Steve, Bucky, Erin, Clint, Thor, Tony e Bruce! In sette! Dolore, sesso e amore!

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La bellissima Erin aveva risposto a tanti annunci di lavoro, dopo aver perso il proprio. Risultato: due colloqui, zero proposte.

I soldi che aveva da parte stavano per finire e non era riuscita a trovare il modo per comperare la nuova protesi per Bucky.

Una sera era uscita a mangiare la pizza con Clint. Lui aveva insistito e la moretta ceduto subito. Gli era mancato in maniera viscerale, lui, la sua gentilezza, i suoi modi garbati. Lo aveva trovato piuttosto provato ed aveva capito fosse per causa sua dispiacendosene moltissimo.

Dopo la cena, si erano intrattenuti a parlare, in auto.

'Erin, tieni...' le porse una busta di carta, che aprì subito. Dentro c'era un assegno; era una piccola cifra, utilissima per arrivare a fine mese.

'Non posso accettarli...' era rimasta colpita del gesto, preferì renderlo.

'Prendili, per favore, ti saranno utili per le spese. So che non hai trovato un nuovo impiego, così sto più tranquillo' la pregò.

'Va bene, grazie...' si avvicinò per dargli un bacino sulla guancia. Lo sentì gemere e intravide un gonfiore sotto i jeans. Lo carezzò ma l'uomo le scostò la mano, dal cavallo dei pantaloni all'istante.

'Scusa, pensavo ti facesse piacere...' lei era in imbarazzo.

'Non si tratta di questo. Non c'è contropartita per i soldi che ti ho dato, non è uno scambio né una permuta. Mi fai sempre questo effetto; sono attratto da te perché ti amo' confessò.

'Sei tanto sensibile e anche io ti adoro, lo sai' era vero.

'Voglio fare l'amore con te, sapendo che sei solo mia: non di Steve, Bucky o Thor!' manifestò.

'Ah, il biondo te lo ha raccontato! Ne ero certa, è meschino e andare a letto con lui è stata la più grande stupidaggine che abbia fatto in vita mia, credimi'. Non aveva più visto l'australiano e la convivenza con Rogers e Barnes era filata liscia, senza altri momenti di sesso.

'Non mi consola, ma lo immaginavo. Tesoro, l'altra volta non te l'ho chiesto in maniera esplicita. Voglio sposarti, passare la mia vita con te. L'anello che ti ho comprato è a casa, in un cassetto e lo custodisco in attesa di un tuo sì. Aspetterò che ti decida. Sono una persona paziente e so che sei la donna con cui condividere ogni cosa' una dichiarazione in piena regola.

'Falco... io...' era in difficoltà.

'Ora non rispondermi nulla. Riflettici, con serenità e calma. E ricordati che, anche se non dovessi accettare la mia proposta, per te ci sarò sempre. Non esitare a chiamarmi, per qualsiasi problema... ti amo davvero!' la spronò.

'Grazie, Clint, sei eccezionale' lo baciò, sulle labbra, stavolta, scendendo dalla macchina, gli opali marroni negli occhi azzurrissimi di lui, emozionata. Non si era sbagliata su Barton! Era una bella persona nell'aspetto e nel cuore! Probabilmente l'uomo migliore che avesse conosciuto in assoluto!

***

James era sempre più disperato senza l'arto artificiale.

Così Erin si era decisa. Aveva telefonato a Thor per farsi organizzare il famigerato appuntamento con Tony Stark, l'amico miliardario che aveva in comune con Barton.

Solo una notte di sesso, in cambio di diecimila dollari in contanti. Questa la cifra consistente che il biondo aveva ottenuto per lei.

La ragazza aveva capito ci fosse sotto qualcosa, dietro il suo appoggio; non era disinteressato e neanche un benefattore.

Si era offerto di scortala alla Stark Tower, un mega grattacielo nel cuore di Manhattan, residenza di quell'uomo col pizzetto che non le aveva fatto per nulla una buona impressione.

Tuttavia aveva mandato la propria limousine con autista a prenderli, in un gesto cortese.

'Questa macchina è fantastica. Vuoi del vino?' Thor si era al volo servito dal frigo bar.

'No, grazie' era tesa e con lo stomaco chiuso.

Si era preparata con molta cura, con un vestito seducente verde, un reggiseno a balconcino in pizzo e le mutandine abbinate e dei sandali gioiello, evitando le innumerevoli domande di Steve e James che le avevano letto in viso una strana espressione intanto che usciva. Aveva glissato. Che poteva dirgli?

