Capitolo 3 Torrida neve

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Nevicata era poco. Una bufera. Insolita, per l'inizio di novembre. Quando era scesa dalla sua auto, per montare le catene ed aveva aperto il bagagliaio, si era resa conto che non erano in dotazione, porca miseria. Era una macchina dello S.H.I.E.L.D. e prima non aveva controllato. Con la neve così copiosa, era troppo pericoloso andare in giro senza.

Mentre pensava ad una soluzione, zuppa in ogni dove ed intirizzita, vide Barton che, dalla sua jeep, le faceva segno di salire, accostando.

Non si mosse, incerta, e quello scese 'Che succede!? Hai bucato?'.

'Peggio, niente catene né gomme da neve! E sono bagnata come un pulcino. Devo chiamare il soccorso stradale!'.

'No, lo faremo domani' usò il plurale 'ti accompagno a casa. Monta!' la sua auto era ben attrezzata.

'Ti rovinerò i sedili!'.

'Tyler, non discutere! Che pallosa'.

Entrò, togliendosi il piumino fradicio e poggiandolo a terra. Il Falco mise il riscaldamento al massimo, dato che lei batteva i denti; si liberò del giubbotto e glielo passò. La collega lo indossò senza fiatare, pure se il maglione sotto era bagnato.

'Sta nevicando troppo. Casa tua è lontana, se ricordo bene, e ti prenderai un malanno, se non ti asciughi. Andiamo da me, ci stiamo in cinque minuti' fu lapidario e lei annuì. Aveva le mani e le labbra blu e non sentiva più i piedi.

***

L'appartamento del Falco era ordinato e spazioso. L'aveva lasciata in bagno, consigliandole una doccia calda e dato un cambio. Una tuta dell'Agenzia, una maglia e dei calzini di cotone pesante oltre che un accappatoio per gli ospiti. Grandini, per la sua taglia, ma si sarebbe accontentata.

'Intanto, metto le tue cose nell'asciugatrice' si era attivato.

Organizzato al massimo quest'uomo, rifletté. Si lavò e vestì. Era tornata ad una temperatura corporea accettabile.

Uscì dalla toilette e notò un poster gigante in camera, proprio sopra il letto. Una gara di tiro con l'arco, di qualche anno prima. Si incuriosì, tanto da salire, in piedi, sul materasso, per osservare meglio.

Clint, sulla porta, rideva 'Che fai?'.

'Splendida, questa locandina. Hai vinto, ovviamente!' gli fece l'occhiolino.

'Pare di sì, era un torneo molto complicato!' le diede la mano, per farla scendere.

'Non per te' gli disse, seria, e lui portò a casa il complimento.

'Vieni, ti ho preparato un thè caldo!'.

Rafflesia guardò, stupita, il tavolo del soggiorno: una graziosa teiera, due tazze di porcellana ed un piatto con dei biscottini. Tovagliette con roselline. Tutto delizioso e curato.

'Grazie...non ti facevo tipo da thè...e da rose!' lo prese in giro.

'Non lo sono. Però ti scalderà' versò il liquido bollente e lei sedette.

Chiacchierando, fra un biscotto e un altro, il tempo trascorse velocemente. Fino alla telefonata di Rogers. Vide Barton preoccupato, che si avvicinava alla finestra e guardava fuori. Le fece cenno e si precipitò. La strada deserta era imbiancata di almeno un metro di neve, che ancora scendeva fitta.

'Steve, tranquillo. Non mi muovo da qui. Dove potrei andare? Se ci sono emergenze...venitemi a prendere' chiuse la conversazione e la fissò 'Temo non potrò riaccompagnarti, mi spiace'.

Squillò lo smartphone, pure a lei. Il Capitano, carinamente, si sincerava stesse bene. Mentì, dicendo di essere da un'amica. Mica poteva rivelargli fosse con Clint!

'Rogers è angosciato per ogni cosa, ho preferito così. Ti spiace?'. Una piccola bugia, per evitare chiacchiere.

'Macché, hai fatto bene, sennò prendeva il Quinjet e volava da noi!' conosceva il collega, come le sue tasche. 'Mi preparo il divano, per stanotte, così tu dormirai nel mio letto. Che vuoi mangiare per cena?' le domandò.

