, non avevo nemmeno un po' di carta con me, di solito non si rivelava utile; provai a dare al gufo una dimostrazione del mio stato di Avatar, ma, troppo tardi, mi accorsi di non poter usare alcun domionio.

Bella situazione di merda, vero?

Lo spirito pareva nervoso, e piano della grande voglia di uccidermi, io non sapevo come tornare indietro, e... prima di accorgermene tutto svanì.

Non senza l'impressione che lì avrei sicuramente trovato qualcosa.

Mi ritrovai in un letto, che riconobbi come appartenente all'isola dell'aria, completamente rintronata.

:- oddio si è svegliata. RABI, IL NOSTRO EROE È SVEGLIO!-

:- MIODDIO!-

Abril e Rabi troneggiavano nel mio campo visivo, entrambi preoccupati, a giudicare dalle espressioni, da morire, pallidi come delle cipolle sbucciate, sudati, Abril mi toccava la guancia per assicurarsi che reagissi, mentre il lentigginoso turchino parlava a raffica.

Scossi la testa lentamente.

:- un giorno emmezzo, Mei, un giorno emmezzo. Non farlo mai più!- quasi urlò la rossa stritolandomi in uno dei suoi abbracci spacca ossa, il suo corpo era caldo, come al solito, ma non mi dispiaceva, cominciò a far male solo quando anche Rabi si aggiunse

:- credevamo che fossi morta! Sei tanto magrolina! Credevo che il tuo fisico non avesse retto!- era il ragazzo a parlare, pareva molto una nonna in pensiero per il nipotino imprudente, io scossi di nuovo la testa, lentamente, non mi faceva male, ma ero ancora un po' frastornata.

Diedi delle pacchettine sulla schiena ad entrambi, cercando di fargli capire che sarei svenuta di nuovo, se avessero continuato a spremermi come un limone fra i loro corpi.
Fortunatamente sembrarono afferrare il concetto, quindi potei alzarmi a sedere e permettermi di respirare e consultarmi con loro su quella piccola gita nel regno degli spiriti.

Non ebbi molto successo.

:- il mondo degli spiriti?!- la voce di Rabi era diventata inquietantemente acuta, ai livelli di una ragazza, gli occhi spalancati, le mani strette in due pugni all'altezza del petto e la mascella scardinata, Abril, al suo contrario, pareva più tranquilla, solo... non seppi come definirlo sul momento, lo capii poco dopo.

Quello era turbamento.

:- beh... se entri nella biblioteca del regno degli spiriti puoi scambiare la lettura con informazioni sconosciute al bibliotecario, dico bene?- annuii, in fondo ero stata io a spiegarle molte delle cose che avevo imparato sul mondo degli spiriti, l'argomento mi aveva sempre affascinata, ma la mia maestra di dominio dell'aria aveva sempre rifiutato di farmi entrare, dicendomi che non ero ancora pronte.

Beh, non ero d'accordo.

Avevo sedici anni, l'Avatar Korra ne aveva diciassette quando era entrata in quel mondo ed aveva salvato tutti dalla convergenza armonica... io non volevo essere da meno, sapevo di essere scarsa, ma non volevo essere da meno del mio predecessore.

Volevo evitare che mi paragonassero a lei.

Poi la gita nel mondo degli spiriti, seppure involontaria, alla fine era stata un'emozione forte, certo, ma non letale... un sorriso sottile mi increspò le labbra al pensiero, forse avrei potuto farne un'altra, potevo cercare, magari, informazioni sul dominio del fuoco nella biblioteca, il bibliotecario non conosceva il mio linguaggio, no?

Glielo avrei insegnato.

Ero così su di giri che quasi scordai il motivo per cui ero svenuta.

Quasi.

:- Mei... ecco... ci potresti parlare di ciò che è successo al parco?- era stata Abril a spezzare l'incantesimo, la giovane dominatrice si faceva saltare una fiammella fra le mani, mentre Rabi si associava, entusiasta.

Ci misi poco a ricordare, e quando lo feci una perla di sudore freddo cominciò a colare giù per la mia schiena, ricordavo fin troppo bene quello stato di Avatar che mi aveva prosciugato lo forze.

"Non so bene cosa posso dirvi, ero del tutto distaccata dal mio corpo- il ragazzone, che aveva preso a saltellare parlò per darmi un'idea, era a dir poco su di giri, quindi... furono più domande rese incomprensibili dal modo in cui parlava, però mi sforzai, mi sarebbe dispiaciuto non rispondergli

:- oh oh! Cosa hai visto? Ti divertivi? Com'è stare in terza persona? Cosa...- gli feci cenno di fermarsi con la mano, in quanto parlava troppo in fretta e finiva per mangiarsi le parole

"Allora... prima di tutto. Non è per nulla divertente, anzi, mi sono cagata in mano; seconda cosa, stare in terza persona è... strano? Non saprei in che altro modo definirlo, è come essere in platea ad un movente... poi..." esitai un attimo, non sapevo quanto si sarebbe capito del mio incontro con l'Avatar Korra, anzi, per qualche ragione preferii non parlarne

"Perché mi hai chiesto se mi divertivo?" Rabi sembrò confuso, quasi stupito dal fatto che proprio io non lo sapessi

:- beh... sorridevi mentre ero in quello stato, quindi...- spalancai gli occhi.

Sorridevo?

Mentre scatenavo quel caos sorridevo?!

Cominciai a temere che la mia salute mentale fosse andata a farsi benedire; io ero sempre stata contro la violenza, certo, studiavo il combattimento ed il dominio, ma solo per usarli in casi strettamente necessari.

Sorridevo... beh, di certo non sarebbe stato il mio ultimo sorriso, ma il mio sudore freddo in
quel momento di congelò sulla mia pelle, dandomi i brividi.

Il solo pensiero di aver sorriso mentre cercavo di uccidere degli uomini era agghiacciante.

Feci dei respiri profondi.

Inspira la tua cattiveria.

Espirala per non rivederla mai più.

Rifallo, ancora ed ancora.

Perché sai di non essere una cattiva persona, ma temi che, ciò che tieni dentro, possa renderti ciò.

E questo lo sapevano bene tutti e tre i ragazzi nella stanza, ognuno di loro custodiva un demone, più piccolo o più grande.

Sì, lo sapevamo bene, ed ogni giorno dovevamo provvedere a nutrirlo per bene.

O lui si sarebbe nutrito di noi.

ANGOLO AUTRICE

Non so cosa dire.

Ciao.

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