'Scopiamo un po', prima? Così ti sciogli e vai più rilassata. Sei parecchio tesa e l'altra volta ti è piaciuto farlo in auto!' le propose l'australiano.

A Erin vennero i brividi 'Magari non stasera...' provò a non innervosirlo, era il triplo di lei ed erano da soli, meglio evitare rogne.

'Va bene' borbottò quello, risentito 'Siamo arrivati' scese, e senza neanche aiutarla con lo sportello, le indicò la strada all'interno di un enorme e moderno edificio. Presero l'ascensore che si aprì direttamente su un lussuoso ingresso, che dava su un salone incredibile.

Diversi divani erano al centro del soggiorno con un tavolino di vetro su cui erano poggiate della banconote: parecchie, la mora pensò fosse il proprio compenso e non sbagliò. Accanto, uno specchietto con una polverina bianca... cocaina.

Ad attenderli, c'era Tony, maglietta nera dei Black Sabbath, e jeans scuri, un bicchiere in mano, probabilmente whisky, e Bruce Banner, il chimico che aveva conosciuto all'aperitivo col Falco, il fidanzato della sua amica russa. Che diavolo ci faceva lì pure lui? Erin ebbe un brutto presentimento e non sbagliò.

'Buonasera, splendore, ben arrivata...' Stark si avvicinò e le fece un baciamano con la lingua spugnosa.

Lei si trattenne dal ritrarsi abbozzando un sorriso.

'Sei bellissima' il timido Bruce le strinse la mano e le diede due baci sulle guance.

'Bene, Point Break, grazie di tutto...' il moro si avvicinò al tavolino di vetro e prese una banconota da mille dollari stendendola a Thor 'Puoi allontanarti!' gli fece l'occhiolino.

Era chiaro, l'australiano era un ruffiano di prima categoria. Probabilmente, il suo intento era stato quello fin dall'inizio anche quando ci aveva provato con lei. Erin, la gallina dalle uova d'oro: tant'è, era lì per la protesi di Bucky e ingoiò pure questo rospo.

Il biondo, stupito sulle prime di essere stato messo alla porta, esitò.

Alla fine, fece un gesto di saluto con la mano e si diresse verso l'ingresso. Non avrebbe contraddetto il suo finanziatore, figuriamoci!

'Bevi qualcosa, Erin?' Tony lo chiese cortesemente.

Forse l'avrebbe aiutata a sciogliersi 'Quello che vuoi' rispose, timida.

'Ci penso io' Banner le versò un calice di champagne.

'Grazie. Come sta Nat?' tentò di comprendere di che morte dovesse morire. L'aveva già fatto in tre, ma con i sui due amici ed amori, Bucky e Steve.

La proposta indecente era di stare con Tony, non anche col chimico, già accoppiato con una ragazza che conosceva.

'E' fuori, per una gara. Non giudicarmi male, mi sono preso una cotta per te, e Natasha. Le voglio bene, ma a letto è frigida, un disastro. So da Clint che tu, invece, sei calda, appassionata. Si tratta di una cosa di una notte, niente altro. Quando uscirai da quella porta, sarà come nulla fosse accaduto e rimarrà un segreto fra noi' la tranquillizzò. Suonavano strane, le sue parole, le parve un attore consumato ed insieme un nerd.

'Diecimila dollari sono molti, anche per un miliardario. Ho voluto fare un regalino a Bruce. Comunque, sia chiaro, Erin, non sono tipo da condivisioni, figuriamoci se spartisco una donna, tranquillizzati. Però, mi piace guardare e so che sei un'esibizionista di prima categoria. Per cui fammi vedere quello per cui ho pagato' la fissò, lascivo e lei comprese fosse arrivato il momento di spogliarsi.

Tolse il vestito verde dalla testa e lo lanciò sul divano dov'era seduto Banner, che, nel frattempo, si era completamente denudato. Aveva un fisico tarchiato, una leggera pancetta, era bassino e peloso. Il pene era il più tozzo che avesse mai visto, corto e grosso di circonferenza. Ed era pure già eretto. Certo, avrebbe avuto zero tentazioni. Il dottore la spizzava intanto che faceva cadere a terra il reggiseno.

La visione delle arance mature con i capezzolini al vento, lo fece sospirare. Sbavava!

Lei continuò e con una mossa sensuale abbassò gli slip, mostrandosi in tutta la sua bellezza.

Tony emise un fischio di apprezzamento: li valeva tutti, i bigliettoni promessi. Notevolissima!