Rafflesia aprì il frigo ed il freezer, pensierosa 'Cucino io!' fu assertiva...'Sempre se posso e se ti fa piacere...' lo fissò, in attesa, in fondo non era a casa propria.

'Certo, va benissimo' era amabile nei modi, raffinata, brillante. Uno schianto, fisicamente. Scommessa a parte, lo attirava proprio tanto.

***

'Eccellenti...sei una cuoca bravissima' Clint non la smetteva più, con le lodi, e si era servito delle polpette, per la terza volta 'Non pensavo proprio, mi hai stupito; in effetti non ti conosco per niente'.

'Fraternizzo poco coi colleghi, lo sanno tutti che sono una rompiscatole'.

'Non dirlo a me! Idem...sei parecchio scostante, non hai legato con nessuno'.

'Sì, invece. Un poco con Rogers. E poi con James e con te!' lo smentì.

'Sul serio con Barnes? E con me...dai, no...zero!'.

'Bucky è a posto, una bella persona. Ci sono uscita, un paio di volte. Mi ha coinvolto in eventi che organizzava la sua scuola di danza, adoro ballare!'. Barton nemmeno sapeva che il Soldato d'Inverno ne frequentasse una!

Proseguì 'È come te e Cap, siete riservati, a modo, educati. E, soprattutto, gli unici che non ci abbiano provato'.

Era vero, al di là di aver partecipato a quel giochetto cretino, ideato da Tony, non l'aveva mai corteggiata, in concreto. 'Possibile non ti sia interessato nessun uomo, fra quelli che ti hanno invitato? È strano'.

'Sono di gusti difficili...i ragazzi che mi hanno proposto di uscire non mi piacevano'.

'Potevi invitare tu qualcuno, se ti attraeva! Siamo nel terzo millennio!'.

'L'ho fatto, Falco!' lo fissò, in modo strano, e l'uomo ipotizzò si riferisse a lui...incredibile...Gesù...per una cioccolata al bar della base? Forse aveva inteso male; comunque, aveva finito di ingozzarsi del contorno di patate al forno e si poté dirigere verso la finestra; si sentiva un pochino nervoso, dopo quelle parole. Una sigaretta ci stava tutta. Aprì l'anta e si accese una bionda.

Rafflesia lo analizzò. Le spalle muscolose, i fianchi stretti ed un bel sederino, i capelli castani in quel taglio rasato ai lati e con la cresta. Divertenti, tutto sommato. Gli occhi azzurri e la bocca armoniosa e sensuale, notò lei, completavano il tutto. Era proprio gradevole, Clint, nel complesso, anche sexy, a modo suo.

Barton si voltò, sentendosi osservato. 'Ti dà fastidio se fumo?'.

La Tyler aveva un'espressione interessata, forse era quello il motivo.

Si alzò da tavola e gli si piazzò accanto 'Figurati, nessun problema. É curioso. Sei tanto disciplinato, con arco e spada. Maniaco degli allenamenti e del controllo, perfezionista. E poi hai questo vizio...' rise.

'Non sono maniaco...oddio, forse...ho provato a smettere decine di volte, ma non sono riuscito...è il mio unico sfogo. É una cosa così brutta?'.

'Sono per la massima libertà, in tutto, e detesto chi mi dice cosa debbo fare. Per cui...la risposta è no...anzi, prestami l'accendino, per caramellare lo zucchero sulla crème brûlé!'.

Le passò il bic di plastica e la donna si mosse, verso la cucina. Era stata carina, affabile e molto gentile. Gli aveva raccontato qualcosa di sé e lui aveva fatto altrettanto.

Di come Fury avesse pensato a lei, per il progetto di inserimento di elementi operativi, senza poteri, all'interno degli Avengers. Dopo che c'era stato un aumento degli eventi catastrofici che avevano dovuto affrontare, gli analisti avevano formulato la teoria, per cui tale maggiorazione fosse dovuta alla presenza di esseri eccezionali. Cosicché, il Congresso aveva approvato un regolamento, che prevedeva un minimo di agenti completamente umani tra i Vendicatori. Il Direttore aveva scelto, per prima, Rafflesia. Grazie a Dio, concluse Clint, gustando lo squisito dessert, preparato dalle abili manine della collega.

Avevano sistemato insieme la cucina, e lo aveva aiutato ad aprire il divano e a mettere le lenzuola e le coperte, insistendo per dormirci. Il Falco aveva garbatamente rifiutato.