'Vieni, piccola!' il chimico si mise al bordo del divano, con le gambe aperte, un invito esplicito ad un rapporto orale. La moretta andò verso di lui e si inginocchiò.

L'uomo aveva un odore sgradevole, ma iniziò il servizietto richiesto, con le labbra umide e la lingua esperta e energica, tappandosi idealmente il naso.

'Sei fantastica' Bruce le carezzò i capelli, fomentato; tuttavia, qualche attimo, dopo le spostò il volto verso l'alto per richiamare la sua attenzione 'Salimi sopra' le ordinò.

Ubbidì, impalandosi sul partner poco dotato e molto infoiato.

Aveva percepito che non sarebbe durato a lungo e che volesse concludere prima possibile.

Si era attaccato con la bocca alle sue mammelle, e le leccava, con foga inaudita.

Lei tentò di rilassarsi e di godere del poco piacere che le stava donando.

'Sì, Erin, brava, così' la spronò a muoversi più velocemente e lo accontentò, gli occhi neri come la pece di Stark che la fissavano, tentando di intuirne i pensieri.

'Al contrario' la pregò, verso la fine.

La ragazza si girò, di centottanta gradi, il sesso era esposto in direzione di Tony, le dita squadrate di Banner la masturbavano, con frenesia e poca perizia.

Era da apprezzare l'impegno di soddisfarla e lei lo fece, si lasciò andare, immaginando di fare l'amore con Clint: quello le era venuto in mente, come un lampo nella testa, per scordare quello schifo, per salvare la mente, per salvare l'anima.

Sentì una vibrazione nell'utero e poi un cerchio concentrico di spasmi che avvolse il membro di Bruce, che le venne, copiosamente, dentro. Nemmeno avevano preso precauzioni per eventuali malattie, a quel punto se ne fregò... il ghiaccio era rotto...

'Grazie. Sei stata la scopata più bella della mia vita. Possiamo rifarlo, fra un po', se ti va...' riprendendo fiato, il chimico, rosso in viso e sudato, si propose nuovamente.

Erin si era alzata in piedi e osservava il padrone di casa, che, nel frattempo, si era spogliato anche lui.

Aveva il fisico muscoloso ed asciutto, una lieve peluria scura sul torace, una foresta nera in mezzo alle gambe, da cui spuntava un pene lunghissimo e molto sottile. Ad occhio e croce più lungo di quello del Capitano, perbacco. Da far paura, le pareva un novello Mangiafuoco!

La donna aspettava, comunque, una sua indicazione ed era rimasta immobile.

'Direi che, per adesso, può bastare, amico! Erin, vatti a lavare, la sborra altrui mi piace poco. Nel bagno, in fondo al corridoio, a destra, troverai ciò che ti occorre...' liquidò l'altro e la spedì a rinfrescarsi, volgare.

Tornando in sala, notò che fossero rimasti soli.

Stark la chiamò a sé con un gesto della mano e si stese sul divano, accanto a lui.

'Dalla sera della festa del Falco non riesco a smettere di pensarti, è come un tarlo nella testa...' le leccò le labbra, l'alito che sapeva di alcool, lo sguardo spiritato dagli effetti della polvere bianca. Lo fece fare, per un po', poi si voltò dall'altra parte. Non lo reggeva, era troppo viscido.

Tony se ne accorse, e soprassedette a qualsiasi commento, continuando a carezzarla. Prima le tette favolose: le torse con le mani, le ciucciò con la bocca e le morse, con forza.

Strano, la moretta era passiva, per nulla partecipe e fredda, come un pezzo di ghiaccio. I capezzoli erano in posizione di riposo.

Scese in mezzo alle sue cosce, per sollazzarla. Si stupì, era completamente chiusa, come un'ostrica. Nessun tipo di umore e sì che con Bruce era bagnatissima. Le aprì le grandi labbra, con poco garbo, e tentò di penetrarla con le dita. Era sprangata quasi non entravano, asciutta come il deserto!

Che bastarda! Aveva goduto con Banner, col resto della truppa e con lui no!

Fu un punto d'onore, iniziò a leccarla, la lingua aperta e libidinosa, in cerca del suo piacere e della sua fragolina, che non voleva saperne di uscire.

Era talmente arida che si era ritrovato un paio di volte a sputarle addosso, per lubrificare il passaggio sulle sue carni, poi dappertutto, sul perineo, sul buchetto del sederino. Nulla di nulla, era a partner più passiva del mondo rimirava il soffitto, senza una parola od un gemito.

Era talmente incazzato da aver perso l'erezione. Si alzò sulle ginocchia e le gridò 'Allora, che cavolo ti prende? Non ti piaccio?'. Di solito le femmine facevano a gara per accaparrarselo!

Erin, seria, non se lo tenne 'Mi fai schifo, è solo questo!' laconica. Furono tre parole che disintegrarono l'autostima e l'orgoglio di Stark.

Lei sentì un dolore netto, sulla guancia. Vide le stelle, come nei fumetti: le aveva smollato un manrovescio sul viso!

'Scopi col tuo amico senza un braccio, in tre col Capitano, col Falco che è un vecchio, con quel leccapiedi di Thor e venti minuti fa ti sei fatta Banner e ti sei pure divertita. Nemmeno posso dirti che sei una puttana o una troia. Con me, nessuna delle due! Ti devi guadagnare i diecimila dollari, che credi...' era inviperito e rosso in volto.

'Mi dispiace, non riesco, vado via, senza prendere i soldi...' era sincera e fece per alzarsi e rivestirsi.

Lui la prese per un braccio 'Rimani...' non lo aveva mai fatto con nessuna in quel modo, ma la voleva umiliare 'Resta stesa, ho bevuto moltissimo liquore e devo fare pipì e tu mi pari una soluzione alternativa al bagno. Sarai una pipì da diecimila dollari, mica è da tutti, splendore. Poi ti farai la doccia e andrai via coi soldi per il tuo amichetto invalido...'.

Oddio, che razza di idee, era miliardario e pervertito! Le sue amiche le raccontavano di quanto fosse piacevole il pissing, lei non ci aveva pensato, minimamente. Le servivano i soldi per Bucky 'In bocca, no!' pretese.

Per chi lo aveva preso? Annuì e le si piazzò a cavalcioni, sopra il bacino.

Afferrò il membro con la mano e lo puntò sul seno di lei. Erin trattenne il fiato.

Vide spillare pochissima urina, su di sé. Il liquido giallo e caldo la investì, con un odore pesante, di ammoniaca; tentò di non rimettere il vino.

L'uomo la fissava, preso, uno sfavillio di piacere nelle iridi; le mammelle più gonfie ed i capezzolini svettanti, per la reazione al calore, lo esaltarono. Le impiastricciò le tette col liquido, godurioso. Con li occhi nei suoi, una sensazione stranissima l'aveva invaso. Abbozzò un sorrisetto e continuò. Un piccolo fiotto dell'ombelico le scese subito fra le cosce aperte. Erin gemette, per lo scempio, e Tony si sentì di nuovo di marmo, sotto la cintola.

Era una questione di mero potere, poter soggiogare un'altra persona, anche se indifesa.

Dio, Erin era bellissima; terminò la minzione con uno schizzo sulla micetta della donna con cui stava condividendo questa esperienza elettrizzante. Lei vomitò anche l'anima, in quel secondo!

Il miliardario se ne fregò e immediatamente la volle possedere 'Erin' mormorò, eccitato.

La leccò, solo un attimo, per nulla schifato, e poi iniziò a scoparla.

Il suo corpo le strusciava addosso, lubrificato dalla propria pioggia d'oro.

Lei chiuse gli occhi, sperando che finisse in fretta, una puzza raccapricciante nelle narici...

Il suo strumento la colpiva fino alla cervice, esperto e pure fastidioso.

'Erin! Non l'ho mai fatto così, è meraviglioso'. Il partner era esaltato, un po' troppo esaltato.

Iniziò a sbatterla tanto forte, da farle male 'Basta, per piacere, non voglio più, mi stai spaccando in due...' lo pregò.

Subito ricevette un altro schiaffo, sul viso, più energico del precedente.

'Sta zitta e ferma!' due mani possenti le bloccarono le braccia, all'altezza dei gomiti. Sentì un altro paio di mani sulle ginocchia.

Tony continuava a cavalcarla, con violenza. Vide Thor, sopra di sé, e Bruce in basso, accanto al suo amico, entrambi completamente nudi e parecchio su di giri.

Maledizione, ci era cascata come un'idiota!

Il padrone di casa si svuotò dentro di lei, prendendola in giro, intanto che si rialzava 'Non amo la condivisione, loro due sì, e sappiamo anche tua. Buon divertimento, bellezza...!'.

Il biondo la rivoltò e la fece mettere carponi 'Fammi vedere quanto sei brava...' le premette la testa contro il suo sesso con cattiveria e fu costretta ad accontentarlo mentre Banner cercava il suo buchino più nascosto.

La prese, duro e aggressivo, senza alcun preliminare o aiuto: avvertì un dolore acuto e una lacerazione.