Lavatosi i denti, si era coricato. La ragazza si era affacciata in soggiorno 'Allora... buonanotte. Grazie mille, di tutto, Clint!' aveva mormorato, andando verso il sofà e dandogli un bacino sulla guancia.

'Buonanotte' aveva risposto, timidamente. Che ragazza deliziosa...un amore...Ripensò a quella giornata strana. Chissà i colleghi che grasse risate si sarebbero fatti, a sapere che l'aveva ospitata a casa sua, che aveva dormito nel suo letto e lui sul divano, senza sfiorarla con un dito. Credette che ci avrebbe impiegato molto per addormentarsi, vista la presenza della favolosa femmina nella stanza accanto. Invece, si sentiva sereno e prese sonno, praticamente subito.

***

Aprì gli occhi e la vide trafficare, ai fornelli, in cucina. Si era rimessa i propri vestiti asciutti.

'Ciao. Scusa, se ti ho svegliato...sto preparando la colazione...' accortasi fosse sveglio, gli portò, premurosa, una tazza di caffè. Macchiato e senza zucchero, come piaceva a lui. Era stata attenta, la ragazza, non le sfuggiva nulla.

'Buongiorno...grazie' la salutò, mettendosi a sedere. Il caffè era caldo e buonissimo. La moretta sempre gentile.

Rafflesia ridacchiò, accarezzandogli la cresta 'Guarda che roba, ti si sono sverzati tutti i capelli. Hai un taglio assurdo, l'hai fatto per sembrare un duro?! Confessamelo!'.

Clint si imbarazzò 'Mi andava così...'.

'Mi piacciono un sacco, scherzavo! Sei permalosetto! Vieni a sederti, ti servo le uova strapazzate, sono pronte!' lo invitò.

***

'È troppo bello, per non approfittare. Usciamo, spicciati...' Rafflesia si era messa stivali, piumino, cappellino di lana, sciarpa e guanti, precipitandosi 'Falco, dai!' lo esortò.

L'aveva seguita a ruota... appena fuori del portone, una palla di neve enorme lo aveva colpito, in pieno viso.

Lei rideva, come una bambina 'Mica solo tu hai una buona mira!'.

L'uomo si sgrullò e si abbassò, raccolse la neve con le mani e gliela tirò in testa, centrandola 'La mia è ottima, non buona'.

'Ora ti faccio vedere io!' la Tyler si difese. La battaglia di palle di neve e risate continuò tutta la mattina, fin quando non ebbero più fiato.

Erano entrambi bagnati, ovunque. Grondanti di acqua e fango, da far schifo.

'Propongo di toglierci stivali e giubbotti sulla porta, prima di entrare in casa e una corsa in bagno, per il resto. In caso contrario, dovremo pulire i tuoi pavimenti fino a domani' gli suggerì.

'Proviamo, peggio di così...' Barton, sull'uscio, si slacciò gli scarponcini e lei la zip della giacca. In pochi attimi, furono pronti, per lo scatto, verso la toilette.

Alla velocità della luce, volarono in bagno e si liberarono dei vestiti. Senza prevedere possibili imbarazzi e di ritrovarsi in un momento intimo, Clint rimase in boxer e si soffermò a squadrarla, intanto che si faceva scendere i collant ai piedi. La vide inciampare nel suo stesso movimento e cadere a terra, con una sederata. Un salame!

'Ti sei fatta male?' la interloquì, abbassandosi sul pavimento.

La ragazza ridacchiava 'Nooo, che figuraccia, imbranata come sempre'.

Non era maldestra, era pazzescamente seducente, con un completo di cotone e pizzo bianco. Il Falco intravide la forma delle tette e dei capezzoli duri per il freddo, dal reggiseno, e la peluria scura dal merletto degli slip.

Si sentì esplodere nei suoi...non riusciva a smettere di fissarla.