Capì che non sarebbe stata la prima volta, che il peggio doveva ancora venire e sarebbe stato meglio morire, piuttosto che rimanere in balia di quegli animali. Purtroppo per lei, non morì. Anzi, rimase lucidissima.

Ebbe miliardi di pensieri.

Che era stata giudicata e condannata da quei mostri, perché era una donna che amava fare sesso.

Che lo aveva fatto con serenità e purezza, con due uomini insieme, che però erano suoi amici, amanti e l'avevano sempre rispettata e coccolata, stante la stranezza del loro legame.

Che solo per il Falco provava un sentimento unico, un'indissolubile completezza fra corpo ed anima.

Che a volte le ragazze come lei ci mettevano tempo per capire che avrebbero dovuto scegliere un brav'uomo e non farsi distrarre da avventure e liaison passeggere.

E soprattutto... che nessuna donna avrebbe mai dovuto subire la violenza che stava patendo lei in quelle ore, mai, per nessun motivo al mondo...su questa riflessione, per fortuna, perse i sensi, almeno per un po'.

***

Erano le quattro di mattina e Barton udì squillare il cellulare. Era il numero di Erin. Si angosciò.

All'altro capo dell'apparecchio, invece udì una voce maschile 'Falco, sono Steve Rogers' la voce dall'oltretomba, tremante 'Ti prego, vieni a casa nostra, è successo qualcosa ad Erin e non vuole dircelo... corri!'.

Clint sentì un brivido spiacevolissimo lungo la spina dorsale. Si vestì e volò come un razzo in direzione dell'appartamento del Capitano.

Quest'ultimo e Bucky lo attendevano, in soggiorno, entrambi maglietta ed intimo, scalzi.

Lo fecero accomodare con due facce cadaveriche e gli occhi lucidi.

James era troppo sconvolto per spiegare; lo fece Steve 'E' tornata dieci minuti prima che ti chiamassi l'abbiamo sentita perché gemeva, è caduta a terra, non si reggeva in piedi. Clint, non so come dirtelo, credo che qualcuno le abbia...cristo santo... usato violenza...' non riusciva ad ammetterlo, ma era così.

'Cosa te lo fa pensare?' l'altro tentò di stare calmo.

'Non lo ha confessato apertamente, ma è in condizioni drammatiche. Si è spogliata e messa a letto, coprendosi fino al collo, con il lenzuolo. Abbiamo bisogno di capire come stia, se portarla in ospedale...' Barnes intervenne, nervoso.

'Ha poggiato questi, al centro del tavolo del soggiorno, rincasando' il Capitano indicò dieci banconote da mille dollari. Sporche di sangue e... di altro.

'Sono per il mio maledetto braccio, ne sono certo. Aveva promesso li avrebbe trovati' Bucky era sull'orlo della disperazione.

'Perché mi avete chiamato?' chiese l'arciere.

'Ha detto solo una parola, da quando è a casa. Il tuo nome: Clint! Te la senti di entrare, con noi? E' in camera mia. Devi essere forte, ti avverto!' Rogers era diventato una statua, teso ed ansioso.

Lui annuì.

Si fecero coraggio. La moretta era raggomitolata nel letto in posizione fetale, presa da un attacco di brividi. Il viso era gonfio e pesto per le chiare botte ricevute, il labbro spaccato, il sangue dal naso, il trucco sfatto. I capelli molto sporchi. Avvicinandosi, Barton sentì un miscuglio di odori. Urina, vomito, sangue e... altro... quello che c'era sulle banconote! Ebbe un attacco di nausea ma si contenne. Il cuore gli si stava spaccando, nel petto. Anche a Bucky e Steve e dovevano vedere ancora il resto.

Si abbassò sulle ginocchia 'Erin, tesoro...'.

La ragazza parve destarsi 'Ci... ciao...'balbettò, incerta.

'Amore mio, ho bisogno che ci mostri che cosa è accaduto. on diremo niente e non giudicheremo. Siamo le persone che ti amano di più sulla faccia della terra... posso?' indicò il lenzuolo e lei fece cenno di sì col capo, gli occhi vacui.

Il Falco lo abbassò, pian piano, trattenendo il respiro: l'avevano massacrata! Morsi ovunque e segni rossi e bluastri che sarebbero diventati lividi. Ferite sanguinanti che si stavano rimarginando sui capezzoli. Si sporse, per guardare meglio: in mezzo alle cosce, le parte intime erano tumefatte, sporche di sangue e di seme. Stessa cosa fra le natiche.

Pensò di perdere il lume della ragione. Mantenne la freddezza che lo caratterizzava, quando tirava con l'arco. Una cosa alla volta si disse.

L'occhiata assassina che rivolse a Rogers fu eloquente e condivisa, avrebbe cambiato, per sempre, il futuro di tutti loro! Prima, però, veniva Erin.

Parlò, con calma, scandendo le parole, con dolcezza 'Erin, se vuoi, ti accompagniamo al distretto più vicino, e in ospedale, per i rilievi scientifici. Sappi che, per mio conto, ci sono punizioni peggiori di quelle inflitte dalla giustizia dei tribunali e dalla polizia... sta a te, decidere... fallo liberamente'.

'Vorrei lavarmi, ma non posso da sola' aveva deciso. Niente polizia, niente ospedale.

'Perfetto. Con Bucky o Steve...o tutti e due?' lo chiese, gentilmente.

'Con te, Clint' fu assertiva. La scelta era indubbia, fin dall'inizio.

'Falco, la doccia è molto grande, ci entrate tranquillamente insieme, preparo asciugamani ed accappatoi' il Capitano si offrì, intanto che la moretta si alzava dal letto, con molta fatica.

'Buck, aiutali, io cambio le lenzuola, così non può stare' Rogers le avrebbe bruciate, se avesse potuto, in quell'istante.

Mentre James la reggeva, aprendo l'acqua della doccia, Clint si era spogliato e l'aveva fatta entrare sotto il getto del soffione. Era complicato tenerla in piedi 'Bucky, dammi una mano' lo pregò.

'Giusto una, lo sai...' fece una battuta, la solita, ed Erin un sorriso abbozzato arcuando le labbra spaccate.

Barnes le lavò i capelli, l'altro pian piano le passò la spugna, leggero, sul corpo martoriato. L'acqua ed il sapone portavano via lo sporco, il sangue, i fluidi ma non lo sporco sull'anima, il lerciume che le avevano lasciato dentro.

L'asciugarono e poi la fecero stendere, di nuovo, sul letto, con una maglia di Steve indosso, lunga e coprente. Il Falco era seduto accanto a lei, un asciugamano a cingergli i fianchi.

Rogers aveva preparato una camomilla e la ragazza ne aveva bevuto qualche sorso.

Doveva dirglielo, doveva. Stava per scoppiare. Se non l'avesse fatto, avrebbe taciuto per l'eternità 'Ho accettato di trascorrere una notte, con Tony Stark, in cambio di diecimila dollari, per ricomprare la protesi di James...'esordì, un filo di voce.

'Maledizione, perché? Te li avrei dati io!' Barton sbottò.

'Non avresti dovuto, è solo colpa mia' Bucky era certo fosse quello il motivo. Avrebbe voluto buttarsi giù dalla finestra, per il dispiacere!

'Facciamola finire, per favore' il Capitano li zittì. Era giusto si aprisse: e lui voleva sapere tutto. Tutto!

'Mi ha accompagnato Thor. Ha preso dei soldi, per questo favore... ad aspettarmi c'erano Tony e Bruce Banner... che begli amici hai, Falco!' commentò, con amarezza.

Clint si sentì morire... e pure qualcos'altro!

'Comunque... Stark ha, apparentemente, mandato via il biondo. Ho fatto sesso con Banner ed ha allontanato pure lui. In realtà, erano lì, ad aspettare il loro turno...' Erin raccontò ogni cosa e ogni dettaglio, anche il più raccapricciante. Cosa i tre uomini le avessero fatto, in quella lunga, interminabile ed indimenticabile notte.

Gli astanti rimasero in silenzio ascoltando con attenzione, parola per parola, senza alcun tipo di commento o espressione nel viso. Ogni tanto si scrutavano, l'un l'altro. Solo questo.

'Tesoro, devi riposare, adesso. Mi rivesto e vado a casa mia. Domattina ti passo a prendere, per portarti da un medico che conosco, per una visita' consigliò, terminata la mostruosa narrazione.

'Va bene, per il medico ma per favore, non andartene, dormi con me...' lo scongiurò, gli occhi lucidi.

Steve e James lo fissarono, annuendo.

Il Falco si tolse l'asciugamano e si mise, di fianco, limitrofo ad Erin, che pian piano lo strinse, le braccia al collo: fu il pianto più disperato e straziante, che i tre avessero mai udito.

C'era da impazzire, a sentirla lamentarsi in quel modo, come un animale indifeso, ferito a morte...

Clint fece loro un gesto con la mano, era il momento di rimanere uniti!