Non ci fu un briciolo di razionalità, in ciò che fece...la voleva e basta, disperatamente. Si tolse i boxer, la raggiunse all'altezza del viso e, mentre la donna sgranava gli occhioni violetti, la ghermì per il collo e la baciò, arrogante e violento. Con la bocca prepotente sulla sua, la riempì di morsi sulle labbra, la lingua guizzante. Lei fu presa dal panico, sulle prime; ci aveva pensato diverse volte, da quando erano insieme, che ci fosse qualcosa fra di loro, un'attrazione di fondo...nessuno l'aveva mai baciata così...la mascolinità imperiosa le premeva sulle mutandine...contraccambiò, leggera, le sue labbra, e lo cinse con le braccia. Nell'accorgersene, Clint aumentò l'intensità dei baci e dei morsi, se possibile; Rafflesia avvertì un dolore al lato della bocca, ed il sapore metallico del sangue che le scendeva in gola.

L'uomo si staccò, solo per un attimo, apparentemente indifferente di averla ferita, per sganciarle il reggiseno...le tette supersoniche, Tony insegnava...erano di più, più belle, più sode, più tonde di qualsiasi immaginazione...i capezzoli color caffellatte, grandi ed eretti...ci si gettò, nello stesso modo con cui l'aveva baciata. Le tormentava e le stringeva con le mani, le strizzava in maniera brutale. Quella che non stuzzicava, la serrava con le labbra ed i denti.

La Tyler gemeva, turbata ed emozionata di quei modi, soprattutto sbigottita dalla reazione del proprio corpo: la stava dilettando, immensamente. Lo vide sollevarsi dal suo petto. In ginocchio, le tolse gli slip imbevuti di sé e le spalancò le cosce, veemente...il groviglio scuro, ricciolino e curatissimo gli faceva girare la testa. Si avvicinò, tenendo saldo il proprio rigido scettro, con la mano sinistra e le strusciò la punta sul bocciolo roseo, gonfio e bagnato, in estrema evidenza...era impetuoso, deciso, continuo ed energico nel movimento...eccitatissima, si era completamente dischiusa per lui, la fine del mondo!

La donna alzò lo sguardo e notò che la scrutava, serio, le pupille dilatate...si sentiva in una sorta di estasi...ragionò, per qualche istante...fino a dieci minuti prima erano in strada, a tirarsi le palle di neve ed ora era stesa sul pavimento del bagno, di un collega, tra l'altro, nuda, in quell'atteggiamento lascivo; si accorse di essere intrisa di rugiada, dall'inguine fino a quasi le ginocchia e di stare per venire, oddio, in quella maniera...allontanò il partner e si mise in posizione fetale, la mano sul proprio sesso, come a proteggersi.

Clint intuì che ci fosse qualcosa che non andava, stante l'evidente coinvolgimento, e le si accostò, di fianco, alle spalle. La baciò sulla scapola, con estrema dolcezza 'Non ti piace?' era una frase scema, non sapeva come chiederlo. Moriva di desiderio per lei...

Rafflesia si voltò, e poté vederle il sottile rivolo rosso che le scendeva, a lato del labbro. Lo leccò, con la punta della lingua, e le sfiorò il contorno della bocca.

'E' il contrario, Falco, mi piace troppo...non riesco a ...' si bloccò, nemmeno poteva esprimere a parole quello che sentiva, inchiodata ed immobile.

'Non vergognarti, è così bello ciò che stiamo facendo insieme...e tu sei meravigliosa, pazzesca' bisbigliò l'Avenger, teneramente, spostandole la mano con cui si stava coprendo, per unire le dita con le proprie.

La ragazza, rassicurata, iniziando a baciarlo, inarcò i glutei sodi verso di lui, che la prese, con naturalezza.

La sua strettoia era rovente, un torrido paradiso dei sensi. La riempì di baci e morsi sul collo e sulle spalle; l'aiutò a mettersi sulle ginocchia, per poterla palpare nel possederla. Si era appiccato la sua schiena al torace e continuava l'agonia sui seni e sull'intimità, impetuoso. Le dava la cadenza del piacere, con la mano sul suo fiore, stimolandola ed insieme spingendola, ritmicamente, versò di sé, affondando con furia ed irruenza, nelle carni avvolgenti.

I rapporti sessuali gli erano sempre piaciuti, non li cercava con disperazione o fissazione...Mai gli era capitato di prendere qualcuna, in quella maniera primitiva e selvaggia. Rafflesia gli aveva scatenato degli istinti libidinosi e spudorati; gli parve di non avere alcun freno inibitorio, nei suoi confronti. Premette più forte, calcando i colpi, massiccio. Percepì le sue fortissime contrazioni uterine, cadenzate e scandite dai gemiti cui le accompagnava; un impulso, impossibile da controllare, lo portò all'orgasmo più intenso, coinvolgente e sconosciuto che avesse mai provato, inondando di piacere la sua deliziosa compagna.