Rogers si accoccolò alle spalle della ninfetta, e l'abbracciò, delicato, da dietro.

Barnes poggiò la testa sul suo fianco, cingendole le gambe, con l'unico braccio a sua disposizione.

Si ritrovarono a piangere, con lei, come tre bambini piccoli, in preda alla più grande disperazione che avessero mai provato... e ad una rabbia bruciante!

***

Dopo che Erin si assopì, i tre uomini la lasciarono sola, per parlare. Era l'alba.

'Tieni' Bucky passò a Clint, rivestitosi, una tazza di caffè.

'Grazie. Che hai in mente, Steve?' andò dritto al punto.

'Giochi a baseball, Falco?' chiese, lapidario.

'Puoi giurarci...' ottima idea, geniale!

'Ditemi il piano!' James li invitò.

'No. Se ci accadesse qualcosa o ci prendessero, chi baderebbe a Erin? Abbiamo bisogno che voi due rimaniate puliti. Insospettabili!' il Capitano spiegò.

'Concordo con Rogers. Tu stanne fuori. Va da lei, intanto che definiamo i particolari. Ah, Bucky, appena finita la visita medica, andiamo a ordinare la tua nuova protesi. Pago io...questa merda, puoi bruciarla...' fissò i biglietti verdi, sul tavolo.

'Non potrò mai renderti i soldi.'.

'Fa nulla, siamo fratelli di sangue, credo, forse qualcosa di più:  Vendicatori di Erin. Mi fa piacere' sorrise, tristemente.

'Ti sono debitore' James tornò dalla loro ninfetta.

'Grazie, Clint, non sai cosa vuol dire per lui' Steve fu colpito dalla sua generosità.

'Lo immagino. Dimmi di più del tuo piano'.

Il Capitano parlò, fino a quando la mora si destò.

***

Avevano accompagnato Erin, tutti insieme, dal medico amico di Barton. Un luminare e persona discreta. L'aveva medicata, fatto analisi e prescrizioni. Poi si erano diretti dall'ortopedico per il braccio artificiale di James, come promesso.

La ragazza era tornata a casa per riposare. Era rimasta in una sorta di stato vegetativo, per una decina di giorni. Clint, Steve e Bucky erano sempre presenti, stante il suo mutismo.

L'undicesima sera  Barnes era stato tanto insistente che lei aveva ceduto. Aveva proposto una pizza ed un teatro, una rappresentazione a Time Square di una commedia divertente. In effetti, era stata una serata splendida e serena, dopo molto tempo, loro due da soli.

Clint era impegnato in un torneo di tiro con l'arco e Steve agli allenamenti di baseball. Questo le avevano detto.

Capì che le avessero mentito, leggendo il giornale, stranamente comperato da Rogers e lasciato sul tavolo del soggiorno, a cena, in bella vista, accanto al suo piatto, due sere dopo.

Il titolo le saltò agli occhi e emise un grido di stupore 'Miliardario, chimico e studente australiano fuori sede, vittime di un violento pestaggio'.

Sotto le foto di Tony, Bruce e Thor.

'Non faranno mai più a nessuna ciò che hanno fatto a te!' Clint parlò per tutti. Le uniche parole che sentì pronunciare sull'argomento, ora e sempre.

Lei guardò i suoi commensali, con gli occhi lucidi e poi lesse l'articolo.

Due balordi incappucciati avevano teso un agguato alle vittime e, in una stradina isolata, li avevano letteralmente massacrati, a colpi di mazze da baseball. Erano vivi e sarebbero sopravvissuti, con grosse ed irrecuperabili menomazioni. Sconosciuti, i motivi dell'aggressione. Ancora più anomalo che i tre malcapitati non avessero voluto sporgere alcuna denuncia. Era accaduto la stessa sera in cui Bucky l'aveva invitata fuori, il loro alibi, casomai ce ne fosse stata necessità, intuì... e non ce ne fu... non vennero mai interrogati!

Erin si alzò, gli occhi colmi di lacrime, e li baciò, sulle labbra. Prima James, di nuovo contento, con il braccio artificiale. Poi Steve. Ed infine il Falco. 'Clint, la mia risposta è un sì, sempre se mi vuoi ancora...' mormorò, convinta della decisione e speranzosa di un futuro radioso, insieme all'uomo perbene che aveva capito di amare.

Lui, commosso, a sua volta, la strinse a sé, gli sguardi di approvazione di Rogers e Barnes, che valsero più di qualsiasi benedizione.