***

Ansimavano, stesi l'una accanto all'altro, sul pavimento del bagno.

Clint le carezzò la guancia. Quanto era stato bello!

Lei bisbigliò 'Ho bisogno di stare un po' da sola. Falco, vai fuori, per favore' doveva tornare in sé, troppo sconvolta per rimanere ancora così.

'Ti aspetto in camera' l'uomo, ubbidendo alla richiesta, si alzò da terra e Rafflesia fece altrettanto.

Appena fu uscito, raccolse tutti i loro abiti e li accostò in un angolo, per poi entrare nella doccia. L'acqua calda la ritemprò. Si tamponò, con un asciugamano e esaminò la propria immagine, riflessa nello specchio. Il labbro gonfio del morso. Rossa e segnata sul petto, un indolenzimento all'inguine; si vide gli occhi luminosi. Si sentiva appagata e molto sexy...stranissimo...una sensazione tanto forte, con un uomo...mai vissuta. Mai.

***

Si era acceso la terza sigaretta, aspettandola. Senza aprire la finestra e seduto, nudo, al bordo del letto. Fuori non nevicava più. Stavano pulendo le strade. Aveva la testa vuota di pensieri. Solo piacere, soddisfazione, completezza. Attendeva, timoroso, di capire come avrebbe preso la questione, si era fermata durante il rapporto e, alla fine, lo aveva congedato.

Meditando di interrompere la ripresa del pc, di cui aveva impostato la telecamera sul letto il giorno prima, non appena la collega aveva messo piede in casa sua, sperando solo lontanamente di avere un filmato per Tony, magari scherzoso, a titolo di testimonianza di averla avuta lì, udì la porta aprirsi. Spense la sigaretta quasi intera, nel posacenere sul comodino, e la guardò approssimarsi.

Era nuda, magnifica. Gli si piazzò in piedi, di fronte, e gli carezzò la cresta, con entrambe le mani. Affettuosa e garbata. Gli dette un bacio, sulla fronte.

Solo in quell'attimo, realizzò la passione sfrenata, con cui l'aveva amata. Era arrossata, nel corpo, e leggermente tumefatta nelle parti più delicate.

La strinse a sé e la riempì di bacetti, all'altezza del proprio viso, sopra la linea dell'inguine, accanto l'ombelico 'Ti ho fatto male?'.

'Un po'...più bene...' rise, divertita...era la verità!

Si sentì sollevato e continuò a sbaciucchiarla, sul ventre. Seguì, con la bocca, il perimetro di carne candida, che adornava il triangolino scuro della donna; incerta sulle sue intenzioni, lo pregò 'Con calma...'.

Annuì e, pian piano, passò ad ulteriori bacetti sulla peluria morbida, profumata di bagnoschiuma e di femmina. L'aveva riempita di tenerezze, la sua mano che gli scompigliava la chioma.

Rafflesia percepì, stupita, la punta della sua lingua che le lambiva la rosea fragolina e fece un passo indietro, piacevole ed inattesa.

Clint la trattenne, per i glutei, e se l'accostò, di nuovo, al volto. La leccò ancora, leggero alternando la lingua agli sbaciucchiamenti.

Era estasiata e si trovò ad inarcarsi e strusciarsi, frenetica, sul suo viso, tenendolo per i capelli, in un ritmo forsennato che lui assecondò, fomentato da quel contatto, spolpandola in maniera più profonda. Pareva volesse mangiarla, divorarla! Iniziò a gemere, smodata; un brivido lungo la schiena l'avvisò dello spasmo ingovernabile che stava per attraversarla e che, dal ventre le trapassò l'utero, confluendo nell'intimità torturata. Riversò tutta l'eccitazione possibile sul generoso amante, prima di separarsene, per inginocchiarsi e baciarlo sulla bocca e sul viso. Sapeva di sigarette e di sé, la intrigava, in modo irragionevole!

La contraccambiò, esaltato, a sua volta, dal sapore salino e paradisiaco già gustato e dall'unione delle loro lingue. La osservò staccarsi e portare la testa fra le sue gambe per...'Lascia stare...' tentò di dissuaderla.