Erano sereni, Steve e Bucky; certi, nei loro cuori, che nulla e nessuno avrebbe potuto separarli da Erin, mai...

***

Erin era andata a vivere con Clint e, dopo qualche settimana, l'aveva sposato. Cerimonia semplice, testimoni degli sposi: Steve e Bucky.

Gli ospiti si meravigliarono dell'assenza degli amici più cari di Barton: Stark, Banner e il biondo australiano. Erano in ospedale, spiegò lo sposo, e ci sarebbero rimasti, per molto, moltissimo tempo.

Una donazione cospicua di diecimila dollari arrivò, inaspettata, a un'associazione per donne vittime di abusi, da un'anonima benefattrice.

I due novelli sposi partirono per un lungo viaggio di nozze e fu l'occasione per la moretta di sbloccarsi. Non era riuscita a farsi toccare dal suo compagno, in nessuna occasione, in precedenza.

Una notte della luna di miele, invece, si avvicinò a suo marito, che mai l'aveva forzata, nuda e più bella che mai 'Clint, facciamo l'amore?' gli aveva chiesto, teneramente e lui l'aveva amata, con tutta la dolcezza che aveva potuto metterci. Avevano ripreso gradualmente una vita di coppia normale, anche da quel punto di vista, senza fretta.

Il Falco le aveva preannunciato una grossa sorpresa; al loro ritorno, stupita, trovò Bucky e Steve, che avevano preso possesso dell'appartamento accanto a quello di Barton e che quest'ultimo aveva acquistato e intestato. 'Sarai sempre vicina ai tuoi amici più cari, ai nostri amici!' le aveva spiegato.

Lo aveva fatto col cuore. Non gli interessava che tipo di rapporto la sua adorata moglie avrebbe avuto con loro, in un futuro prossimo. Solo che fosse felice. E con Rogers e Barnes, lo era parecchio. Sarebbe sopravvissuto anche ad un eventuale sua condivisione.

Dopo quello a cui loro quattro erano sopravvissuti, insieme; non temeva alcunchè!

Erin gli buttò le braccia al collo e lo baciò. Come d'abitudine, diede un bacino al Capitano ed uno Bucky: i suoi amati Vendicatori. I suoi personali ed amatissimi Avengers!

Post credit

Clint, rientrando a notte fonda da un torneo, aveva visto aperta la porta comunicante fra il proprio appartamento e quello dei suoi due vicini.

Era arrivato il momento che temeva. Si avvicinò alla stanza da letto. Steve, Bucky ed Erin, avviluppati in una danza d'amore. Erotica e paradisiaca. Lei non era stata mai tanto bella e sensuale, ai suoi occhi, questo dovette ammettere.

Pensava di esserne disgustato ed, invece, non fu così: erano splendidi, insieme.

Non lo avevano notato, talmente erano presi dall'amplesso che stavano vivendo, e si accomodò, sulla famigerata poltrona di Rogers, un attimo dopo essersi denudato. Un'eccitazione folle nei lombi.

'C'è tuo marito...' James lo aveva intravisto con la coda dell'occhio, e avvertì la ragazza, uscendo da lei, intanto che il Capitano pure si scansava per pudore.

Erano un pochino in imbarazzo. Barton era diventato un grande amico, un amico sincero.

Ma l'attrazione e il sentimento, fra loro tre, erano stati troppo forti. Irresistibili. Da sempre!

Erin, gli occhi dolcissimi, lo chiamò a sé 'Falco, amore, vieni...'.

Lui, fomentato, la raggiunse e la possedete in un attimo, di fianco, nella posizione in cui era in precedenza. Le sue labbra, affettuose e calde, lo lambivano, sul volto e sulla bocca.

Erano fantastici, rifletté Bucky, a sua volta, alle spalle di Clint.

Lo baciò, istintivo, sulla spalla, con tenerezza, udendolo gemere di piacere...

Steve fece lo stesso con la donna... era inevitabile... lo avevano capito, fin dal principio... da lì in avanti, sarebbero stati loro tre... gli Avengers e l'adorabile ninfetta, anche fra le lenzuola... in un interminabile passo a quattro, di sesso e d'amore.

FINE

Ndr

Il lavoro era nato come una one shot, il passo a tre di sesso e d'amore di Steve, Bucky ed Erin. Un singolo racconto breve.

Poi si è animato di vita propria, con l'aggiunta delle altre parti.

L'idea di fondo era narrare di una giovane e bellissima donna, con una vita sessuale piena, libera, e sempre pulita nell'anima, che incrocia il suo destino con gli Avengers.

Nel bene e nel male.

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