'Lo voglio fare, Falco' mormorò, leccandosi il contorno della propria mucosa, con una vocetta roca, ed in un tono saputello continuò...'vedrai quanto sono brava...'. Gli si accapponò la pelle. Cristo Santo, era fenomenale davvero; nessuna lo aveva mai gustato, in quel modo. Sensuale e scostumata, esperta, lo stava istigando,  in maniera superba. Tra l'attrito delle labbra umide ed i ghirigori della lingua stava delirando, gli era salita pure la febbre, una febbre da cavallo! Si stese, con la schiena, sul materasso, fissando il soffitto. Abbassò lo sguardo sulla moretta. Quanto la voleva...'Rafflesia...mettiti sopra di me...subito, per piacere!' le gridò, sentendo l'orgasmo vicino.

La Tyler si stupì della richiesta insolita, i maschi erano sempre tanto egoisti e pensò che Barton non facesse eccezione e volesse farla finire in quella maniera; evidentemente, no. Ubbidì, e si impalò, velocissima, all'amazzone, sull'Avenger, che le confessò 'Fantastico, così...unisci le dita alle mie'. Aprì la mano sinistra e la saldò con la sua.

Si mosse col bacino, su e giù, volitiva, tentando di capire quale fosse il ritmo preferito dal Falco. Lo capì, perfettamente e lo seguì. Era tanto presa che, sentendosi venire una seconda volta, si concentrò su quell'andatura paradisiaca che doveva essere gradita anche all'uomo dagli occhi azzurri, che stava impazzendo insieme a lei e che esplose in un grido di somma delizia, alla percezione delle onde sincrone che li stavano unendo nuovamente, dilanianti, un terremoto emozionale che squarciava anima e fisico.

Allentò il ritmo, beata, solo quando lo vide completamente soddisfatto e passivo, con un sorrisetto.

Dio, rifletté Clint, se solo avesse potuto documentare a Tony un decimo di quella congiunzione carnale, con la creatura sopra di sé, sarebbe schiattato, di un colpo.

Rafflesia gli si accoccolò addosso, la testa sul torace, stesa sul suo corpo. Alzò il viso e lo guardò, per qualche secondo, le loro mani unite, in attesa che le parlasse...'Stare assieme a te è eccezionale...'.

Lo baciò, in mezzo al petto, sensuale e dolce, al tempo stesso 'Anche per me! Mi prepari un thè caldo, come ieri?'.

Il Falco annuì, silenzioso.

***

Gustavano il thè al tavolo del soggiorno, entrambi in accappatoio.

'Secondo me, domani tornerà tutto alla normalità. Ha smesso di nevicare e potremo riprendere il lavoro' l'Avenger provava a parlare del più e del meno, turbato.

'Tranquillo, tolgo il disturbo prima possibile' scherzò.

'Non intendevo questo, anzi: vorrei che non andassi mai via' confessò, alzandosi, nevrotico, per la solita sigaretta.

'Clint, non agitarti. Sono stata bene...benissimo. Sono scorbutica ed introversa di natura e non mi è mai capitato di andare a letto con un collega. Soprattutto non vado a letto con tutti e nel modo in cui l'ho fatto con te!' mormorò.

Capirai, nemmeno parlava o sorrideva a chicchessia, questo già lo sapeva.

Continuò 'Che siamo io e te, adesso?'.

Le donne volevano sempre definire legami e rapporti. Ne avevano bisogno. Per lui, era un po' più complesso. Però quella femmina era favolosa ed il sesso era stato strepitoso. Si buttò, senza paracadute 'Ehm...abbiamo, ehm, una relazione...cioè, sempre se non vuoi darmi il due di picche!' Magari non era interessata; incrociò le dita, mentalmente.

Rafflesia inzuppò l'ennesimo biscotto nella tazza, scrutandolo 'Falco, la tua cresta è ineguagliabile! Vediamo come vanno le cose e, per favore, ti prego, non diciamolo ad anima viva. Soprattutto a Steve e al Direttore. Ci tengo molto a questo nuovo incarico, mi sono sacrificata per arrivare fino a qui e, più di ogni cosa, odio i pettegolezzi e le chiacchiere'.

'Concordo' le sorrise.

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